martedì 7 aprile 2009

MIGLIAIA DI EURO FALSI TROVATI DALLA GUARDIA DI FINANZA IN UN GARAGE DI BANCHETTE

I fac-simile usati per organizzare truffe internazionali milionarie? Le più «clonate» sono quelle da 20, 50 e 100 euro, rivendute al 6-8 per cento del valore

GIAMPIERO MAGGIO, MASSIMO NUMA

TORINO
Blitz dei finanzieri del nucleo di polizia anti-sofisticazione valutaria a Banchette. I detective delle Fiamme Gialle, con l’aiuto di una squadra dei Vigili del fuoco, hanno sfondato la porta d’acciaio di un garage di via Pavone 2. All’interno, disposte sopra un tavolo, migliaia di euro-banconote con la dicitura fac-simile. Poi, un altro ingente quantitativo di denaro, pari a circa 250 mila euro, non si sa ancora se falso o no. Il garage è di proprietà di una coppia di pensionati, la famiglia C. che ha assistito all’operazione. Adesso moglie e marito, piuttosto imbarazzati, si difendono: «Le banconote? Non sappiamo nulla. Appartengono a nostro figlio Giovanni, detto Giò. Non abita più qui, ma a Torino. E non sappiamo dov’è, cercatelo voi...». Fine delle comunicazioni. Ma «Giò», che viaggia su una vecchia berlina scura, è stato visto pochi giorni fa in un bar del quartiere. Nessuno sa, in realtà, che tipo di lavoro faccia. «E’ un tipo che ha sempre molti soldi in tasca e li ostenta anche. Dice di lavorare in Romania, compra o vende qualcosa...». Ma cosa? Altro mistero. Molti residenti hanno assistito all’operazione della Guardia di finanza di Roma che ha agito in collaborazione con la compagnia di Ivrea. «Hanno caricato pacchi di banconote e anche tanti documenti su un furgone, poi se ne sono andati. Non sappiamo altro, non vorremmo essere coinvolti in storie losche. In questa zona è meglio farsi i fatti propri», concludono i vicini di casa. C’è ancora il massimo riserbo sul sequestro di Banchette; gli inquirenti vogliono ricostruire la provenienza delle migliaia di banconote false e dei fac-simile e anche la destinazione finale. Spesso, i fac-simile, vengono usati per organizzare truffe internazionali e milionarie. Confusi nelle ventiquattrore colme di mazzette pronte per essere scambiate con quelle delle vittime dei raggiri. Altre perquisizioni e sequestri, nel contesto della stessa operazione, sono avvenute in tutt’Italia.La Finanza, negli ultimi 12 mesi, ha già individuato milioni di euro, dollari, dinari algerini e sterline. Tutti falsi. Custoditi in garage e capannoni. Sequestrati anche macchinari, carta e punzoni utilizzati per falsificare le banconote. Sono già decine i falsari denunciati. I soldi, riprodotti in modo quasi perfetto, sono destinati soprattutto all’estero. Le più «clonate» sono quelle da 20, 50 e 100 euro. Rivendute subito al 6-8 per cento del valore facciale. Una banconota da cento euro viene ceduta al «grossista» tra i sei e gli otto euro. Percorrendo la complessa filiera del racket, alla fine il valore può salire sino al 40 per cento.Nel 2008, la Finanza ha sequestrato 150 mila pezzi da 20 euro e altrettanti da 50 euro per un totale di 10 milioni di euro. È un fenomeno in aumento, come confermano i dati del Nucleo speciale della Polizia valutaria della Guardia di Finanza. Ma sono gli stessi investigatori a precisare che la tendenza non ha raggiunto livelli allarmanti: «Sono poche le banconote falsificate immesse sul mercato a fronte della moneta circolante» specifica il tenente colonnello Amedeo Farruggio, comandante Gruppo antisofisticazione monetaria della Finanza. In 24 mesi le banconote e monete false sequestrate sono triplicate: da 5 milioni nel 2006 a oltre 17 milioni nel 2008.


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