domenica 28 settembre 2008

CAFFE’ PAGATO PER IL PIANTONE


Il Ministro dell’Economia ha emanato il D.M. 11/07/2008 che aggiorna gli importi in denaro della razioni viveri, delle quote di miglioramento vitto e dei generi di conforto a suo tempo previsti dal D.M. 25/03/2002 recante “Istituzione del nuovo servizio di vettovagliamento per il personale del Corpo della Guardia di finanza”

Il nuovo decreto riprende in gran parte il contenuto dell’originario decreto del 2002; soffermiamoci su di una voce del vettovagliamento del personale poco conosciuta dai diretti destinatari: i generi di conforto.

Il decreto non ne da una definizione precisa; sia nel 2002 che nel 2008 nell’allegato al decreto vengono semplicemente associati alla “colazione obbligatoria”: da ciò si desume che trattasi di una ulteriore forma di vettovagliamento che va ad aggiungersi alla ordinaria razione viveri (oserei definirli uno mini-spuntino, non di certo una merenda sinoira).

I controvalori considerati per i generi di conforto per la generalità di personale sono tuttavia alquanto esigui:

· € 1,00 per chi è in servizio di ordine pubblico;


· € 0,70 per coloro che esplicano servizi:
- notturni dalle 22 alle 06 (solo servizio esterno di almeno 6 ore);
- di guardia (es. piantone, casermiere, sottufficiale di servizio) a prescindere dall’orario;
- vigilanza (es. varchi doganali, obbiettivi sensibili, opifici etc) a prescindere dall’orario;
- esercitazioni (es. addestramento al tiro) a prescindere dall’orario;

· € 1,20 per i donatori di sangue (non sarebbe prevista la presenza in servizio).

Come è facile immaginare con questi valori è alquanto arduo per l’Amministrazione riuscire ad acquistare i generi di conforto dettagliatamente previsti nel decreto: ad es. per il piantone con 70 centesimi si dovrebbe acquistare il caffè, un cordiale ed una bottiglietta d’acqua.

Forse proprio a causa di tali evidenti difficoltà il decreto del 2002, che già prevedeva questi generi ma con importi inferiori (rispettivamente € 0,45 / 0,26 e 0,60), ha trovata scarsissima applicazione; nella versione aggiornata per il 2008 è stata quindi introdotta la possibilità di corrispondere all’interessato il controvalore dei generi spettanti.

Le nuove disposizioni valgono dal 25 luglio scorso; resta il fatto che per il periodo antecedente (dal marzo 2002 al luglio 2008) a gran parte del personale non sono mai stati distribuiti i generi di conforto la cui assegnazione era comunque prevista materialmente, anche se per valori irrisori.

sabato 27 settembre 2008

TORINO 2006: SINDACATO PS, PREMIARE GLI AGENTI OLIMPICI


(ANSA) - TORINO, 24 SET - Il ministero dell'Interno conceda ai poliziotti che hanno lavorato durante le Olimpiadi di Torino 2006 un attestato di riconoscimento e un nastrino da apporre sulla divisa. Lo chiede la Federazione Sindacale di Polizia, ricordando che la proposta di premiare gli agenti 'olimpici' e' stata avanzata nell'agosto del 2006, ma non e' mai stata attuata.
''Una irriguardosa e grave mancanza di rispetto - afferma il vice segretario nazionale della Federazione, Luca Pantanella - verso quegli agenti che con sommo sacrificio, rinunciando a riposi e ferie e lavorando con temperature rigide, hanno consentito a turisti e cittadini di vivere in piena sicurezza e liberta' all'evento olimpico. riteniamo oltraggioso e grave che per una volta che non si chiede un riconoscimento economico, ma un gesto di valore morale vero, chi rischia la vita ogni giorno non si sia ritenuto possibile precedere in questa direzione. I governi che si sono succeduti ad oggi e il nostro Ministero ci hanno letteralmente dimenticati''.(ANSA).

venerdì 26 settembre 2008

BENI CULTURALI: FONDAZIONE TORINO MUSEI PER LE GIORNATE EUROPEE PATRIMONIO


Torino, 26 set. - (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - La fondazione Torino Musei aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio, promosse dal ministero per i Beni e le Attivita' Culturali, offrendo ai visitatori, sabato 27 e domenica 28 settembre, l'ingresso libero alle sale di Palazzo Madama, della Gam e della Rocca del Borgo Medievale.Inoltre, presso tutti i musei della fondazione verranno organizzate alcune iniziative. La Gam focalizzera' l'attenzione sul lavoro di accrescimento delle collezioni permanenti dell'Ottocento e Novecento. Saranno organizzate delle visite gratuite di presentazione della "Sirena" di Giulio Aristide Sartorio, il dipinto che rielabora un'iconografia nota secondo un'invenzione compositiva del tutto nuova, e di forte impatto fantastico, nell'ambito dell'arte simbolista.A Palazzo Madama, invece, saranno organizzate delle visite guidate alla mostra "Rosso Corallo. Arti preziose della Sicilia barocca". Infine, il Borgo Medievale proporra' un appuntamento per scoprire l'affascinante universo degli uccelli rapaci. Domenica 28 settembre, dalle 15 alle 18, si vedranno volare all'interno del Borgo falchi e altri uccelli, nella rievocazione di un'arte, la falconeria, legata alla storia e alla cultura del medioevo.


http://www.beniculturali.it/giornate_europee_08/pdf/Piemonte_GEP2008.pdf

giovedì 25 settembre 2008

Auto della Finanza si schianta, cinque feriti


TORINO 25/09/2008 - Cinque feriti. Tre finanzieri e due giovani che viaggiavano a bordo di una Grande Punto nera. È il bilancio dell’incidente spettacolare che Franco, “AmicoReporter” di CronacaQui, ha segnalato alla nostra redazione. L’impatto è avvenuto alle 23 e 20 di martedì, all’incrocio tra via Reiss Romoli e strada dell’Aeroporto. L’auto della finanza, riferisce Franco, procedeva su via Reiss Romoli a sirene spiegate e, giunta all’incrocio, si è scontrata con la Fiat che si è ribaltata. I tre militari e i due giovani a bordo delle vetture sono stati trasportati agli ospedali Giovanni Bosco e Maria Vittoria, da cui sono stati dimessi poco dopo.



http://torino.cronacaqui.it/news-amico-reporter---auto-della-finanza-si-schianta-cinque-feriti_12780.html

mercoledì 24 settembre 2008

SOLE24ORE: IN ARRIVO LE RICHIESTE DI RECUPERO DEGLI STRAORDINARI PAGATI

In caso di restituzione i militari potrebbero far valere i riposi maturati.
Intervista a Salvatore Trinx sul Sole24Ore di oggi


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martedì 23 settembre 2008

ORARIO FLESSIBILE: DIRITTO O CONCESSIONE?

La possibilità di orario flessibile per le Forze di Polizia venne astrattamente introdotta dall’art. 45, c. 7 del DPR 395/1995 (primo contratto); tuttavia sino all’emanazione della circolare 308900 del 28/09/05 del Comando Generale della Guardia di Finanza, l’applicazione di tale modalità non era stata compiutamente disciplinata per i Finanzieri.

La circolare in questione, tuttora in vigore, è stata emanato allo scopo di contenere le spese di vettovagliamento del personale e se da un lato, al punto 1), pone dei vincoli peggiorativi nell’orario (l’estensione di ½ della pausa pranzo) dall’altro, al punto 2), apre anche al personale del Corpo la possibilità di chiedere l’applicazione dell’orario flessibile che in precedenza, come riconosciuto dalla circolare, veniva considerata come evento eccezionale.

La disposizione quindi ha innanzitutto il merito di aver “sdoganato” il concetto di orario flessibile che anche per i finanzieri dal 2005 non è più da considerarsi come un eccezione rispetto l’ordinario orario previsto per il reparto; a tale scopo la medesima circolare prescrive ai Comandanti di favorire l’adozione di orari flessibili rispetto all’ordinario turno.

