martedì 30 dicembre 2008

PER L’AVVOCATURA DELLO STATO IL TRASFERIMENTO INTERNO DI UN POLIZIOTTO VA SEMPRE MOTIVATO

Ministero dell'interno
Circ. 23-3-2007 n. 333-A/9803.A.5
Art. 7 legge n. 241 del 1990. Mutamento interno, di incarichi e funzioni del personale della Polizia di Stato. Parere dell’Avvocatura Generale dello Stato.
Emanata dal Ministero dell'interno, Direzione centrale per le risorse umane, Ufficio I - Affari generali.

In relazione alla problematica riguardante l'applicabilità delle garanzie partecipative contemplate dall'art. 7 della legge n. 241 del 1990, con riguardo alla comunicazione di avvio del procedimento amministrativo, nell'ipotesi di "trasferimenti interni" di appartenenti alla Polizia di Stato, che comportino solamente un mutamento di funzioni o di incarico nell'ambito della stessa sede di servizio, si ritiene di portare a conoscenza di codesti Uffici, anche ai fini di esigenze di uniformità nella gestione del personale, quanto di seguito indicato.
Con la legge 7 agosto 1990, n. 241 il legislatore ha generalizzato a tutti i procedimenti il principio del giusto procedimento, in armonia con il dettato dell'art.97 Cost., garantendo il diritto di partecipazione degli interessati. A criteri di crescente partecipazione e trasparenza è ispirata la riforma introdotta dalla legge 11 febbraio 2005, n. 15, che ha innovato la legge n. 241 del 1990. Gli artt. 7 e 8 della legge n. 241 del 1990 e successive modificazioni prevedono la comunicazione di avvio del procedimento ai soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti e a quelli che per legge debbono intervenirvi.
La legge n. 241 del 1990 ha inoltre statuito, quale corollario necessario del criterio della trasparenza, l'obbligo di motivazione espressa per tutti i provvedimenti amministrativi, compresi quelli concernenti l'organizzazione amministrativa ed il personale, espressamente menzionati dall'art. 3 della citata legge.
Questo Dipartimento ha richiesto il parere dell’Avvocatura Generale dello Stato, in ordine alle garanzie procedimentali da assumere in occasione di “movimenti interni” del personale della Polizia di Stato.
Al riguardo, la citata Avvocatura ha premesso che la giurisprudenza, con specifico riferimento al personale della Polizia di Stato, si è più volte espressa nel senso che il passaggio da un ufficio all'altro nell'ambito della stessa sede (coincidente con l'ambito territoriale del Comune) non costituisce un trasferimento in senso tecnico, ma integra solo una modalità di estrinsecazione dei profili organizzativi del servizio, sicché non richiede le medesime garanzie procedimentali - quali la comunicazione di avvio del procedimento - previste per i trasferimenti in senso stretto. Il trasferimento da un ufficio ad altro, nell'ambito della stessa città, si pone come "trasferimento interno", che rientra fra i normali poteri organizzativi nei quali vengono in considerazione scelte e assetti organizzativi che attengono specificatamente alle competenze dell'Amministrazione e alla sua esclusiva sfera di valutazione discrezionale, a differenza di quanto si riscontra nei trasferimenti da una sede all'altra.
Va sottolineato, tuttavia, che rimane fermo l'obbligo di fornire l'informazione sindacale preventiva, posto dall'art. 25 comma 2 lett. B D.P.R. 18 giugno 2002 n. 164 riguardo ai criteri generali e alle conseguenti iniziative concernenti la mobilità interna del personale, agli organi centrali delle OO. SS. firmatarie dell'accordo recepito dal D.P.R. n. 164 del 2002 (art. 25 c. 3) nonché di acquisire il nulla osta dell'OO.SS. di appartenenza prima di disporre, a norma dell'art. 36 c. 1 del D.P.R. n. 164 del 2002, il trasferimento in uffici diversi da quelli di appartenenza, nell'ambito della stessa sede di servizio, del segretario nazionale, regionale e provinciale delle OO.SS. delle Forze di Polizia rappresentative sul piano nazionale.
Pertanto, a parere dell’Avvocatura Generale, si può affermare che il “trasferimento interno” di personale, che comporti un semplice mutamento di funzione o di incarico, fra quelli compresi nella qualifica di appartenenza, nell’ambito della stessa sede di servizio (coincidente con il territorio del Comune), non debba essere necessariamente preceduto dalla comunicazione di avvio del procedimento.
Allo stato attuale dell'orientamento giurisprudenziale, invece, per il trasferimento interno di personale della Polizia di Stato, che comporti un semplice mutamento di funzione o di incarico, si pone su un piano diverso il dovere di motivazione, previsto in termini generali dall'art. 3 della legge 241/1990 anche con riferimento ai provvedimenti concernenti l'organizzazione amministrativa e il personale; sicché non può essere derogato neppure riguardo ai semplici "trasferimenti interni" e per i quali, pertanto, valgono i principi relativi all’obbligo di motivazione.
In linea generale, quindi, argomenta l’Avvocatura, “il trasferimento ad altro incarico nello stesso ufficio o, comunque, nell'ambito della stessa sede di servizio del personale della Polizia di Stato non potrà essere motivato solo con riferimento a generiche esigenze di servizio, ma occorrerà dare contezza in modo puntuale delle ragioni che lo hanno determinato. Solo quando sussistano esigenze di riservatezza tali che l'esternazione puntuale delle specifiche ragioni del trasferimento possa compromettere operazioni di sicurezza o programmi di impiego del personale sarà possibile limitarsi a richiamare, nel provvedimento, le esigenze di servizio, giustificando la sintetica motivazione con ragioni di riservatezza”.
Si ritiene di sottolineare l’importanza che riveste, anche in sede giurisdizionale l’obbligo della motivazione ed i limiti estrinseci sopra richiamati.Si confida nella consueta collaborazione per un’attenta valutazione e applicazione delle indicazioni fornite.

per il Capo della Polizia Direttore generale della pubblica sicurezza
Il Direttore centrale per le risorse umane
Calvo

sabato 27 dicembre 2008

ANCHE IN PIEMONTE “UNA SPERANZA PER MADDALENA”

“UNA SPERANZA PER MADDALENA” RACCOLTA DI FONDI PER DARE UN FUTURO MIGLIORE ALLA PICCOLA FIGLIA DI UN MARESCIALLO GDF IN SERVIZIO IN TOSCANA



LETTERA A FICIESSE DEI GENITORI DELLA PICCOLA MADDALENA
In questi ultimi mesi abbiamo ricevuto da colleghi e amici tramite l'Associazione Ficiesse tanta solidarietà e affetto che si sono materializzati in un contributo che aiuterà a tenere viva la speranza di noi genitori di vedere nostra figlia Maddalena avere un futuro migliore.
Grazie di cuore a Ficiesse e a tutti i colleghi e amici.
Con affetto e riconoscenza
I GENITORI DI MADDALENA


