domenica 4 luglio 2010

IL GIALLO DELLA SCORTA METTE NEI GUAI IL GIUDICE




IL GIUDICE "MINACCIATO" RISCHIA L’ESTROMISSIONE

Il presidente del collegio valuta la compatibilità ambientale del magistrato

di RAPHAËL ZANOTTI

La prefettura di Torino ha smentito che al giudice relatore della sentenza sui ricorsi elettorali sia stata assegnata ufficialmente una scorta. «Non sussistono motivi che giustifichino servizi di tale natura» dichiara una nota di piazza Castello. La notizia ha fatto innalzare la temperatura già alta dello scontro politico, con il centrodestra pronto a denunciare la pubblicazione di notizie false tese a creare un clima di tensione.Ma la tensione, scorte autorizzate o no, è già nei comportamenti delle persone. È vero infatti che nei giorni scorsi il magistrato relatore, ex ufficiale della Guardia di Finanza, veniva accompagnato da due uomini delle Fiamme Gialle che lo prelevavano alla sede del Tar e lo accompagnavano in un alloggio in caserma. Come è vero che il magistrato si diceva preoccupato di un insolito episodio avvenuto nella casa in Toscana dove abita la famiglia (qualcuno avrebbe manomesso il quadro elettrico dell’abitazione) proprio qualche ora dopo che un giornale l’aveva resa pubblica. Non a caso lo stesso magistrato sta valutando se, anche alla luce di quel che è accaduto, non sia il caso di richiedere ufficialmente la scorta al comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduta dal prefetto. È indubbio, in ogni caso, che il magistrato fosse seguito da vicino dai finanzieri, forse per cortesia nei confronti di un ex collega preoccupato. Anche così non ci si può fare a meno di chiedere a che titolo fosse stato disposto l’accompagnamento e da chi. La pubblicazione della notizia della scorta e la successiva smentita hanno ovviamente innescato una serie di dichiarazioni politiche. Il senatore Enzo Ghigo, uno dei promotori della fiaccolata accusata di voler fare pressioni sui giudici, ribalta l’accusa domandandosi se la pubblicazione di false notizie non sia un tentativo di far salire la tensione. E anche il presidente Roberto Cota, ieri, ha accusato i giornali di tenere bordone a chi intende creare il caos.Una cosa è certa: le pressioni stanno arrivando nei modi più disparati. Il presidente del Tar, Franco Bianchi, sta ora valutando se le notizie comparse sul suo giudice a latere e le tensioni che ne sono seguite non creino una sorta di incompatibilità ambientale per il magistrato. Sia che gli anomali episodi siano in qualche modo ricollegabili con i ricorsi elettorali, sia che non lo siano, la situazione è pesante. L’avocazione e la sostituzione del magistrato potrebbe essere una soluzione, anche se ci sono delle controindicazioni. In primo luogo il giudice in questione ha sempre dimostrato di essere professionalmente molto preparato e il suo ruolo di relatore fa di lui una professionalità difficilmente sostituibile: ha conoscenza diretta degli atti e della materia. Inoltre il giudice Ariberto Limongelli, collega fresco di nomina, è appena arrivato da Milano e difficilmente potrebbe sostituirlo. Sono poi da valutare le conseguenze esterne: come verrebbe interpretata la sostituzione del giudice da un mondo politico già in forte fibrillazione e quali speculazioni provocherebbe? Considerazioni difficili da affrontare in un momento delicato come quello attuale.


03/07/2010 – LA STAMPA

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