Concretamente la persona interessata può avanzare l’istanza per adottare l’orario flessibile motivandola con le proprie esigenze; la circolare esemplifica queste esigenze con motivazioni alquanto comuni (persone, familiari, pendolarismo) per la maggior parte degli appartenenti i quali, spesso, svolgono servizio lontano dalle proprie terre d’origine e quindi possono non avere il supporto delle famiglie di provenienza per le quotidiane incombenze: si pensi al classico problema di conciliare gli orari scolastici della prole con quelli lavorativi.

La circolare tenta appunto di conciliare le esigenze del personale con quelle del servizio; tuttavia con la presentazione dell’istanza non consegue una automatica acquisizione di un diritto all’orario flessibile. L’autorità preposta alla concessione (il Comandante di reparto) dovrà vagliare se l’orario prospettato sia compatibile con le esigenze del servizio che presta l’interessato.

D’altra parte l’eventuale concessione può anche essere revocata o sospesa se vengono a cessare le necessità sottese alla richiesta (es. termine dell’anno scolastico), oppure per esigenze operative del reparto.

L’utilizzo del termine operative fa supporre che per il personale impiegato in attività di funzionamento sia molto più arduo ipotizzare esigenze tali da rendersi necessaria la revoca, sospensione o il diniego dell’orario flessibile.

La presentazione dell’istanza scritta e la sua conclusione con un accoglimento o meno, come previsto dalla circolare, è da considerarsi un vero e proprio procedimento amministrativo disciplinato dalla Legge 241/1990; in base a tale norma:

· dovranno essere personalmente e formalmente comunicate all’interessato le informazioni previste al comma 2 dell’art. 8, tra le quali alcune peraltro già di sua conoscenza (l'amministrazione competente, oggetto del procedimento promosso, l'ufficio e la persona responsabile del procedimento, l'ufficio in cui si può prendere visione degli atti), mentre altre di estrema importanza: la data di presentazione dell’istanza (ossia di presa in carico a protocollo), la data entro la quale deve concludersi il procedimento (90 gg) e i rimedi esperibili in caso di inerzia dell'amministrazione;

· la pubblica amministrazione (rectius il Comandante del reparto) ha il dovere di concluderlo mediante l'adozione di un provvedimento espresso (art. 2, c.1);

· il provvedimento di diniedo, o anche di concessione, deve essere motivato, indicando i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione (art. 3) e la autorità alle quali eventualmente ricorrere (T.A.R. o SS.GG.); a tal proposito è utile ricordare che le motivazioni che riconducono ad anapodittiche esigenze di servizio non sono più considerate valide dalla giurisprudenza nemmeno per i trasferimenti.

Successivamente il Comando Generale ha chiarito alcuni dubbi interpretativi emanando la circolare nr. 345000 del 28/10/2005 la quale, tra l’altro, spiega che l’orario flessibile è da intendersi per singole unità di personale (da cui logicamente ne deriva che la concessione dell’orario flessibile non può essere subordinato ad una astratta omogeneità dell’orario del reparto, di contro non si tratterebbe di orario flessibile) e che l’istanza non necessita l’allegazione di documentazione comprovante la necessità manifestata (da cui si evince la necessaria forma scritta dell’istanza).

INFLUENZA: VACCINO GRATUITO PER LE FORZE DI POLIZIA



Influenza, le raccomandazioni del Ministero per la stagione 2008-2009

Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha predisposto la circolare con le raccomandazioni sulla prevenzione e il controllo dell’influenza per la stagione 2008- 2009. In particolare la Circolare ricorda le recenti misure di igiene e protezione individuale indicate dall’ ECDC per ridurre la trasmissione del virus:
Lavaggio delle mani (in assenza di acqua, uso di gel alcolici)
Buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani)
Isolamento volontario a casa di delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale
Uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologie influenzali, quando si trovano in ambienti sanitari (ospedali)


Riguardo alla vaccinazione, invece, mezzo efficace e sicuro per prevenire l’influenza e le sue complicanze, la circolare oltre ad aggiornare la composizione dei vaccini antinfluenzali sottolinea un efficacia in media nell’80% dei casi. Negli anziani che vivono in comunità, l’efficacia stimata della vaccinazione nel ridurre la mortalità legata all’influenza è pari in media al 50%.Il vaccino antinfluenzale è indicato per la protezione di tutti i soggetti che non abbiano specifiche controindicazioni alla sua somministrazione. Il periodo destinato alla conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale è, per la nostra situazione climatica e per l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia, quello autunnale, a partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre.


In accordo con gli obiettivi specifici indicati dalla pianificazione sanitaria nazionale la Circolare indica i gruppi di popolazione per cui l’offerta attiva e gratuita di vaccinazione è prioritaria da parte dei servizi territoriali di prevenzione, direttamente o attraverso servizi collegati (medici di famiglia, ospedali, datori di lavoro):
Soggetti di età pari o superiore a 65 anni;
Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti affetti da:
malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio
malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite
diabete mellito e altre malattie metaboliche d) malattie renali con insufficienza renale
malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie
tumori
malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV
malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali
patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari)
Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale
Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza
Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti
Medici e personale sanitario di assistenza
Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio


Per quanto riguarda i soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori la vaccinazione sarà offerta gratuitamente alle forze di polizia e ai vigili del fuoco, considerato il ruolo essenziale svolto nell’ambito della sicurezza ed emergenza.


Per le altre categorie socialmente utili è facoltà delle Regioni/PP.AA. definire i principi e le modalità dell’offerta. E’ pratica internazionalmente diffusa l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale da parte dei datori di lavoro ai lavoratori particolarmente esposti per attività svolta e al fine di contenere ricadute negative sulla produttività.
Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani. Per tale ragione, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata a:- allevatori- addetti all’attività di allevamento- addetti al trasporto di animali vivi- macellatori e vaccinatori- veterinari pubblici e libero-professionisti.
La Circolare raccomanda inoltre che il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a:
Lattanti al di sotto dei sei mesi (per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l’innocuità del vaccino in tali fasce d’età).
Soggetti che abbiano manifestato reazioni di tipo anafilattico ad una precedente vaccinazione o ad uno dei suoi componenti.
Per quanto riguarda la tipologia dei vaccini si ricorda che quelli disponibili in Italia sono tutti equivalenti e che è importante conservarli in frigo (non in freezer) ad una temperatura compresa tra i 2° e gli 8° gradi.



Redazione Ministerosalute.it - 15 settembre 2008

lunedì 22 settembre 2008

GDF ALESSANDRIA: LUPIA LASCIA ARRIVA ROLANDO


Il colonnello Antonio Lupia lascia, dopo quattro anni, l’attuale incarico al vertice del comando provinciale della Guardia di Finanza per assumere quello di comandante del centro di addestramento del comando regionale Liguria con sede a Genova.


«Si conclude per me una lunga parentesi in terra alessandrina, popolata di gente seria, concreta e laboriosa con un forte e radicato senso delle istituzioni e rispettosa delle stesse». Il testimone passa al colonnello Antonio Rolando.


Passaggio di consegne anche al vertice della Compagnia della Guardia di Finanza di Alessandria: il capitano Domenico Frustagli è stato trasferito al Nucleo speciale di Polizia valutaria con sede a Reggio Calabria. Al suo posto si è insediato il capitano Gianfranco Riviello.

Il Giornale del Piemonte – 16/09/2008

sabato 20 settembre 2008

Torino: subisce furto, denunciato per scarpe contraffatte

Torino, 20 set. - (Adnkronos) - Da vittima a colpevole in pochi minuti. E' il destino toccato a un marocchino di 40 anni proprietario di un negozio di scarpe a Torino che dopo aver subito un furto nel suo esercizio commerciale e' finito denunciato perche' nel suo magazzino sono state trovate 700 paia di scarpe griffate contraffatte.
L'uomo ha scoperto in mattinata che la porta del magazzino del suo negozio era stata forzata e che i ladri lo avevano derubato. Ha quindi chiamato il 113 ma i poliziotti nel sopralluogo effettuato per cercare indizi sul furto hanno ritrovato le scarpe 'pirata'. La merce e' stata posta sotto sequestro ed e' stato richiesto anche l'intervento dei militari della Guardia di finanza che hanno confermato la contraffazione. L'uomo e' stato quindi denunciato.
(Ato/Gs/Adnkronos)

http://torino.metropolisinfo.it/article/view/59782/

BRUNETTA: NO TAGLIO STIPENDI POLIZIOTTI


Emendamenti Brunetta, no decurtazione anche per donatori sangue


(ANSA) - ROMA, 19 SET - La busta paga dei lavoratori di sicurezza e difesa, compresi i pompieri, non subira' decurtazioni in caso di assenza per malattia. Lo prevede uno degli emendamenti presentato dal ministro Brunetta ad un ddl che chiariscono le norme del decreto 112 per quanto riguarda le assenze per malattia e la legge 104 sui permessi per i diversamente abili e i loro familiari. Altri emendamenti riguardano i donatori di sangue e per i genitori e i parenti di portatori di handicap.

venerdì 19 settembre 2008

PRIMO CONGRESSO DELLA SEZIONE FICIESSE DI TORINO

Giovedì 25 settembre, alle 18.00, la Sezione Ficiesse di Torino terrà il suo primo Congresso in Via Pininfarina 8 (vicino Ikea).

Verrà discussa la proposta elaborata dal Comitato di coordinamento precongressuale sulla struttura degli organi definitivi e sarà eletto il Direttivo. Successivamente il Direttivo procederà a sua volta all’elezione della Segreteria.

La votazione avverrà sulla base delle candidature pervenute entro mercoledì 24 settembre. A tal fine o per informazioni è possibile telefonare al n. 3334955629 oppure al n. 3288991262 o mandandomi una email.

Nel corso dell’incontro è previsto un dibattito sulle attività della Sezione e sugli obiettivi da perseguire.

giovedì 18 settembre 2008

SI FINGE UFFICIALE DELLA FINANZA SPERANDO DI NON PAGARE I DEBITI




Trentenne nei guai. Le Fiamme Gialle di Lanzo hanno denunciato la propria donna delle pulizie per sostituzione di persona


Una bugia detta con troppa leggerezza e nella speranza che nessuno se ne accorgesse. Ma mentire e spacciarsi per un appartenente alla Guardia di Finanza alla fine gli è costata una denuncia. La storia ha anche un lato divertente. A spacciarsi per finanziere, per evitare di pagare i debiti della carta di credito, è stata una trentenne torinese che in effetti con la Gdf era in buoni rapporti: la donna lavorava come addetta alle pulizie alla caserma di Lanzo. Lavorava lì da circa un anno, dipendente di un’impresa che aveva vinto la gara d’appalto. Qualche mese fa - hanno ricostruito i finanzieri - la donna si sarebbe trovata in condizioni economiche critiche e a peggiorare la situazione era arrivata la richiesta di un saldo di 3mila euro da parte di una nota finanziaria. Tremila euro che la donna aveva speso, forse un po’ incautamente, strisciando la carta di credito. Messa in difficoltà dalla necessità di ripianare il debito la donna ha deciso di dire al responsabile della riscossione della finanziaria di essere un’ufficiale della Gdf e di essere responsabile del reparto doganale dell’aeroporto.
Incarico, a detta della donna, che la costringeva fuori casa per molto tempo tanto da non riuscire a trovare un momento libero per presentarsi negli uffici della finanziaria per versare i soldi. Con questo stratagemma la donna è riuscita a evitare per qualche mese l’incontro fino a quando il creditore non ha deciso di chiamare in caserma e chiedere di lei, indicandola con la qualifica di responsabile del reparto doganale dell’aeroporto. Al centralino sono rimasti di stucco: il nome fornito al telefono corrispondeva a quello della donna delle pulizie. A quel punto la chiamata è stata inoltrata al comandante della casera, il tenente Pietro Accardi che ha invitato in caserma il responsabile della finanziaria. «Ci siamo fatti raccontare tutta la vicenda - spiega il comandante Accardi - poi abbiano chiesto spiegazione alla signora. Nonostante fosse con noi da un anno l’abbiamo denunciata per usurpazione di funzione pubblica e sostituzione di persona. Le indagini non sono del tutto concluse: i finanzieri, infatti, vogliono capire se la donna abbia indossato metaforicamente la divisa in altre occasione magari per avere sconti o altro.

«Purtroppo non è la prima né l’ultima che si finge finanziere o appartenente a qualsiasi altro corpo di polizia per ottenere qualche vantaggio improprio », sottolinea il comandante. «In passato – ha aggiunto - altre volte ci siamo trovati ad affrontare situazioni analoghe. Una volta, ricordo, che si è presentato un uomo in caserma chiedendo di me e sostenendo che gli avevo venduto un’auto per sessanta milioni, ma che non l’avevo avevo mai consegnata. Quando lo accompagnarono nel mio ufficio si rese conto di essere stato truffato da un uomo che si era spacciato per me. In ogni caso siamo riusciti a prendere il truffatore». Episodi, quindi, frequenti che spingono la Guardia di Finanza a porre l’accento su questo problema e a ribadire quei consigli che paiono a volte ovvi, ma che non lo sono mai abbastanza. «Innanzitutto se ci si trova in casa è necessario, prima di aprire la porta, verificare l’identità della persona, controllando dallo spioncino e utilizzando sempre la catena di sicurezza. Se possibile, durante la visita è bene farsi assistere dal portiere o da un vicino – illustrano dalle fiamme gialle -. Anche se la persona si presenta indossando una divisa, è sempre opportuno richiederne le generalità e contattare telefonicamente l’ente al quale dice di appartenere per verificarne l’attendibilità».
In questo senso il numero di pubblica utilità 117 della Guardia di Finanza rappresenta un utile strumento di ausilio in quanto permette di corrispondere alle diversificate istanze di tutela espresse con sempre maggior vigore dalla collettività. Il servizio «117», istituito nel 1996 anche al fine di migliorare i rapporti fra contribuente e fisco ha offerto un sensibile contributo all’attività svolta dalla Guardia di Finanza a tutela non solo degli interessi economico-finanziari del Paese, ma, più in generale e in un’ottica eminentemente sociale, della stessa collettività nazionale e comunitaria. Un dato per tutti ne testimonia l’importanza: la sala operativa di Torino ha registrato dall’inizio dell’anno oltre 5mila chiamate.

il Giornale del Piemonte • Giovedì 18 settembre 2008 - Cronaca pag. 3

mercoledì 17 settembre 2008

DROGA: MARIJUANA NEL SEGGIOLINO BIMBI, ARRESTATO 26ENNE

Il nervosismo, dissimulato con la fretta di andarsene, lo ha tradito al controllo su strada, e quando i finanzieri hanno perquisito l'auto hanno trovato droga in un astuccio nascosto nel seggiolino per bambini che aveva sul sedile posteriore. Per un 26enne di Verzuolo, in provincia di Cuneo, fermato in auto in orario notturno nella zona di Torre San Giorgio (Cuneo), e' quindi scattata anche la perquisizione domiciliare: la guardia di finanza di Saluzzo, guidata dal tenente Doriana Dileo, ha trovato altra marijuana (per un totale di 36 grammi), nonche' otto piante e oltre cento semi di canapa indiana, in una serra artigianale, nell'orto di fianco alla casa. Il giovane e' stato arrestato con l'accusa di coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti per fini di spaccio; e' stato rinchiuso nel carcere di Saluzzo. La perquisizione domiciliare ha avuto un ulteriore sviluppo: durante l'intervento i finanzieri hanno notato, sul balcone di una casa vicina, alcuni vasi con piante di canapa di circa mezzo metro. Finita l'ispezione a casa del 26enne si sono cosi' trasferiti dal suo vicino: in questo caso il 32enne ha consegnato spontaneamente sei grammi di hashish, 40 grammi di foglie gia' essiccate e le quattro piante che teneva in casa. Per lui, che ha precedenti per detenzione di sostanze stupefacenti, e' scattata la denuncia a piede libero.


http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/2006/rep_nazionale_n_3312451.html?ref=hpsbdx2

domenica 14 settembre 2008

BRUNETTA CONFERMA: APPLICABILI ANCHE AI FINANZIERI LE NUOVE NORME SUI RIPOSI MEDICI

Per coloro che inspiegabilmente nutrivano ancora qualche immotivata speranza che le nuove norme sulle assenze per malattia (art. 71 del D.L. 112/2008) non fossero applicabili agli appartenenti alle Forze di Polizia ed alle Forze Armate, in nome di una improbabile quanto indefinibile “specificità” del personale, ci ha pensato il Ministro Brunetta a fugare qualsiasi dubbio.

Il responsabile della Funzione Pubblica ha infatti diramato la circolare nr. 8/2008 del 05/09/2008 (in corso di registrazione presso la Corte dei conti) nella quale vengono presi in considerazione alcuni aspetti dell’articolo 71; in particolare al par. 1 viene proprio trattata l’applicazione delle nuove norme al personale del comparto sicurezza e difesa. La circolare sottolinea che la legge di conversione del D.L. (legge n. 133 del 2008) ha introdotto dopo il primo comma dell’art. 71 il comma 1bis il quale stabilisce che: “Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano al comparto sicurezza e difesa per le malattie conseguenti a lesioni riportate in attività operative ed addestrative.”.

Paradossalmente, se prima era lontanamente possibile qualche dubbio sull'applicazione delle disposizioni anche per il comparto sicurezza, il governo introducendo quell’emendamento all’originale versione della norma ha tolto ogni perplessità; infatti il Ministro nella circolare 8/2008 puntualizza che trattasi di una esclusione nell’applicazione della nuova disciplina che riguarda, dal punto di vista soggettivo, il personale del comparto sicurezza e difesa e, dal punto di vista oggettivo, gli eventi di malattia conseguenti a lesioni riportate in attività operative ed addestrative.

Ne consegue quindi che in mancanza di uno dei due suddetti requisiti (quello soggettivo o quello oggettivo) non potrà applicarsi l’esclusione introdotta in sede di conversione: qualche esempio concreto.

Un appartenente all’ispettorato dell’INPS, sig. Tizio, mentre sta svolgendo una ispezione in un cantiere, inciampa nel materiale edile e si ferisce ad una gamba; il medico di base gli prescrive quindi un periodo di riposo di 10 giorni durante i quali si assenterà dal lavoro. In questo caso non potrà escludersi l’applicazione delle nuove norme trattandosi di dipendente pubblico non appartenente al comparto sicurezza e difesa: manca il requisito soggettivo (fatto salvo un trattamento più favorevole eventualmente previsto dai contratti collettivi dell’INPS, che sinceramente non conosco).

Se al posto di quell’ispettore INPS si fosse trattato del Finanziere Caio potrà invece non applicarsi l’art. 71 del Decreto Brunetta trattandosi appunto di dipendente pubblico appartenente al comparto sicurezza che ha riportato una lesione in attività operativa: siamo in presenza sia del requisito soggettivo che di quello oggettivo (in tale caso sorge però un dubbio su chi, come e quando debba far rilevare che la lesione è stata riportata in attività operativa: l’interessato o l’amministrazione d’appartenenza?)

Se però il medesimo Finanziere Caio contrae l’influenza con 10 gg di riposo medico perché contagiato dalla moglie, allora dovrà applicarsi completamente l’art. 71 senza alcuna deroga. Infatti anche se siamo in presenza del requisito soggettivo (dipendente pubblico del comparto sicurezza), manca quello oggettivo (lesione riportata in attività operativa o addestrativa).

Vi sono tuttavia molti aspetti che il Ministro Brunetta non ha ancora chiarito: innanzitutto cosa si intenda per lesione. Prendendo sempre come cavia lo sfortunato Fin. Caio, si ipotizzi che questi venga impiegato in un lungo turno di beni viaggianti durante il quale sia stato impegnato per ore sotto un micidiale acquazzone; la mattina dopo il nostro Fin. Caio si sveglia febbricitante tanto che il medico di fiducia gli prescrive 5 gg di riposo medico: il malessere di Caio può forse definirsi una “lesione” riportata in attività operativa? Oppure per lesione si deve strettamente intendere ciò che in gergo medico viene definita una “qualunque forma di trauma, ferita o colpo ricevuto o comunque una qualunque area del corpo ferita o che mostri segni di danneggiamento”?

L’enigma che forse più servirebbe dipanare, ma sul quale invece il Ministro non si sofferma nella circolare n. 8, è invece quali siano per gli appartenenti alle Forze di Polizia quella “indennita' o emolumento, comunque denominati, aventi carattere fisso e continuativo” che devono essere esclusi dal trattamento economico fondamentale per i primi 10 giorni di malattia (art. 71, comma 1).

La questione è di estrema importanza per il settore poiché una voce significativa del trattamento economico è composta dall’indennità mensile pensionabile la cui esclusione comporterebbe un grave danno economico per il personale ammalato.

Tra le altre questioni sommariamente trattate dalla circolare nr. 8 merita un cenno la precisazione per la quale la trattenuta opera per ogni episodio di assenza (anche di un solo giorno) e per tutti i dieci giorni anche se l’assenza si protrae per più di dieci giorni; nel caso di assenza per più di dieci giorni (ad esempio per undici giorni o più) i primi dieci giorni debbono essere assoggettati alle ritenute prescritte mentre per i successivi occorre applicare il regime economico normale.

Non resta che attendere ulteriori ragguagli da parte dei dicastero e possibilmente anche da parte delle Amministrazioni interessate che al momento sembra non abbiano diramato alcuna disposizione, anche se la norma è in vigore dal 25 giugno 2008.

Più sotto si tova il testo integrale dell’art. 71 del Dl Brunetta, come convertito in legge e pubblicato sulla gazzetta ufficiale, mentre di seguito il link che porta al testo completo della circolare nr. 8 del Ministro Brunetta:
http://www.siulp.it/Dinamiche/News_front/news_dl.asp?nomefile=307_circolare_8_9_2008.pdf

Infine una riflessione personale sulla politica riguardante i dipendenti pubblici ed i militari alla luce della riforma in questione; ancora una volta risalta il fatto che allorquando vi è da dare un giro di vite, si tratti di assenze o di regime pensionistico, i militari sono considerati ne più ne meno di tutti i dipendenti pubblici civili, mentre quando si tratta di diritti, come quello sindacale, allora il personale con le stellette viene considerato un diverso.

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Art. 71.Assenze per malattia e per permesso retribuito dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni




1. Per i periodi di assenza per malattia, di qualunque durata, ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nei primi dieci giorni di assenza e' corrisposto il trattamento economico fondamentale con esclusione di ogni indennità o emolumento, comunque denominati, aventi carattere fisso e continuativo, nonche' di ogni altro trattamento accessorio. Resta fermo il trattamento più favorevole eventualmente previsto dai contratti collettivi o dalle specifiche normative di settore per le assenze per malattia dovute ad infortunio sul lavoro o a causa di servizio, oppure a ricovero ospedaliero o a day hospital, nonche' per le assenze relative a patologie gravi che richiedano terapie salvavita. I risparmi derivanti dall'applicazione del presente comma costituiscono economie di bilancio per le amministrazioni dello Stato e concorrono per gli enti diversi dalle amministrazioni statali al miglioramento dei saldi di bilancio. Tali somme non possono essere utilizzate per incrementare i fondi per la contrattazione integrativa.
1-bis. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano al comparto sicurezza e difesa per le malattie conseguenti a lesioni riportate in attività operative ed addestrative.
2. Nell'ipotesi di assenza per malattia protratta per un periodo superiore a dieci giorni, e, in ogni caso, dopo il secondo evento di malattia nell'anno solare l'assenza viene giustificata esclusivamente mediante presentazione di certificazione medica rilasciata da struttura sanitaria pubblica.
3. L'Amministrazione dispone il controllo in ordine alla sussistenza della malattia del dipendente anche nel caso di assenza di un solo giorno, tenuto conto delle esigenze funzionali e organizzative. Le fasce orarie di reperibilità del lavoratore, entro le quali devono essere effettuate le visite mediche di controllo, sono dalle ore 8.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14 alle ore 20.00 di tutti i giorni, compresi i non lavorativi e i festivi.
4. La contrattazione collettiva ovvero le specifiche normative di settore, fermi restando i limiti massimi delle assenze per permesso retribuito previsti dalla normativa vigente, definiscono i termini e le modalità di fruizione delle stesse, con l'obbligo di stabilire una quantificazione esclusivamente ad ore delle tipologie di permesso retribuito, per le quali la legge, i regolamenti, i contratti collettivi o gli accordi sindacali prevedano una fruizione alternativa in ore o in giorni. Nel caso di fruizione dell'intera giornata lavorativa, l'incidenza dell'assenza sul monte ore a disposizione del dipendente, per ciascuna tipologia, viene computata con riferimento all'orario di lavoro che il medesimo avrebbe dovuto osservare nella giornata di assenza.
5. Le assenze dal servizio dei dipendenti di cui al comma 1 non sono equiparate alla presenza in servizio ai fini della distribuzione delle somme dei fondi per la contrattazione integrativa. Fanno eccezione le assenze per congedo di maternità, compresa l'interdizione anticipata dal lavoro, e per congedo di paternità, le assenze dovute alla fruizione di permessi per lutto, per citazione a testimoniare e per l'espletamento delle funzioni di giudice popolare, nonche' le assenze previste dall'articolo 4, comma 1, della legge 8 marzo 2000, n. 53, e per i soli dipendenti portatori di handicap grave, i permessi di cui all'articolo 33, comma 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104.
6. Le disposizioni del presente articolo costituiscono norme non derogabili dai contratti o accordi collettivi.

venerdì 12 settembre 2008

LA LIBERTÀ, VALORE INDISPENSABILE PER TUTTI


Il militare può essere un uomo libero? Il militare può esprimere il suo pensiero liberamente? Che cos’è la libertà? La libertà del militare è slegata o va di pari passo con il grado, con il ruolo o con l’eventuale posizione di potere occupata?
Sicuramente sono domande che l’uomo in generale da sempre si pone, ma proprio per questo credo che in ambienti come quelli militari, è importante fare delle considerazioni e tentare dare delle risposte.
Di termini quali professionalizzazione per consentire il passaggio delle Forze Armate, da “strumento militare basato sulla leva obbligatoria” a “strumento militare professionale”, si è fatto largo uso. Ciò al fine di far intendere, anche alla opinione pubblica, l’orientamento ad una maggiore efficacia nell’operare da parte del personale, con una conseguente riduzione di risorse economiche. Per forza di cose si è dovuta portare un’attenzione particolare sul personale. Si punta/tenta a “professionalizzarlo”, cioè a renderlo più tecnico, specifico, in quello che è il suo mestiere. Per questo si studiano corsi sempre più specialistici al fine di migliorare al massimo la destrezza con le armi e con tutta la strumentazione da usare oggi, sempre più sofisticata. Attraverso convegni, seminari, simposi, Generali, ma anche psicologi, sociologi, hanno studiato e studiano i sistemi migliori anche per stimolare al massimo la persona militare affinché questa reagisca positivamente a coloro che sono a capo dell’Istituzioni, e affinché questi abbiano le risposte che desiderano. All’uopo, si svolgono interessanti corsi, sia per i ruoli Ufficiali sia per i Sottufficiali, al fine di studiare i dinamismi psichici utili affinché da un determinato stimolo si possa avere una risposta. In questi anni, quindi, nonostante le difficoltà, sicuramente c’è stato tentativo affinché lo “Strumento militare” funzioni meglio e in particolare con più efficienza. Aspetti sicuramente positivi che però hanno fatto sì che nelle Scuole e nelle Accademie Militari, ci si è sempre più chiesto cosa si vuole che sappiano fare, produrre, rispondere gli allievi una volta completati i corsi. Ma ci si è mai sentita l’esigenza di sapere quale genere di persone si vogliono nelle Forze Armate e soprattutto quale genere di persone si vuole che escano dalle nostre scuole militari?
Quando, però, si considera l’attenzione verso “l’uomo” militare, e si cerca di far percepire la profondità dell’essere umano con le sue problematiche non trascurabili, questa profondità viene invece coperta sempre più facilmente da sovrastrutture come il nozionismo, il tecnicismo, formalismo ecc…., aspetti questi che non fanno altro che andare contro i valori e le virtù quali la libertà, la responsabilità, la volontà, la capacità di scegliere ecc. ecc… e, di conseguenza, la capacità di decidere e di compiere i propri doveri. Quanto detto, necessita di consapevolezza personale e di crescita interiore, che si rendono sempre più necessarie, se consideriamo l’uomo inserito nel contesto sociale, e quindi l’uomo come relazionato. Quante volte è stato detto anche seriamente: “tu esegui e obbedisci, non sei pagato per pensare!”. Di conseguenza, se non si può pensare non si può neanche esprimere il pensiero ad un collega e tanto meno scriverlo.
In questo senso sicuramente è importante invece fortificare interiormente il militare soprattutto in una prospettiva sociale, cercando di trovare quali possibilità ha lo stesso di crescere e sviluppare al meglio il suo potenziale, all’interno della convivenza.
Mi calo con un esempio in situazione. Alla Scuole Sottufficiali, almeno fino ad un recente passato, i “marinai” svolgevano corsi di formazione discreti sotto l’aspetto tecnico con periodi, però, nei quali si inculcava il concetto di gerarchizzazione in tutto anche nel senso dell’umano. Terminato poi il corso, c’erano i lunghi periodi di destinazione a bordo delle navi, dove questi concetti venivano esasperati a tal punto che nel piccolo passavano anche fra il maresciallo e il sergente e, quest’ultimo e il marinaio. Le diversità di trattamento negli aspetti sociali, purtroppo, vanno ancora oggi a consolidare determinati concetti (es. i quadrati/sale convegno dei soli Ufficiali, soli Sottufficiali e per marinai niente). Infatti, quando il personale “non direttivo” sbarca, dopo alcuni anni, avverte un senso di scoramento. Sente di contare poco e niente nella società perché professionalmente non si è mai relazionato con il mondo esterno e soprattutto viene a mancare, di fatto, quella organizzazione di bordo che sotto alcuni aspetti dà l’impressione di pensare a tutto (ad es. le pratiche di segreteria per le licenze per gli avanzamenti, le mense, il vestiario, la sistemazione alloggiativa ecc..). Si avverte l’incapacità addirittura di prendere delle decisioni. Nei vari trasferimenti di sede, ci si ritrova senza alloggio (neanche collettivo - ASC) con problemi burocratici da risolvere (cause di servizio, riscatti I.N.P.D.A.P., eventuale legge 100, bloccati in avanzamento senza sapere perché, ecc. ecc.). Aspetti che nessuno mai sistemerà al suo posto e naturalmente queste difficoltà sono principalmente per i “non direttivi/esecutivi”. È lampante che per gli Ufficiali Generali o Ammiragli tutto ciò è automaticamente risolto soprattutto però, con la “sentita” collaborazione di tanti “non direttivi”.
Ma che tipo di uomini militari abbiamo voluto? In una tale situazione come si può mettere in azione la propria volontà e ancor meglio volere la propria libertà di scelta? “Il margine più grande è da riservare alla libertà umana soprattutto se ad essa si riconosce il massimo di intensità del causa sui, ossia della scelta creante del proprio io.” La libertà, alla quale si fa cenno, sicuramente è quella interiore. Basti pensare all’emancipazione delle donne. Giuste conquiste sociali, ma così come in altri campi si è poco pensato ad una libertà interiore, quante di esse oggi sono veramente libere? “
Epiteto (un filosofo stoico, schiavo-emancipato, cioè reso libero) riferendosi alla politica del suo tempo, ma credo che sia un esempio attualissimo, evidenziava che fra un senatore condizionato dai consensi e compromessi e uno schiavo che era stato venduto 3 volte non c’era nessuna differenza. Credo che nell’affrontare questo specifico tema, è prezioso soffermarsi su un testo de “la leggenda del Grande Inquisitore” tratto da “I fratelli Karamazov” di Dostojevski. Più che la visione meramente cristiana del testo risalta il significato antropologico e umano di questo valore. La leggenda è ambientata nel XVI secolo in Spagna al tempo dell’inquisizione. Cristo si presenta a Siviglia, gli abitanti lo riconoscono e gli chiedono di guarire i malati. Ai primi miracoli, il Grande inquisitore, un cardinale di novant’anni fa arrestare Gesù. Di qui nasce il dialogo, anzi più un monologo del Cardinale che lo accusa di perturbare l’ordine stabilito facendo perdere agli uomini la loro libertà. Egli è convinto, infatti, che la libertà si possa realizzare solo a spese della libertà, perché l’umanità avverte la libertà come un peso che vuole lasciarsi dietro. In nome di essa ci sono state guerre, disordini, scempi, atrocità. Il grande inquisitore così si rivolgeva a Gesù: “Niente è stato più insopportabile agli uomini e alla società umana della loro libertà! …L’uomo non conosce preoccupazione più penosa di quella di trovare qualcuno al quale poter rimettere al più presto questo dono della libertà, con cui questa creatura infelice viene al mondo. Tuttavia può impadronirsi della libertà dell’uomo solo chi è in grado di tranquillizzarne la coscienza …Chi, infatti, deve dominare gli uomini, se non coloro che dominano le loro coscienze e nelle cui mani è il loro pane? Crederanno con gioia alla soluzione che daremo, perché li libererà dal grave fastidio e dalla terribile pena attuale di dover personalmente e liberamente decidere………… giacchè noi soli, noi che custodiremo il segreto, saremo infelici… Che colpa ne ha un’anima debole, se non ha la forza di accettare doni così terribili? …per l’uomo rimasto libero, non c’è preoccupazione più ostinata e più penosa di quella di trovare al più presto qualcuno da adorare. Però l’uomo tende ad adorare qualcosa, che sia elevato al di là di ogni dubbio, così sublime che tutti gli uomini siano pronti ad adorarlo ...Oppure ha dimenticato che la tranquillità e perfino la morte sono più care all’uomo della libera scelta tra il bene e il male?”. Sono delle parti di un’opera che scandaglia le profondità dell’animo umano. È faticoso essere coscientemente di fronte alla debolezza, quasi senza uscite, dell’uomo. Egli, infatti, non chiede solo un’autorità alla quale scaricare le responsabilità alleggerendo le proprie coscienze, ma anche che tutti faccino altrettanto. Infatti, è quando un’autorità viene riconosciuta da tutti, che svaniscono i dubbi sulla giustezza di un determinato comportamento. L’uomo, infatti, preferisce sbagliare nelle decisioni ed essere securizzato, anziché essere tormentato dal dubbio anche se ha preso la decisione giusta. “Gli uomini vogliono essere adulati, sopratutto riguardo alla loro fisionomia interiore; non amano chi li costringe a vedere la verità su loro stessi. Si vendicano su chi lo fa con schiettezza e senza nulla mistificare”. Queste sono le motivazioni più profonde che spingono gli uomini alla fede per gli idoli e nei leader politici, che li alleviano dal dubbio e gli eliminano i rischi delle scelte. Nel nostro tempo, i governanti, gli scienziati o anche nel nostro caso determinati generali hanno questa funzione, cioè quella di esonerarci dalle scelte. Negli anni sono cambiate le autorità con le quali l’uomo si “libera della libertà”. Basterebbe, quindi, essere soddisfatti sotto l’aspetto economico, sollevarsi dal senso di colpa acquietando la coscienza ed essere uniti come un gregge, per eliminare così il problema “politico”. D’altro conto chi ha il potere, spesso è suo schiavo.
La libertà, alla quale si fa cenno, è chiaro quindi, non si riferisce né all’arbitrarietà del fare il proprio comodo vivendo alla giornata, né tanto meno all’arbitrarietà di fare quello che si vuole in forza di un potere economico, né pensare di affidarsi liberamente a un dio qualunque, tanto l’uno vale l’altro.
Chi è per ciò, l’uomo libero? Possiamo affermare che è colui che vive secondo la propria volontà non secondo quella degli altri. Ma “da noi” si vive come vogliono gli altri o si può vivere come si vuole, nel senso su inteso? Allo stesso tempo, tuttavia, è importante riaffermare che la libera volontà non deve essere confusa con il proprio capriccio. Infatti, nello scegliere di essere veramente liberi non si può fare a meno di fare la scelta di fondo e cioè di scegliere quel “io” che si vuole essere.
Libertà sia del militare in quanto è esecutore e sia dello stesso in quanto ha la possibilità dare ordini. Cioè si può essere condizionati perché cresciuti in un contesto che può rendere incapace di partecipare al proprio bene e al bene comune, ma si può essere anche condizionati dagli onori, del potere, del carrierismo, dell’arrivismo che porta a schiacciare umanamente chi, anche se con una funzione professionale da “esecutivo”, è pronto a sviluppare umanamente i propri talenti al servizio di tutti.
Per l’uomo è difficile comprendere quali sono le proprie azioni condizionate. Seneca, infatti, ci teneva ad evidenziare che riteneva fondamentale capire cosa veramente schiavizza l’uomo. I politici, gli amici del re, uomini di potere, così come oggi, erano tutti poco liberi, usando le sue parole: ”schiavo della schiavitù più splendida e magnifica”. Questi forti cenni alla libertà e quindi ad una delle fondamentali possibilità che ha l’uomo di umanarsi, ci fanno avvertire urgente la necessità di costruire un soggetto forte, robusto capace di decidere e scegliere in vera libertà il rapporto suo con ciò che lo circonda.
Soprattutto per i cosiddetti “esecutivi”, tale libertà è possibile principalmente nel modo di rapportarsi alle cose. Non è la “cosa” con cui ci si rapporta che nobilita o umilia, ma il proprio rapporto con la “cosa”. Cioè ad esempio la vita militare non deve piacere perché con quel superiore ci si trova bene o viceversa, ma perché con l’Istituzione e i suoi valori ci si rapporta con convinzione. Quindi, libertà, volontà, decisione, scelta, non sono altro che una strada per un irrobustimento della propria interiorità e soprattutto sono il passare ad un atto e non fermarsi ad una mera comprensione. Non si può pensare di capire tutto sull’agire interiore non muovendosi, non chiamandosi in causa. Quando l’io sceglie, attiva delle energie, per cui è assolutamente differente dall’io precedente, anche se è la stessa persona. Si sente la necessità di considerare queste responsabilità, non solo nella realtà del proprio vivere interiore, ma del proprio vivere in un contesto sociale e non solo, ma anche in relazione e all’interno di una convivenza sia piccola e sia grande come possono essere le nostre.
La libertà o meglio l’autonomia, come sopra espresso, non si oppone a relazione ma alla dipendenza e il pericolo è, che la giusta e pronta dipendenza funzionale e professionale, che deve esserci all’interno delle Forze Armate, si trasformi in una dipendenza umana di uomini da altri uomini o da altri “sistemi”, che ad esempio non accettano chi ha capacità umane elevate con un grado inferiore. Ciò porta a rigettare determinate verità, solo perché, espresse da chi non ha il titolo adeguato all’interno di quella struttura. Possono sembrare belle parole. Pensieri dotti per darsi un tono, o addirittura frasi fatte o qualunquiste. Ma perché ancora la categoria dei dirigenti (nel suo insieme) teme di rapportarsi con i “non direttivi/esecutivi” dal punto di vista umano? Esempi eclatanti sono ancora le scandalose separazioni nell’ambito degli Organismi di Protezione Sociale (vedi il caso della Marina di Taranto) dove anziché proteggere il sociale, si rimarcano le differenze di classe sociale fra gli Ufficiali, i Sottufficiali e solitamente i volontari non hanno neanche classe sociale (come per le spiagge o anche per i circoli ecc.. ecc..). Soprattutto da parte dei grandi maestri classici, era sempre considerata importante la cura della propria interiorità non fine a se stessa, quasi come un intimismo, ma nel contesto della convivenza. La “prova del nove” della propria crescita interiore la si riscontra nella convivenza, cioè nel muoversi all’interno di una relazione e quindi, in un confronto con l’altro. La struttura umana necessita della relazione, ma non in maniera classista e stagnante in un unico determinato livello sociale.
A scanso di equivoci a conclusione di tali riflessioni, e nel tentativo dare delle risposte sicuramente non definitive ma come punto di partenza, è importante sottolineare che la generalità è ciò che viene percepita. Purtroppo essa copre, invece, la profondità di tanti uomini e superiori di grado (la critica comunemente è rivolta a loro), che vedono nella relazione umana motivo di miglioramento, se c’è verità di intenti e verità d’animo (e di questo ne sono testimone). In ciò un esempio banale, ma per rifarci alla quotidianità, è la costituzione di uno stabilimento balneare unico nel dipartimento di Ancona voluto dalle Rappresentanze militari locali e dal Comandante in Capo pro-tempore, dove viene interpretata la direttiva del C.S.M.D. sugli aspetti di solidarietà e spirito di Corpo, oltre che di economia, dando dignità a tutti senza diversità di trattamento. Altro esempio è la serena e non scandalizzata risposta data dal Comandante delle Forze navali d’altura di Taranto alla richiesta di sindacalizzazione, proveniente da tutti i rappresentanti di bordo. Da tale risposta traspare, realmente, la capacità e lo stimolo al rapporto relazionale con il personale dipendente.
Inoltre, la libertà di cui si è trattato si riferisce all’interiorità non al libero arbitrio. Essa, quindi, non è di intralcio all’efficienza dell’Istituzione soprattutto quando è necessario agire con prontezza, ma anzi la coscientizzazione e la partecipazione ai valori, fanno sì che “l’obbedienza ceca” si trasformi in “obbedienza consapevole e cosciente”. Solo così si può mettere l’uomo militare in condizioni di compiere grandi gesti sia in “casi limite”, sia nella quotidianità.
A quali valori riferirsi? “C’è una situazione di squilibrio che si verifica nell’uomo per un’abnorme preponderanza di libertà sciolta da ogni riferimento a punti fissi e necessari”. In quanto militare appartenente ad una nazione di grandi tradizioni come l’Italia il personale motivo di orgoglio è quello di aver giurato su una Costituzione dai valori sempre attuali quali, la libertà, la democrazia, la dignità della persona in quanto tale e il bene della comunità con la quale si relaziona e verso la quale è al servizio. La libertà del militare è un valore inestimabile se, non è svincolata da qualsiasi riferimento, ed è, invece, ancorata saldamente a quei principi riportati nella Costituzione. Così si potranno avere uomini forti interiormente tali da affrontare anche situazioni drammatiche in teatri di guerra (in modo da non subire i disturbi psichici dei migliaia di soldati americani). Si avranno uomini veri e sinceri nei confronti dei superiori, senza timori di ripercussioni su carriere e trasferimenti. Si avranno, inoltre, collaboratori costruttivi e superiori di riferimento per i giovani, per una comunità miliare al servizio della nazione. In tutto questo c’è poco spazio a qualsiasi livello per chi intende usare un ruolo di potere per i propri scopi. Apprezziamo la bellezza di essere liberi, apprezziamo la bellezza di essere autentici, apprezziamo la bellezza di essere uomini (o persone umane), apprezziamo la bellezza di vivere da militari veri, anche se tutto ciò può avere un costo.
“Il rischio è bello se la speranza è grande!”(*).
Antonello Ciavarelli
antonellociavarelli@libero.it

(*) le citazioni in corsivo senza riferimento dell’autore, sono tratte dai testi di Edda Ducci Docente di filosofia dell’educazione.

lunedì 8 settembre 2008

BIELLA: IL COLONNELLO FAZIO LASCIA, DA ROMA ARRIVA BARCA


da Il Giornale del Piemonte di venerdì 5 settembre 2008

Biella. Sarà il tenente colonnello Paolo Cianciotta per qualche mese a comandare pro tempore la Guardia di Finanza di Biella quando verrà trasferito, nei prossimi giorni, l’attuale comandante, il colonnello Roberto Fazio. Il nuovo comandante sarà invece il colonnello Salvatore Barca, che giungerà dal comando generale di Roma. Infine, fra arrivi e partenze, va registrata anche quella di Marco Salvagno: è il nuovo tenente, 28 anni, che da qualche settimana comanda il Nucleo di Polizia tributaria della Gdf di Biella.
Roberto Fazio, in città, è riuscito negli ultimi tre anni a infondere un clima di serena operatività nel piccolo comando delle Fiamme Gialle di via Addis Abeba. Più volte i finanzieri di Biella sono balzati alla ribalta nazionale per inchieste di notevole spessore e per impensabili recuperi sotto l’aspetto fiscale. L’inchiesta «jack pot», grazie alla quale sono stati sequestrati migliaia di tagliandi del Gratta & Vinci fasulli e si è quindi evitato un danno enorme allo Stato, poi l’inchiesta «game over» con il sequestro di numerosi videopoker irregolari, il sequestro di migliaia di giocattoli cinesi che avrebbero creato non pochi danni ai bambini che li avessero maneggiati, poi l’inchiesta sulle contraffazioni col sequestro di migliaia di complementi d’abbigliamento.
Palermitano di nascita, 45 anni, laureato in Scienze della sicurezza economica e finanziaria, giurisprudenza e Scienze politiche, il tenente colonnello Fazio è stato trasferito in Lombardia dove comanderà il Gruppo di Milano.

venerdì 5 settembre 2008

II PRIMO MEETING DEI POLIZIOTTI GAY


«Basta clandestinità»: il 26 a Bologna decidono Statuto e iniziative
CORRIERE DELLA SERA del 02/09/08
TORINO - Si chiama «Polis aperta» e in Italia è la prima del suo genere: un'associazione che riunisce uomini e donne omosessuali in divisa, poliziotti, carabinieri, finanzieri, militari delle Forze Armate. Il 26 settembre si riunirà a Bologna il direttivo per la stesura di un nuovo statuto e la messa a punto di un programma di iniziative che faccia uscire i gay in uniforme dalla clandestinità. Un coming out collettivo per vincere i timori di «una discriminazione strisciante», dice Nicola Cicchitti, presidente di «Polis aperta».

Diritti Si chiama «Polis Aperta». Il presidente: troppe discriminazioni «Basta con la clandestinità». Agenti e militari fondano la prima associazione italiana. Venerdì 26 settembre, a Bologna, l'associazione riunirà il suo direttivo per darsi un nuovo Statuto.

Timori - Nicola Cicchitti, presidente di Polis Aperta: «Temiamo solo la discriminazione strisciante»

TORINO - Ministro La Russa aspettaci, stiamo arrivando. Poliziotti, Carabinieri, uomini e donne della Guardia di Finanza, dell'Esercito e dell'aeronautica gay e lesbiche escono allo scoperto anche in Italia, dopo una lunga stagione di incertezze e clandestinità. E venerdì 26 settembre, a Bologna, volteranno pagina: la loro associazione, «Polis Aperta», la prima e l'unica nel nostro Paese, riunirà il suo direttivo per darsi un nuovo Statuto e un programma di iniziative, in un grande coming out collettivo. Nonostante la decisione, presa anche in seguito alle pressioni degli altri gruppi europei, a cominciare dagli spagnoli di Gay-lespol che hanno organizzato l'ultimo raduno internazionale a Barcellona, è ancora molto difficile trovare gay e lesbiche in divisa disposti a parlare, e non a caso per alcuni è più facile che per altri: Vito Raimondi, torinese, è un finanziere come il triestino Nicola Cicchitti, presidente di Polis Aperta. «Per molti di noi - racconta - il timore non è quello di una ritorsione violenta, quanto della discriminazione strisciante. E il disagio per il machismo quotidiano che chi è in divisa è costretto a vivere, fatto di battute e di linguaggi, lo stesso che le donne entrate nell'esercito e in Polizia hanno contribuito a cambiare, senza tuttavia riuscire a cancellarlo». Oggi, gli aderenti a Polis Aperta che hanno un nome e un cognome e partecipano liberamente alle prime attività pubbliche dell'associazione sono circa duecento. C'è chi ha fatto il suo coming out personale pur essendo un Carabiniere, in uno dei corpi cioè ritenuti più tradizionali, e chi invece preferisce non comparire anche se nella vita fa il vigile urbano: «Non puoi sapere come reagiranno i superiori, ed è comunque difficile dimostrare che un trasferimento "punitivo" è arrivato perché si è scoperto che sei gay e non per "esigenze di servizio", come dice la motivazione ufficiale». La regola italiana, dunque, è «non chiedere, non dire»: «Mi è capitato di incontrare in discoteca colleghi che appena mi vedevano si giravano dall'altra parte - spiega Raimondi. Al Gay Pride di Biella ero con il mio compagno e un collega che fino a quel momento era rimasto ai margini della manifestazione vedendomi sotto 4 palco è venuto a salutarci. È stato un grande momento, la dimostrazione che dobbiamo renderci visibili». Una richiesta che viaggia anche attraverso la rete, negli appelli accorati di chi è entrato - dopo una richiesta e un filtro iniziale - nei gruppi di discussione del sito web.tisca-li.it/polisaperta. Scrive «Genova in divisa»: «Caro gruppo, faccio quest'ultimo tentativo poi la smetto, perché mi pare di essere rimasto l'unico in tutta la Liguria... Se c'è qualche collega di qualunque corpo, civile o militare, mi farebbe molto piacere scambiare idee con lui su come si vive e si lavora a Genova essendo gay e portando una divisa». Giulio, nuovo iscritto dal Sud, aggiunge: «Vorrei confrontarmi con altri militari che si trovano a vivere la loro omosessualità tra mille difficoltà nelle caserme italiane». Al ministro della Difesa, Polis Aperta chiede di poter essere riconosciuta come associazione mista e senza finalità sindacali, in modo da aggirare ogni divieto. All'ordine del giorno di Bologna c'è anche un programma di incontri e l'elezione di delegati regionali. Ma, soprattutto, l’idea di poter cambiare dall'interno una mentalità ancora prevalente tra le forze dell'ordine, creando gruppi di poliziotti gay («siamo una risorsa, non un problema») capaci di formare i colleghi insegnando loro a intervenire in caso di reati o violenze che riguardano gli omosessuali. Come già avviene in Spagna, dove sono i gay della Guardia Gvil a tenere corsi anti-discriminazione.

Vera Schiavazzi

La scheda Polis Aperta
È la prima associazione italiana di tutti i gay e lesbiche in divisa. Ovvero vigili, poliziotti, carabinieri e fiamme gialle. Ufficialmente l'associazione nasce il 26 settembre prossimo a Bologna. Gli aderenti con nome e cognome sono duecento. Il presidente di Polis Aperta è un finanziere triestino, Nicola Cicchitti. Il gruppo da tempo s'incontra su internet. Il sito è web.tiscali.it/polisaperta

martedì 2 settembre 2008

INCONTRO PRECONGRESSUALE SEZIONE FICIESSE TORINO




Giovedì prossimo 4 settembre, alle ore 20.30, presso la pizzeria "Venere" a Moncalieri in via Pastrengo n. 120, si terrà un incontro informale per discutere sulle varie prospettive della sede Territoriale di Ficiesse e sul congresso provinciale che dovrà eleggere i responsabili della Sezione.



E’ stato deciso di trovarsi in una pizzeria in quanto, attorno ad una tavola imbandita, ogni argomento viene affrontato sicuramente con un'ottica migliore.



L’incontro è aperto a tutti i soci, presenti e futuri; chi volesse intervenire può segnalarlo in questo blog o via email.



lunedì 1 settembre 2008

COMUNE DI TORINO E AGENZIA DELLE ENTRATE INSIEME CONTRO L’EVASIONE


Protocollo d’intesa sull’accertamento e il recupero di somme nascoste all’erario firmato a Palazzo civico da Città e Agenzia delle Entrate

Può anche accadere che uno stop non rispettato, un sorpasso azzardato o qualunque altra violazione del codice stradale commessa viaggiando a bordo di una lussuosa quattro ruote, se “pizzicati” dai vigili urbani, oltre alla multa sicura e forse qualche punto della patente, possano presto costare pure un esame della propria situazione fiscale. Da oggi, infatti, i dati in possesso della Polizia municipale possono essere comunicati all’Agenzia delle Entrate che, a sua volta, li può incrociare con i propri e verificare se il multato è solo un indisciplinato automobilista o è anche un evasore fiscale.

“Banche dati e controllo del territorio sono tra gli strumenti più efficaci nella lotta all’evasione” – come questa mattina, nel corso della presentazione del protocollo d’intesa sull’accertamento e il recupero di somme nascoste all’erario, hanno ricordato l’assessore al Bilancio e ai Tributi, Gianguido Passoni, e il direttore regionale dell’Agenzia dell’Entrate, Gianni Giammarino.

Il contrasto a tale fenomeno trova dunque negli enti locali in generale e, in particolare nel Comune di Torino, che per primo ha sottoscritto un impegno in tal senso con l’Agenzia delle Entrate, un potente alleato. L’accordo, in particolare, fissa le modalità operative della partecipazione alle iniziative anti-evasione. Una collaborazione destinata a portare nelle casse municipali una quota pari al 30% delle somme recuperate a titolo definitivo a seguito di segnalazioni che abbiano garantito il buon esito dell’accertamento fiscale.

Il primo settore di intervento riguarda gli ambiti di competenza della Polizia municipale. Si punta innanzitutto a scoprire chi affitta immobili in nero. Operazione da condurre attraverso un questionario che gli agenti di polizia municipale utilizzeranno negli ordinari controlli sul territorio per acquisire quelle informazioni utili all’Agenzia delle Entrate nell’ambito delle attività di controllo fiscale. Gli stessi vigili urbani potranno segnalare eventuali situazioni che facciano supporre casi di evasione fiscale legata a proprietà edilizie e patrimonio immobiliare di particolari categorie di contribuenti.
L’accordo prevede anche interventi specifici per smascherare le residenze fittizie all’estero, il commercio abusivo e il possesso di beni di lusso rilevanti di capacità contributiva superiore a quella dichiarata. In futuro, come previsto dall’intesa firmata questa mattina, altri settori comunali condurranno attività di collaborazione con gli uffici dell’Agenzia delle Entrate.
“Il significato dell’intesa – ha sottolineato Gianni Giammarino - è quello di aver stabilito una sinergia istituzionale per fare fronte comune contro l’evasione fiscale. Da oggi il Comune sarà un prezioso alleato del Fisco, a tutta vantaggio della collettività. Dagli enti locali – ha aggiunto l’assessore Passoni – può giungere un contributo determinante e l’accordo firmato quest’oggi darà risultati sicuramente importanti in termini di accertamento e recupero delle somme non versate all’erario. Mi auguro che l’esempio di Torino venga presto seguito da altri comuni.”

Mauro Gentile

TorinoClick – agenzia quotidiana del Comune di Torino


http://www.comune.torino.it/torinoclick/user.php?context=sezioni&submitAction=notiziarioDel&onlyModule=true&id=439&dataTC=08%20Luglio%202008%2019:11

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno