
di Cleto IAFRATE e Bruno FORTE
Sono convinto che la conoscenza e l’autoritarismo siano legate da un rapporto inversamente proporzionale: all’avanzare dell’una, l’altro è destinato a retrocedere.
In altri termini, laddove manca la consapevolezza di possedere dei diritti, si creano le condizioni affinché essi vengano negati o compressi.
Questo postulato è particolarmente verificato all’interno del comparto militare, a causa della sua tendenziale chiusura verso l’esterno e nei confronti di qualsiasi forma di progresso giuridico-normativo.
Tale convinzione mi ha spinto a realizzare questo studio, da destinare a tutti i cittadini militari desiderosi di sapere da dove vengono e verso dove stanno andando.
L’intento iniziale era quello di fare luce sulle problematiche attinenti al particolare "status militis”; a tal fine si è dovuto prima chiarire cosa volesse intendere l’Assemblea Costituente quando ha sancito: ”L’ordinamento delle Forze Armate “si informa” allo spirito democratico della Repubblica”.
La scelta terminologica ricadde sul verbo “si informa” (che esprime un costante adattamento), dopo aver considerato altre locuzioni linguistiche, come “coincide” (che dà l’idea dell’assoluta “internità”) e “riflette” (che dà l’idea della totale “esternità”).
Lo studio si pone vari interrogativi.
Quali motivazioni ispirarono la scelta di quel verbo transitivo?
Quando l’ordinamento della Repubblica genera nuovi diritti (da ultimo, il diritto alla partecipazione), in che modo l’ordinamento delle Forze Armate dovrebbe recepirli, informandosi allo spirito democratico della Repubblica, senza tradire la volontà dell’Assemblea Costituente?
Lo studio tenta di dare delle risposte a questi e ad altri interrogativi, esaminando alcuni tratti distintivi dell’ordinamento militare.
Il titolo originario dello scritto era “Il Militare ed il Cittadino”, in quanto sintesi di un dialettico confronto tra un “militare” ed un “cittadino”. Al termine della stesura, però, in considerazione dei risultati cui si giunse, che accorciavano le distanze tra i due autori, si decise di modificarlo nell’attuale.
Il documento non ha la pretesa di assurgere a dignità dottrinale ma intende avere un valore, più che altro, divulgativo, nell'intento di stimolare il confronto su temi spesso trascurati ma di grande attualità.
Si spera che la diversità di vedute degli autori abbia garantito alle opinioni espresse buoni presupposti di imparzialità nell'analisi e di serenità nel giudizio.
Nonostante lo studio sia datato, gli argomenti affrontati sono tornati, prepotentemente, di grande attualità, a causa dei progetti di riforma della Legge di Principio sulla Disciplina Militare di cui si parla negli ultimi tempi.
Nessun commento:
Posta un commento