martedì 31 gennaio 2012
Evasione in Piemonte per 2 miliardi
lunedì 30 gennaio 2012
LA SMILITARIZZAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA E LE STRANE AMNESIE DELL'ONOREVOLE FRANCESCO BARBATO (IDV)
Ma non solo: l'On. FrancescoBarbato ha già chiesto la smilitarizzazione della Guardia di Finanzapoco più di un mese fa!!!. Infatti nel dicembre 2011 l'ITALIA DEIVALORI presentava un emendamento alla Camera al decreto salva-Italiacol quale si introducevano norme ancor più nette della semplicemozione. E guarda caso questo emendamento era firmato anche da taleOnorevole Francesco Barbato dell'IDV (omonimo?) .
(Disposizioni riguardantila Guardia di finanza).
1)l'On Barbato non legge nemmeno le mozioni o gli emenamdenti chefirma;
2) all'On. Barbato i suoi colleghi di partito non fannonemmeno leggere le mozioni o gli emendamenti sulla polica fiscale,anche se è capogruppo in commissione finanze dell'IDV, ma mettonodirettamente una firma per suo conto;
3) l'On. Barbato haavuto delle improvvise amnesie (a distanza di pochi giorni) relativealla smilitarizzazione della Guardia di Finanza ed ha semplicemente"dimenticato" di aver firmato la mozione e l'emendamento.
Qualunquesia la risposta, che probabilmente qualche telefonista romanoconosce, l'On. Barbato ci fa una pessima figura.
Una truffa da tre milioni sui corsi di formazione
sabato 28 gennaio 2012
martedì 24 gennaio 2012
MILLEPROROGHE, COMELLINI (PDM):DEPUTATI IDV DIFENSORI DELLA CASTA, DI PIETRO RISPONDA AI MILITARI SU PROROGA COCER.
Roma 24 gennaio 2012
"Errare è umano ma perseverare è diabolico, ma in questo caso è da irresponsabili.” - Lo dichiara Luca Marco Comellini , Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm) – “Non solo non si sono accontentati di vedersi bocciati i loro emendamenti “porcata” in Commissione ma hanno avuto pure la faccia tosta di ripresentarli in Aula. Mi riferisco – precisa Comellini- ai deputati Favia (IDV), Marinello, Mantovano, Marsilio, Baccini, Ceroni, Pagano, Corsaro, Laffranco (PdL) che hanno presentato due identici emendamenti per prorogare il mandato dei Cocer fino al 31 dicembre 2012 privando oltre 350.000 militari del loro diritto di scegliersi liberamente chi li deve rappresentare. Comprendo il fatto – attacca Comellini – che i deputati del Pdl siano evidentemente ostaggio di alcuni delegati del Cocer dei carabinieri, dei loro protettori politici e dei generali, ma non riesco a comprendere l’atteggiamento dell’onorevole Di Pietro e dell’IDV che hanno sempre votato contro queste “porcate”. Mi domando – insiste il Segretario del Pdm - se questi emendamenti non abbiano qualcosa a che fare con la questione che solo alcune settimane fa ha coinvolto l’IDV e il consigliere comunale di Roma e delegato del Cocer carabinieri, Giuseppe la Fortuna, che aveva annunciato di voler passare con Di Pietro per poi rinunciarvi nel giro di poche ore quando è stato richiamato all’ordine dai suoi capoccioni. Se poi la decisione di presentare simili emendamenti è il frutto del mercimonio politico allora – sottolinea Comellini - stupisce il fatto che Di Pietro abbia deciso di tacere mentre un suo sconosciuto deputato insiste nel voler svendere la coerenza dell’IDV agli interessi di un manipolo di satrapi. Ovviamente mi auguro che Di Pietro dia una spiegazione alle migliaia di militari “incazzati” che in queste ore mi stanno e lo stanno contattando affinché si faccia prevalere la ragione del diritto e dei diritti sui miseri interessi di bottega di quelli che pietiscono la proroga. Di Pietro – conclude Comellini - dica chiaramente a quale gioco vuole giocare e se ha deciso di essere anche lui un protettore della “casta”.
SALVATORE TRINX SCRIVE ALL'ON. FAVIA (IDV?!): NO ALLA PROROGA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE!
lunedì 23 gennaio 2012
LA PORCATA
sabato 21 gennaio 2012
venerdì 20 gennaio 2012
Pubblicazione graduatoria per l’assegnazione di n. 58 alloggi di edilizia sovvenzionata nel Comune di Torino, via Gaidano.
Si precisa che eventuali ricorsi devono pervenire a questa Prefettura - Servizio I - Piazza Castello 201 - 10100 Torino entro e non oltre 17 febbraio 2012.
Graduatoria assegnazione
giovedì 19 gennaio 2012
mercoledì 18 gennaio 2012
Milleproroghe, Luca Comellini (Pdm): “Quindici parlamentari vogliono privare i militari dei loro diritti"
I 15 deputati con tre emendamenti uguali hanno dato ampia prova di non avere ben chiara la pericolosità che potrebbe derivare dal protrarsi di un o stato di assoluta mancanza di tutele democratiche nell’ambito militare, ne di cosa significhi il gesto che hanno compiuto a danno dei 350.000 cittadini in divisa ai quali ora devono spiegare le motivazioni - se ne esistono – della necessità di una ulteriore proroga di un organismo che è fortemente contestato dalla sua stessa base.
“Si informino gli onorevoli Ciccanti, Tassone, Occhiuto, Mantini, Calgaro, Lusetti, Favia, Paladini, Marinello, Mantovano, Marsilio, Baccini, Ceroni, Pagano e Corsaro sulla reale rappresentatività dell'organismo che vogliono prorogare fino al 31 dicembre 2012 e della considerazione di cui godono i delegati negli enti e nelle caserme di tutta Italia, e già che ci sono si leggano le numerose interrogazioni parlamentari che abbiamo presentato per denunciare i gravi comportamenti di alcuni delegati del Cocer che sono anche oggetto d’indagine da parte delle autorità giudiziarie”, rileva ancora Comellini.
martedì 17 gennaio 2012
NON COMPIE PECULATO IL MILITARE CHE USA L'AUTO DI SERVIZIO PER UN TEMPO TRASCURABILE E PER UN LIMITATO TRAGITTO
CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. VI PENALE - SENTENZA 12 gennaio 2012, n.809
MASSIMA
Non integra il delitto di cui all’art. 314 c.p. la condotta di un militare che usa l'auto di servizio per non più di trenta minuti, percorrendo una distanza chilometrica trascurabile dovendo recarsi urgentemente presso la propria abitazione per sincerarsi delle condizioni della figlia. (Nel caso di specie, infatti, l'imputato, mosso da urgenti esigenze familiari, aveva utilizzato l'autovettura di servizio per un tempo trascurabile e per un limitato tragitto, non pregiudicando apprezzabilmente la funzione pubblicistica cui il veicolo era asservito).
CASUS DECISUS
Il Giudice della udienza preliminare del Tribunale di Napoli dichiarava non luogo a procedere nei confronti di M. G., con la formula "perché il fatto non sussiste", in ordine al reato di cui all'art. 314, comma secondo, cod. pen., contestato al medesimo perché, quale appuntato dei Carabinieri, si appropriava, per farne uso precario, consistito nel rientro in casa e quindi per ritornare in caserma, di un'autovettura militare a lui affidata (in Napoli, il 7 gennaio 2010). Osservava il G.u.p. che non integrava il reato contestato, per mancanza di lesività, la condotta dell'imputato, che aveva usato l'auto di servizio per non più di trenta minuti, percorrendo una distanza chilometrica trascurabile dovendo recarsi urgentemente presso la propria abitazione per sincerarsi delle condizioni della figlia. Ricorre per Cassazione il Procuratore della Repubblica.
TESTO DELLA SENTENZA
CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. VI PENALE - SENTENZA 12 gennaio 2012, n.809 - Pres. Millo – est. Conti
Ritenuto in fatto e considerato in diritto
Con la sentenza in epigrafe, il Giudice della udienza preliminare del Tribunale di Napoli dichiarava non luogo a procedere nei confronti di M. G., con la formula 'perché il fatto non sussiste', in ordine al reato di cui all'art. 314, comma secondo, cod. pen., contestato al medesimo perché, quale appuntato dei Carabinieri, si appropriava, per farne uso precario, consistito nel rientro in casa e quindi per ritornare in caserma, di un'autovettura militare a lui affidata (in Napoli, il 7 gennaio 2010)
2. Osservava il G.u.p. che non integrava il reato contestato, per mancanza di lesività, la condotta dell'imputato, che, dopo averne informato il m.llo F. U., della Stazione C.C. di Napoli-Centro, aveva usato l'auto di servizio per non più di trenta minuti, percorrendo una distanza chilometrica trascurabile dovendo recarsi urgentemente presso la propria abitazione per sincerarsi delle condizioni della figlia
3. Ricorre per Cassazione il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, che denuncia la violazione dell'art. 314 cod. pen., osservando che l'imputato, nonostante il divieto del superiore, aveva utilizzato l'auto di servizio per recarsi dal centro di Napoli all'estrema periferia della città, distante diversi chilometri, in luogo di servirsi di mezzi pubblici. Tale condotta integrava, ad avviso dell’ Ufficio ricorrente, il reato contestato.
4. Il difensore dell’imputato, avv. M. Z., ha depositato memoria, con la quale conclude per la inammissibilità o per il rigetto del ricorso, sostenendo che nella specie, dato il brevissimo tempo dell'uso del veicolo, la pubblica amministrazione non aveva subito alcun danno apprezzabile, e considerato che l'urgenza del caso (notizia che la fiqlioletta di tre anni di età era caduta rovinosamente a terra, battendo la testa) configurava uno stato di necessità.
Si deduce inoltre la inammissibilità del ricorso, perché il ricorrente non ha indicato quale diverso sviluppo probatorio sarebbe stato possibile nell'eventuale dibattimento.
5. Ad avviso della Corte il ricorso, prospettando censure in punto di fatto, deve essere dichiarato inammissibile.
6. Il G.u.p, infatti, ha ritenuto provato che l'imputato, mosso da urgenti esigenze familiari, aveva utilizzato l'autovettura di servizio per un tempo trascurabile e per un limitato tragitto, considerando, con valutazione in questa sede non censurabile, che il fatto doveva considerarsi privo di lesività, non essendo stata apprezzabilmente pregiudicata la funzione pubblicistica cui il veicolo era asservito.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso.
lunedì 16 gennaio 2012
..:: Cosa chiediamo al Ministro ::..
Vogliamo capire quali sono le intenzioni dell'attuale Esecutivo, anche perché - in un'ottica di maggiore efficienza e risparmio delle risorse pubbliche - noi riteniamo da anni che si debba puntare ad una razionalizzazione delle Forze dell' Ordine esistenti, pur nel rispetto della storia e delle peculiarità di ciascun Corpo.
sabato 14 gennaio 2012
mercoledì 11 gennaio 2012
QUEL "FILO SOTTILE"… CHE LEGA LE NOSTRE PENSIONI AL DEBITO PUBBLICO E ALL’EVASIONE FISCALE.

1. Le pensioni
Il decreto legge cosiddetto «Salva Italia», emanato in un contesto di urgenza e necessità, rappresenta la risposta della politica ad una crisi economico-finanziaria senza precedenti.
Con il decreto legge nr. 201/2011 è stata varata anche la più radicale riforma previdenziale degli ultimi 20 anni. Le disposizioni in essa contenute sarebbero finalizzate a rafforzare la sostenibilità di lungo periodo del sistema pensionistico, nel rispetto dei principi di equità e convergenza intergenerazionale, oltre che ad adeguare il sistema previdenziale alle variazioni dell’aspettativa media di vita.
Il decreto, che sembra salvare un po’ meno gli italiani rispetto all’Italia, prevede il passaggio per tutti i lavoratori al sistema pensionistico contributivo; la scomparsa delle pensioni di anzianità ed un nuovo metodo di calcolo della pensione, da cui deriverà un assegno sostanzialmente più povero per tutti. Il decreto ridisegna i requisiti per il pensionamento, nel senso che si andrà in pensione in età più avanzata: ci vorranno almeno 42 anni di contributi e chi lascerà prima perderà il 2% del trattamento per ogni anno. Per i lavoratori autonomi è previsto un aumento dei contributi da versare, che arriveranno al 25% nel 2018. Per far cassa, infine, viene bloccata, per i prossimi due anni, l'indicizzazione delle pensioni oltre la soglia dei 1.400 euro, cioè tre volte la minima.
In buona sostanza, quando la riforma andrà a regime, provocherà un considerevole impoverimento reddituale per tutti quei lavoratori che hanno sempre fatto, anche dal punto di vista fiscale, la loro parte; mentre la ricchezza si andava concentrando nelle mani di una cerchia sempre più ristretta di persone.
In particolare, per il comparto Difesa e Sicurezza, il decreto prevede, al comma 18 dell’art. 24, l'emanazione di un Regolamento, da adottare entro il 30 giugno 2012 su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Il Regolamento avrebbe lo scopo di riconoscere una certa specialità, ai fini pensionistici, al comparto, nel rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183.
Si spera che il legislatore tenga conto di tutti coloro che svolgono mansioni particolarmente usuranti e gravose, tra i quali, certamente, gli appartenenti al comparto Difesa e Sicurezza. Questi, a causa del peculiare lavoro svolto, non potrebbero sicuramente sopportare un drastico stravolgimento delle regole pensionistiche attuali. E’ impensabile che un carabiniere, poliziotto o finanziere sia ancora in servizio oltre la soglia dei 60 anni. Se così fosse, con quali garanzie di efficienza? Si pensi alla forma fisica richiesta dalla peculiarità del servizio e soprattutto alla lucidità necessaria per l’uso delle armi.
E’ bene però non farsi troppe illusioni. In passato si è fatto ricorso allo sbandierato principio della specialità più per imporre doveri e negare diritti (come quello associativo) che per fare delle concessioni (per un approfondimento su questo, cfr. "La specificità del comparto Sicurezza e Difesa: amore dichiarato e tradimento consumato" di C. Iafrate, pubblicazione online).
Visti gli effetti del decreto "Salva Italia" sui lavoratori italiani, ci si chiede: da chi era minacciata l’Italia? Erano proprio i lavoratori dipendenti ed indipendenti a tenerla sotto scacco?
2. Il debito pubblico
La domanda non è di poco conto. Proverò a fornire la mia risposta.
L’Italia doveva essere salvata dagli effetti di un debito pubblico, ormai insostenibile, che ammonta a circa 1.950 miliardi. Nel 2012 si prevede un esborso di ben 92 miliardi solo per pagare gli interessi sul debito pubblico.
Il governo, quindi, aveva urgente bisogno di reperire risorse per porre un argine ad un debito pubblico inarrestabile, che rischiava di travolgerci. Le casse dello Stato erano quasi vuote e si correva il rischio di non avere liquidità neanche per pagare gli stipendi e le pensioni.
Di fronte ad un simile baratro, per rimettere a posto i conti, la riforma del sistema pensionistico è sembrata una via in discesa facile da percorrere, rispetto ad altre osteggiate da diverse corporazioni.
Considero il debito pubblico come il primo tassello del domino che, se cade, cioè se viene ridotto, provoca come effetto la caduta degli altri fattori che pesano sulla crescita economica, con vantaggi a cascata per tutti.
Il debito pubblico ha tre radici molto antiche:
1. La responsabilità dei governi.
Mi riferisco ai governi sostenuti da maggioranze sia di centro-destra che di centro-sinistra, che in passato non solo non hanno adottando misure efficaci per contrastare il debito, al contrario hanno continuato a creare debito per trarne consensi elettorali.
2. Un sistema di controlli bancari vischioso e poco trasparente, in cui i controllori non sono mai stati completamente terzi rispetto ai controllati.
Un solo caso a titolo esemplificativo. Quando venne deciso che i tassi bancari dovevano rimanere al di sotto di quelli usurai, subito dopo si consentì l’introduzione della "commissione di massimo scoperto". Un artifizio che faceva rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta: formalmente era tutto in regola ma nella sostanza i tassi erano tornati usurai.
3. L'evasione fiscale.
Il secondo punto può essere affrontato e risolto con provvedimenti condivisi con l’Europa. Il terzo punto, invece, può essere affrontato anche solo in sede domestica.
3. L’evasione fiscale
In Italia l’evasione è pari al 18% del PIL e colloca il nostro Paese al secondo posto nella graduatoria internazionale, guidata dalla Grecia.
Nel 2010 l’imponibile evaso è stato di circa 279 miliardi di euro (il 18% del PIL, che è pari a 1.549 miliardi di euro). Per alcune categorie di contribuenti, il tasso di evasione corrisponde niente meno che all'80% del reddito totale prodotto. Se l’imponibile evaso (solo nell’anno 2010) fosse stato tassato al 43%, il valore della pressione fiscale media, avrebbe fornito alle casse dell’erario ben 120 miliardi di euro (si tratta dell’8% del PIL). Basterebbe recuperare l’evasione degli ultimi 5 anni per ridurre il debito pubblico al 60% del PIL, come chiesto dall’Europa. L’evasione è strettamente connessa con il debito pubblico, nel senso che, comportando una diminuzione delle entrate fiscali, provoca una diminuzione della spesa sociale, di cui le pensioni sono una larga fetta. Ne deriva che se venisse azzerata l’evasione, il Governo avrebbe a disposizione miliardi aggiuntivi da destinare agli investimenti ed a rilanciare lo sviluppo senza doverli reperire attraverso l’innalzamento dell’età pensionabile.
I redditi sottratti all’imposizione vengono in parte tradotti in consumi, in parte reinvestiti ed in parte trasformati in patrimoni mobiliari e immobiliari.
E’ a tutti noto che individuare un evasore totale e poi costringerlo al restituire il maltorto è come trovare un ago in un pagliaio, in quanto l’evasore sta ben attento a non lasciar tracce. Si rende, perciò, necessario uno strumento normativo che consenta di stanare in maniera chirurgica gli evasori, cioè, di entrare nel pagliaio con metal detector e calamita.
Propongo il varo di una patrimoniale straordinaria di solidarietà con ALIQUOTA PERSONALE CONGRUA, il cui gettito verrebbe destinato a ridurre l’enorme debito pubblico. Per aliquota personale congrua intendo che ogni singolo contribuente avrà la sua personale aliquota, con la quale verrà tassato il patrimonio di cui dispone (fatto di beni mobili ed immobili). Detta aliquota dipenderà dalla congruità del patrimonio con media dei redditi dichiarati in un arco di tempo medio-lungo, il più lungo consentito dal sistema informativo dell’anagrafe tributaria. L’Aliquota Personale Congrua (APG) verrà calcolata attraverso una semplice funzione matematica del tipo APG = aX + b; in cui "X" è la media dei redditi, "a" un "coefficiente di congruità" (stabilito con legge ed espresso sotto forma di scaglioni), che esprime la propensione al risparmio per ciascuna fascia di reddito. Infine, il fattore "b" ricomprenderà tutte le detrazioni d’imposta. In esso troveranno posto, per esempio, le donazioni, il capitale residuo dei mutui accesi sui patrimoni e gli incrementi di valore subiti dai patrimoni nel corso degli anni, in relazione alla variazione del costo della vita.
Maggiore sarà la congruità del patrimonio detenuto con la media dei redditi dichiarati e minore sarà l’aliquota dell’imposta patrimoniale, fino ad assumere valore pari a zero in caso di totale congruità. I patrimoni congrui verrebbero tassati con aliquote prossime allo zero - compresi quelli di rilevante entità - e quelli incongrui (evidentemente, nella disponibilità degli evasori, salvo prova contraria con onere a carico del contribuente) verrebbero tassati con aliquote dipendenti dal grado d’incongruità.
Una simile proposta verrebbe respinta solamente dal "partito degli evasori", per fortuna non ancora costituitosi, almeno ufficialmente.
Cleto IAFRATE
Componente Direttivo nazionale FICIESSE
martedì 10 gennaio 2012
Referendum ammissibili o no?
Per quanto dalla Corte costituzionale si siano premurati di dare smentita con ovvia secchezza, conteggi e previsioni sui voti dei singoli giudici costituzionali nei confronti dell'ammissibilità dei referendum elettorali continuano a sprecarsi nel mondo politico. Proprio quelle che a palazzo della Consulta sono definite «fantasiose illazioni» (correttezza linguistica avrebbe voluto che si fossero dette «congetture» o «supposizioni») sono correnti nel mondo politico.
Le voci sulla possibile collocazione di Tizio e Caio sono ben più numerose, e perfino ricche di testimonianze dirette, di quanto non si siano profusi alcuni giornali, dal Corriere alla Repubblica, nei propri schemini.
Va, semmai, specificato che, nel corso delle settimane, le previsioni sono mutate più volte. Nell'autunno scorso, pochi reputavano possibile che i referendum ottenessero il via libera dei giudici costituzionali. Poi, man mano ci si avvicinava al giorno della decisione, è cresciuto il favore attribuito, invece, all'ammissibilità di una delle due proposte referendarie (le differenze fra i due quesiti sono esclusivamente formali, concepite proprio per superare le possibili obiezioni). Anzi, possiamo dire che intorno a Natale le ipotesi parevano convergere sulla chiamata alle urne referendarie per la primavera.
Poi, nel breve volgere di una settimana, ecco spuntare invece un teorico orientamento per il no. Ovviamente gli orientamenti dei singoli giudici erano, di volta in volta, individuati con un eccesso di semplificazione, cosicché allo stesso magistrato venivano, nel volgere dei mesi, attribuite posizioni mutevoli e anzi contraddittorie.
Va detto che le dotte dissertazioni finora emerse sulla reviviscenza o meno della precedente legge, detta mattarellum, hanno confermato che nel diritto costituzionale non v'è nulla di scontato. Le posizioni politiche prevalgono spesso su considerazioni schiettamente giuridiche, mentre le questioni, più sono intricate, più permettono di sottilizzare, coprendo con elucubrate riflessioni i fini immediati e concreti.
ItaliaOggi Numero 008 pag. 5 del 10/1/2012
lunedì 9 gennaio 2012
PREMIO ANTIEVASIONE 2007: Convenzione Fondo Assistenza Finanzieri - CDC
EMERGENZA CARCERI E DETENUTI: A TORINO SI RISCHIA IL CAOS
I provvedimenti decisi dal Governo per contrastare l'emergenza carceri rischiano di aggravare l'emergenza sicurezza. La denuncia del Sindacato Autonomo di Polizia
"E' una follia trattenere obbligatoriamente negli uffici di polizia gli arrestati in attesa di un processo per direttissima. A Torino abbiamo, presso il Commissariato San Paolo, appena una decina di camere di sicurezza. Gli operatori di polizia delle volanti saranno costretti a piantonare in ufficio queste persone, dovranno pagare coi loro soldi anche i pasti e non potranno presidiare il territorio. Problemi simili li avranno anche i carabinieri e la guardia di finanza. Inoltre, non ci sono i soldi per pagare gli straordinari al personale che dovrà occuparsi degli arrestati. Con le chiacchiere pensano di risolvere l'emergenza carceri e invece aggravano l'emergenza sicurezza, specialmente a Torino". E' quanto afferma Massimo Montebove, consigliere nazionale per il Piemonte del sindacato di polizia Sap, che critica le decisioni del Governo.
"Ma c'e' dell'altro. Presto centinaia di detenuti, solo a Torino - spiega Montebove -, saranno liberi perche' non solo hanno ben pensato di intervenire sui trattenimenti legati ai processi per direttissima, ma hanno pure 'regalato' a gente condannata anche per gravi reati la possibilità di scontare gli ultimi 18 mesi di pena ai domiciliari. Peccato che non ci siano operatori delle forze di polizia sufficienti per monitorare le abitazioni di questi soggetti. Spostano il problema dalle carceri alla sicurezza generale. Cercheremo, per quanto nelle nostre possibilità, di far cambiare immediatamente queste nuove norme".
19/12/2011
http://www.torinotoday.it/cronaca/emergenza-carceri-detenuti-questura-torino-sindacato-sap-polizia.html