ELENCO ANALITICO DEFINITIVO
DELLE SOMME RACCOLTE DALL’ASSOCIAZIONE FICIESSE



06.11.2008 – Ficiesse nazionale euro 500.00
06.11.2008 – G.F. (Roma) euro 100.00
06.11.2008 – M.G.M. (Roma) euro 10.00
06.11.2008 – R.M. (Milano) euro 10.00
06.11.2008 – L.M. (Milano) euro 10,00
06.11.2008 – C.M. (città non indicata) euro 25.00
10.11.2008 – V.G. (Rivoli) euro 15.00
10.11.2008 – D. S. S.(città non indicata) euro 20.00
10.11.2008 – D.L.M. (Domodossola) euro 200.00
10.11.2008 – R.A. e A.E. (Acqui Terme) euro 50.00
10.11.2008 – M.G.G. (Monfalcone) euro 15.00
10.11.2008 – G.E. (Nocera Inferiore) euro 10.00
10.11.2008 – C.P. (città non indicata) euro 05.00
10.11.2008 - R.M. (città non indicata) euro 30.00
11.11.2008 – B.F (Sona) euro10.00
11.11.2008 – D.P.A. (Trieste) euro 20.00
11.11.2008 – M.M. (Porto Ceresio) euro 50.00
11.11.2008 – T.M e M.L. (Mezzolombardo) euro 100.00
11.11.2008 – G.A. (Merano) euro 30.00
11.11.2008 – M.S. e G.R. (Palermo) euro 15.00
11.11.2008 – F.C. e M.G. (Pontoglio) euro10.00
11.11.2008 – C.G. e M.G. (Bologna) euro 100.00
11.11.2008 – L.C.M. (città non indicata) euro 10.00
11.11.2008 – P.O. (città non indicata) euro 50.00
12.11.2008 - R.G.S. e C.M. (città non indicata) euro 25.00
12.11.2008 - R.C. e V.S. (città non indicata) euro 50.00
12.11.2008 - C.V. (città non indicata) euro 20.00
12.11.2008 - D.A. (città non indicata) euro 10.00
13.11.2008 - D.L.A. e O.A. (città non indicata) euro 20.00
13.11.2008 - T.A. (Tricase) euro 10.00
13.11.2008 - D.P. A. (Trieste) euro 20.00
13.11.2008 - F.C. e B. M. (città non indicata) euro 10.00
13.11.2008 - D.C.A. e T.C. (città non indicata) euro 50.00
14.11.2008 - M.F. (Mesagne) euro 5.00
14.11.2008 - A.N.F. (città non indicata) euro 150.00
14.11.2008 - F.C. (Lanzo d'Intelvi) euro 50.00
15.11.2008 - P.V. e S.C (città non indicata) euro 30.00
15.11.2008 - A.M. e D.C.A. (città non indicata) euro 50.00
16.11.2008 - C. e B. (città non indicata) euro 100.00
16.11.2008 - B.W. (città non indicata) euro 10.00
18.11.2008 - Z.A. (Villafranca) euro 10.00
19.11.2008 - M.B. (Piacenza) euro 20.00
19.11.2008 - D.P.R. e C.M. (Roma) euro 10.00
19.10.2008 - F.G. e A.T. (Carini) euro 10.00
19.10.2008 - R.L. (Bari) euro 50.00
20.11.2008 - T.A. e R. A. (Roma) euro 20.00
20.11.2008 - F.G. e M.S. (Rocca Priora) euro 30.00
21.11.2008 - V.M. e O.C. (Albano Laziale) euro 50.00
22.11.2008 - S.F. (Sestu) euro 160.00
22.11.2008 - M.D. e R.G. (Messina) euro 20.00
19.11.2008 - G.A. e G.L. (Pelezzano) (SA) euro 170.00
19.11.2008 - F.M. e P.C.( 00118 RO) euro 50.00
22.11.2008 - P.E. (Torino) euro 100.00
26.11.2008 - S.I. e T.S. (Aquileia) euro 50.00
26.11.2008 - S.S. e D.M.J. (città non indicata) euro 30.00
26.11.2008 - l.m. e M.E. (Roma) euro 20.00
7.11.2008 - A.G. (Roma) euro 20.00
13.11.2008 - A.F. (Capaci) euro 20.00
19.11.2008 - E. S. (Imperia) euro 30.00
28.11.2008 - L . A. (città non indicata) euro 50.00
28.11.2008 - P.A. e B.C. (Stagno) euro 20.00
28.11.2008 - D.L. A. (città non indicata) euro 50.00
01.12.2008 - P.V. (Ciriè) euro 30.00
01.12.2008 - A.G. (Roma) euro 30.00
03.12.2008 - G.M. + colleghi (Savona) euro 175.00
05.12.2008 - M.G. e M.E. (città non indicata) euro 10.00
03.12.2008 - S. M. (Monopoli) euro 50.00
02.12.2008 - C.B. e A. E. (Alassio) euro 20.00
05.12.2008 - T.C.V. (città non indicata) euro 20.00
05.12.2008 - B.D. (Cairo Montenotte) euro 100.00
09.12.2008 - M.P. e D.G.A. (città non indicata) euro 50.00
09.12.2008 - F.L. (città non indicata) euro 40.00
09.12.2008 - Z.A. (Villafranca di Verona ) euro 20.00
09.12.2998 – S.G. (città non indicata) euro 10.00
10.12.2008 - B.L. e C. E. (città non indicata) euro 50.00
10.12.2008 - B. C. e D.M.G. (Roma) euro 50.00
10.12.2008 - P. M. (Grazzanise) euro 50.00
10.12.2008 - M.S. e G. S. (città non indicata) euro 10.00
11.12.2008 - C. I. e L.B.D.(città non indicata) euro 50.00
11.12.2008 - D.N.A. e E.E. (Porotto) euro 10.00
11.12.2008 - D.M.S. e M.V. (città non indicata) euro 10.00
11.12.2008 - C.G.(città non indicata) euro 10.00
11.12.2008 - Sezione Ficiesse Genova euro 115.00
12.12.2008 – M.F. (Palmanova) euro 20.00
12.12.2008 – A.A. (Milano) euro 20.00
12.12.2008 – M.R. e i colleghi di Sellia Marina euro 107.00
12.12.2008 – G.L. (Lodi) euro 50.00
15.12.2008 – I.S. (Ercolano) euro 20.00
15.12.2008 – I.M. (città non indicata) euro 10.00
16.12.2008 – B.C. e M.B.R. (Aosta) euro 15.00
16.12.2008 – G.C (Mantova) euro 70.00
17.12.2008 – C.R. (città non indicata) euro 10.00
17.12.2008 – O.F. (città non indicata) euro 50.00
17.12.2008 – G.C. e B.C. (Roma) euro 10.00
17.12.2008 – B.D. (città non indicata) euro 15.00
17.12.2008 – Sezione Ficiesse Torino euro 230.00
18.12.2008 – S.R. (città non indicata) euro 15.00
18.12.2008 – S.L. (città non indicata) euro 10.00
18.12.2008 – D.R. e S.G. (Merine) euro 10.00
18.12.2008 – A.B. (Gaeta) euro 40.00
18.12.2008 – Sezione Ficiesse Pratica di Mare euro 320.00
19.12.2008 – L.S. e U.L (Milano) euro 10.00
19.12.2008 – G.S. e S.E. (città non indicata) euro 10.00
19.12.2008 – S.E. e R.M. (Cassino) euro 20.00
19.12.2008 – A.M. e P.N. (Verona) euro 50.00
19.12.2008 – S.G. e colleghi (Bergamo) euro 98.00
19.12.2008 – G.A. e S.A. (S.Cesario di Lecce) euro 100.00
19.12.2008 – N.G. (città non indicata) euro 50.00
19.12.2008 – T.I. e P.S. (città non indicata) euro 40.00
19.12.2008 – T.G. (città non indicata) euro 20.00
19.12.2008 – P.R. (città non indicata) euro 20.00
19.12.2008 – R.M. (città non indicata) euro 20.00
19.12.2008 – B.D. (città non indicata) euro 20.00
22.12.2008 – M.T. e P.R. (Quartu S. Elena) euro 25.00
22.12.2008 – C.D.P. (Giovinazzo) euro 20.00
22.12.2008 – B.G. e R.S. (Busto Arsizio) euro 10.00
22.12.2008 – Sezione Ficiesse Modena euro 300.00
23.12.2008 – A.F. (Corridonia) euro 35.00
23.12.2008 – R.G. e F.M. (Ceregnano) euro 20.00
23.12.2008 – C.C. e B. R. (Massafra) euro 20.00
23.12.2008 – M.G. (città non indicata) euro 20.00
23.12.2008 – D.G.P. (S. Stefano di Calastra) euro 10.00

Totale euro 5.855.00

venerdì 19 dicembre 2008

IL LAVORO DIMENTICATO DAL 1991: COME TUTELARE LA DIGNITÀ DELLA PROPRIA PERSONA

Ho sentito alcuni amici manifestare seri dubbi sulle azioni intraprese circa la vicenda del recupero degli straordinari: Le ore di straordinario in questione “meritano” tanta attenzione? Vale la pena curarsi di queste poche centinaia di finanzieri?
Anche se personalmente non sono direttamente interessato alla faccenda in quanto non ho fatto ricorso per le ore tagliate, credo proprio che meriti attenzione perché penso che non si tratti solamente degli interessi di alcuni ma dei diritti di tutti: vado a spiegarmi meglio riassumendo molto semplicemente la vicenda come la vedo io.
Prologo: alcuni finanzieri facevano molto straordinario, senza che i diretti superiori pare avessero nulla da eccepire; le ore tagliate non venivano fatte recuperare ed a fine anno si sperava nel pagamento; quelle che non venivano però pagate finivano nel dimenticatoio, come non esistessero più, perché erano ormai erano trascorsi i tre mesi previsti dal vecchio regolamento per il loro recupero (ora è entro l’anno successivo).
A qualcuno, che aveva parecchie ore nel dimenticatoio, è venuto un dubbio “Ma possibile che queste ore siano perse per sempre? Se non ce la hanno fatte recuperare, chiediamo allora il loro pagamento.”
I ricorsi hanno poi avuto gli esiti noti: le ore non sono pagabili ma semmai recuperabili. Secondo me si tratta comunque di una vittoria per i ricorrenti visto che sono ore che avrebbero altrimenti perso per sempre.
Ma è anche una vittoria per coloro che il ricorso non l’hanno fatto, intanto perché da allora le ore tagliate non cadono più nell’oblio e perché i giudici hanno affermato che il recupero non può decadere in base a regole imposte dall’amministrazione. I giudici hanno anche affermato che è ipotizzabile una responsabilità amministrativo/contabile in capo ai dirigenti che hanno autorizzato, senza provate ed urgenti necessità operative, ore di lavoro straordinario oltre il monte-ore finanziato.
Peccato che si sia preso in considerazione solo che i ricorrenti possono (ma dopo 12 anni!!) recuperare le ore tagliate e che non vi è nessun responsabile per quanto avvenuto.
Cosa ne conseguirebbe per il futuro di tutti se si imponesse tale principio? Che chiunque può essere obbligato a fare straordinario (trattasi di militari), anche senza alcuna necessità reale e concreta (tanto pare non vi siono responsabilità dell’ordinatore del servizio), senza alcuna contrattazione dei diversi monti ore di reparto e di categoria (in quanto privi di sindacati), senza remunerazione (perchè le ore sono solo recuperabili) e senza libertà di disporre del proprio tempo (perché il recupero deve svolgersi secondo le regole imposte dall’amministrazione).
Ecco perché è opportuno difendere le ragioni di tutti i ricorrenti a prescindere: perché oggi il problema è loro ma domani può essere di chiunque; ed ecco perché l’attenzione si è andata focalizzando l’attenzione su due questioni conseguenti e sottolineate più volte dal Consiglio di Stato: la responsabilità degli ordinatori e l’imprescrittibilità del diritto al riposo.
La prima questione spetta alla Corte dei Conti la cui funzione è accertare l’esistenza di lesioni degli interessi erariali; inoltre sono stati interessati i mass media e la politica da alcuni singoli cittadini. Per la seconda bisogna porre l’accento sul diritto di tutto il personale a fruire di tutte le ore tagliate sin dall’introduzione dello straordinario avvenuta nel 1991.
Già…perché non si deve trascurare che l’amministrazione ha ammesso per i ricorrenti il recupero di ore risalenti al 1996 anche frazionate in cinque anni!!! Modalità peraltro non contemplata dall’attuale contratto.
Non si comprende però a questo punto quale sarebbe la differenza tra lo straordinario dei ricorrenti e quello di tutto il resto del personale che non ha fatto ricorso. Ecco perché tutti i militari potrebbero presentare una istanza per avere cognizione di quante sarebbero le ore di straordinario “dimenticate” dal 1991 ed eventualmente chiederne il recupero.
Per coloro che avevano fatto ricorso il dato che interessa riguarda naturalmente solo gli anni non oggetto del contenzioso.
Ciascuno valuterà se tutelare o meno la dignità della propria persona e la reintegrazione della sfera psico-fisica, lesa dalle prestazioni lavorative in più rese... non sono parole mie... lo ha detto il Consiglio di Stato.

