giovedì 18 settembre 2008

SI FINGE UFFICIALE DELLA FINANZA SPERANDO DI NON PAGARE I DEBITI




Trentenne nei guai. Le Fiamme Gialle di Lanzo hanno denunciato la propria donna delle pulizie per sostituzione di persona


Una bugia detta con troppa leggerezza e nella speranza che nessuno se ne accorgesse. Ma mentire e spacciarsi per un appartenente alla Guardia di Finanza alla fine gli è costata una denuncia. La storia ha anche un lato divertente. A spacciarsi per finanziere, per evitare di pagare i debiti della carta di credito, è stata una trentenne torinese che in effetti con la Gdf era in buoni rapporti: la donna lavorava come addetta alle pulizie alla caserma di Lanzo. Lavorava lì da circa un anno, dipendente di un’impresa che aveva vinto la gara d’appalto. Qualche mese fa - hanno ricostruito i finanzieri - la donna si sarebbe trovata in condizioni economiche critiche e a peggiorare la situazione era arrivata la richiesta di un saldo di 3mila euro da parte di una nota finanziaria. Tremila euro che la donna aveva speso, forse un po’ incautamente, strisciando la carta di credito. Messa in difficoltà dalla necessità di ripianare il debito la donna ha deciso di dire al responsabile della riscossione della finanziaria di essere un’ufficiale della Gdf e di essere responsabile del reparto doganale dell’aeroporto.
Incarico, a detta della donna, che la costringeva fuori casa per molto tempo tanto da non riuscire a trovare un momento libero per presentarsi negli uffici della finanziaria per versare i soldi. Con questo stratagemma la donna è riuscita a evitare per qualche mese l’incontro fino a quando il creditore non ha deciso di chiamare in caserma e chiedere di lei, indicandola con la qualifica di responsabile del reparto doganale dell’aeroporto. Al centralino sono rimasti di stucco: il nome fornito al telefono corrispondeva a quello della donna delle pulizie. A quel punto la chiamata è stata inoltrata al comandante della casera, il tenente Pietro Accardi che ha invitato in caserma il responsabile della finanziaria. «Ci siamo fatti raccontare tutta la vicenda - spiega il comandante Accardi - poi abbiano chiesto spiegazione alla signora. Nonostante fosse con noi da un anno l’abbiamo denunciata per usurpazione di funzione pubblica e sostituzione di persona. Le indagini non sono del tutto concluse: i finanzieri, infatti, vogliono capire se la donna abbia indossato metaforicamente la divisa in altre occasione magari per avere sconti o altro.

«Purtroppo non è la prima né l’ultima che si finge finanziere o appartenente a qualsiasi altro corpo di polizia per ottenere qualche vantaggio improprio », sottolinea il comandante. «In passato – ha aggiunto - altre volte ci siamo trovati ad affrontare situazioni analoghe. Una volta, ricordo, che si è presentato un uomo in caserma chiedendo di me e sostenendo che gli avevo venduto un’auto per sessanta milioni, ma che non l’avevo avevo mai consegnata. Quando lo accompagnarono nel mio ufficio si rese conto di essere stato truffato da un uomo che si era spacciato per me. In ogni caso siamo riusciti a prendere il truffatore». Episodi, quindi, frequenti che spingono la Guardia di Finanza a porre l’accento su questo problema e a ribadire quei consigli che paiono a volte ovvi, ma che non lo sono mai abbastanza. «Innanzitutto se ci si trova in casa è necessario, prima di aprire la porta, verificare l’identità della persona, controllando dallo spioncino e utilizzando sempre la catena di sicurezza. Se possibile, durante la visita è bene farsi assistere dal portiere o da un vicino – illustrano dalle fiamme gialle -. Anche se la persona si presenta indossando una divisa, è sempre opportuno richiederne le generalità e contattare telefonicamente l’ente al quale dice di appartenere per verificarne l’attendibilità».
In questo senso il numero di pubblica utilità 117 della Guardia di Finanza rappresenta un utile strumento di ausilio in quanto permette di corrispondere alle diversificate istanze di tutela espresse con sempre maggior vigore dalla collettività. Il servizio «117», istituito nel 1996 anche al fine di migliorare i rapporti fra contribuente e fisco ha offerto un sensibile contributo all’attività svolta dalla Guardia di Finanza a tutela non solo degli interessi economico-finanziari del Paese, ma, più in generale e in un’ottica eminentemente sociale, della stessa collettività nazionale e comunitaria. Un dato per tutti ne testimonia l’importanza: la sala operativa di Torino ha registrato dall’inizio dell’anno oltre 5mila chiamate.

il Giornale del Piemonte • Giovedì 18 settembre 2008 - Cronaca pag. 3

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