lunedì 24 novembre 2008

ANCHE LA REGIONE PIEMONTE INVESTITA DEL CASO “RECUPERO SOMME STRAORDINARI”: PRESENTATA UNA INTERROGAZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE

Interrogazione n. 2509, RESTITUZIONE DEI COMPENSI PER LAVORO STRAORDINARIO DA PARTE DEI FINANZIERI PIEMONTESI E GRAVI RIPERCUSSIONI SULLA SICUREZZA DEI CITTADINI E LA LOTTA ALL'EVASIONE.

Presentata il 17/11/2008 dai Consiglieri:
· Primo Firmatario
o IURI GILBERTO BOSSUTO (Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra europea)
· Altri Firmatari
o SERGIO DALMASSO (Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra europea)
o ENRICO MORICONI (Ecologisti uniti a sinistra-s.e.)

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Al Presidente
del Consiglio regionale del Piemonte

INTERROGAZIONE
ai sensi dell’articolo 18, comma 4, dello Statuto e dell’articolo 89 del Regolamento interno. a risposta orale in Aula

OGGETTO: restituzione dei compensi per lavoro straordinario da parte dei Finanzieri piemontesi e gravi ripercussioni sulla sicurezza dei cittadini e la lotta all’evasione

Premesso che:
da un articolo de “La Stampa” del 2 novembre 2008, intitolato “La Finanza rischia il blocco dell’attività”, si apprende che alcune centinaia di Finanzieri, a cui si aggiungono militari, pensionati e vedove degli stessi, che prestano servizio in Piemonte, hanno ricevuto dal Comando Generale della Guardia di Finanza la richiesta di restituire le somme corrisposte dall’amministrazione a titolo di compenso del lavoro straordinario per il periodo relativo agli anni 1996-2000;

evidenziato che:
le ore di straordinario in questione sarebbero oltre 85.000 e dovrebbero ora essere recuperate dai Finanzieri con dei riposi compensativi entro la fine del 2008, come prevede il loro contratto di categoria, con una media pro-capite di circa 51 giorni di assenza dal servizio;

considerato che:
le somme a suo tempo erogate sono già state sottoposte a tassazione ed a contribuzione previdenziale, rendendo ora impossibile ristabilire una corretta situazione fiscale per ciascun militare;

preso atto che:
le prestazioni di servizio, oltre il normale orario di lavoro dei Finanzieri, non vengono certo decise «spontaneamente» dal singolo dipendente (facendo parte di un’ istituzione organizzata militarmente e priva di sindacati), bensì sulla base di ordini ricevuti. I più interessati al recupero degli straordinari sarebbero proprio i reparti maggiormente impegnati in attività di indagine, e quindi maggiormente soggetti a far ricorso agli straordinari stessi: situazione che concretizza il rischio che si blocchino per mesi in Piemonte i servizi delle «grandi verifiche fiscali», del Gico (criminalità), Goa (antidroga); disagio possibile come già da tempo segnalato, senza alcun esito, ai Comandi nazionali di Roma dal Comando Regionale della Guardia di Finanza del Piemonte;

considerato ancora che:
anche il COBAR (Consiglio di Base della Rappresentanza Militare), unico organo deputato ad una minima tutela dei Finanzieri piemontesi, ha duramente criticato la scelta del Corpo di colpire le già scarse possibilità economiche dei militari, il cui contratto è scaduto da un anno, invece che perseguire i reali colpevoli del danno pubblico ed erariale: visto tra l’altro che un’ora di straordinario costa in media 6 euro allo Stato mentre un’ora di lavoro ordinario commutato in riposo compensativo vale 10 euro;

notato infine che:
mentre si vuole mettere a riposo varie centinaia di Finanzieri, creando un grave danno alla sicurezza dei cittadini piemontesi ed alla lotta all’evasione fiscale, il Governo spende ben 62 milioni di Euro per impiegare impropriamente i militari dell’esercito in compiti di sicurezza pubblica nei quali non potranno però essere utilizzati il personale della Guardia di Finanza messo a riposo, pari ad oltre al 9% della forza in Piemonte;

INTERROGA

la Giunta regionale,
per sapere:

· se ciò che è descritto in narrativa corrisponda a verità, e se intenda appurare dettagliatamente quanto denunciato anche alla Corte dei Conti dal COBAR della Guardia di Finanza del Piemonte;

· se, in conseguenza, non ritenga opportuno intervenire presso le Autorità competenti al fine di evitare il blocco dell’attività della Guardia di Finanza, a tutela dell’equità fiscale e della sicurezza dei cittadini piemontesi, nonché per garantire anche ai Finanzieri la giusta retribuzione per il lavoro prestato, come previsto dall’art. 36 della Costituzione.


PRIMO FIRMATARIO (Juri BOSSUTO)

Altre firme

http://www.consiglioregionale.piemonte.it/interint/jsp/AttoSelezionato.jsp?ATTO=82509

domenica 23 novembre 2008

I DELEGATI CO.CE.R. TAVERNA, DALESSANDRO E TISCI RIFERISCONO SULL’INCONTRO COL COMANDANTE GENERALE

Incontro periodico tra il Consiglio Centrale di Rappresentanza ed il Comandante Generale tenutosi il giorno 19 novembre u.s..


MOBILITÀ DEL PERSONALE DEL CORPO APPARTENENTE AI RUOLI DIRETTIVO E DIRIGENTE.

La tematica era già stata trattata alcuni mesi fa su specifica richiesta del Co.Ce.R., che pur nella consapevolezza di trovarsi a dover affrontare una materia esclusa dalle proprie competenze - ma che ha particolari riflessi sulla condizione morale del personale e sulla serenità delle proprie famiglie - ha ritenuto doveroso porla all’attenzione dell’Autorità di Vertice.
La richiesta del Consiglio tendeva, da un lato, a creare una maggiore partecipazione-condivisione dei singoli ufficiali del ruolo direttivo alla procedura inerente il piano degli impieghi annuali e, dall’altro, a ribadire la necessità di effettuare una minore mobilità del citato personale - al quale, peraltro, non veniva da diversi mesi corrisposta l’indennità di trasferimento, stante le note carenze di bilancio - limitandola soltanto ai casi indispensabili.
La richiesta veniva, in linea di massima, accolta ed il personale del I Reparto del Comando Generale provvedeva, quindi, già dal piano degli impieghi in corso di attuazione a contattare telefonicamente, così come richiesto dal Co.Ce.R., tutto il personale interessato alla procedura di mobilità al fine di informarlo tempestivamente del trasferimento ed acquisire eventuali ulteriori elementi di dettaglio intervenuti successivamente alla compilazione delle schede annuali del piano degli impieghi.
Nella seduta di ieri si è ribadita l’esigenza di ottimizzare in tal senso anche la procedura del personale dirigente.
Il Comandante Generale ha concordato sulla richiesta di contattare telefonicamente, in via preventiva, anche i dirigenti interessati dalla procedura di mobilità al fine di informarli tempestivamente dell’intenzione dell’Amministrazione di trasferirli in altra sede e, quindi, acquisire anche da loro eventuali ulteriori elementi di dettaglio intervenuti successivamente alla compilazione delle schede annuali del piano degli impieghi.
Ovviamente, tenuto conto dello specifico status del dirigente e delle primarie esigenze del Corpo, non ci sarà alcuna “contrattazione” sull’impiego che rimarrà solo ed esclusivamente prerogativa dell’Amministrazione.

INCOMPATIBILITÀ D’IMPIEGO DEL PERSONALE I.S.A.F.

E’ stata prospettata l’esigenza di rivedere la circolare esplicativa che disciplina le incompatibilità del personale, legate all’esercizio di attività lavorative svolte dai familiari espressamente individuati, al fine di rendere più agevole le loro condizioni d’impiego e, quindi, soddisfare le aspettative di coloro che ambiscono a prestare servizio in reparti attualmente preclusi.
Il Comandante Generale ha ribadito che le preclusioni d’impiego dovute alle incompatibilità vanno salvaguardate, sia nell’interesse dell’Amministrazione, sia in quello del personale.
Ha ritenuto, però, di dover precisare che l’attuale normativa, che va attuata correttamente, lascia margini di valutazione ai Comandanti dei vari livelli.
Pertanto, una rivisitazione della circolare finalizzata a codificare dettagliatamente le situazioni di incompatibilità d’impiego, finirebbe per rendere ancora più rigida l’applicazione della norma.
Al riguardo, ha comunque disposto di effettuare un monitoraggio in ambito nazionale al fine di verificare il numero e le tipologie di incompatibilità d’impiego che si sono verificate.

PREMIO ANTIEVASIONE (VENTI MILIONI DI EURO ASSEGNATI AL F.A.F.)

A seguito di un’azione rivendicativa costante ed incisiva posta in essere nel tempo sia dal Co.Ce.R., sia dall’Amministrazione, con l’art. 67 del D.L. 112/08 (cosiddetto decreto Brunetta) convertito in Legge 133/08 sono stati assegnati al F.A.F. venti milioni di euro.
Per la prima volta, quindi, da quando la legge 140/97 è entrata in vigore, è stato affermato il principio che il personale del Corpo rientra tra i beneficiari dei premi antievasione derivanti dalla lotta all’evasione fiscale.
Dopo un lungo e controverso iter, l’assegnazione dei fondi in trattazione al F.A.F. è stata prevista anche nel decreto ministeriale di ripartizione delle somme complessivamente stanziate.
Si precisa che non è stato possibile far prevedere, per legge, la ripartizione ad personam delle somme assegnate, così come avviene per i dipendenti delle Agenzie dell’ Entrate, poiché il provvedimento avrebbe creato un diverso e sperequativo trattamento incentivante nell’ambito del comparto sicurezza e difesa.
Ovviamente, per come è stato elaborato, il provvedimento lascia presupporre che si tratta di un’assegnazione una tantum che non può far considerare la partita chiusa.
L’art. 67 commi 2 e 3 inoltre, prevedono la disapplicazione per l’anno 2009 delle norme inerenti i premi antievasione, con l’intento di elaborare per l’anno 2010 un nuovo provvedimento legislativo che contenga criteri premiali più attinenti all’impegno ed all’attività svolta dal personale pertanto, per questa annualità, a meno che non si riuscirà a far apportare delle modifiche, non verranno stanziati fondi.
Al riguardo, sono in corso una serie di iniziative da parte del Co.Ce.R. (richiesta d’incontro con il Ministro delle Finanze e con le Commissioni Finanze di Camera e Senato, tendenti a far ripristinare l’assegnazione dei premi antievasione anche per l’anno 2009 includendo, in via definitiva, il personale del Corpo tra i beneficiari.
Nella riunione di ieri il Consiglio ha ribadito la necessità di distribuire i venti milioni di euro, sotto forma di benefit, a tutto il personale appartenente al Corpo, in modo tale da far percepire la reale portata del risultato ottenuto.

Al riguardo, sono state avanzate le seguenti proposte:

Ipotesi prioritaria:

assegnazione, a cura del F.A.F. delle somme stanziate che, con un’operazione ragionieristica, dovranno essere ripartite tra tutto il personale del Corpo in base alle finalità previste dalla legge istitutiva del Fondo Assistenza Finanzieri, nonché dello statuto (elevazione culturale/professionale o provvidenze sanitarie);

Ipotesi residuale:

stipula di una specifica polizza sanitaria a favore di tutto il personale appartenente al Corpo, per premorienza, assistenza sanitaria specialistica e grandi interventi, operante anche a favore dei familiari fiscalmente a carico così come, peraltro, già avviene per i dipendenti di altri enti pubblici.

Il Comandante Generale ha dato la piena disponibilità alla distribuzione delle somme in favore del personale per le finalità socio-assistenziali previste dallo Statuto ed ha considerato positivamente la proposta alternativa .
L’eventuale provvedimento, prima di diventare esecutivo, dovrà ovviamente passare il vaglio degli organi di controllo. Le somme saranno materialmente disponibili probabilmente nei primi mesi del 2009.


LAUREA TRIENNALE PER I FREQUENTATORI DEL CORSO BIENNALE AA.MM.

Come è noto, i frequentatori dei corsi AA.MM. di diversi Corpi armati o di polizia acquisiscono al termine del corso la laurea di primo livello.
ll Co.Ce.R. aveva da tempo sollecitato un’equiparazione del corso svolto dai nostri allievi marescialli a quello degli altri Corpi, al fine di riequilibrare la disparità di trattamento.
Pur condividendo l’esigenza, all’Amministrazione non era stato possibile provvedere in tal senso a causa delle note carenze di fondi sui pertinenti capitoli di spesa.
Nell’incontro è emerso che è in corso di perfezionamento una specifica convenzione con l’università dell’Aquila che al termine del corso, che non sarà più biennale, ma di 2 anni e cinque mesi, verrà acquisita la laurea di 1° livello di Operatore Giuridico D’impresa: Esperto Dell’investigazione Tributaria (classe L 14). Negli ulteriori cinque mesi di corso si svolgerà una specifico periodo di post-formazione professionale. Presso la sede della Scuola Ispettori dell’Aquila verrà creato un Centro di Simulazione Operativa volto a sviluppare specifiche abilità e professionalità.
Pertanto, probabilmente a partire dal prossimo concorso che sarà bandito, e ferme restando il reperimento di ulteriori e specifici appostamenti finanziari, verrà avviata questa nuova fase formativa.

TELEFONIA MOBILE

Dal primo Gennaio p.v. entrerà in vigore la nuova convenzione con la TIM (aggiudicataria della gara).
Tutto il personale in possesso delle vecchie sim potranno chiedere la portabilità del numero che, tuttavia, potrebbe nascondere difficoltà tecnico-attuative.
In tal caso, qualora ritenuto opportuno, il personale potrà richiedere una nuova sim riconsegnando quella attualmente in uso.
La nuova convenzione è ancor più vantaggiosa di quella precedente e prevederà un abbattimento delle tariffe rispetto a quelle attuali, traffico aziendale intercom gratuito (che essendo a carico dell’Amministrazione sensibilizziamo il personale sin d’ora a farne un uso razionale), possibilità di utilizzo della messaggistica sia privata che per servizio. E’ in corso di verifica la possibilità di prevedere anche il traffico dati.
Inoltre, l’Amministrazione si è detta disponibile a promuovere iniziative similari anche per i nuclei familiari degli appartenenti al Corpo.

GOVERNANCE DEGLI ENTI PREVIDENZIALI ED ASSISTENZIALI DEL CORPO

Con la procedura di concertazione precedentemente concordata tra il Comandante Generale ed il Co.Ce.R. è stato individuato il personale di ogni ordine e grado in possesso di particolari requisiti personali e professionali per ricoprire la carica di membro dei Consigli di Amministrazione.
E’ stato richiesto dal Co.Ce.R. di rendere noti i nominativi delle persone scelte che verranno proposte al Ministro per la nomina.
Inoltre, il Comandante Generale ed il Comandante in seconda, come richiesto da tempo dal Co.Ce.R, hanno concordato sulla possibilità di rendere partecipe il Co.Ce.R della vita sociale degli Enti Previdenziali ed Assistenziali, mediante una procedura di informazione e di rendicontazione con possibilità di formulare specifiche proposte.
Rimane ferma l’autonomia del C.D.A. al quale sono riconosciute specifiche prerogative e conseguenti responsabilità.
E’ stato chiesto, inoltre al Comandante Generale, di svolgere un preciso incontro tecnico al fine di acquisire notizie dettagliate sui rendimenti derivanti dagli investimenti effettuati dagli Enti sui mercati finanziari.

ESIGENZA ABITATIVA – ASSEGNAZIONE ALLOGGI DI SERVIZIO AL PERSONALE I.S.A.F. DEL CORPO

Sul territorio nazionale sono in fase di avanzata attuazione numerosi interventi previsti e finanziati dalla Legge 28/99 che prevede un programma edilizio per l’ammodernamento, l’acquisto e la costruzione di immobili da destinare a caserme e ad alloggi di servizio per il personale del Corpo.
Attualmente gli immobili sarebbero verosimilmente tutti destinati ad alloggi di servizio gratuito all’incarico (ASGI). Il Co.Ce.R. ha richiesto di riservare una aliquota ad alloggi di servizio in temporanea concessione (ASTC) riservata al personale I.S.A.F.
Il Comandante Generale, trovando di attuale interesse la questione a ritenuto di dover verificare il piano di distribuzione degli alloggi in questione e si é riservato di approfondire la tematica nel prossimo incontro.

INDENNITÀ DI BUONUSCITA LIQUIDATA DAL F.A.F. ALL’ATTO DELLA QUIESCENZA

E’ stato rappresentato che la misura annua dell’indennità di buonuscita erogata dal F.A.F (circa 350 € per ogni anno a prescindere dal grado) con riferimento a quanto previsto dallo Statuto, viene calcolata sulla media del triennio precedente ed eventualmente corretta a seconda degli scostamenti mediante versamento o prelievo dal Fondo di riserva speciale.
Si è chiesto, pertanto, l’adeguamento di detti importi alla somma dei tassi medi d’inflazione europea del triennio precedente più il tasso in vigore nell’anno di cessazione definitiva dal servizio, così come peraltro già approvato e deliberato dal CDA dell’Ente in data 12.04.2006.
Anche in questo caso il Comandante Generale, si è riservato di approfondire la tematica nel prossimo incontro, previo studio di fattibilità.

Giova evidenziare come gli straordinari risultati emersi in questo incontro, frutto di serrati confronti in atto ormai da mesi, denotino una tangibile e rinnovata volontà, da parte dei Vertici dell’Amministrazione e degli altri Dirigenti presenti all’incontro, a voler soddisfare le esigenze del personale rappresentato.

I DELEGATI CO.CE.R.
ELISEO TAVERNA, RAFFAELE DALESSANDRO, DANIELE TISCI


Daniele Tisci

sabato 22 novembre 2008

FORZE ARMATE: IL BOOM DELLE "GRECHE".


FORZE ARMATE IL BOOM DELLE "GRECHE"


LA RABBIA DEI MAGNIFICI 70-Lamentano lo stipendio basso. E il neodeputato Speciale chiede una leggina tutta per loro
di Francesco Grignetti


tratto da LA STAMPA – Pag. 11 – 21/11/2008


ROMA ma quante divisioni ha l'Italia? Se Stalin si poneva questo genere di domande a proposito del Vaticano, sottovalutando tragicamente la forza della Chiesa cattolica, c'è da interrogarsi anche per i fatti di casa nostra considerando l'iniziativa del neodeputato Roberto Speciale. L'ex comandante generale della Guardia di Finanza vuole varare una leggina a favore dei generali di corpo d'armata. Secondo Speciale, infatti, gli stipendi di generali e ammiragli non sarebbero all'altezza delle responsabilità. Soprattutto gli preme marcare una congrua distanza tra chi è arrivato all'apice della carriera con chi sta un gradino sotto, cioè tra generali di corpo d'armata e generali di divisione.
Nel mondo militare, come si sa, un solo scatto di carriera può essere un abisso. Evidentemente Speciale s'è reso portavoce del disagio di una piccola agguerritissima lobby. E qui si torna alla domanda di partenza: ma quanti sono i generali di corpo d'armata? Molti più delle armate, questo è sicuro. Sono 50 tra Esercito, Aeronautica e Marina. Ce ne sono poi 10 nell'Arma dei Carabinieri. E 9 alla Guardia di Finanza. Guadagnano 5700 euro netti al mese. E secondo Speciale sarebbe palmare la «inadeguatezza delle retribuzioni».
I magnifici Settanta che vantano le tre stelle da generale di corpo d'armata hanno tutti superato brillantemente la Scuola di guerra. E si vede. Le loro battaglie, infatti, quelle più insidiose che infuriano a Roma, nei palazzi del potere, le hanno vinte tutte. A un certo punto le forze armate passano dalla leva obbligatoria (ovvero 400 mila soldati in armi) al modello professionale (da 190 mila uomini)? Niente paura. I posti da generale di corpo d'armata restano quelli di prima. Comanderanno la metà dei soldati di prima, ma che importa. Semmai si duplicano i comandi. Nell'esercito, per dire, c'è un capo di stato maggiore con un sottocapo. Ma c'è anche un Comfoter (comando forze operative terrestri) «alle cui dipendenze agiscono tutte le Unità ed i Supporti con compiti operativi». Un altro comando per generali a tre stelle. Stesso meccanismo per Marina e Aeronautica. Così come c'è un Capo di stato maggiore della Difesa che sovrintende a tutte le forze armate. Ma c'è anche un Coi, comando operativo interforze, dove siede in permanenza un altro generale a tre stelle che si occupa solo delle missione all'estero. E servono generali di corpo d'armata per dirigere il Centro studi - Casd. Oppure i comandi territoriali che potrebbero (potrebbero...) tornare utili in caso di guerra e mobilitazione generale.
Ancora più lesti sono stati i generali della Finanza e dei Carabinieri. Fino al 2000, quando l'Arma è divenuta autonoma, la quarta Forza Armata s'è sganciata dall'Esercito, erano organizzati per legioni, brigate e divisioni. Ora ci sono le regioni e i comandi interregionali. Nella realtà non è cambiato molto: i compiti, gli uffici, gli uomini sono sempre quelli. Ma se prima al comando di una legione c'era un colonnello, ora c'è un generale. E così, d'un colpo, si sono moltiplicate le «greche».
Nel dicembre 2000 al comando generale dei carabinieri, in viale Romania, fu anche organizzata una cerimonia per la consegna dei gradi ai loro primi quattro generali di corpo d'armata, gli unici che in 186 anni di storia dell'Arma fossero mai arrivati così in alto. Ministro della Difesa era Sergio Mattarella. «Era logico - disse - che anche i generali dei carabinieri potessero arrivare al massimo grado».
Da quel momento, incassate le promozioni, non sarebbe passato troppo tempo perché un ufficiale dalla divisa nera venisse scelto per comandante generale. Oggi infatti l'Arma ha alla guida uno dei suoi ufficiali, Gianfrancesco Siazzu. Ma se prima non c'erano generali di corpo d'armata, ora ce ne sono dieci in organico.
Stessa storia nella Finanza. Era il 2000 quando il comando generale, rincorrendo i cugini, elaborò un'autoriforma. Tra le righe spuntò fuori un consistente incremento di generali: appunto 9 ufficiali di Corpo d'armata, 19 generali di divisione, 62 generali di brigata. «Un po' troppi», denunciarono alcuni sottufficiali, delegati del Cocer. Tanto più che le promozioni si portavano dietro i relativi aumenti di stipendio. Ma alla fine andò così.