SIGLATA LA PREINTESA SULLA "CODA CONTRATTUALE"


SICUREZZA: SAP, ACCORDO PER CONTRATTI FORZE DELL'ORDINE


(ANSA) - ROMA, 18 DIC. - E' stata siglata in serata a Roma, al Dipartimento della Funzione Pubblica alla presenza del ministro Renato Brunetta, la preintesa sulla cosiddetta 'coda contrattuale' delle Forze di Polizia e Forze Arrmate, relativa al biennio 2006-2007.
Lo annuncia la Consulta Sicurezza, una delle principali organizzazioni di rappresentanza del Comparto formata da Sap (Polizia di Stato), Sappe (Polizia Penitenziaria) e Sapaf (Corpo Forestale).
In ballo c'erano 280 milioni di euro, stanziati nelle precedenti leggi finanziarie. La preintesa, che portera' nei prossimi giorni alla firma di un accordo ufficiale, prevede il riallineamento dell'assegno di funzione, una voce stipendiale importante, per gli agenti e gli assistenti di Polizia, per una somma di 781 euro lordi annui. Inoltre, la misura oraria dello straordinario viene incrementata di 1,5 euro con decorrenza primo dicembre 2008 e il buono pasto dei poliziotti passera' a 7 euro dal gennaio 2009. Altre misure importanti riguardano sempre l'assegno di funzione che, come incremento stipendiale, veniva fino ad oggi percepito dopo 17 e 29 anni di servizio: adesso sara' incassato dopo 17, 27 e 32 anni di lavoro prestati in Polizia, con evidenti benefici economici. Saranno inoltre pagati, ancora con riferimento all'assegno di funzione, alcuni arretrati a far data dal febbraio 2007 e dal gennaio 2008. Infine, 4,5 milioni di euro saranno utilizzati per sanare le decurtazioni stipendiali per malattia previste dal decreto Brunetta nel periodo maggio - dicembre 2008.
'E' una preintesa che ci soddisfa, anche perche' sottoscritta in un momento di difficolta' economica del nostro paese - hanno affermato al termine delle trattative a Palazzo Vidoni i leader della Consulta Sicurezza Nicola Tanzi (Sap), Donato Capece (Sappe) e Marco Moroni (Sapaf) - Adesso lavoreremo per il nuovo Contratto e per il Riordino delle carriere, provvedimento per il quale il Governo ha ribadito il proprio impegno'.
(ANSA) 23.01

mercoledì 17 dicembre 2008

Sestriere isolata, in ventimila senza luce


Cresce l´allarme valanghe, chiesto l´intervento dell´esercito. Questa mattina sono attesi una tregua e l´arrivo del sottosegretario Bertolaso

di Marco Trabucco


Sestriere isolata da ieri pomeriggio per il pericolo di valanghe che hanno già bloccato l´alta valle Stura nel Cuneese, Prali e le alti valli di Lanzo nel Torinese, Macugnaga nell´Ossola e molti altri piccoli centri in montagna, ma anche sulle colline. Almeno 20 mila persone che da domenica sono senza elettricità.Diverse le frane sulle strade collinari dell´Astigiano e dell´Alessandrino, torrenti che sono usciti dagli argini un po´ ovunque, interrompendo alcune linee ferroviarie minori. Anche ieri la neve e la pioggia non hanno dato tregua al Piemonte e la situazione si è aggravata a tal punto che la presidente della Regione Mercedes Bresso ha convocato una giunta straordinaria per chiedere al governo la proclamazione dello stato di emergenza. Non solo: la Protezione civile, nonostante i quasi 2 mila volontari già mobilitati in questi giorni, ha chiesto l´aiuto dell´esercito per poter raggiungere in fretta le persone rimaste isolate. L´assessore regionale Luigi Ricca ha aggiunto di aver chiesto in prestito alla Lombardia cinque fresaneve: quelli in dotazione non bastavano ad aver ragione delle coltre nevosa che, in certe zone ha raggiunto l´altezza di 8 metri. Questa mattina finalmente il maltempo dovrebbe concedere una tregua. Ma la situazione, dopo quasi una settimana di precipitazioni ininterrotte, è davvero precaria come hanno spiegato Bresso (e gli assessori Ricca e Sibille) nella lettera inviata al governo per chiedere lo stato di emergenza. La missiva, indirizzata a Berlusconi e al responsabile della Protezione Civile Guido Bertolaso, parla di «eccezionali precipitazioni nevose sull´arco alpino piemontese con intensità di apporto giornaliero mai verificatosi negli ultimi 80-100 anni». Non solo: la nevicata iniziata sabato scorso ha portato il manto nevoso ad altezze variabili tra i 400-600 cm nel settore alpino di sud-ovest e a 600-800 cm nel settore occidentale, con pericolo di valanga molto forte». Il sottosegretario Bertolaso sarà questa mattina a Torino per un vertice operativo. La Regione ha anche deciso di sospendere sino al 31 dicembre la caccia nelle zone montane.
Anche i fiumi preoccupano: il Po nel Cuneese è uscito dagli argini: a Cavallermaggiore ha inondato la stazione, obbligando i treni a saltare la fermata. A Torino il livello dell´acqua è stazionario: chiusi i Murazzi, dove il fiume ha già coperto la banchina. In tutta la regione, i punti critici sono rappresentati dalle zone montane. Prali e Macugnana sono isolati a causa di valanghe cadute sulle strade. A Salbertrand, in val Susa, venti persone sono state evacuate per una slavina. E, un´altra enorme valanga, caduta in Valle Stura, ha interrotto il tratto di strada che dal comune di Vinadio porta al colle della Maddalena alla montagna. Nel Canavese, Ceresole è stata interessata da una valanga caduta su case vuote, mentre a Fenestrelle è caduta una slavina su alcune automobili.Nel Cuneese il maltempo ha colpito soprattutto nella zona di Saluzzo. Bloccate le linee ferroviarie e traffico automobilistico paralizzato nel monregalese, nelle valli Varaita, Gesso e Vermenagna per slavine. Chiusa per neve anche la ferrovia Cuneo-Nizza, isolata Limone Piemonte e senza luce elettrica migliaia di utenze. L´Enel sta lavorando in queste ore per riportare alla normalità la situazione, dopo che anche nell´Alessandrino, nel Verbano e nel Biellese, migliaia di famiglie hanno trascorso la notte al buio e senza riscaldamento. «Ancora una volta - protesta l´Uncem (l´Unione dei comuni di montagna) l´emergenza maltempo è stata aggravata dai disservizi di Enel e Telecom che, per insufficiente tempestività, hanno reso isolate e invivibili intere borgate. Ennesima riprova - osserva il presidente dell´Uncem Piemonte, Lido Riba - di un trattamento di seconda scelta che le grandi aziende riservano ai territori montani».

(17 dicembre 2008)

http://torino.repubblica.it/

Recupero straordinari tagliati e non retribuiti dal 1991


Come ben noto ai frequentatori del blog nonchè del Sito e del Forum di Ficiesse, il Consiglio di Stato con sentenze 279 e 280 del 2007, ha disposto nei confronti di oltre trecento militari delle FF.GG. piemontesi quanto segue:

omissis la fissazione in materia di alcuni principi fondamentali inderogabili, laddove manchi la formale autorizzazione preventiva allo svolgimento del lavoro straordinario (nell’intesa che tale situazione di mancanza del formale titolo autorizzativo deve considerarsi come eccezione e non come regola generale):

a) le prestazioni eccedenti l’ordinario orario di servizio devono essere sempre trovare fondamento in esigenze indifferibili ed urgenti, cui non può farsi fronte, almeno nell’immediatezza, con una nuova o diversa organizzazione del servizio e delle singole modalità lavorativa (ciò a pena di responsabilità amministrativa, contabile e/o gestionale dell’ufficiale o sottufficiale che ne consente l’espletamento);

b) i militari, cui è ordinato lo svolgimento di prestazioni lavorative eccedenti l’ordinario orario di lavoro, hanno diritto sempre al corrispettivo della loro attività che, previa preventiva informazione, consiste generalmente nel pagamento della relativa retribuzione, nei limiti del monte – ore per il quale vi è la relativa copertura finanziaria, ovvero nella maturazione di riposi compensativi corrispondenti alle ore di lavoro effettivamente prestati, eccedenti il limite del monte – ore retribuibile, da fruirsi compatibilmente con le esigenze di servizio, cioè contemperando ragionevolmente ed equamente le esigenze (anche psico – fisiche) del dipendente e quelle dell’organizzazione del lavoro e degli uffici, non potendo essere considerate legittime quelle eventuali disposizioni (di natura provvedimentale o regolamentare) che sottopongano l’effettivo godimento dei predetti riposi compensativi ad apposite formali richieste da prodursi in tempi e secondo procedure fissate unilateralmente dall’amministrazione militare, il cui mancato rispetto produce la perdita del beneficio stesso.

Le succitate sentenze, ormai consolidata giurisprudenza ammninistrativa, fissano quanto segue:

omissis In tal caso, invero, ferma la responsabilità amministrativa e disciplinare dei soggetti che tali prestazioni abbiano consentito od ordinato fuori dell’ordinario schema autorizzatorio e ferma, altresì, la non retribuibilità delle stesse in virtù della loro non riconducibilità ad un preventivo impegno di spesa per tale specifico titolo, devono comunque ritenersi spettare al dipendente interessato i corrispondenti riposi compensativi, a tutela della predetta dignità della persona ed a fini di reintegrazione della sua sfera psico-fisica, lesa dalle prestazioni lavorative in più rese, trattandosi di un vero e proprio diritto che, all’evidenza, non può essere sottoposto a decadenza per effetto della mera disciplina interna dell’Amministrazione
(tanto più quando i termini ivi previsti siano irragionevoli e arbitrari, l’onere della richiesta ivi previsto essendo da considerarsi solo come un semplice strumento per consentire all’Amministrazione di porre in essere le opportune misure per contemperare le proprie esigenze organizzative con il diritto al godimento dei riposi compensativi).


Il Cobar Piemonte, con delibera 6/40/X del 11/12/2008, ha invitato tutto il personale del Regionale Piemonte ( ma detto invito è estendibile al personale tutto del Corpo!!!) a farsi comunicare, per poi recuperare, le ore tagliate e non retribuite sin dal 1991 (anno d'introduzione in GDF dello straordinario) utilizzando un fac-simile allegato alle medesima delibera.

Sul sito intranet del Regionale Piemonte è disponibile il resoconto della delibera nochè il fac-simile succitato.

I fruitori del blog sono pregati dare ampia diffusione a quanto sopra..... a tutela della predetta dignità della persona ed a fini di reintegrazione della sua sfera psico-fisica, lesa dalle prestazioni lavorative in più rese... non sono parole mio... lo ha detto il Consiglio di Stato!!!

E io mi adeguo....

