sabato 11 aprile 2009

Le telefonate erotiche le pagava la Finanza

11/4/2009 (12:53) - IL CASO
Le telefonate erotichele pagava la Finanza
La sede del comando provinciale della Guardia di Finanza

Nei guai un vicebrigadiere: chiamava dal centralino


TORINO Visto il vizietto, forse le mansioni assegnate al vicebrigadiere F. non erano le più adatte: centralinista al comando della guardia di finanza. Una tentazione continua per uno così, con la mano che scivolava spesso sui numeri a pagamento delle chat erotiche. Sembrava facile. E gratis. Poi al comando è arrivata la bolletta: tremila euro solo di hot line. E per il vicebrigadiere F., ventotto anni di onorato servizio senza macchia, sono cominciati i guai. La giustizia militare ha fatto il suo corso: condanna in primo grado per peculato, derubricata in otto mesi per appropriazione indebita dalla corte d’appello militare di Verona, in attesa di decisione dalla Cassazione. La giustizia disciplinare che è arrivata più dura: il generale di corpo d’armata Angelo Ferraro ha rimosso il militare degradandolo a soldato semplice e mettendolo a disposizione del Centro Documentale (l’ex distretto militare). All’ex vicebrigadiere, 58 anni e sulla soglia della pensione, è stato ordinato di restituire circa 60.000 euro di emolumenti che gli erano già stati corrisposti a titolo di trattamento di quiescenza. Un disonore, per l’ex vicebrigadiere. E anche un notevole esborso di denaro. Il militare si è rivolto al Tar del Piemonte chiedendo che venisse annullata la sanzione disciplinare considerata eccessiva rispetto a quanto emerso e alle condanne subite dalla giustizia militare penale. E all’inizio, i giudici amministrativi, gli hanno anche dato ragione. Pur con qualche dubbio, essendo una divisa, la sanzione poteva essere troppo severa rispetto a quanto emerso nel giudizio della giustizia penale militare. L’Avvocatura di Stato si è impuntata e ha presentato ricorso al Consiglio di Stato. Il quale ha accolto la sua istanza. Il caso è tornato indietro e questa volta il Tar del Piemonte ha approfondito alcuni aspetti, riformulando la sua precedente decisione. È vero che la sanzione disciplinare deve seguire un principio di proporzionalità, ma è anche vero che bisogna guardare qual è il soggetto coinvolto. In questo caso si trattava di un militare della guardia di finanza, un uomo che aveva giurato di difendere le leggi dello Stato. Non solo: il reato commesso è di carattere economico-finanziario, proprio il settore specifico delle Fiamme Gialle. Non basta. Scrive Alfonso Graziano, il giudice estensore della sentenza: «Oltre ad aver cagionato il nocumento patrimoniale connesso al pagamento delle indebite telefonate a numerazioni erotiche, va considerato anche che uno actu F. ha sottratto all’esercizio delle sue funzioni e mansioni di servizio, anche il tempo dedicato a effettuare quelle conversazioni telefoniche». Come dire: colpevole due volte: il vicebrigadiere non solo aveva fatto pagare le bollette al comando, ma non poteva rispondere alle chiamate di servizio mentre era impegnato in quelle, personali, a luci rosse. Infine: è vero che il giudizio penale militare era ancora sospeso davanti alla Cassazione, ma è anche vero che la giurisprudenza sul punto è chiara: la sanzione disciplinare è indipendente e copre aspetti diversi. Il vicebrigadiere, col suo comportamento, ha leso l’immagine del Corpo. Giusto, quindi, degradarlo espellendolo dalla guardia di finanza. Col senno del poi, forse, sarebbe bastato non farlo avvicinare a un telefono.

http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200904articoli/10143girata.asp

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