Torna il "traffico delle bionde"


La Guardia di Finanza ha smantellato a Torino due bande di trafficanti romeni. Il bilancio parla di 14 ordini di custodia cautelare in carcere e tre ai domiciliari, 128 sono state denunciate a piede libero. Undici le tonnellate di sigarette provenienti da Russia, Moldavia e Romania. In questi casi la sanzione prevista è 5 euro per ogni grammo di tabacco (all'incirca una sigaretta).Un'indagine durata più di un anno e che si è conclusa con 31 ordinanze di custodia cautelare, 14 in carcere, 3 ai domicialiari e 14 di misure altrnative alla detenzione, 25 arresti in flagranza e 128 persone indagate. E' quella che ha portato allo smantellamento, a Torino, di due organizzazioni criminali romene e moldave dedite al contrabbando di sigarette che arrivavano da Romania, Moldavia e Russia grazie anche ad autotrasportatori compiacenti che approfittavano della loro attivià regolare per portare in Italia i carichi clandestini. Complessivamente sono stati sequestrati oltre mille e 200 chili di tabacchi lavorati esteri, più di 10 mila chili già venduti, per un valore complessivo di un milione e 500 mila euro di evasione, 70 mila euro, 16 auto, due pistole e 46 cartucce e sono state elevate sanzioni per circa 50 milioni di euro. Gli investigatori avevano individuato in particolare un cittadino romeno che poteva contare su una fitta rete di collaboratori a diversi livelli in grado di gestire il traffico di sigarette di contrabbando dal momento dell'acquisto nei Paesi di provenienza fino alla vendita al dettaglio. Le indagini hanno anche appurato che il controllo del territorio veniva gestito anche con azioni violente contro la concorrenza.


giovedì 20 novembre 2008

RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA: NO ALLA RIELEGGIBILITÀ, NO ALLE RICOMPENSE MORALI


Si torna a parlare di riforma della Rappresentanza militare e si susseguono le voci che indicano nella rieleggibilità piena dei delegati una delle possibili novità contenute nelle proposte legislative di maggioranza ed opposizione.
Il nostro punto di vista su tale ipotesi è categorico: no alla rieleggibilità piena, se il sistema di elezione rimane quello attuale e/o comunque non si preveda una forma di elezione diretta per tutti i livelli di rappresentanza.
Altro elemento che risulta assente da tutte le proposte di riforma della rappresentanza militare ma che a nostro avviso è particolarmente importante è quello relativo alle ricompense morali (encomi, elogi, ecc.) elargite ai delegati per l’attività di rappresentanza. Anche da questo punto di vista il nostro punto di vista è inequivocabile: no alle ricompense morali elargite ai delegati per l’attività di rappresentanza militare.
L’attuale forma di elezione privilegia il grado e l’anzianità di servizio, infatti a parità di voti ottenuti viene nominato il militare più alto in grado. Tale circostanza, se è normalmente poco rilevante nell’elezione dei Co.Ba.R in ragione dell’elevato numero di votanti, diventa determinante per Co.I.R e Co.Ce.R in virtù del ristretto numero di votanti. Tale situazione, unita all’assenza di adeguate forme di trasparenza e controllo sull’attività del delegato da parte della base ed alle ricompense morali (utili a fare punteggio per i trasferimenti a domanda o per i concorsi interni) “garantite” dalla carica, produce effetti gravemente negativi, come:
la formazione di “cordate elettorali” a favore di specifici candidati, con delegati Co.Ba.R e Co.I.R. che arrivano a dimettersi non appena adempiuto le loro funzioni di “grandi elettori” o comunque rimangono in carica ma esercitano il mandato senza alcun impegno e responsabilità e con il solo fine di ottenere encomi ed elogi;
l’assenza nei Co.Ce.R di rappresentanti di interi ruoli (è il caso delle migliaia di sovrintendenti);
il rischio di una “professionalizzazione” basata sull’abilità del delegato a saper sfruttare le anomalie del sistema elettorale piuttosto che sulla capacità di agire nell’interesse della base e nel creare consenso;
le forti possibilità per le gerarchie locali e nazionali di riuscire a far eleggere candidati graditi per influenzare il funzionamento e le delibere degli organismi creando in tal modo quelle rappresentanze eterodirette che sono espressamente (e opportunamente) vietate per i lavoratori non militari dallo Statuto del 1973 (i c.d. “sindacati gialli”).
Il risultato è una rappresentanza a forte rischio di controllo da parte della dirigenza di vertice (cioè della contro-parte dei consigli), formata da delegati che non sono messi nelle condizioni per conoscere e approfondire i complessi temi ed i problemi del personale (delegati non a tempo pieno e spesso cooptati per meri scopi elettorali) e, a livello centrale, rappresentativa solo dei gradi apicali delle rispettive categorie (in virtù del meccanismo elettorale).
Senza una radicale modifica di questo sistema di elezione, con la piena rieleggibilità queste situazioni di criticità verrebbero amplificate con il rischio di una “professionalizzazione” ancora più marcata del delegato, basata sul clientelarismo e sulla cooptazione a discapito della capacità di creare consenso agendo nell’interesse della base.
Riguardo alle ricompense morale tributate ai delegati, esse trovano motivazione nell’attività di rappresentanza svolta da delegato a favore del personale, sarebbe quindi opportuno che gli attestati di stima o altre forme di gratificazione morale venissero tributate dai rappresentati e non da quella che dovrebbe essere la “controparte”, ma da questo punto di vista vi è già la prova elettorale (se hai fatto bene vieni riconfermato altrimenti viene eletto qualcun altro).
Se poi il comandante intende comunque premiare l’operato del consiglio di base a lui affiancato, allora che si utilizzi la procedura prevista dall’art.77, comma 6 del DPR 545/1986) ovvero che si premi collettivamente tutto il Consiglio, senza che la medesima ricompensa possa essere trascritta negli atti matricolari del singolo delegato e quindi produca punteggio per la domanda di trasferimento piuttosto che per i concorsi interni.
GIANLUCA TACCALOZZI Segretario Sezione Ficiesse Roma
gianlucataccalozzi@alice.it
SIMONE SANSONI Presidente Direttivo Sezione Ficiesse Torino

martedì 18 novembre 2008

DUECENTO ALLOGGI PER I POLIZIOTTI, MA 96 RESTANO ANCORA DISABITATI


Il ministero investe 10 milioni e si “dimentica” dello spreco dei palazzi di via Gaidano

TORINO - Nonostante le due palazzine costruite in via Gaidano non siano mai state assegnate, il ministero delle Infrastrutture finanzierà la costruzione di oltre duecento nuovi alloggi da destinare alle forze dell’ordine su corso Marche. Delle oltre quattrocento nuove abitazioni previste dal progetto di urbanizzazione che interesserà il confine tra Torino e Grugliasco, a partire dalla primavera prossima, saranno 107 gli appartamenti che verranno assegnati dall’Atc a dipendenti pubblici «impegnati nella lotta alla criminalità organizzata», secondo quanto recita l’articolo 18 della legge 203 del 1991. La stessa legge grazie alla quale i due monumenti allo spreco hanno visto la luce e che viene citata anche nell’accordo firmato, lo scorso martedì a Roma, tra ministero e Comune di Torino. «In effetti è assurdo, ma il finanziamento ministeriale per il progetto di urbanizzazione di corso Marche - commenta l’assessore all’Urbanistica del Comune di Torino, Mario Viano - è sicuramente un successo e una notizia positiva per l’avvio di una trasformazione molto importante». Il ministero, dunque, contribuirà finanziando con 6.560.000 euro la realizzazione di 107 appartamenti di edilizia sovvenzionata, e ulteriori 2.213.000 euro per altrettanti alloggi di edilizia convenzionata da assegnare «con priorità a favore di dipendenti anch’essi impegnati contro la criminalità» a seguito di un bando della Prefettura, oltre a 236 nuove abitazioni che saranno assegnate in proprietà. «Non possiamo che accogliere con piacere la notizia dei nuovi alloggi - spiega il segretario generale del Siulp di Torino, Eugenio Bravo -, ma ci preoccupa l’idea che le due palazzine di via Gaidano continuino a rimanere sfitte. Non meno di due mesi fa incontrammo il Prefetto per discutere proprio della necessità di nuove abitazioni per gli agenti di polizia e di affitti che non superassero le possibilità economiche delle nostre forze dell’ordine e ci conforta l’idea che il ministero abbia firmato l’accordo con il Comune».


en.rom.


CronacaQui 25/09/2008


lunedì 17 novembre 2008

Pirateria online: operazione della GdF a Cuneo


La Guardia di Finanza di Cuneo ha condotto un’operazione contro la pirateria online che ha portato alla denucia di una persona accusata di aver violato la normativa sul diritto d’autore per aver condiviso illegalemente musica, film e videogiochi protetti da copyright. Le fiamme gialle hanno sequestrato oltre 2 terabyte di materiale, un pc , 8 hard disk e numerosi cd e dvd.

La legislazione italiana per questa tipologia di reato prevede una multa fino a 2.000 euro e una sanzione aggiuntiva di 103 euro per ogni file illegale. Se la pirateria avviene con scopo di lucro è prevista anche una pena detentiva fino a tre anni di carcere e una multa fino a 15.000 euro.

http://www.speedblog.net/2008/11/17/pirateria-online-gdf/

domenica 16 novembre 2008

CORSO SAGF, INTERESSI DELLA COLLETTIVITÀ, REGOLAMENTI DEL CORPO E INTERESSI DEL SINGOLO


Dal Forum di FICIESSE le riflessioni di un Finanziere piemontese, mancato SAGF


In questi ultimi anni e soprattutto in questo ultimo periodo di crisi economica, le politiche di governo sono indirizzate a ridurre lo spreco della pubblica amministrazione e a razionalizzare le spese. Il ministro della Funzione Pubblica - On. Brunetta -, di ciò ne ha fatto quasi uno slogan e anche per questo, per il cittadino medio italiano, ha raggiunto livelli di consenso massimi.
Partendo da questa premessa, vorrei raccontare la mia storia per poi fare alcune considerazioni generali su come spesso, nel Corpo, regolamenti applicati in modo rigoroso, siano dannosi per il militare e soprattutto per il bilancio dello Stato.
Sono un ispettore della Guardia di Finanza di trentuno anni in servizio in Piemonte che nutre una forte passione per la montagna; quest’anno, nel mese di luglio, leggo in bacheca il radiomessaggio della Scuola Alpina di Predazzo, con il quale, nell’ambito della pianificazione addestrativa 2008, viene bandito l’ottavo corso “Tecnico Soccorso Alpino S.A.G.F.” (con selezioni prove attitudinali nel mese di settembre 2008 e presumibile inizio corso nel mese di gennaio 2009).
Per i non addetti ai lavori, il “Tecnico Soccorso Alpino S.A.G.F.”, è un corso di qualificazione di 9 mesi che si tiene alla Scuola Alpina di Predazzo al termine del quale il militare viene destinato in una delle 23 Stazioni dislocate su tutto l'arco alpino, il Gran Sasso e l'Etna, per essere impiegato nello specifico settore. La destinazione di fine corso viene decisa dal Comando Generale della Guardia di Finanza, sentito il parere della Scuola Alpina di Predazzo, sulla base delle esigenze organizzative del Corpo (in tal senso è stata recentemente emanata la circolare ordinativa di tutto il comparto S.A.G.F.). Per i militari in servizio permanente, il trasferimento, poiché è disposto d’autorità, è soggetto alla Legge 100/87.
Ai sensi della circolare 123000/2005 del Comando Generale della Guardia di Finanza, i requisiti per la partecipazione al corso, sono il giudizio di idoneità fisica, il limite dei 35 anni di età e naturalmente il superamento di una prova attitudinale.
I militari che conseguono tale specializzazione permangono nella stessa per un periodo minimo di 10 anni e, comunque, fino al compimento del 50° anno di età.
Questo a grandi linee il quadro normativo di riferimento.
Il sottoscritto, spinto dalla voglia di fare servizio nel soccorso alpino, fa, nella propria mente, alcune considerazioni personali:- ho dodici anni di servizio;- dopo un periodo trascorso fuori dalla mia regione di origine, sono tornato in Piemonte e desidero andare nella Stazione SAGF dove risiedo (sempre in Piemonte), in cui la forza organica, in termini percentuali, è minima rispetto a tutte le altre;- sono disposto a rinunciare all’ indennità di trasferimento perché il solo prestare servizio nel soccorso alpino sarebbe per me una fortuna.
Ecco che quindi decido di presentare la domanda di gradimento per la partecipazione alle prove attitudinali per il corso “Tecnico Soccorso Alpino S.A.G.F.”, continuo la preparazione fisica e inizio a informarmi su come posso avere certezze sulla destinazione di fine corso, ben sapendo di non avere “santi in paradiso”.
Da qui, scopro che non è contemplata la possibilità di presentare la domanda di rinuncia alla legge 100 (indennità di trasferimento) e che non si può vincolare la partecipazione al corso ad una sede di servizio; al riguardo, l’unica facoltà consentita dal Corpo, è quella di indicare, in sede di compilazione della scheda di pianificazione, un numero massimo di tre sedi (intese come Regioni geografiche) di gradimento, che, tra l’altro, non sono vincolanti per l’Amministrazione.
Pertanto, conseguentemente, con notevole rammarico, provvedo a presentare la domanda di rinuncia, adducendo come motivazione il fatto che l’assegnazione ad una Stazione S.A.G.F. non ubicata nella provincia di residenza determinerebbe gravi problematiche personali e familiari (citare quelle economiche sarebbe stato pleonastico).
Dopo alcuni giorni, vengo a conoscenza che il Soccorso Alpino è in forte carenza d’organico e che, pertanto, in via eccezionale, possono partecipare al corso militari che non posseggono il requisito dell’età; inoltre vista l’esiguità delle domande prodotte e la presenza di quelle tardive vi è addirittura la possibilità che vengano replicate le prove attitudinali.
Naturalmente, per il sottoscritto non vi è alcuna possibilità di essere ripescato secondo la logica della sede vincolata.
Da questa personale esperienza, posso solo trarre considerazioni che, oltre a essere amare per me, lo sono anche per la collettività; per esempio:
1. nello stato attuale dei fatti, io stesso, se avessi superato il corso di specializzazione “Tecnico Soccorso Alpino” e fossi stato assegnato nella Stazione S.A.G.F. ubicata nel Comune in cui risiedo, avrei dovuto percepire l’indennità di trasferimento (circa 10 mila euro); ecco, questa somma non è quantomeno evitabile? Merita l’identica riflessione il caso ipotetico e molto probabile, che altro militare venga assegnato nella medesima stazione S.A.G.F.!
2. la spesa che il Corpo sostiene per l’addestramento di 9 mesi a un militare che magari ha 40 anni e che decade dalla specializzazione a 50, non sarebbe più economicamente conveniente se investita su un militare che di anni ne ha 31?
3. il servizio nel soccorso alpino, per la sua peculiarità, non risulta essere eseguito meglio da personale fortemente motivato anche sulla base di una destinazione gradita?
Se sulla seconda e terza osservazione possono coesistere pareri differenti, sulla prima non credo che ve ne possano essere anche perché è dettata dal principio costituzionale del buon andamento della pubblica amministrazione e risponde all’ottica di razionalizzazione della spesa pubblica.Concludendo, spero che la presente costituisca uno stimolo per il tratto a venire, affinché il Corpo riesca a realizzare disposizioni rispondenti alle proprie esigenze organizzative, in coerenza con gli interessi della collettività e, ove possibile, del singolo militare.


Alpino Piemonte

venerdì 14 novembre 2008

PER IL COMANDO GENERALE IL DIRITTO AL RIPOSO COMPENSATIVO DECADE DOPO 5 ANNI

STRAORDINARI GDF, SORPRENDENTE DECISIONE DEL COMANDO GENERALE: PER CHI HA FATTO RICORSO IL DIRITTO AL RIPOSO COMPENSATIVO DECADE DOPO 5 ANNI E NON AL 31 DICEMBRE DELL’ANNO SUCCESSIVO COME PER TUTTI GLI ALTRI FINANZIERI- di Gianluca Taccalozzi
Abbiamo seguito la questione del contenzioso relativo alle ore di straordinario non retribuite e non recuperate, dalle prime sentenze dei vari TAR alle ultime sentenze del Consiglio di Stato che hanno ormai consolidato una giurisprudenza sintetizzabile nei seguenti tre principi:
1) le ore in contenzioso non sono retribuibili, ma solo recuperabili;
2) il diritto al riposo compensativo non è soggetto a decadenza, tanto meno da norme interne alla Guardia di finanza;
3) è ipotizzabile una responsabilità amministrativo/contabile in capo ai dirigenti che hanno autorizzato, senza provate ed urgenti necessità operative, ore di lavoro straordinario oltre il monte-ore finanziato.
A seguito di quanto stabilito dall’Alto Consiglio, la Guardia di finanza ha modificato la propria normativa di attuazione (decreto dirigenziale n. 330825 del 10.10.2007 e foglio n. 330811 del 10/10/2007 del Comando Generale, Ufficio programmazione finanziaria e bilancio), disponendo che le ore di straordinario prestate e non retribuite possono essere recuperate entro il termine perentorio del 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui sono svolte e non più entro il trimestre successivo al mese in cui vengono svolte.
Peraltro, il nuovo contratto di lavoro di cui al D.P.R. 170 dell’11.09.2007 (pubblicato nella G.U. n. 243 del 18.10.2007) all’art. 28, ultimo comma, già disponeva in maniera del tutto analoga.
Come già abbiamo stigmatizzato nell’articolo pubblicato sul sito di Ficiesse in data 15.04.2008 queste nuove disposizioni hanno opportunisticamente accolto solo in parte quanto stabilito dalla giurisprudenza amministrativa, ribadendo la decadenza del diritto al riposo compensativo anche se con un termine più lungo e ragionevole rispetto al precedente (31 dicembre dell’anno successivo rispetto a tre mesi successivi).
Il motivo risulta essere abbastanza chiaro, se infatti fosse stato eliminato tale limite, come stabilito dal Consiglio di Stato, tutti i finanzieri (compreso chi non aveva fatto ricorso) che avevano maturato ore di straordinario non recuperato e non retribuito negli ultimi anni (ricordiamo che nel 2001 il personale fu invitato a presentare una domanda ai rispettivi Re.T.L.A. per interrompere la prescrizione) avrebbero potuto recuperare tali ore, con un notevolissimo nocumento per il Corpo, in ragione del fatto che una buona fetta di personale sarebbe stato pagato per stare a casa, anche per lunghi periodi.. Se però il mantenimento del limite permette al Corpo di evitare ulteriori conseguenze negative, ribaltando gli effetti di una discutibile gestione dello straordinario direttamente ed esclusivamente sul personale (in ragione del mancato riconoscimento del riposo compensativo per le ore effettuate prima del limite della nuova decadenza) lo stesso limite impone all’amministrazione di retribuire le ore oggetto di contenzioso amministrativo, in quanto le sentenze fanno tutte riferimento ad ore effettuate prima del 2003 e per cui il diritto al riposo compensativo sarebbe oramai decaduto.
Pertanto l’interpretazione delle sentenze del Consiglio di Stato data dai vertici della Guardia di Finanza (decreto dirigenziale n. 330825 del 10.10.2007 e con la circolare nr.330811 del 10/10/2007) permette al Corpo di subire il danno minore secondo il ragionamento: “pago chi ha fatto ricorso, ma non permetto che il resto del personale rimanga a casa pagato per lunghi periodi”.
Oggi, però, ecco l’incredibile novità, il Comando non si accontenta e pretende di far recuperare le ore anche al personale ricorrente esigendo la restituzione delle somme già pagate a seguito delle sentenze di primo grado. Tale strategia cozza inevitabilmente con il limite di decadenza imposto sul diritto al riposo compensativo.
Infatti, mentre il caso arriva in Parlamento con un’interrogazione parlamentare dell’On. Villecco Calipari presentata il 25 settembre scorso, il Comando Generale emana un’ultima sorprendente disposizione con il radiomessaggio n. 344380 del 20.10.2008 con il quale stabilisce, in barba all’art. 44 del Regolamento Interno ed all’art. 28 comma 6 del DPR 170/2007, che il limite di decadenza per il diritto al riposo compensativo non vale per il personale ricorrente.
Aldilà delle mere ragioni economiche che, tra l’altro, nemmeno sussistono in quanto un’ora di straordinario è retribuita meno che un’ora ordinaria per cui il riposo compensativo costerebbe di più all’amministrazione, la sensazione che se ne ricava è che si cerchi di concedere il minimo al personale ricorrente per non incentivare future iniziative del genere.
In un periodo nel quale si propone una specificità per il Comparto sicurezza e difesa che sancisca e ribadisca le limitazioni sul piano dei diritti, questa situazione fa capire come ci sia invece bisogno di una riconoscere il diritto a una seria rappresentanza sindacale che permetta di risolvere le conflittualità interne limitando al massimo il ricorso al TAR ed evitando nel contempo che i danni causati da criticabili gestioni vengano sistematicamente ribaltati sul personale.

GIANLUCA TACCALOZZI
Segretario Sezione Ficiesse Roma
gianlucataccalozzi@alice.it

giovedì 13 novembre 2008

GIURAMENTO ALLA REPUBBLICA ITALIANA PER I NUOVI VICEBRIGADIERI DELLE FIAMME GIALLE


CUNEO. Ieri i neovicebrigadieri della Gdf hanno prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica presso il Comando provinciale di Cuneo. I militari hanno da poco terminato un corso di qualificazione presso la Scuola Ispettori e sovrintendenti di L’Aquila.


il Giornale del Piemonte

mercoledì 12 novembre 2008

SPECIFICITÀ UN PASSO AVANTI? NO, UNA SCELTA SCELLERATA!

Si parla con sempre più insistenza di specificità per gli operatori del settore Difesa e Sicurezza alcuni sostengono che sia un grande traguardo da raggiungere, io sostengo invece che sia solamente una scatola vuota o meglio un contenitore senza contenuto.
Per capire meglio, occorre tornare indietro di oltre 30 anni, era l’inizio del 1975 quando alcuni Militari fondarono un movimento chiamato”Movimento dei sottufficiali democratici“, nato in clandestinità, i "carbonari" rivendicavano un trattamento economico migliore ma anche il riconoscimento dei diritti costituzionali come tutti gli altri cittadini. Non vennero utilizzate delle scorciatoie per raggiungere questo obbiettivo ma vi fu una forte determinazione da parte di questi uomini, anche a costo di grossi sacrifici personali, che portarono alcuni di loro a pagare pesantemente. Non fu un percorso facile, ci vollero oltre tre anni di battaglie affinché un Parlamento illuminato comprendesse che anche per questi cittadini in uniforme era giunto il momento per il riconoscimento di alcuni diritti Costituzionali.
Nel 1978 con la legge 382, meglio nota come "legge dei principi", si ottenne un importantissimo risultato, una piccola rivoluzione copernicana. Purtroppo, la modernizzazione non fu completata, non vennero riconosciti tutti i diritti, alcuni restano ancora esclusi, quali il diritto associativo professionale e quello sindacale. Solo coloro che hanno vissuto quei periodi conoscono bene la "specificità" che ci distingueva fino a quel momento rispetto a tutto il mondo lavorativo. Il gap degli stipendi era minima cosa confronto alla totale mancanza e rispetto dell'uomo. Quando si introdusse il principio di "PARI DIGNITA'" nella gerarchia, sembrava che qualcosa era cambiato, eravamo meno isolati dal mondo civile e nessuno avrebbe voluto distaccarsi, sentirsi specifico.
Altra questione molto importante da considerarsi altrettanto epocale è quella relativa all’orario di lavoro. Nel 1990, con la L.231/90, dopo altrettante battaglie, si afferma un nuovo principio, caposaldo di ogni diritto del lavoratore, la distinzione tra orario di lavoro, orario di servizio, straordinario, recuperi compensativi, ha segnato una svolta decisiva. Un nuovo modo di intendere il proprio lavoro, basta pensare che prima delle Legge chi rimaneva dopo l'orario, con compiti extra lavorativi, era sempre il personale non "propriamente allineato", viceversa dopo la Legge in regime di straordinario pagato rimanevano i "più meritevoli", soprattutto i gradi apicali.
Continuando nell'excursus dei diritti acquisiti, grazie a una sorta di omologazione al Pubblico Impiego, sono da annoverare altre conquiste recenti, quali il diritto allo studio ed il congedo parentale. Mentre altri diritti che ancora restano in sorta di limbo, l'evoluzione dei tempi non ha dato modo di circoscrivere direttamente, come "l'iscrizione e la militanza ai partiti politici" ed alle Associazioni. Grazie a questi vuoti normativi, oggi vi sono sempre più cittadini Militari che ricoprono l’incarico di amministratore locale, ricoprono delle cariche pubbliche, operano in Associazioni e si interfacciano con la società civile. Questo interscambio assume un’importanza ancora maggiore in seguito alla sospensione del servizio di leva, in quanto è venuto a mancare quel contatto continuo tra il mondo militare e la società civile. La perdita del flusso informativo ed evolutivo della società stessa è un pericoloso isolamento che non si ritrova così marcato nelle nostra vecchia, cara, amata Europa. Non dimentichiamo che in Germania non è stato abolito il servizio di leva ed hanno il più grosso Sindacato del Continente.
Pertanto interrompere questo percorso evolutivo di integrazione e di riconoscimento dei diritti dei cittadini Militari in cambio di una "Specificità" più che una conquista mi sembra una scelta Scellerata che potrebbe portare dei vantaggi per pochi dirigenti a discapito di tutti gli altri lavoratori con le stellette. Peraltro, i Dirigenti attraverso varie omogenizzazioni stipendiali hanno concluso il loro percorso di omologazione al Pubblico Impiego, anzi per alcuni versi li hanno superati (vedi classi, scatti, straordinario ecc.).
Mi viene un dubbio, siamo in Europa oppure siamo un paese "Specifico"? Il CoCeR piuttosto che dirsi bravo a se stesso per questo risultato perché non dice nulla sui tagli scandalosi di questi giorni alla Difesa come mai nella storia della Repubblica? Menomale che siamo specifici altrimenti chissà quali tagli si apprestavano a fare.
Caro colleghi del COCER, attenzione al giudizio storico, con la carta della "Specificità" vi state giocando tutto, siete sicuri che non è un passo indietro? Io sono prossimo al pensionamento, ho visto un po' tutto, la mia storia mi dice di guardare con dubbio a provvedimenti di isolamento, la mia lotta è stata per allargare i diritti e non di essere un corpo estraneo dalla società.

Cagliari,li 11.11.08
Paolo Erasmo

sabato 8 novembre 2008

MA COME PUO’ FUNZIONARE BENE TUTTO CIO’ CHE E’ PUBBLICO? E LA BUROCRAZIA DELLE FORZE ARMATE?

di Antonello Ciavarelli



Esprimere le proprie opinioni, aiutare in modo costruttivo il dibattito e far riflettere soprattutto i politici. Questo è il mio modo di pensare e di intervenire e credo che così dovrebbe fare ogni cittadino per non vivere in modo passivo tutti quegli eventi che toccano il proprio vivere.
Lo faccio anche, in questo caso con cognizione di causa per l’esperienza maturata in una grossa ed importantissima parte di quella che è la Pubblica Amministrazione. Per dirlo in modo diretto, secondo me il moralismo del Ministro Brunetta, non solo ha stancato ma rischia di sortire effetti opposti a quelli che potrebbero essere i veri obiettivi che il Ministro dice di prefiggersi. Egli fa leva su aspetti che appaiono solo mediatici e populisti ma non di sostanza. Quella sostanza che cercano in modo disperato tutti gli utenti dei servizi pubblici.
Il Ministro ritiene che il cosiddetto assenteismo è stato ridotto del 37% in pochi mesi. Significherebbe, secondo l’interpretazione qualunquista in voga, che in proporzione più di 1/3 dei dipendenti pubblici, che normalmente si ammalava, per non perdere i circa 10 euro al giorno non si è più ammalato. Nei Ministeri, quindi, è conclamato il fatto che almeno uno su tre è fannullone perché si ammala o meglio si ammalava per finta. Ma siamo certi che poi è così? Può essere che anche in condizioni fisiche compromesse si torni al lavoro? Anche per una questione economica?
Se in molti casi si è constatato assenteismo, mi chiedo: “di chi sono le responsabilità? I dirigenti di questi cosiddetti fannulloni, che fanno? Stanno a guardare?”.
Ammettiamo che con la coercizione e le punizioni non sono stati in grado di farsi rispettare e far rispettare le regole, sicuramente tali dirigenti non sono stati in grado di stimolare al meglio il personale. Sta di fatto che se sono aumentate le presenze sul posto di lavoro, per contro i servizi offerti al cittadino non sono migliorati. Basta recarsi ad alcuni uffici pubblici per vedere come direttori e dirigenti hanno congeniato gli orari al pubblico in modo tale da rendere solo mortificazione agli utenti stessi. Ad esempio, per mia conoscenza diretta, mi chiedo perché con tutto questo poderoso intervento, un militare debba attendere una decina di anni dopo il congedo per vedersi assegnata la pensione definitiva, o peggio ancora perché un militare in attività di servizio debba attendere mesi e anni per vedersi riconosciuta la dipendenza da causa di servizio di una malattia contratta in servizio o oggi nella maggiorante dei casi in corso di missione all’estero.
Dice anche che nel corso degli anni i vari Governi, anche per motivi clientelari, hanno “riempito fuori misura” i Ministeri. Oggi ci sono oggettivi esuberi. Che ne facciamo di questo personale? Cosa gli facciamo fare? Lo mandiamo in pensione? Cerchiamo di incentivarlo? Ritengo invece costituisca una preziosa risorsa che se gestita bene proprio dai dirigenti potrebbe essere utilizzata per dare finalmente un alto livello di qualità ai servizi.
Apro una piccola parentesi. Chi è che consiglia così bene il Ministro? Certamente è uno che conosce così bene la realtà dell’assenteismo. A Taranto la mia città di origine si usa dire che:” l’uomo di mala credenza, come la fa la pensa”. Per dire che chi pensa male del prossimo è il primo a comportarsi in quel modo. Conta soprattutto l’esempio. C’è qualche esempio che fa sentire la sua assenza in cattedra all’università o che non riesce a rispettare in pieno i suoi impegni come deputato del parlamento nazionale o europeo. Se si va sul sito web radicale “fai notizia” se ne possono leggere di tutti i colori e se si considerano le assenze di molti deputati o senatori dal parlamento italiano o quello europeo, pur considerando gli aggiustamenti percentuali che si sono voluti apportare ai dati forniti dal sito, è come se un ministeriale si assentasse 4 mesi all’anno o due giorni a settimana. Da cittadino, che paga le tasse affinché tali onorevoli percepiscano ricchissimi stipendi e vitalizi, il loro assenteismo è per me motivo me di mortificazione e sfiducia.
I problemi della Pubblica Amministrazione diventano anche fisiologici per i periodi transitori, nella ristrutturazione dell’Amministrazione Statale. Cioè se si vuole ridurre il personale e rendere più efficiente la struttura organizzativa, è naturale che si devono incentivare i pre-pensionamenti. Ma questi costano tant’è che addirittura, si parla di posticipare l’età pensionabile.
Con il buon senso di un normale cittadino penso alla mobilità concertata con i rappresentanti del personale, trasferendo gli esuberi in amministrazioni che hanno maggiore bisogno. Altra ipotesi è usare i dipendenti pubblici preparati ed esperti per lavori e consulenze che spesso vengono assegnati ad aziende esterne. Faccio esempi banalissimi. Nella pubblica amministrazione ci saranno dipendenti laureati in lingue o di madre lingua; perché non “sfruttare” questi per insegnare le lingue a chi professionalmente ha bisogno, anziché pagare scuole esterne di formazione? Se si devono fare delle riparazioni anche solo di compiuters, perché non impiegare i tanti dipendenti in gamba preparatissimi nel campo. Tantissimi sono gli esempi che si potrebbero fare soprattutto per le Amministrazioni più complesse come quelle militari. Per esempio perché pagare tante ditte esterne per fare i lavori alle navi o agli aerei, se negli arsenali militari ci sono Sottufficiali specialisti e dipendenti civili preparatissimi che si sentono frustrati perché sono tenuti fuori da queste operazioni? Perché i Ministri e gli onorevoli devono avere una schiera di consulenti, e consiglieri, profumatamente pagati se ci sono tante risorse umane in esubero nella pubblica amministrazione?
Penso che il ministro della Funzione Pubblica, unitamente agli altri Ministri, si ponga l’obiettivo di far funzionare meglio tutto ciò che è pubblico. Come pensa di impiegare il personale, soprattutto quello in esubero? Semplicemente trattenendoli in ufficio anche se ammalati? Magari con lo spauracchio che un giorno di malattia costa 10 euro? E così si verificherà che chi è ammalato veramente, cioè la maggior parte, vedrà leso il diritto ad ammalarsi e curarsi, diritto conquistato dai lavoratori anche con il forte interessamento dei partiti storici e soprattutto quello in cui mi risulta che il Ministro per anni sia stato militante e collaboratore. Perché non migliorare i controlli per chi abusa di questo diritto? Allo stato attuale come farà a verificare le assenze, se i medici della ASL lavorano in situazioni difficili, senza straordinari, spesso senza mezzi per andare a fare le visite dei cittadini bisognosi oltre i problemi burocratici per richiedere le visite?
Morale della favola: è stato posto solo un problema che era agli occhi di tutti, cioè migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione. Invece di trovare soluzioni concrete di fatto sono stati fomentati i cittadini contro chi dovrebbe svolgere un pubblico servizio che così è stato demonizzato. Si è creato un ulteriore stereotipo. Così come all’estero quando si parla di spaghetti, pizza e mandolino si pensa agli italiani, in Italia quando si parla di fannulloni si penserà ai dipendenti pubblici.
“Signor Ministro, lo dica chiaramente che non è così!” Ci sono migliaia di pubblici dipendenti che hanno sempre lavorato e continuano a lavorare con dedizione e onestà che vogliono migliorare i servizi offerti e che, con la poca chiarezza posta in tutto questo intervento, vengono confusi con quei pochissimi che invece del “lavoro” hanno solo cercato e ottenuto il “posto fisso”.

venerdì 7 novembre 2008

“UNA SPERANZA PER MADDALENA”

“UNA SPERANZA PER MADDALENA”, RACCOLTA DI FONDI PER DARE UN FUTURO MIGLIORE ALLA PICCOLA FIGLIA DI UN MARESCIALLO GDF IN SERVIZIO IN TOSCANA – di Carlo Germi e Paolino Messa

giovedì 6 novembre 2008

“UNA SPERANZA PER MADDALENA”, RACCOLTA DI FONDI PER DARE UN FUTURO MIGLIORE ALLA PICCOLA FIGLIA DI UN MARESCIALLO GDF IN SERVIZIO IN TOSCANA – di Carlo Germi e Paolino Messa

1. PERCHÈ UNA SOTTOSCRIZIONE PER MADDALENA

La Sezione Ficiesse di Firenze pone all’attenzione di tutti i soci, simpatizzanti e amici dell’associazione “Finanzieri Cittadini e Solidarietà” la situazione della piccola Maddalena Anna, di cinque anni, figlia del maresciallo della Guardia di finanza Domenico, in servizio in un reparto territoriale del Corpo della Toscana.

La piccola Maddalena è affetta fin dalla nascita da una malattia rara, la displasia setto-ottica, o sindrome di De Morsier. Una malattia clinicamente eterogenea, definita come associazione tra ipoplasia del nervo ottico, ipoplasia dell'ipofisi e agenesia o ipoplasia delle strutture cerebrali della linea mediana, che comprendono il corpo calloso e il setto pellucido.

I sintomi, che si manifestano in particolare quando è presente anche una anomalia dello sviluppo corticale, consistono in difetti visivi, alterazioni endocrinologiche, ritardo di sviluppo, deficit motori e crisi epilettiche.

La sindrome colpisce meno di un individuo ogni 10mila nati vivi e il fenotipo è altamente variabile. Il 62 per cento dei pazienti presenta ipopituitarismo e il 30 per cento associa tutti e tre i segni clinici. La diagnosi di solito si basa sulla TAC o sulla RMN cerebrale. La disfunzione ipofisaria è il sintomo più comune e si manifesta con un difetto dell'ormone della crescita e con la mancata risposta dell'ipofisi al rilascio dell'ormone tireotropo. In almeno 5 bambini con displasia setto-ottica è stata riportata morte improvvisa e inaspettata.

Nel caso della piccola Maddalena Anna, si sta verificando un grave ritardo psicomotorio conseguente alla cecità.

Attualmente non esistono, né in Italia né all’estero, interventi chirurgici risolutivi per tale sindrome. Gli unici miglioramenti possono derivare da un intervento da effettuare con la tecnica delle cellule staminali. Al momento, tale tecnica è adottata dal GRUPPO BEIKE, una equipe di professori cinesi che opera in Cina e in Tailandia dal 2001. I risultati conseguiti (secondo dati ufficiali, l’87 per cento dei pazienti sottoposti a tale cura ha riscontrato dei miglioramenti) hanno suggerito ai genitori di dare questa speranza alla bambina.

Il costo dell’intervento è di 32mila euro, ai quali vanno aggiunte le spese di viaggio e permanenza in loco di circa un mese (sono previsti 6 trapianti, a distanza di cinque giorni l’uno dall’altro). L'Azienda Sanitaria Nazionale non prevede rimborsi di alcun tipo, perché la tecnica delle cellule staminali non è riconosciuta ufficialmente nel nostro paese.

Noi di Ficiesse crediamo che la forza e il coraggio dei genitori di Maddalena meritino la solidarietà ed il sostegno di tutti noi e chiediamo uno sforzo, anche piccolo, che diventerà grande se si sommano i tanti piccoli gesti di solidarietà, e per questo abbiamo deciso di promuovere una SOTTOSCRIZIONE PUBBLICA in favore della bambina.

2. L’INIZIATIVA DEL COMANDO GDF DELLA TOSCANA

La vicenda di Maddalena è stata oggetto di un’importante iniziativa di sostegno anche da parte del Comandante Regionale della Guardia di Finanza della Toscana.

Facciamo riferimento al foglio di cui riportiamo di seguito il testo, emendato dai riferimenti personali.


Guardia di Finanza
COMANDO REGIONALE TOSCANA
- Ufficio personale e AA.GG. -
- Sezione AA.GG., Relaz. Pubbl., Prot. Soc. e Segr. Perm. COBAR
Via Valfonda 17, 50123 Firenze – Tel. 055/2745208 – Fax 055/284550

Nr. 42197/160 di prot.
Firenze, 02 OTT. 2008

OGGETTO: Solidarietà verso militari del Corpo. Sottoscrizione volontaria per la piccola Maddalena …”.

(indirizzi omessi)

1. Il Mar. … Domenico, in forza alla … di …, mi ha rappresentato la gravissima situazione sofferta dalla propria figlia, la piccola Maddalena Anna di 5 anni.
La bambina è affetta dalla nascita da displasia setto-ottica, una sindrome rara che comporta cecità.
Attualmente l’unica cura efficace è il trapianto di cellule staminali praticato in Thailandia e Cina, in particolar modo dallo “Shenzen Beike”, gruppo di specialisti cinesi che adotta tale tecnica dal 2001, ottenendo buoni risultati nella cura di malattie non comuni come quella della piccola Maddalena.
Evidenzio che tale intervento, del costo di circa euro 32000, dovrà essere effettuato a Bankok (Thailandia) presso il “Pipavate Hospital” con una degenza della bambina di circa 40 giorni, con conseguente soggiorno in loco dei genitori.

2. Ciò premesso, considerato anche che l’Azienda Sanitaria Nazionale non prevede il rimborso per tale tipologia di intervento, autorizzo una colletta su base volontaria, ai sensi dell’art. 42 del Regolamento di Disciplina Militare, a favore della figlia del Mar. … Domenico.

3. Le eventuali somme raccolte saranno trasmesse in contanti all’Ufficio in intestazione, per l’inoltro in un’unica soluzione alla famiglia …, entro il giorno 20.11.2008.

Si prega di riferire anche in senso negativo.

IL COMANDANTE REGIONALE
(Gen. D. Giorgio Toschi)

3. TEMPI E MODI DELLA SOTTOSCRIZIONE PROMOSSA DA FICIESSE

La sottoscrizione di Ficiesse è strutturata nel seguente modo e con i seguenti tempi.

1) 28 ottobre 2008: apertura presso le Poste Italiane di Ancona di un CONTO CORRENTE POSTALE (Banco Posta Click) dedicato in via esclusiva alla sottoscrizione in favore della piccola Maddalena, con richiesta di autorizzazione al livello centrale delle Poste;

2) 06 novembre 2008: pubblicazione sul sito www.ficiesse.it dell’avviso di sottoscrizione con accreditamenti su un conto bancario provvisorio intestato all’Associazione (in attesa dell’attivazione del conto corrente postale dedicato);

3) 06 novembre 2008: INIZIO DELLA RACCOLTA attraverso:

  • bonifici sul conto provvisorio intestato a: Associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà, Iban: IT28 T010 0512 6000 0000 0021 801, causale: “UNA SPERANZA PER MADDALENA”;
  • contanti o di assegni bancari non trasferibili intestati a “Associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà” da inviare con lettera a “Associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà - Ficiesse, via Palestro n. 78, 00185 Roma”, o consegnare alla più vicina SEZIONE TERRITORIALE FICIESSE con indicazione nel corpo della lettera della causale “UNA SPERANZA PER MADDALENA”;
  • versamenti on-line dal sito www.ficiesse.it attraverso il circuito PayPal, non appena sarà disponibile il conto corrente postale dedicato;

4) 06 novembre 2008: pubblicazione sul sito www.ficiesse.it con aggiornamento continuo di un ELENCO ANALITICO DELLE SOMME RACCOLTE con indicazione delle iniziali delle persone che hanno versato, delle città da cui provengono i versamenti e dei singoli importi versati;

5) novembre 2008: trasferimento (non appena possibile) delle somme raccolte dal conto corrente bancario provvisorio al conto corrente postale dedicato;

6) 20 dicembre 2008 (ore 24:00): CHIUSURA DELLA SOTTOSCRIZIONE;

7) 22 dicembre 2008: consegna della somma raccolta nelle mani dei genitori di Maddalena;

8) 23 dicembre 2008: chiusura del conto corrente postale dedicato all’iniziativa.


Ringraziamo fin da ora tutti coloro che vorranno aderire a questa importante iniziativa per Maddalena.

Diamoci da fare e passiamo parola: insieme ce la possiamo fare.


CARLO GERMI

Segretario generale Ficiesse
carlogermi@ficiesse.it

PAOLINO MESSA
Presidente Comitato coordinamento precongressuale
della Sezione Ficiesse di Firenze
ficiesse.firenze@ficiesse.it



http://www.ficiesse.it/news.php?id=2605

inchiesta "Sentecco": ad Aosta tre arresti e 16 persone indagate



(ANSA) - AOSTA, 6 NOV - Il sindaco di Challand-Saint-Victor, Roberto Malcuit, l'assessore comunale di Challand-Saint-Anselme e tecnico comunale del comune di Ayas, Claudio Alliod, e Marco Gallina, responsabile di zona di una ditta specializzata nella progettazione di aree verdi da oggi sono agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla procura di Aosta.

Le accuse sono di turbativa d'asta continuata e aggravata. Le indagini sono state condotte dalla guardia di finanza del Gran San Bernardo (e dall'aliquota dei finanzieri della polizia giudiziaria) e coordinate dal pm Luca Ceccanti.

L'inchiesta riguarda una decina di appalti per la progettazione e la realizzazione di parchi giochi e aree verdi, oltre all'esecuzione di altri lavori pubblici. Secondo gli inquirenti la gestione degli appalti sarebbe stata "clientelare". L'importo complessivo degli appalti ammonta a circa un milione di euro.

Roberto Malcuit è conosciuto in Valle d'Aosta in quanto è anche segretario particolare dell'assessore regionale ai lavori pubblici, Marco Vierin, e vice presidente del Celva. Maggiori dettagli saranno forniti domani durante una conferenza stampa. (ANSA).

Novita' su malus e attestato di rischio

Il malus non scattera' per i conducenti a cui verra' riconosciuta una responsabilita' inferiore o pari al 50% in un sinistro. E' questa l'importante novita' prevista dal provvedimento dell'Isvap in vigore dallo scorso 31 luglio.
Il malus quindi, e il conseguente aumento della tariffa della polizza, scattera' solo quando la "responsabilita' cumulata" avrà raggiunto il 51%. Per responsabilita' cumulata si intende la somma delle percentuali di responsabilita' riconosciute a un conducente negli anni per diversi sinistri. Sarà l'attestato di rischio a riportare le diverse percentuali di responsabilita', che verranno sommate negli anni e che, raggiungendo la soglia del 51%, determineranno lo scatto del malus.
Se, ad esempio, un automobilista si rende corresponsabile di un sinistro all'anno per 3 anni, sull'attestato di rischio verra' riportata la percentuale di responsabilita' per ciascuna annualita'.
Ipotizzando che per il primo incidente sia riconosciuta una responsabilita' pari al 20% e per il secondo al 10%, si avra' una responsabilita' cumulata pari al 30%, per cui non si verifichera' lo scatto del malus. Alla denuncia del terzo incidente, in cui ad esempio l'automobilista si rende responsabile al 30%, scatterà invece il malus.
Per veder scattare il malus con un unico incidente si dovrà quindi avere la responsabilita' maggioritaria.
Novità anche per l'attestato di rischio, la cui validita' e' stata estesa a 5 anni: cio' consente di far valere la propria classe di merito in caso di stipula di una nuova polizza dopo una lunga interruzione.

COBAR GDF PIEMONTE SUL RECUPERO SOMME STRAORDINARI: "FACILE SACRIFICARE GLI AGNELLI MENTRE I LUPI MIETONO ANCORA VITTIME"






DELIBERA NR. 3/38/X - 03 novembre 2008



In difesa del lavoro e della retribuzione

Recupero somme a seguito sentenze definitive Consiglio di Stato nnrr. 279-280-281 relative ad ore di straordinario effettuato e non retribuito e non recuperato con riposi compensativi.

In merito al contenzioso che ha visto contrapposti numerosi militari dipendenti dal Comando Regionale Piemonte e l’Amministrazione, scaturito dopo lungo iter amministrativo nelle sentenze definitive del Consiglio di Stato, questo Cobar non può esimersi dal prendere una netta posizione in favore del personale rappresentato censurando l’azione intrapresa dai massimi esponenti del Corpo volto a penalizzare economicamente e moralmente i propri dipendenti.
La vicenda ha del paradossale e le sentenze del C.di S. hanno dell’incredibile. Essere militare nel corpo della Guardia di Finanza chiamato a svolgere il proprio dovere anche oltre l’orario di servizio previsto ( che dovrebbe essere pianificato !? ) diventa un optional in materia di retribuzione anche se l’articolo 36 della Cost. recita :”””” Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi””””.
Quindi, in base a queste sentenze essere militare vuol dire essere privati del diritto costituzionale, essere militare della Guardia di finanza vuol dire che anche la famiglia è stata militarizzata è privata del citato diritto.
Le sentenze del C.di S. si rispettano, ma non per questo non bisogna criticarle e, nel caso della specie, siamo di fronte ad una decisione scandalosa che ha calpestato i lavoratori:
1), in quanto ha riconosciuto che i militari hanno dovuto prestare la loro opera oltre l’orario previsto ( perché sono stati comandati e perché sono vincolati giuridicamente);
2) per aver preso una decisione pilatesca non assumendosi nemmeno la responsabilità del giudicato delegando ad una delle parti in causa la decisione finale da adottare, con la seguente formula “””” valuti l’Amministrazione in relazione all’interesse pubblico e alle esigenze di servizio se e come procedere alla ripetizione con contestuale concessione di riposi compensativi ””””.
Per quanto riguarda il primo punto, è da sottolineare che se i militari non potevano esimersi ( per il proprio status) dall’eseguire gli ordini ricevuti, non si può non individuare una responsabilità amministrativa in capo all’ordinatore del servizio.
Per il secondo punto, mentre il C.di S. afferma l’imprescrittibilità del diritto al riposo compensativo, ritenendo che tale diritto non può essere sottoposto a decadenza per effetto della mera disciplina interna dell’Amministrazione quando tra l’altro i termini ivi previsti sono irragionevoli e arbitrari, non si può non riconoscere la grossa conquista ottenuta in sede giudiziaria che vale per tutti i militari e non solo per i ricorrenti.

I riposi compensativi, come sancisce lo stesso CdS, sono a tutela della dignità della persona ed ai fini di reintregrazione della sua sfera psico-fisica, lesa dalla prestazione lavorativa prestata, che però è congrua solo se se ne usufruisce solamente in un lasso di tempo ragionevole, così come sancito dalle norme (prima entro tre mesi, ora entro l’anno successivo); i ricorrenti a distanza di 12 anni (il ricorso riguarda il periodo dal 1996 al 2001) di quale recupero psicofisico potrebbe godere ormai?
La controparte Guardia di Finanza dove avrebbe valutato l’interesse pubblico e l’esigenze di servizio visto che nel solo Piemonte, già carente di organico, si prospetta di mettere a riposo il 9% della forza, in media per 51 giorni lavorativi pro-capite?
Il lavoro del Finanziere ha un rendimento economico quantificabile? E se si, è stato forse calcolato il costo/beneficio per la collettività? Cosa ne pensa la Corte dei Conti sia per quanto riguarda le responsabilità soggettive degli ordinatori del servizio in relazione anche all’art. 28 della Costituzione che recita”I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti.”? Nonché circa la messa in mora delle vittime di siffatta negligenza gestionale, in quanto questi non potendo svolgere il proprio lavoro, il Corpo non può garantire gli obiettivi prefissati, così come ha scritto il Comandante Regionale pro-tempore? I militari non vengono privati altresì del loro diritto al lavoro?
Il Comandante Generale come ogni comandante militare deve garantire il benessere del proprio personale dipendente. A questo COBAR, alla luce di questa indecorosa vicenda, ciò non risulta! Le vittime diventano colpevoli. E ‘ facile prendere gli agnelli e metterli sull’altare sacrificale mentre i lupi mietono ancora vittime. A quando la giustizia sulla gestione degli straordinari?
Dulcis in fundo merita citare la delibera nr. 3/136/9°, firmata anche dall’allora Presidente del COCER, Gen.D. Paolo Poletti, in difesa delle prestazioni orarie aggiuntive dei militari del Corpo; mentre ora le relative articolazione che dipendono dal Capo di Stato Maggiore, Gen.D. Poletti, hanno emanato il provvedimento di recupero delle somme. Cosa pensa veramente il Generale Poletti?
Anche a voler dare ragione alla tesi del recupero somme, visto che la sentenza è del 2007 e che il Comando Generale scrisse a suo tempo che il riposo oggetto del contenzioso doveva essere recuperato entro il 31 dicembre 2008, perché solo ora, a fine 2008, viene notificato il provvedimento supportata da un semplice radiomessaggio che ignora le regole vigenti, inventandosi tempi di recupero dilazionati fino a cinque anni?
Il Cobar è fermamente convinto nella difesa dell’istituto dello straordinario - che è stato una grossa conquista per il mondo dei lavoratori in divisa - e contrasterà, con le armi previste dalla legge (“abbiamo solo la parola”), tali interpretazioni giurisprudenziali, che porterebbero ad uno stravolgimento delle regole in essere, già ora discutibili (ad es. mancata pianificazione, gestione monte ore discrezionale o personalizzato per categorie e gradi), condizionando sicuramente in futuro il rapporto di lavoro, facendolo regredire a livello di caporalato .

Il COBAR Piemonte, in difesa dei diritti del personale rappresentato



http://www.dirittierovesci.it/COCER%20GDF/Comunicato%20straordinario1%20cobar%20piemonte.pdf

giovedì 6 novembre 2008

Gratta... gratta... e non vinci nulla!!!


La Guardia di Finanza di Asti ha sottoposto a sequestro falsi tagliandi "gratta e vinci"

Recentemente, nel corso di una serie di ispezioni, effettuate a Montechiaro d’Asti e Castell’Alfero, i finanzieri del Nucleo Mobile della Compagnia di Asti hanno sottoposto a sequestro penale complessivi 254 tagliandi “gratta e vinci” ritenuti falsi in quanto gli stessi, camuffati per farli rientrare nella normativa che disciplina i concorsi a premio e le lotterie nazionali ad estrazione istantanea, dovrebbero essere ceduti, gratuitamente, in abbinamento con l’acquisto di apposite cartoline realizzate per iniziative promozionali e culturali varie.

Gli stessi, invece, indipendentemente dall’adesione all’iniziativa proposta, venivano venduti singolarmente ad un prezzo che oscilla tra 1 e 5 euro, riproducendo sia nella forma che nelle modalità di gioco gli originali gratta e vinci. Sono stati denunciati, alla locale Autorità Giudiziaria a piede libero per il reato di truffa ai danni dello Stato e frode in commercio, il socio unico e l’amministratore della società che ha commercializzato i tagliandi a carico di uno dei quali si era già proceduto nello scorso mese di febbraio.

http://www.astinotizie.it/cronaca/730-la-guardia-di-finanza-di-asti-ha-sottoposto-a-sequestro-falsi-tagliandi-qgratta-e-vinciq-.html

martedì 4 novembre 2008

ENNESIMA CONDANNA PER L'OMESSA DETERMINAZIONE DELL'INDENNITA' DI COMANDO NELLA GDF


L'AMMINISTRAZIONE CONDANNATA A DETERMINARE ENTRO 30 GG I TITOLARI DI COMANDO. LA SENTENZA PRECEDE UN'ALTRA UGUALE DEL 22 OTTOBRE 2008 (NR. 8288/2008). IL MINISTERO CONDANNATO ANCHE A PAGARE LE SPESE PROCESSUALI.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio
Sezione Seconda
SENTENZA nr. 9069/2008
sul ricorso n. R.g 7137 del 2008 proposto da
************, tutti rappresentati e difesa dall’avv. ***********ed elettivamente domiciliati in ****************;
contro
il MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE-COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA, in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, presso la cui sede in Roma, Via dei Portoghesi n. 15, è domiciliata per legge;
per l’accertamento ovvero il riconoscimento
del silenzio inadempimento serbato dal Ministero dell’economia e delle finanze-Comando generale della Guardia di finanza e dal Ministero dell’economia e delle finanze in ordine alle istanze presentate dai ricorrenti per l’attuazione del disposto di cui all’art. 52, terzo comma, del D.P.R. n. 164 del 2002, quale presupposto per la corresponsione nei propri confronti delle indennità ivi contemplate e per ogni consequenziale statuizione.
Visto il ricorso con i relativi allegati;
Vista la costituzione in giudizio dell’Amministrazione intimata ed i documenti prodotti
Visti gli atti tutti della causa;
Relatore alla Camera di consiglio dell’8 ottobre 2008 il dott. Stefano Toschei; presente per la parte ricorrente l’avv. Pellegrino;
Ritenuto in fatto e considerato in diritto quanto segue;
FATTO
Sostengono i ricorrenti, sottufficiali appartenenti al Corpo della Guardia di finanza ed attualmente in servizio presso vari reparti dislocati sul territorio nazionale ovvero posti in congedo, di aver diritto a percepire l’indennità prevista dall’art. 52 del D.P.R. 18 giugno 2002 n. 164, sussistendone tutti i presupposti in loro favore.
Riferiscono che il Ministero dell’economia e delle finanze non ha ancora provveduto alla emissione della determinazione necessaria ad individuare quali siano i titolari di comando, costituendo tale individuazione il presupposto indispensabile per poi procedere a riconoscere e corrispondere l’indennità di cui sopra.
Lamentano i ricorrenti che, proprio al fine di invitare l’Amministrazione a porre in essere quegli adempimenti propedeutici all’applicazione dell’art. 52 del D.P.R. n. 164 del 2002, avevano inviato apposite istanze che, tuttavia, restavano senza risposta, di talché proponevano ricorso ai sensi dell’art. 21-bis della legge 6 dicembre 1971 n. 1034 allo scopo di ottenere l’accertamento giudiziale dell’obbligo dell’Amministrazione finanziaria a provvedere.
Si è costituita in giudizio quest’ultima contestando analiticamente la sussistenza degli elementi utili ad imporre all’Amministrazione l’obbligo a provvedere, di talché chiedeva la reiezione del gravame siccome proposto.

Alla camera di consiglio dell’8 ottobre 2008, il Collegio ha ritenuto la causa a decisione.
DIRITTO
1. - Con il gravame in esame i ricorrenti, tutti sottufficiali appartenenti al Corpo della Guardia di finanza, taluni in servizio altri in congedo, propongono ricorso, ai sensi dell'art. 21-bis della legge 6 dicembre 1971 n. 1034, introdotto con legge 21 luglio 2000, n. 205, art. 2, avverso il silenzio serbato dall’Amministrazione resistente in ordine alle istanze dai medesimi presentate per l'emanazione da parte del competente Ministero dell’economia e delle finanze della determina recante l'individuazione dei titolari di comando, quale atto presupposto per l'erogazione dell'indennità di comando recata con l'art. 52 del D.P.R. 18 giugno 2002 n. 164.
Caso analogo è stato scrutinato anche da questo Tribunale che si è espresso con sentenza della Sezione Prima, n. 4307 del 6 giugno 2006 nonché, più di recente, dal Consiglio di Stato che si è espresso con decisione della Quarta Sezione, 12 luglio 2007 n. 3971, le cui osservazioni sono condivise dal Collegio.
2. - Come è noto l’art. 52 del D.P.R. n. 164 del 2002 (recante il Recepimento dell’accordo sindacale per le Forze di polizia ad ordinamento militare relativo al quadriennio normativo 2002-2005) al terzo comma stabilisce che “Ai fini della prevista corresponsione dell’indennità di comando navale per il personale che riveste funzioni e responsabilità corrispondenti al comando di singole unità o gruppi di unità navali, di cui all’art. 10 della legge sulle indennità operative, si provvede alla individuazione dei titolari con determinazione delle singole Amministrazioni interessate di concerto cui il Ministero dell’Economia e delle finanze”.
Detta disposizione, in definitiva, estende l’indennità supplementare di comando navale, prevista dall’art. 10 della legge 23 marzo 1978, n. 78 [originariamente per gli ufficiali e sottufficiali dell’Esercito, della Marina e della Aeronautica al comando di singole unità o gruppi di unità (comma 1 – e per gli ufficiali e sottufficiali dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica titolari di comando che abbiano funzioni e responsabilità corrispondenti – comma 2)] al personale che “riveste funzioni e responsabilità al comando di singole unità o gruppi di unità navali”.
3. - L’individuazione dei titolari di comando spetta, com’è chiaro dalla lettura della norma, alle singole Amministrazioni interessate di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze (e quindi, nel caso che qui ci occupa, l’individuazione è a cura degli Uffici competenti del ridetto Ministero-Comando della Guardia di finanza): sotto tale profilo non può che convenirsi con la tesi dell’Amministrazione resistente secondo cui detto provvedimento ha natura costitutiva e non meramente ricognitiva del diritto alla corresponsione della indennità di comando terrestre di cui si discute (per come già affermato, sul solco già tracciato da precedenti arresti giurisprudenziali, dalla Sezione nella sentenza 23 maggio 2007 n. 5005, allegata agli atti dalla stessa difesa erariale), con la precisazione che la natura costitutiva del provvedimento da emanarsi riguarda non già l’esistente diritto alla indennità in esame, ma l’individuazione dei soggetti che hanno titolo a percepirla.
Occorre rilevare che, sebbene la norma non fissi espressamente un termine entro il quale l’Amministrazione debba provvedere alla individuazione dei “titolari di comando” (cui spetta l’indennità in questione) ciò non esime l’Amministrazione dal provvedere in tempi ragionevoli e coerenti con le stesse disposizioni contrattuali in cui la indennità di comando terrestre si inserisce (biennio economico 2002-2003), trattandosi di un’attività doverosa che affonda le proprie radici in accordi sindacali, recepiti – come si è osservato – con apposita fonte regolamentare.
Si è, pertanto ed evidentemente, in presenza di un comportamento vincolato nell’an e solo parzialmente discrezionale nel contenuto (rientrando nella esclusiva competenza dell’amministrazione l’individuazione dei titolari di comando).
4. - Così ricostruito il substrato normativo su cui si innesta la vicenda contenziosa posta all’esame della Sezione, non può innanzitutto negarsi che i soggetti che potenzialmente si trovano nella condizione di possibili destinatari del beneficio in questione abbiano legittimazione a pretendere dall’Amministrazione l’attuazione della norma, a nulla rilevando che la norma stessa non fissi termine alcuno per l’adempimento: del resto, sotto tale profilo, è sufficiente rilevare che l’Amministrazione resistente non ha giammai contestato nè la legittimazione dei ricorrenti, nè l’esistenza dell’obbligo di provvedere.
Da ciò discende che sicuramente gli odierni ricorrenti ben potevano ricorrere al giudice amministrativo per far constare l’illegittimità del silenzio-inadempimento serbato dall’Amministrazione sulla loro diffida tesa unicamente ad ottenere il provvedimento (determinazione) di individuazione dei soggetti “titolari di comando”, cui spetta la c.d. indennità di comando terrestre.
5. - Sotto altro concorrente profilo, le presunte difficoltà di ordine organizzativo e finanziario, opposte dall’Amministrazione resistente a sostegno della impossibilità di provvedere, non risultano meritevoli di favorevole considerazione.
Invero, seppure può condividersi in linea di principio la tesi sostenuta dall’Amministrazione, secondo cui le (diverse) amministrazioni da cui dipendono le (varie) forze di polizia ad ordinamento militare debbano coordinarsi tra di loro al fine di dare conforme (o quanto meno non contrastante) attuazione agli accordi contrattuali per la parte economica (onde evitare una possibile disparità di trattamento, capace di incidere negativamente anche nell’effettività e regolarità dei servizi da assicurare), deve tuttavia rilevarsi non solo che l’Amministrazione delle finanze non ha provato in alcun modo l’eventuale esistenza di obiettive difficoltà in sede di coordinamento con le altre Amministrazioni interessate per la concreta attuazione del terzo comma dell’art. 52 del D.P.R. n. 164 del 2002, per quanto non ha neppure provato che siano state effettivamente avviate le procedure necessarie per giungere alla coordinata e adeguata soluzione del problema relativo all’attuazione della disposizione in questione, restando quindi la vicenda relativa all’attuazione della più volte citata disposizione in una inaccettabile situazione di “stallo” amministrativo.
La circostanza, infine, che vorrebbe ritenere inammissibile il ricorso proposto per la mancata impugnazione delle circolari in materia intervenute non rileva in questa sede, stante la natura di atto organizzativo-normativo interno di quegli atti che non assurgono né al livello di fonte normativa né di atto amministrativo autonomamente impugnabile in quanto rivolte ad incertam personam.
Risulta, pertanto, del tutto evidente che vi è stato - e vi è tuttora - una palese violazione dell’obbligo di provvedere stabilito in tale disposizione.
6. - Tanto precisato, non è contestato che alle istanze presentate dai ricorrenti e prodotte in copia in atti, contenenti la richiesta di adozione dell'atto di concerto, quale presupposto per richiedere l'indennità di comando, non sia stato dato alcun seguito di talché, accertata, secondo quanto sopra si è osservato, l’illegittimità dell’inerzia serbata dall’Amministrazione non può che accogliersi il ricorso con i conseguenti adempimenti da imporre a cura dell’Amministrazione resistente.
Ritiene infine il Collegio di chiarire, per completezza di motivazione, che non vi è luogo per indicare all’Amministrazione il “come” provvedere, facendo applicazione della previsione normativa introdotta nell'art. 2, comma 5, della legge n. 241 del 1990, dall'art. 3, comma 6 bis, del decreto legge 14 marzo 2005 n. 35, convertito con modificazioni nella legge 14 maggio 2005 n. 80, nella parte in cui è previsto che "il giudice amministrativo può conoscere della fondatezza dell'istanza".
Sul punto condivide pienamente il Collegio l’interpretazione della disposizione sopra riportata offerta dalla più recente giurisprudenza amministrativa (cfr., da ultimo, Cons. Stato, Sez. IV, 16 settembre 2008 n. 4362) secondo cui la norma in questione non ha inteso istituire una ipotesi senza confini di giurisdizione di merito ma, più limitatamente, ha attribuito al giudice, nei limiti della propria preesistente giurisdizione di legittimità o esclusiva (cfr. Cons. Stato, Sez. V, 9 ottobre 2006 n. 6003), uno strumento processuale ulteriore nella stessa logica acceleratoria del contenzioso che ha ispirato l’intervento riformatore del 2000, così che, nell’ambito del giudizio sul silenzio, il giudice potrà conoscere della accoglibilità dell’istanza:
a) nelle ipotesi di manifesta fondatezza, allorché siano richiesti provvedimenti amministrativi dovuti o vincolati in cui non c’è da compiere alcuna scelta discrezionale che potrebbe sfociare in diverse soluzioni (cfr. Cons. Stato, Sez. VI, 11 maggio 2007 n. 2318), e fermo restando il limite della impossibilità di sostituirsi all’Amministrazione (in altri termini si potrà condannare l’Amministrazione ad adottare un provvedimento favorevole dopo aver valutato positivamente l’an della pretesa ma nulla di più);
b) nell’ipotesi in cui l’istanza è manifestamente infondata, sicché risulti del tutto diseconomico obbligare la p.a. a provvedere laddove l’atto espresso non potrà che essere di rigetto.
Conseguentemente, non vertendosi nella specie in nessuna delle ipotesi sopra riportate, il giudice amministrativo adito non può che limitarsi a dichiarare l’illegittimità del silenzio serbato dall’Amministrazione ordinandole di provvedere espressamente, astenendosi da ulteriori indicazioni circa il contenuto dell’atto da adottarsi.
7. - Conclusivamente, accertata l'illegittimità del comportamento inerte dell’Amministrazione resistente a fronte delle richieste dei ricorrenti, di adozione della determinazione di cui all'art. 52, terzo comma, del D.P.R. n. 164 del 2002, il ricorso è meritevole di accoglimento, nei limiti sopra indicati, e va ulteriormente dichiarato l'obbligo delle stesse Amministrazioni di provvedere con espressa e motivata determinazione, secondo le modalità di cui in dispositivo.
Le spese di lite seguono la soccombenza e sono liquidate come in dispositivo nella misura di complessivi euro tremila.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, Sezione Seconda, pronunciando in via definitiva sul ricorso in epigrafe, lo accoglie e, per l'effetto, ordina al Ministero dell'economia delle finanze, in persona del Ministro pro tempore, di provvedere in ordine alle istanze dei ricorrenti entro il termine ritenuto congruo di trenta giorni dalla comunicazione in via amministrativa della presente sentenza, o dalla sua notificazione a cura di parte.
Condanna il Ministero dell'economia delle finanze, in persona del Ministro pro tempore, al pagamento delle spese di lite in favore dei ricorrenti, liquidate nella complessiva somma € 3.000,00 (euro tremila), oltre accessori come per legge
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'Autorità amministrativa.
Così deciso in Roma nella Camera di consiglio dell’8 ottobre 2008.

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno