mercoledì 12 novembre 2008

SPECIFICITÀ UN PASSO AVANTI? NO, UNA SCELTA SCELLERATA!

Si parla con sempre più insistenza di specificità per gli operatori del settore Difesa e Sicurezza alcuni sostengono che sia un grande traguardo da raggiungere, io sostengo invece che sia solamente una scatola vuota o meglio un contenitore senza contenuto.
Per capire meglio, occorre tornare indietro di oltre 30 anni, era l’inizio del 1975 quando alcuni Militari fondarono un movimento chiamato”Movimento dei sottufficiali democratici“, nato in clandestinità, i "carbonari" rivendicavano un trattamento economico migliore ma anche il riconoscimento dei diritti costituzionali come tutti gli altri cittadini. Non vennero utilizzate delle scorciatoie per raggiungere questo obbiettivo ma vi fu una forte determinazione da parte di questi uomini, anche a costo di grossi sacrifici personali, che portarono alcuni di loro a pagare pesantemente. Non fu un percorso facile, ci vollero oltre tre anni di battaglie affinché un Parlamento illuminato comprendesse che anche per questi cittadini in uniforme era giunto il momento per il riconoscimento di alcuni diritti Costituzionali.
Nel 1978 con la legge 382, meglio nota come "legge dei principi", si ottenne un importantissimo risultato, una piccola rivoluzione copernicana. Purtroppo, la modernizzazione non fu completata, non vennero riconosciti tutti i diritti, alcuni restano ancora esclusi, quali il diritto associativo professionale e quello sindacale. Solo coloro che hanno vissuto quei periodi conoscono bene la "specificità" che ci distingueva fino a quel momento rispetto a tutto il mondo lavorativo. Il gap degli stipendi era minima cosa confronto alla totale mancanza e rispetto dell'uomo. Quando si introdusse il principio di "PARI DIGNITA'" nella gerarchia, sembrava che qualcosa era cambiato, eravamo meno isolati dal mondo civile e nessuno avrebbe voluto distaccarsi, sentirsi specifico.
Altra questione molto importante da considerarsi altrettanto epocale è quella relativa all’orario di lavoro. Nel 1990, con la L.231/90, dopo altrettante battaglie, si afferma un nuovo principio, caposaldo di ogni diritto del lavoratore, la distinzione tra orario di lavoro, orario di servizio, straordinario, recuperi compensativi, ha segnato una svolta decisiva. Un nuovo modo di intendere il proprio lavoro, basta pensare che prima delle Legge chi rimaneva dopo l'orario, con compiti extra lavorativi, era sempre il personale non "propriamente allineato", viceversa dopo la Legge in regime di straordinario pagato rimanevano i "più meritevoli", soprattutto i gradi apicali.
Continuando nell'excursus dei diritti acquisiti, grazie a una sorta di omologazione al Pubblico Impiego, sono da annoverare altre conquiste recenti, quali il diritto allo studio ed il congedo parentale. Mentre altri diritti che ancora restano in sorta di limbo, l'evoluzione dei tempi non ha dato modo di circoscrivere direttamente, come "l'iscrizione e la militanza ai partiti politici" ed alle Associazioni. Grazie a questi vuoti normativi, oggi vi sono sempre più cittadini Militari che ricoprono l’incarico di amministratore locale, ricoprono delle cariche pubbliche, operano in Associazioni e si interfacciano con la società civile. Questo interscambio assume un’importanza ancora maggiore in seguito alla sospensione del servizio di leva, in quanto è venuto a mancare quel contatto continuo tra il mondo militare e la società civile. La perdita del flusso informativo ed evolutivo della società stessa è un pericoloso isolamento che non si ritrova così marcato nelle nostra vecchia, cara, amata Europa. Non dimentichiamo che in Germania non è stato abolito il servizio di leva ed hanno il più grosso Sindacato del Continente.
Pertanto interrompere questo percorso evolutivo di integrazione e di riconoscimento dei diritti dei cittadini Militari in cambio di una "Specificità" più che una conquista mi sembra una scelta Scellerata che potrebbe portare dei vantaggi per pochi dirigenti a discapito di tutti gli altri lavoratori con le stellette. Peraltro, i Dirigenti attraverso varie omogenizzazioni stipendiali hanno concluso il loro percorso di omologazione al Pubblico Impiego, anzi per alcuni versi li hanno superati (vedi classi, scatti, straordinario ecc.).
Mi viene un dubbio, siamo in Europa oppure siamo un paese "Specifico"? Il CoCeR piuttosto che dirsi bravo a se stesso per questo risultato perché non dice nulla sui tagli scandalosi di questi giorni alla Difesa come mai nella storia della Repubblica? Menomale che siamo specifici altrimenti chissà quali tagli si apprestavano a fare.
Caro colleghi del COCER, attenzione al giudizio storico, con la carta della "Specificità" vi state giocando tutto, siete sicuri che non è un passo indietro? Io sono prossimo al pensionamento, ho visto un po' tutto, la mia storia mi dice di guardare con dubbio a provvedimenti di isolamento, la mia lotta è stata per allargare i diritti e non di essere un corpo estraneo dalla società.

Cagliari,li 11.11.08
Paolo Erasmo

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