Ex Alto Fulgor

martedì 16 dicembre 2008

Perdas de Fogu

Un noir - inchiesta di Massimo Carlotto e del collettivo di scrittori "Mama Sabot". Centosessanta pagine veloci, asciutte, quanto inquietanti, in perfetto stile Carlottiano (ISBN 978-88-7641-841-9).
Il romanzo è frutto anche di una meticolosa inchiesta sui poligoni militari e sulle nanoparticelle, quelle particelle infinitamente piccole (dell' ordine dei nanometri, ossia dei miliardesimi di metro) e sui danni che esse possono causare all'uomo. L'appassionante lettura vale quanto un articolo tecnico sull'argomento e non pensiate che esso riguardi solo la terra in cui si svolge la storia, la Sardegna, perché riguarda tutti noi: chi vive vicino ad un inceneritore, chi usa un moderno motore diesel, chi va in missione per la Patria laddove si sparano proiettili all'uranio 238 ("depleted uranium").
Ho avuto già modo, anni fa, di occuparmi di questo argomento e mi capitò di evidenziare la pericolosità delle particelle nebulizzate ad altissima temperatura (più alta è la temperatura e più piccole sono le particelle, ma anche più pericolose, benché l'ambiente appaia "più pulito"). In seguito mi è anche capitato di vedere delle scansioni di cellule umane ed animali al microscopio elettronico ed ho letteralmente "visto con i miei occhi" i posti incredibili nei quali erano andate a ficcarsi le nanoparticelle: persino dentro al nucleo cellulare! Per chiunque abbia un minimo di buonsenso, sarà facile fare "due più due" e capire quanto esse possano essere teratogene e cancerogene (i militari esposti alle polveri di uranio impoverito nella ex Yugoslavia lo hanno provato a loro spese, checché dicano le varie commissioni istituzionali).
Per concludere, siamo a Natale, si ha più tempo e si devono fare regali, permettetemi di consigliarvi di buttare 15,00 € in questa lettura: http://www.ibs.it/code/9788876418419/carlotto-massimo-mama-sabot/perdas-de-fogu.html . Nick.

lunedì 15 dicembre 2008

LE RAPPRESENTANZE DEI COMPARTI SICUREZZA E DIFESA DIVISE SULLA CODA CONTRATTUALE: RESISTENZE SULL’AUMENTO DEL BUONO PASTO E DELLO STRAORDINARIO

Dalla lettura dei comunicati degli ultimi giorni trasparirebbero divisioni sulla destinazione da dare alle somme (200 milioni) stanziate dalla Finanziaria 2008: da un lato i rappresentanti delle varie rappresentanze sindacali ed anche del COCER della Guardia di Finanza (vgs la delibera 1/113/X del 3.12.08) che ribadiscono l’impegno previsto dalla stessa legge di bilancio di destinare le risorse all’aumento del valore dell’ora di straordinario e del buono pasto (elevabile a 7 €); dall’altra parte le rappresentanze militari di Forze Armate e Carabinieri che invece sembrerebbero preferire un aumento dell’indennità pensionabile.
Di seguito un esplicito comunicato del UILPS (Unione Italiana Lavoratori Polizia Di Stato) che rende bene l’idea.




DISONORARE LA FIRMA




Nella mattinata odierna, presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, si è tenuta la prevista riunione per la definizione delle “code contrattuali” del quadriennio normativo 2006-2009 e del biennio economico 2006-2007.
La UILPS è stata rappresentata dal Segretario Generale Sebastiano DI LUCIANO, dal Segretario Nazionale Nicodemo DE FRANCO e dal Dirigente Nazionale Alessandro GRILLI. La delegazione di parte pubblica è stata presieduta dal dr. Eugenio GALLOZZI, Direttore Ufficio per le Relazioni Sindacali delle Pubbliche Amministrazioni del Dipartimento della Funzione Pubblica. L'assenza di esponenti politici è stata evidente conseguenza della totale mancanza di ulteriori risorse stanziate dal Governo Berlusconi, da aggiungere a quelle stanziate dal Governo Prodi e destinate ad incrementare il valore della retribuzione del lavoro straordinario e dei buoni-pasto (200 mln di euro) ed il recupero dell'inflazione reale rispetto a quella programmata (80 mln di euro).
L'incarico di tutelare l'immagine e gli interessi governativi è stato assunto dal COCER dei Carabinieri, che ha chiesto di destinare all'incremento dell'indennità pensionabile (e quindi sostanzialmente alla c.d. specificità) tutte le citate risorse. Cerchiobottista l'intervento dei COCER delle Forze Armate.
Il Cartello, composto dalle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato (SIULP, SILP per la CGIL, SIAP-ANFP, CONSAP/Italia Sicura, FSP-UGL, COISP e UILPS, cui si è unito il COCER Guardia di Finanza), sostenuto da Polizia penitenziaria e Forestale, ha reiterato la richiesta di destinare rapidamente i fondi per gli scopi previsti dagli accordi già sottoscritti, respingendo il tentativo di utilizzarli per un istituto (la specificità appunto), che attende ancora di essere finanziato.
Apprezzabile la coerenza del dr. GALLOZZI, che ha richiamato i COCER dei Carabinieri a rispettare i patti. Egli ha poi presentato una documentata proposta di ripartizione delle risorse:
1. 80 milioni di € andrebbero ad incrementare il punto parametrale dello 0,39%;
2. dei 200 milioni di €, 120 andrebbero ad incrementare il valore medio dell'ora di lavoro straordinario di 1,5 € (pari al 60% della differenza con la retribuzione di tutti gli altri lavoratori), 20 andrebbero ad incrementare il valore del buono pasto da 4,65 € a 7 € e 60 sarebbero da destinare ad impieghi da definire.

La UILPS ha chiesto di riportare il valore dell'ora di lavoro straordinario ai valori previsti per tutti gli altri lavoratori, destinando a quello scopo i 200 milioni di cui al precedente punto 2, reperendo ulteriori risorse per incrementare dal 2009 anche il valore del buono pasto.

Le trattative proseguiranno martedì 16 dicembre p.v.

Roma, lì 10 dicembre 2008

LA SEGRETERIA NAZIONALE

mercoledì 10 dicembre 2008

CONTI CORRENTI DORMIENTI. Verifica il tuo cognome o quello dei tuoi cari.


Il D.P.R. n. 116/07 ha specificato i criteri per individuare, nell’ambito del sistema finanziario, i conti definibili come dormienti. Rientrano in tale categoria i rapporti contrattuali (depositi di somme di denaro; depositi di strumenti finanziari) in relazione ai quali non sia stata effettuata alcuna operazione o movimentazione ad iniziativa del titolare del rapporto o di terzi da questo delegati per il periodo di tempo di 10 anni decorrenti dalla data di loro libera disponibilità.

Le Banche e gli altri Intermediari hanno provveduto ad identificare i suddetti rapporti e a comunicare i relativi dati a questo Ministero. Va precisato che la qualificazione come “dormiente” di un determinato conto non pregiudica il diritto alla restituzione del titolare: quest’ultimo potrà richiedere la restituzione delle relative somme o alla Banca o all’Intermediario presso cui risulta tale rapporto o direttamente a questo Ministero, entro il normale termine prescrizionale, nel caso i relativi importi siano già stati trasferiti dalla Banca o dall’Intermediario al relativo Fondo.

Per consentirne la più ampia conoscibilità, secondo quanto prescritto dalla normativa di riferimento, è resa possibile la consultazione su questo sito dell’elenco dei conti considerati dormienti, come comunicati da Banche e Intermediari.


http://depositidormienti.mef.gov.it/

ULTERIORE INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SUI FINANZIERI PIEMONTESI MESSI A RIPOSO




ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00265


Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 16Seduta di annuncio: 97 del 03/12/2008

Firmatari
Primo firmatario: VIETTI MICHELE GIUSEPPE



Gruppo: UNIONE DI CENTRO

Data firma: 03/12/2008

Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 03/12/2008

Stato iter:
IN CORSO

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Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00265
presentata da
MICHELE GIUSEPPE VIETTI mercoledì 3 dicembre 2008, seduta n.097
VIETTI. -

Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:


dopo un lungo contenzioso di fronte alla giustizia amministrativa è prevalsa l'interpretazione che prevede il recupero delle somme corrisposte a titolo di compenso del lavoro straordinario svolto dai Reparti tecnici logistici amministrativi della Guardia di Finanza;

il provvedimento amministrativo interesserebbe, riferendosi solo al Piemonte, ben 351 famiglie di militari sulle quali graverebbe un onere imprevisto in un momento già particolarmente difficile per i bilanci delle famiglie italiane;

in particolare, l'Amministrazione chiederebbe il recupero di 557.961,86 euro a fronte di 83.546 ore di straordinario;

solo per il Piemonte, dunque, il monte di ore calcolato si tradurrebbe in un recupero di 51 giorni procapite, il che metterebbe a rischio di chiusura molti reparti -:


se non ritenga di trovare una equa soluzione che contemperi i diritti dell'Amministrazione e le esigenze delle famiglie dei militari interessati, anche per non pregiudicare l'operatività dei reparti coinvolti. (3-00265)

lunedì 8 dicembre 2008

NUOVA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SUL RECUPERO DEGLI STRAORDINARI



ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00742

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16


Seduta di annuncio: 99 del 05/12/2008
Firmatari
Primo firmatario: PALADINI GIOVANNI Gruppo: ITALIA DEI VALORI


Data firma: 05/12/2008


Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 05/12/2008
Stato iter:
IN CORSO


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Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-00742
presentata da
GIOVANNI PALADINI venerdì 5 dicembre 2008, seduta n.099


PALADINI. -
Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.


- Per sapere - premesso che:


dal 1991, anno di introduzione in GDF dell'orario straordinario, al 2000 le ore prestate oltre il monte ore assegnato, qualora non recuperate, venivano perse, ossia non pagate e non compensate;


nel 2000 alcuni finanzieri propongono sulla questione ricorso al TAR Piemonte e lo vincono: l'amministrazione non impugna e paga;


nel 2001 molti altri finanzieri (oltre 300) fanno ricorso, il TAR Piemonte dà loro ragione ed impone il pagamento;


l'amministrazione viene messa in mora e paga però, nel frattempo, si appella al Consiglio di Stato.


Stessa sorte per numerosi altri ricorsi sparsi per i vari TAR d'Italia (si tratterebbero di circa 3.000 finanzieri);


nel 2007 il Consiglio di Stato, dopo varie altre sentenze contraddittorie, imbocca una via univoca e statuisce che le ore di straordinario nella PA devono essere autorizzate preventivamente, altrimenti non devono essere pagate ma solamente recuperate;


agli inizi del 2008 il Comando Generale della GDF comunica ai Comandi Regionali che devono iniziare a recuperare le somme versate a titolo di pagamento degli straordinari e mettere a riposo il personale;


a questo punto però, il comando del Piemonte segnala come un tale provvedimento rischi di creare gravi disfunzioni al servizio nella regione dove i finanzieri interessati dal provvedimento erano il 9 per cento dell'intera forza, per circa 85.000 ore da recuperare;


a novembre 2008 il Comando Generale tira diritto e fa notificare la richiesta delle somme disponendo il recupero a riposo delle ore; intuibili le problematiche connesse all'esecuzione di tali provvedimenti in termini di difesa della sicurezza dei cittadini e lotta all'evasione sull'intero territorio nazionale;


l'intera vicenda così come le sentenze del Consiglio di Stato hanno dell'incredibile nella misura in cui non riconoscono come l'appartenenza al Corpo e l'esecuzione degli ordini, nella fattispecie lo svolgimento del proprio dovere anche oltre il normale orario di lavoro, siano giuridicamente vincolanti per i militari; in tal senso, appare configurabile una responsabilità amministrativa in capo all'ordinatore del servizio; ma anche quella che appare come una conquista, ossia la statuizione sancita dallo stesso Consiglio di Stato per cui il riposo compensativo è posto a tutela della dignità della persona ed è finalizzato alla reintegrazione della sua sfera psicofisica, lesa dalla prestazione lavorativa, che però è congrua solo se se ne usufruisce in un lasso di tempo ragionevole, appare qui alquanto anacronistico dal momento che in questa vicenda il recupero psicofisico avviene dopo 12 anni -:

  • se, nella situazione venutasi a creare, non siano riscontrabili responsabilità riconducibili ad un'impropria ed opinabile applicazione dei criteri di impiego del personale;


  • per quale motivo non si sia preventivamente provveduto a programmare nel tempo i riposi compensativi;


  • come si intenda tutelare il lavoratore che, in esecuzione del proprio dovere, ha prestato la propria opera oltre il normale orario di lavoro e, al momento, si vede addirittura costretto alla restituzione di quanto riconosciutogli non essendo peraltro nemmeno tutelato in termini di compensazione in base a quanto previsto dalla normativa vigente;


  • se, infine, non si ritenga che l'esecuzione di tali provvedimenti possa comportare gravi disfunzioni da un punto di vista della sicurezza dei cittadini e della lotta all'evasione, viste le già croniche carenze di organico. (5-00742)

domenica 7 dicembre 2008

LA LETTERA SU LA STAMPA RELATIVA AL “CASO STRAORDINARI”

Su “Specchio dei tempi” del 6 dicembre:”Per restituire gli straordinari fatti tra il 1996 ed il 2000 trecento finanzieri a riposo forzato (due mesi)”



CLICCA SULL'ARTICOLO


venerdì 5 dicembre 2008

PERCHÉ GLI ALPINI SE ABBIAMO I FINANZIERI A RIPOSO (Lettera pubblicata su EPOLIS)


Sicurezza di facciata

Simone Sansoni
Torino

Sono mesi che i cittadini vengono bombardati da messaggi allarmistici sulla sicurezza, che vengono sbandierati provvedimenti urgenti. Nelle città viene addirittura impiegato l’esercito al posto delle forze di polizia, come se fossimo un paese sudamericano degli anni '70. Mentre tutto ciò avviene, ad oltre 300 finanzieri piemontesi viene chiestopo di restituire le somme avute a titolo di compenso per il lavoro straordinario che hanno effettuato per il periodo relativo agli anni 1996-2000 e che il Tar aveva invece loro riconosciuto. In cambio, questi militari saranno messi a riposo compensativo: prima si ordina al personale di fare straordinario poi, invece di pagarlo, lo si mette a riposo! Nel frattempo il Ministro La Russa vuole pagare i soldati che pattugliano le città con una indennità aggiuntiva di 26 euro al giorno, invece di usare il personale già addestrato per fare questo. Ma allora dov’è tutto questo bisogno di sicurezza? Era necessario spendere milioni di euro per impiegare gli alpini contro la criminalità mentre si chiede la restituzione dei soldi ai finanzieri e li si mette a riposo? E la lotta all’evasione chi la farà in Piemonte? Forse i bersaglieri?

Cuneo - GdF sequestra ad un nomade villa da 2 mln di euro

La Compagnia della Guardia di Finanza di Cuneo ha sequestrato a un nomade di etnia Sinti una villa a Savigliano del valore di mercato di circa 2 milioni di euro: l'uomo aveva accumulato un patrimonio notevole senza aver mai dichiarato al fisco nessun tipo di reddito.

I finanzieri hanno ricostruito le disponibilità economiche dell'uomo, già pluripregiudicato, con condanne definitive anche per ricettazione e furto. La villa, che si trova nel territorio del comune di Savigliano, è di recente costruzione e si estende su 600 metri quadri e su più piani: era intestata alla figlia del nomade, giovane disoccupata, residente presso il campo nomadi di Cuneo.

La sproporzione emersa tra il patrimonio immobiliare dello zingaro e l'assenza di redditi legittimamente prodotti, ai sensi della legislazione in vigore, consente di considerare le disponibilità come provento di attività illecite. La legge prevede che nei casi di condanna per gravi delitti sia sempre disposta la confisca dei beni di cui il condannato non possa giustificare la provenienza e il cui valore risulti sproporzionato al reddito dichiarato ai fini delle imposte dirette o alla sua attività economica.

Le Fiamme Gialle di Cuneo hanno sottoposto alle valutazioni della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Torino l'adozione di un provvedimento di confisca dell'imponente villa di Savigliano, che ha un valore di mercato stimato pari a circa 2.000.000 di euro. La Corte d'Appello, avallando la richiesta della Procura Generale, ha già emesso il provvedimento di confisca, subito eseguito dai militari.

http://www.cronaca24.org/cronaca/piemonte-cuneo-gdf-sequestra-a-nomade-villa-da-2-mln-di-euro---notizie/

giovedì 4 dicembre 2008

LA REPUBBLICA RICONOSCE E GARANTISCE I DIRITTI INVIOLABILI DELL'UOMO (?)


MARESCIALLO AERONAUTICA RISCHIA DEGRADAZIONE PER AVER GODUTO DEI DIRITTI COSTITUZIONALI






Roma, 3 dic - Come promesso nell'articolo pubblicato il 27 novembre , che faceva riferimento ad un "maresciallo degradato colpevole di idee", GrNet.it pubblica una lettera pervenutaci dall'Avv. Giorgio Carta, che conferma la notizia, mantenento il dovuto riserbo sulle generalità del suo assistito.

Carissimo Direttore,in relazione alla pubblicazione sul quotidiano La Stampa del 27 novembre scorso, nella rubrica “Posta, Risposta” diretta da Lucia Annunziata, della lettera dal titolo “Degradato maresciallo colpevole di idee”, che Lei ha meritoriamente riportato sul sito web Grnet.it , voglio precisare che il caso lì denunciato è purtroppo vero. Il maresciallo in questione, del quale non posso fare il nome, appartiene all’Aeronautica Militare e la sua sorte (sotto il profilo disciplinare) sembrerebbe – come sempre accade in tali circostanze – ormai segnata. L’Autorità militare che ha intrapreso il procedimento nei suoi confronti, lo ha da ultimo deferito al giudizio della Commissione disciplinare affinché si esprima sul quesito se il militare sia o meno meritevole di conservare il grado.La richiesta di punire il mio assistito con la massima sanzione della perdita del grado, cui consegue la cessazione del rapporto di lavoro, è assolutamente paradossale. Le accuse che l’Aeronautica gli rivolge, infatti, muovono dalla negazione di taluni diritti costituzionali, quali la libertà di pensiero e di opinione, che il legislatore ha invece riconosciuto anche in seno all’ordinamento militare. E’allora paradossale che le Forze Armate Italiane, che si ripromettono di esportare all’estero i principi della democrazia e della convivenza civile, non li rispettino però in casa propria.Il maresciallo in questione, di cui ho potuto apprezzare la non comune cultura, specie giuridica, e che è molto noto all’interno delle Forze Armate per la sua attenta e meritoria (aggiungerei coraggiosa) attività di informazione e di analisi delle problematiche che affliggono il personale militare, evidentemente, rappresenta per qualcuno una voce scomoda che va messa a tacere. Come legale nonché come ex appartenente alle Forze Armate, mi auguro che l’Amministrazione receda immediatamente da tale proposito, il cui sbocco finale è la proscrizione di un fedele servitore dello Stato. Sono, però, abbastanza realista da sapere che la questione in esame potrà e dovrà risolversi solo nelle aule giudiziarie, dove non esiteremo a convenire tutti gli alti ufficiali dell’Aeronautica che avranno avuto un ruolo in questa vicenda, per farli dichiarare responsabili per i danni che il mio assistito subisce per effetto di un anacronistico e scellerato senso della disciplina e di tenuta delle Istituzioni, di cui oggi non v’è più alcuna esigenza, né storica né sociale.

Con vive cordialità,
Avv. Giorgio Carta

mercoledì 3 dicembre 2008

ANFIBI ROTTI E CALZATURE SOLO DEL NUMERO 39. NON CI SONO I SOLDI NEMMENO PER PAGARE LE DIVISE


LA DENUNCIA. POLIZIOTTI SENZA SCARPE I MAGAZZINI SONO VUOTI


“I poliziotti di Torino sono costretti ad andare in giro scalzi” È la denuncia partita dal Silp, il sindacato italiano lavoratori di polizia. “Non ci vengono forniti anfibi, già da ottobre avevamo denunciato il problema ma non è stato ancora risolto”, spiega Nicola Rossiello, segretario provinciale . Quindi i poliziotti sono costretti a tenersi le scarpe vecchie, anche se rotte, oppure a pagarsi di tasca propria un nuovo paio di stivali. Ma oltre alla beffa di non aver ricevuto il ricambio di anfibi per affrontare l'inverno, le poche scarpe basse arrivate sono tutte numero 39 e non le misure più richieste e usate dalla maggior parte dei poliziotti. “Avevamo sperato che le numerose denunce servissero a qualcosa e che le continue promesse di maggior attenzione verso le forze di polizia si tramutassero in atti concreti ma invece non ci viene garantita nemmeno la necessaria fornitura di vestiario - racconta Rossiello - e per la quinta vestizione consecutiva alla Questura non sono arrivati anfibi. Una situazione davvero disastrosa che denunceremo per l'ennesima volta. Soprattutto perché andare in giro con le scarpe bucate diventa un rischio per l'incolumità fisica degli agenti”.Di solito le forniture delle divise per le forze dell'ordine non sono legate alle richieste e quindi non c'è corrispondenza tra il materiale che arriva e le reali esigenze dei vari reparti. Una situazione esasperata anche dagli errori del passato. L'anno scorso, infatti, era arrivata una partita di calzature dalla Romania ma i numeri non corrispondevano a quelli italiani e dell'Unione Europea. Quindi erano troppo piccole e scomode e sono state ritirate. “Giustamente le poche scarpe che arrivano vengono distribuite prima ai reparti operativi - racconta Rossiello - ma, così facendo, ci sono poliziotti che non ricevono il ricambio da anni perché le forniture e non bastano nemmeno per le emergenze.


EPOLIS TORINO - 3 Dicembre 2008

martedì 2 dicembre 2008

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SUI DISTINTIVI PER TORINO 2006



Atto Camera


Interrogazione a risposta scritta 4-06083 presentata da STEFANO ALLASIA


mercoledì 16 gennaio 2008 nella seduta n.267

Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che: con nota del 18 agosto 2006, recante protocollo 557/RS/01/119/1886 ed avente ad oggetto «Riconoscimenti premiali al personale della Polizia di Stato impiegato per lo svolgimento dei giochi olimpici invernali», il Ministero dell'interno aveva proposto ai sindacati uno schema di decreto con il quale istituire un «attestato di merito» con relativo «nastrino» quale riconoscimento nei confronti del personale della Polizia di Stato impiegato nei recenti Giochi olimpici invernali che, con il proprio operato, ha contribuito al buon esito dell'importante evento; nel successivo mese di settembre 2006, dopo essersi compiaciuta del fatto che la questione di un riconoscimento per i poliziotti che hanno contribuito a rendere impeccabile un servizio di sicurezza ed ordine pubblico in occasione dei recenti giochi olimpici di Torino 2006 avesse costituito oggetto di particolare interesse da, parte degli uffici centrali competenti, il Sindacato FSP-UGL aveva inteso fornire le proprie osservazioni a riguardo di quello schema di decreto; da quel momento, tuttavia, non è intervenuto alcun fatto nuovo; nella circostanza dei Giochi olimpici invernali di Torino tutti gli operatori di Polizia hanno fatto uno sforzo notevole in più per assicurare il buon esito della manifestazione; risulta conseguentemente incomprensibile il fatto che sino ad oggi non sia stato ancora riconosciuto un premio che, tra l'altro, non è di natura economica, trattandosi semplicemente di un diploma e un nastrino da mettere sulla divisa del personale della Polizia che ha contribuito decisivamente al successo della grande manifestazione sportiva -: quali siano le ragioni del ritardo nella consegna del riconoscimento e quando il Governo intenda provvedere a soddisfare le legittime aspirazioni del personale della Polizia di Stato distintosi a Torino nella protezione dei Giochi olimpici invernali del 2006. (4-06083)

lunedì 24 novembre 2008

ANCHE LA REGIONE PIEMONTE INVESTITA DEL CASO “RECUPERO SOMME STRAORDINARI”: PRESENTATA UNA INTERROGAZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE

Interrogazione n. 2509, RESTITUZIONE DEI COMPENSI PER LAVORO STRAORDINARIO DA PARTE DEI FINANZIERI PIEMONTESI E GRAVI RIPERCUSSIONI SULLA SICUREZZA DEI CITTADINI E LA LOTTA ALL'EVASIONE.

Presentata il 17/11/2008 dai Consiglieri:
· Primo Firmatario
o IURI GILBERTO BOSSUTO (Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra europea)
· Altri Firmatari
o SERGIO DALMASSO (Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra europea)
o ENRICO MORICONI (Ecologisti uniti a sinistra-s.e.)

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Al Presidente
del Consiglio regionale del Piemonte

INTERROGAZIONE
ai sensi dell’articolo 18, comma 4, dello Statuto e dell’articolo 89 del Regolamento interno. a risposta orale in Aula

OGGETTO: restituzione dei compensi per lavoro straordinario da parte dei Finanzieri piemontesi e gravi ripercussioni sulla sicurezza dei cittadini e la lotta all’evasione

Premesso che:
da un articolo de “La Stampa” del 2 novembre 2008, intitolato “La Finanza rischia il blocco dell’attività”, si apprende che alcune centinaia di Finanzieri, a cui si aggiungono militari, pensionati e vedove degli stessi, che prestano servizio in Piemonte, hanno ricevuto dal Comando Generale della Guardia di Finanza la richiesta di restituire le somme corrisposte dall’amministrazione a titolo di compenso del lavoro straordinario per il periodo relativo agli anni 1996-2000;

evidenziato che:
le ore di straordinario in questione sarebbero oltre 85.000 e dovrebbero ora essere recuperate dai Finanzieri con dei riposi compensativi entro la fine del 2008, come prevede il loro contratto di categoria, con una media pro-capite di circa 51 giorni di assenza dal servizio;

considerato che:
le somme a suo tempo erogate sono già state sottoposte a tassazione ed a contribuzione previdenziale, rendendo ora impossibile ristabilire una corretta situazione fiscale per ciascun militare;

preso atto che:
le prestazioni di servizio, oltre il normale orario di lavoro dei Finanzieri, non vengono certo decise «spontaneamente» dal singolo dipendente (facendo parte di un’ istituzione organizzata militarmente e priva di sindacati), bensì sulla base di ordini ricevuti. I più interessati al recupero degli straordinari sarebbero proprio i reparti maggiormente impegnati in attività di indagine, e quindi maggiormente soggetti a far ricorso agli straordinari stessi: situazione che concretizza il rischio che si blocchino per mesi in Piemonte i servizi delle «grandi verifiche fiscali», del Gico (criminalità), Goa (antidroga); disagio possibile come già da tempo segnalato, senza alcun esito, ai Comandi nazionali di Roma dal Comando Regionale della Guardia di Finanza del Piemonte;

considerato ancora che:
anche il COBAR (Consiglio di Base della Rappresentanza Militare), unico organo deputato ad una minima tutela dei Finanzieri piemontesi, ha duramente criticato la scelta del Corpo di colpire le già scarse possibilità economiche dei militari, il cui contratto è scaduto da un anno, invece che perseguire i reali colpevoli del danno pubblico ed erariale: visto tra l’altro che un’ora di straordinario costa in media 6 euro allo Stato mentre un’ora di lavoro ordinario commutato in riposo compensativo vale 10 euro;

notato infine che:
mentre si vuole mettere a riposo varie centinaia di Finanzieri, creando un grave danno alla sicurezza dei cittadini piemontesi ed alla lotta all’evasione fiscale, il Governo spende ben 62 milioni di Euro per impiegare impropriamente i militari dell’esercito in compiti di sicurezza pubblica nei quali non potranno però essere utilizzati il personale della Guardia di Finanza messo a riposo, pari ad oltre al 9% della forza in Piemonte;

INTERROGA

la Giunta regionale,
per sapere:

· se ciò che è descritto in narrativa corrisponda a verità, e se intenda appurare dettagliatamente quanto denunciato anche alla Corte dei Conti dal COBAR della Guardia di Finanza del Piemonte;

· se, in conseguenza, non ritenga opportuno intervenire presso le Autorità competenti al fine di evitare il blocco dell’attività della Guardia di Finanza, a tutela dell’equità fiscale e della sicurezza dei cittadini piemontesi, nonché per garantire anche ai Finanzieri la giusta retribuzione per il lavoro prestato, come previsto dall’art. 36 della Costituzione.


PRIMO FIRMATARIO (Juri BOSSUTO)

Altre firme

http://www.consiglioregionale.piemonte.it/interint/jsp/AttoSelezionato.jsp?ATTO=82509

domenica 23 novembre 2008

I DELEGATI CO.CE.R. TAVERNA, DALESSANDRO E TISCI RIFERISCONO SULL’INCONTRO COL COMANDANTE GENERALE

Incontro periodico tra il Consiglio Centrale di Rappresentanza ed il Comandante Generale tenutosi il giorno 19 novembre u.s..


MOBILITÀ DEL PERSONALE DEL CORPO APPARTENENTE AI RUOLI DIRETTIVO E DIRIGENTE.

La tematica era già stata trattata alcuni mesi fa su specifica richiesta del Co.Ce.R., che pur nella consapevolezza di trovarsi a dover affrontare una materia esclusa dalle proprie competenze - ma che ha particolari riflessi sulla condizione morale del personale e sulla serenità delle proprie famiglie - ha ritenuto doveroso porla all’attenzione dell’Autorità di Vertice.
La richiesta del Consiglio tendeva, da un lato, a creare una maggiore partecipazione-condivisione dei singoli ufficiali del ruolo direttivo alla procedura inerente il piano degli impieghi annuali e, dall’altro, a ribadire la necessità di effettuare una minore mobilità del citato personale - al quale, peraltro, non veniva da diversi mesi corrisposta l’indennità di trasferimento, stante le note carenze di bilancio - limitandola soltanto ai casi indispensabili.
La richiesta veniva, in linea di massima, accolta ed il personale del I Reparto del Comando Generale provvedeva, quindi, già dal piano degli impieghi in corso di attuazione a contattare telefonicamente, così come richiesto dal Co.Ce.R., tutto il personale interessato alla procedura di mobilità al fine di informarlo tempestivamente del trasferimento ed acquisire eventuali ulteriori elementi di dettaglio intervenuti successivamente alla compilazione delle schede annuali del piano degli impieghi.
Nella seduta di ieri si è ribadita l’esigenza di ottimizzare in tal senso anche la procedura del personale dirigente.
Il Comandante Generale ha concordato sulla richiesta di contattare telefonicamente, in via preventiva, anche i dirigenti interessati dalla procedura di mobilità al fine di informarli tempestivamente dell’intenzione dell’Amministrazione di trasferirli in altra sede e, quindi, acquisire anche da loro eventuali ulteriori elementi di dettaglio intervenuti successivamente alla compilazione delle schede annuali del piano degli impieghi.
Ovviamente, tenuto conto dello specifico status del dirigente e delle primarie esigenze del Corpo, non ci sarà alcuna “contrattazione” sull’impiego che rimarrà solo ed esclusivamente prerogativa dell’Amministrazione.

INCOMPATIBILITÀ D’IMPIEGO DEL PERSONALE I.S.A.F.

E’ stata prospettata l’esigenza di rivedere la circolare esplicativa che disciplina le incompatibilità del personale, legate all’esercizio di attività lavorative svolte dai familiari espressamente individuati, al fine di rendere più agevole le loro condizioni d’impiego e, quindi, soddisfare le aspettative di coloro che ambiscono a prestare servizio in reparti attualmente preclusi.
Il Comandante Generale ha ribadito che le preclusioni d’impiego dovute alle incompatibilità vanno salvaguardate, sia nell’interesse dell’Amministrazione, sia in quello del personale.
Ha ritenuto, però, di dover precisare che l’attuale normativa, che va attuata correttamente, lascia margini di valutazione ai Comandanti dei vari livelli.
Pertanto, una rivisitazione della circolare finalizzata a codificare dettagliatamente le situazioni di incompatibilità d’impiego, finirebbe per rendere ancora più rigida l’applicazione della norma.
Al riguardo, ha comunque disposto di effettuare un monitoraggio in ambito nazionale al fine di verificare il numero e le tipologie di incompatibilità d’impiego che si sono verificate.

PREMIO ANTIEVASIONE (VENTI MILIONI DI EURO ASSEGNATI AL F.A.F.)

A seguito di un’azione rivendicativa costante ed incisiva posta in essere nel tempo sia dal Co.Ce.R., sia dall’Amministrazione, con l’art. 67 del D.L. 112/08 (cosiddetto decreto Brunetta) convertito in Legge 133/08 sono stati assegnati al F.A.F. venti milioni di euro.
Per la prima volta, quindi, da quando la legge 140/97 è entrata in vigore, è stato affermato il principio che il personale del Corpo rientra tra i beneficiari dei premi antievasione derivanti dalla lotta all’evasione fiscale.
Dopo un lungo e controverso iter, l’assegnazione dei fondi in trattazione al F.A.F. è stata prevista anche nel decreto ministeriale di ripartizione delle somme complessivamente stanziate.
Si precisa che non è stato possibile far prevedere, per legge, la ripartizione ad personam delle somme assegnate, così come avviene per i dipendenti delle Agenzie dell’ Entrate, poiché il provvedimento avrebbe creato un diverso e sperequativo trattamento incentivante nell’ambito del comparto sicurezza e difesa.
Ovviamente, per come è stato elaborato, il provvedimento lascia presupporre che si tratta di un’assegnazione una tantum che non può far considerare la partita chiusa.
L’art. 67 commi 2 e 3 inoltre, prevedono la disapplicazione per l’anno 2009 delle norme inerenti i premi antievasione, con l’intento di elaborare per l’anno 2010 un nuovo provvedimento legislativo che contenga criteri premiali più attinenti all’impegno ed all’attività svolta dal personale pertanto, per questa annualità, a meno che non si riuscirà a far apportare delle modifiche, non verranno stanziati fondi.
Al riguardo, sono in corso una serie di iniziative da parte del Co.Ce.R. (richiesta d’incontro con il Ministro delle Finanze e con le Commissioni Finanze di Camera e Senato, tendenti a far ripristinare l’assegnazione dei premi antievasione anche per l’anno 2009 includendo, in via definitiva, il personale del Corpo tra i beneficiari.
Nella riunione di ieri il Consiglio ha ribadito la necessità di distribuire i venti milioni di euro, sotto forma di benefit, a tutto il personale appartenente al Corpo, in modo tale da far percepire la reale portata del risultato ottenuto.

Al riguardo, sono state avanzate le seguenti proposte:

Ipotesi prioritaria:

assegnazione, a cura del F.A.F. delle somme stanziate che, con un’operazione ragionieristica, dovranno essere ripartite tra tutto il personale del Corpo in base alle finalità previste dalla legge istitutiva del Fondo Assistenza Finanzieri, nonché dello statuto (elevazione culturale/professionale o provvidenze sanitarie);

Ipotesi residuale:

stipula di una specifica polizza sanitaria a favore di tutto il personale appartenente al Corpo, per premorienza, assistenza sanitaria specialistica e grandi interventi, operante anche a favore dei familiari fiscalmente a carico così come, peraltro, già avviene per i dipendenti di altri enti pubblici.

Il Comandante Generale ha dato la piena disponibilità alla distribuzione delle somme in favore del personale per le finalità socio-assistenziali previste dallo Statuto ed ha considerato positivamente la proposta alternativa .
L’eventuale provvedimento, prima di diventare esecutivo, dovrà ovviamente passare il vaglio degli organi di controllo. Le somme saranno materialmente disponibili probabilmente nei primi mesi del 2009.


LAUREA TRIENNALE PER I FREQUENTATORI DEL CORSO BIENNALE AA.MM.

Come è noto, i frequentatori dei corsi AA.MM. di diversi Corpi armati o di polizia acquisiscono al termine del corso la laurea di primo livello.
ll Co.Ce.R. aveva da tempo sollecitato un’equiparazione del corso svolto dai nostri allievi marescialli a quello degli altri Corpi, al fine di riequilibrare la disparità di trattamento.
Pur condividendo l’esigenza, all’Amministrazione non era stato possibile provvedere in tal senso a causa delle note carenze di fondi sui pertinenti capitoli di spesa.
Nell’incontro è emerso che è in corso di perfezionamento una specifica convenzione con l’università dell’Aquila che al termine del corso, che non sarà più biennale, ma di 2 anni e cinque mesi, verrà acquisita la laurea di 1° livello di Operatore Giuridico D’impresa: Esperto Dell’investigazione Tributaria (classe L 14). Negli ulteriori cinque mesi di corso si svolgerà una specifico periodo di post-formazione professionale. Presso la sede della Scuola Ispettori dell’Aquila verrà creato un Centro di Simulazione Operativa volto a sviluppare specifiche abilità e professionalità.
Pertanto, probabilmente a partire dal prossimo concorso che sarà bandito, e ferme restando il reperimento di ulteriori e specifici appostamenti finanziari, verrà avviata questa nuova fase formativa.

TELEFONIA MOBILE

Dal primo Gennaio p.v. entrerà in vigore la nuova convenzione con la TIM (aggiudicataria della gara).
Tutto il personale in possesso delle vecchie sim potranno chiedere la portabilità del numero che, tuttavia, potrebbe nascondere difficoltà tecnico-attuative.
In tal caso, qualora ritenuto opportuno, il personale potrà richiedere una nuova sim riconsegnando quella attualmente in uso.
La nuova convenzione è ancor più vantaggiosa di quella precedente e prevederà un abbattimento delle tariffe rispetto a quelle attuali, traffico aziendale intercom gratuito (che essendo a carico dell’Amministrazione sensibilizziamo il personale sin d’ora a farne un uso razionale), possibilità di utilizzo della messaggistica sia privata che per servizio. E’ in corso di verifica la possibilità di prevedere anche il traffico dati.
Inoltre, l’Amministrazione si è detta disponibile a promuovere iniziative similari anche per i nuclei familiari degli appartenenti al Corpo.

GOVERNANCE DEGLI ENTI PREVIDENZIALI ED ASSISTENZIALI DEL CORPO

Con la procedura di concertazione precedentemente concordata tra il Comandante Generale ed il Co.Ce.R. è stato individuato il personale di ogni ordine e grado in possesso di particolari requisiti personali e professionali per ricoprire la carica di membro dei Consigli di Amministrazione.
E’ stato richiesto dal Co.Ce.R. di rendere noti i nominativi delle persone scelte che verranno proposte al Ministro per la nomina.
Inoltre, il Comandante Generale ed il Comandante in seconda, come richiesto da tempo dal Co.Ce.R, hanno concordato sulla possibilità di rendere partecipe il Co.Ce.R della vita sociale degli Enti Previdenziali ed Assistenziali, mediante una procedura di informazione e di rendicontazione con possibilità di formulare specifiche proposte.
Rimane ferma l’autonomia del C.D.A. al quale sono riconosciute specifiche prerogative e conseguenti responsabilità.
E’ stato chiesto, inoltre al Comandante Generale, di svolgere un preciso incontro tecnico al fine di acquisire notizie dettagliate sui rendimenti derivanti dagli investimenti effettuati dagli Enti sui mercati finanziari.

ESIGENZA ABITATIVA – ASSEGNAZIONE ALLOGGI DI SERVIZIO AL PERSONALE I.S.A.F. DEL CORPO

Sul territorio nazionale sono in fase di avanzata attuazione numerosi interventi previsti e finanziati dalla Legge 28/99 che prevede un programma edilizio per l’ammodernamento, l’acquisto e la costruzione di immobili da destinare a caserme e ad alloggi di servizio per il personale del Corpo.
Attualmente gli immobili sarebbero verosimilmente tutti destinati ad alloggi di servizio gratuito all’incarico (ASGI). Il Co.Ce.R. ha richiesto di riservare una aliquota ad alloggi di servizio in temporanea concessione (ASTC) riservata al personale I.S.A.F.
Il Comandante Generale, trovando di attuale interesse la questione a ritenuto di dover verificare il piano di distribuzione degli alloggi in questione e si é riservato di approfondire la tematica nel prossimo incontro.

INDENNITÀ DI BUONUSCITA LIQUIDATA DAL F.A.F. ALL’ATTO DELLA QUIESCENZA

E’ stato rappresentato che la misura annua dell’indennità di buonuscita erogata dal F.A.F (circa 350 € per ogni anno a prescindere dal grado) con riferimento a quanto previsto dallo Statuto, viene calcolata sulla media del triennio precedente ed eventualmente corretta a seconda degli scostamenti mediante versamento o prelievo dal Fondo di riserva speciale.
Si è chiesto, pertanto, l’adeguamento di detti importi alla somma dei tassi medi d’inflazione europea del triennio precedente più il tasso in vigore nell’anno di cessazione definitiva dal servizio, così come peraltro già approvato e deliberato dal CDA dell’Ente in data 12.04.2006.
Anche in questo caso il Comandante Generale, si è riservato di approfondire la tematica nel prossimo incontro, previo studio di fattibilità.

Giova evidenziare come gli straordinari risultati emersi in questo incontro, frutto di serrati confronti in atto ormai da mesi, denotino una tangibile e rinnovata volontà, da parte dei Vertici dell’Amministrazione e degli altri Dirigenti presenti all’incontro, a voler soddisfare le esigenze del personale rappresentato.

I DELEGATI CO.CE.R.
ELISEO TAVERNA, RAFFAELE DALESSANDRO, DANIELE TISCI


Daniele Tisci

sabato 22 novembre 2008

FORZE ARMATE: IL BOOM DELLE "GRECHE".


FORZE ARMATE IL BOOM DELLE "GRECHE"


LA RABBIA DEI MAGNIFICI 70-Lamentano lo stipendio basso. E il neodeputato Speciale chiede una leggina tutta per loro
di Francesco Grignetti


tratto da LA STAMPA – Pag. 11 – 21/11/2008


ROMA ma quante divisioni ha l'Italia? Se Stalin si poneva questo genere di domande a proposito del Vaticano, sottovalutando tragicamente la forza della Chiesa cattolica, c'è da interrogarsi anche per i fatti di casa nostra considerando l'iniziativa del neodeputato Roberto Speciale. L'ex comandante generale della Guardia di Finanza vuole varare una leggina a favore dei generali di corpo d'armata. Secondo Speciale, infatti, gli stipendi di generali e ammiragli non sarebbero all'altezza delle responsabilità. Soprattutto gli preme marcare una congrua distanza tra chi è arrivato all'apice della carriera con chi sta un gradino sotto, cioè tra generali di corpo d'armata e generali di divisione.
Nel mondo militare, come si sa, un solo scatto di carriera può essere un abisso. Evidentemente Speciale s'è reso portavoce del disagio di una piccola agguerritissima lobby. E qui si torna alla domanda di partenza: ma quanti sono i generali di corpo d'armata? Molti più delle armate, questo è sicuro. Sono 50 tra Esercito, Aeronautica e Marina. Ce ne sono poi 10 nell'Arma dei Carabinieri. E 9 alla Guardia di Finanza. Guadagnano 5700 euro netti al mese. E secondo Speciale sarebbe palmare la «inadeguatezza delle retribuzioni».
I magnifici Settanta che vantano le tre stelle da generale di corpo d'armata hanno tutti superato brillantemente la Scuola di guerra. E si vede. Le loro battaglie, infatti, quelle più insidiose che infuriano a Roma, nei palazzi del potere, le hanno vinte tutte. A un certo punto le forze armate passano dalla leva obbligatoria (ovvero 400 mila soldati in armi) al modello professionale (da 190 mila uomini)? Niente paura. I posti da generale di corpo d'armata restano quelli di prima. Comanderanno la metà dei soldati di prima, ma che importa. Semmai si duplicano i comandi. Nell'esercito, per dire, c'è un capo di stato maggiore con un sottocapo. Ma c'è anche un Comfoter (comando forze operative terrestri) «alle cui dipendenze agiscono tutte le Unità ed i Supporti con compiti operativi». Un altro comando per generali a tre stelle. Stesso meccanismo per Marina e Aeronautica. Così come c'è un Capo di stato maggiore della Difesa che sovrintende a tutte le forze armate. Ma c'è anche un Coi, comando operativo interforze, dove siede in permanenza un altro generale a tre stelle che si occupa solo delle missione all'estero. E servono generali di corpo d'armata per dirigere il Centro studi - Casd. Oppure i comandi territoriali che potrebbero (potrebbero...) tornare utili in caso di guerra e mobilitazione generale.
Ancora più lesti sono stati i generali della Finanza e dei Carabinieri. Fino al 2000, quando l'Arma è divenuta autonoma, la quarta Forza Armata s'è sganciata dall'Esercito, erano organizzati per legioni, brigate e divisioni. Ora ci sono le regioni e i comandi interregionali. Nella realtà non è cambiato molto: i compiti, gli uffici, gli uomini sono sempre quelli. Ma se prima al comando di una legione c'era un colonnello, ora c'è un generale. E così, d'un colpo, si sono moltiplicate le «greche».
Nel dicembre 2000 al comando generale dei carabinieri, in viale Romania, fu anche organizzata una cerimonia per la consegna dei gradi ai loro primi quattro generali di corpo d'armata, gli unici che in 186 anni di storia dell'Arma fossero mai arrivati così in alto. Ministro della Difesa era Sergio Mattarella. «Era logico - disse - che anche i generali dei carabinieri potessero arrivare al massimo grado».
Da quel momento, incassate le promozioni, non sarebbe passato troppo tempo perché un ufficiale dalla divisa nera venisse scelto per comandante generale. Oggi infatti l'Arma ha alla guida uno dei suoi ufficiali, Gianfrancesco Siazzu. Ma se prima non c'erano generali di corpo d'armata, ora ce ne sono dieci in organico.
Stessa storia nella Finanza. Era il 2000 quando il comando generale, rincorrendo i cugini, elaborò un'autoriforma. Tra le righe spuntò fuori un consistente incremento di generali: appunto 9 ufficiali di Corpo d'armata, 19 generali di divisione, 62 generali di brigata. «Un po' troppi», denunciarono alcuni sottufficiali, delegati del Cocer. Tanto più che le promozioni si portavano dietro i relativi aumenti di stipendio. Ma alla fine andò così.


Torna il "traffico delle bionde"


La Guardia di Finanza ha smantellato a Torino due bande di trafficanti romeni. Il bilancio parla di 14 ordini di custodia cautelare in carcere e tre ai domiciliari, 128 sono state denunciate a piede libero. Undici le tonnellate di sigarette provenienti da Russia, Moldavia e Romania. In questi casi la sanzione prevista è 5 euro per ogni grammo di tabacco (all'incirca una sigaretta).Un'indagine durata più di un anno e che si è conclusa con 31 ordinanze di custodia cautelare, 14 in carcere, 3 ai domicialiari e 14 di misure altrnative alla detenzione, 25 arresti in flagranza e 128 persone indagate. E' quella che ha portato allo smantellamento, a Torino, di due organizzazioni criminali romene e moldave dedite al contrabbando di sigarette che arrivavano da Romania, Moldavia e Russia grazie anche ad autotrasportatori compiacenti che approfittavano della loro attivià regolare per portare in Italia i carichi clandestini. Complessivamente sono stati sequestrati oltre mille e 200 chili di tabacchi lavorati esteri, più di 10 mila chili già venduti, per un valore complessivo di un milione e 500 mila euro di evasione, 70 mila euro, 16 auto, due pistole e 46 cartucce e sono state elevate sanzioni per circa 50 milioni di euro. Gli investigatori avevano individuato in particolare un cittadino romeno che poteva contare su una fitta rete di collaboratori a diversi livelli in grado di gestire il traffico di sigarette di contrabbando dal momento dell'acquisto nei Paesi di provenienza fino alla vendita al dettaglio. Le indagini hanno anche appurato che il controllo del territorio veniva gestito anche con azioni violente contro la concorrenza.


giovedì 20 novembre 2008

RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA: NO ALLA RIELEGGIBILITÀ, NO ALLE RICOMPENSE MORALI


Si torna a parlare di riforma della Rappresentanza militare e si susseguono le voci che indicano nella rieleggibilità piena dei delegati una delle possibili novità contenute nelle proposte legislative di maggioranza ed opposizione.
Il nostro punto di vista su tale ipotesi è categorico: no alla rieleggibilità piena, se il sistema di elezione rimane quello attuale e/o comunque non si preveda una forma di elezione diretta per tutti i livelli di rappresentanza.
Altro elemento che risulta assente da tutte le proposte di riforma della rappresentanza militare ma che a nostro avviso è particolarmente importante è quello relativo alle ricompense morali (encomi, elogi, ecc.) elargite ai delegati per l’attività di rappresentanza. Anche da questo punto di vista il nostro punto di vista è inequivocabile: no alle ricompense morali elargite ai delegati per l’attività di rappresentanza militare.
L’attuale forma di elezione privilegia il grado e l’anzianità di servizio, infatti a parità di voti ottenuti viene nominato il militare più alto in grado. Tale circostanza, se è normalmente poco rilevante nell’elezione dei Co.Ba.R in ragione dell’elevato numero di votanti, diventa determinante per Co.I.R e Co.Ce.R in virtù del ristretto numero di votanti. Tale situazione, unita all’assenza di adeguate forme di trasparenza e controllo sull’attività del delegato da parte della base ed alle ricompense morali (utili a fare punteggio per i trasferimenti a domanda o per i concorsi interni) “garantite” dalla carica, produce effetti gravemente negativi, come:
la formazione di “cordate elettorali” a favore di specifici candidati, con delegati Co.Ba.R e Co.I.R. che arrivano a dimettersi non appena adempiuto le loro funzioni di “grandi elettori” o comunque rimangono in carica ma esercitano il mandato senza alcun impegno e responsabilità e con il solo fine di ottenere encomi ed elogi;
l’assenza nei Co.Ce.R di rappresentanti di interi ruoli (è il caso delle migliaia di sovrintendenti);
il rischio di una “professionalizzazione” basata sull’abilità del delegato a saper sfruttare le anomalie del sistema elettorale piuttosto che sulla capacità di agire nell’interesse della base e nel creare consenso;
le forti possibilità per le gerarchie locali e nazionali di riuscire a far eleggere candidati graditi per influenzare il funzionamento e le delibere degli organismi creando in tal modo quelle rappresentanze eterodirette che sono espressamente (e opportunamente) vietate per i lavoratori non militari dallo Statuto del 1973 (i c.d. “sindacati gialli”).
Il risultato è una rappresentanza a forte rischio di controllo da parte della dirigenza di vertice (cioè della contro-parte dei consigli), formata da delegati che non sono messi nelle condizioni per conoscere e approfondire i complessi temi ed i problemi del personale (delegati non a tempo pieno e spesso cooptati per meri scopi elettorali) e, a livello centrale, rappresentativa solo dei gradi apicali delle rispettive categorie (in virtù del meccanismo elettorale).
Senza una radicale modifica di questo sistema di elezione, con la piena rieleggibilità queste situazioni di criticità verrebbero amplificate con il rischio di una “professionalizzazione” ancora più marcata del delegato, basata sul clientelarismo e sulla cooptazione a discapito della capacità di creare consenso agendo nell’interesse della base.
Riguardo alle ricompense morale tributate ai delegati, esse trovano motivazione nell’attività di rappresentanza svolta da delegato a favore del personale, sarebbe quindi opportuno che gli attestati di stima o altre forme di gratificazione morale venissero tributate dai rappresentati e non da quella che dovrebbe essere la “controparte”, ma da questo punto di vista vi è già la prova elettorale (se hai fatto bene vieni riconfermato altrimenti viene eletto qualcun altro).
Se poi il comandante intende comunque premiare l’operato del consiglio di base a lui affiancato, allora che si utilizzi la procedura prevista dall’art.77, comma 6 del DPR 545/1986) ovvero che si premi collettivamente tutto il Consiglio, senza che la medesima ricompensa possa essere trascritta negli atti matricolari del singolo delegato e quindi produca punteggio per la domanda di trasferimento piuttosto che per i concorsi interni.
GIANLUCA TACCALOZZI Segretario Sezione Ficiesse Roma
gianlucataccalozzi@alice.it
SIMONE SANSONI Presidente Direttivo Sezione Ficiesse Torino

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno