martedì 31 gennaio 2012

Evasione in Piemonte per 2 miliardi

Il bilancio dell'attività della Guardia di Finanza nel 2011: irregolarità in un'azienda su tre Fattura false, scontrini mai emessi, società fantasma mai denunciate al fisco. Sono i trucchi scoperti in Piemonte dalla Guardia di Finanza, che nel 2011 ha scoperto evasioni fiscali su redditi per due miliardi di euro in Piemonte. Un quarto (453 milioni) i proventi nascosti da evasori totali, soprattutto microaziende, che anche hanno evaso Iva per 73 milioni di euro. Sempre nel 2011, in Piemonte le Fiamme gialle hanno controllato 8.100 aziende e hanno fatto 43.500 interventi per la verifica di scontrini, ricevute e documenti di merci viaggianti, scoprendo irregolarità nel 31% dei casi. Il bilancio della lotta all’evasione fiscale in Piemonte - rendono noto dal Comando regionale della Guardia di finanza - è completato dalla scoperta di 225 milioni di iva evasa, da 7,3 milioni di ritenute fiscali non operate o non versate dai datori di lavoro, da 732 denunce alla magistratura per reati tributari (17 gli arresti) e dal sequestro di beni per un valore equivalente all’evasione constatata. In particolare, nel contrasto all’evasione internazionale, le Fiamme Gialle del Piemonte hanno recuperato redditi sottratti a tassazione per 207 milioni di euro. Nell’ambito dell’evasione immobiliare è stato scoperto un vasto e sofisticato sistema evasivo con una struttura criminosa che ha fruttato 100 milioni di euro di false fatturazioni e 27 milioni di redditi sottratti a tassazione, oltre che altri 15 milioni di evasione dell’Iva (14 le persone arrestate). Ad Asti è stato scoperto il titolare di un’impresa di trasporti su gomma che ha emesso false fatture per 50 milioni di euro e nei confronti del quale sono stati eseguiti sequestri per un valore di 1,8 milioni di euro. Ad Alessandria, sono stati scoperti due coniugi, titolari di una società di capitali, che commerciavano autoveicoli evadendo sistematicamente il pagamento dell’Iva, nascondendo al fisco 46 milioni di euro con un’evasione Iva per 7,5 milioni. http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/440578/

lunedì 30 gennaio 2012

LA SMILITARIZZAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA E LE STRANE AMNESIE DELL'ONOREVOLE FRANCESCO BARBATO (IDV)











FISCO: BARBATO (IDV), NO ASMILITARIZZAZIONE GDF. DI PIETRO BLOCCHI MOZIONE DONADI-BORGHESI(ANSA) - ROMA, 29 GEN





Molto strana questa uscita dell'On.Barbato visto che anche lui è tra i sottoscrittori della mozione inquestione; leggere per credere:









Ma non solo: l'On. FrancescoBarbato ha già chiesto la smilitarizzazione della Guardia di Finanzapoco più di un mese fa!!!. Infatti nel dicembre 2011 l'ITALIA DEIVALORI presentava un emendamento alla Camera al decreto salva-Italiacol quale si introducevano norme ancor più nette della semplicemozione. E guarda caso questo emendamento era firmato anche da taleOnorevole Francesco Barbato dell'IDV (omonimo?) .





Ecco l'emendamento non approvato naturalmente:








21.05.


Dopo l'articolo 21,aggiungere il seguente:


Art. 21-bis.
(Disposizioni riguardantila Guardia di finanza).


1. Al fine di assicurarel'economicità, l'efficienza e la rispondenza al pubblico interessedelle attività istituzionali, nonché per un corretto processo dirazionalizzazione delle spese e di maggiore efficienza nel contrastoall'evasione fiscale, il Governo, con uno o più regolamenti daadottare, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto1988 n. 400, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore dellalegge di conversione del presente decreto, sentite le Commissioniparlamentari competenti che si esprimono nel termine di 30 giorni,emana disposizioni volte a prevedere:


a)la progressiva smilitarizzazione del Corpo della Guardia di Finanza;


b)che l'affidamento del comando e delle competenze funzionali del Corpodella Guardia di Finanza sia posto alle dirette dipendenze delMinistro dell'economia e delle finanze;


c)l'accorpamento e la fusione delle funzioni precedentemente esercitatedal Corpo della Guardia di Finanza con quelle dell'Amministrazionefinanziaria, anche ai fine di assicurare una migliore qualità delservizio pubblico al cittadino, minori costi e una maggiorequalificazione del personale impiegato in attività operativerispetto a quelle di funzionamento.











Allora le questioni possono essere tre:

1)l'On Barbato non legge nemmeno le mozioni o gli emenamdenti chefirma;

2) all'On. Barbato i suoi colleghi di partito non fannonemmeno leggere le mozioni o gli emendamenti sulla polica fiscale,anche se è capogruppo in commissione finanze dell'IDV, ma mettonodirettamente una firma per suo conto;

3) l'On. Barbato haavuto delle improvvise amnesie (a distanza di pochi giorni) relativealla smilitarizzazione della Guardia di Finanza ed ha semplicemente"dimenticato" di aver firmato la mozione e l'emendamento.

Qualunquesia la risposta, che probabilmente qualche telefonista romanoconosce, l'On. Barbato ci fa una pessima figura.












Una truffa da tre milioni sui corsi di formazione

I corsi di formazione c’erano. Ma gli organizzatori hanno incassato il 60-70 per cento in più del dovuto. O addirittura, le lezioni tenute per aiutare i disoccupati a trovare lavoro sono servite soltanto a riempire le tasche di chi le aveva organizzate. Sono queste le modalità delle truffe individuate dai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria, coordinati dai pm Gabriella Viglione e Cesare Parodi, che hanno lavorato un anno e mezzo per ricostruire il giro d’affari illeciti da 3 milioni e 300 mila euro legato all’attività di tre consorzi: sono il «Con. Eur» di Marisa Balocco, 51 anni; il «Jolly 2000» della madre Maria Alocco, di 76; il «Mondo Formazione» di Antonio Di Tria, di 34. Tutti accreditati in Regione, incaricata di gestire i contributi arrivati dall’Unione Europea. Quei consorzi saranno depennati dagli elenchi degli accreditati. E lo stesso vale per i tre rappresentanti legali, finiti sott’inchiesta per truffa aggravata e falso. In più, in Regione confermano di aver già avviato il recupero dei fondi (quasi 3 milioni) ottenuti da quei consorzi in modo illecito. Madre e figlia condividevano la strategia per «succhiare» fondi pubblici. Chiedevano a piccole aziende di aderire ai consorzi, condizione necessaria per partecipare alle attività di formazione. Sovente, erano atti formali, con i titolari delle aziende assai poco informati sul significato di quell’adesione. A quel punto, i corsi potevano essere organizzati. Quasi 400 in pochi anni, con una decina di iscritti ciascuno. Lezioni fatte. Ma i costi rimborsati dalla Regione erano gonfiati, anche con l’intervento di una «società filtro», sempre legata a madre e figlia. A lievitare erano le spese per la modulistica e le dispense, ma in qualche occasione sono spuntati fatture ed estratti conto fasulli: lo scopo era di superare i controlli formali per ottenere il rimborso. Più sofisticato il sistema utilizzato da «Mondo Formazione» guidato da Di Tria. La struttura era specializzata in corsi per «categorie svantaggiate» (dai disabili, agli ex detenuti, agli extracomunitari) finalizzati all’assunzione. Mai avvenuta, nonostante le lezioni. Molti hanno firmato (a loro insaputa) il modulo di rinuncia all’impiego, sottoposto ai corsisti in mezzo ad altri documenti; con altri (considerati meno sprovveduti), gli organizzatori hanno preferito falsificare le firme. Per le aziende, era un’operazione «a costo zero». A rimetterci erano soltanto i frequentatori delle lezioni, che s’illudevano di trovare lavoro e restavano disoccupati. I guadagni erano tutti di «Mondo Formazione»: ha incassato oltre 300 mila euro. Basati sulla menzogna. http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/440313/

martedì 24 gennaio 2012

TORINO: DOPO 9 ANNI ASSEGNATE LE CASE PER LE FORZE DELL'ORDINE

La Stampa - 24 gennaio 2012

MILLEPROROGHE, COMELLINI (PDM):DEPUTATI IDV DIFENSORI DELLA CASTA, DI PIETRO RISPONDA AI MILITARI SU PROROGA COCER.

MILLEPROROGHE, COMELLINI (PDM):DEPUTATI IDV DIFENSORI DELLA CASTA, DI PIETRO RISPONDA AI MILITARI SU PROROGA COCER. 

Roma 24 gennaio 2012 

"Errare è umano ma perseverare è diabolico, ma in questo caso è da irresponsabili.” - Lo dichiara Luca Marco Comellini , Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm) – “Non solo non si sono accontentati di vedersi bocciati i loro emendamenti “porcata” in Commissione ma hanno avuto pure la faccia tosta di ripresentarli in Aula. Mi riferisco – precisa Comellini- ai deputati Favia (IDV), Marinello, Mantovano, Marsilio, Baccini, Ceroni, Pagano, Corsaro, Laffranco (PdL) che hanno presentato due identici emendamenti per prorogare il mandato dei Cocer fino al 31 dicembre 2012 privando oltre 350.000 militari del loro diritto di scegliersi liberamente chi li deve rappresentare. Comprendo il fatto – attacca Comellini – che i deputati del Pdl siano evidentemente ostaggio di alcuni delegati del Cocer dei carabinieri, dei loro protettori politici e dei generali, ma non riesco a comprendere l’atteggiamento dell’onorevole Di Pietro e dell’IDV che hanno sempre votato contro queste “porcate”.  Mi domando – insiste il Segretario del Pdm - se questi emendamenti non abbiano qualcosa a che fare con la questione che solo alcune settimane fa ha coinvolto l’IDV e il consigliere comunale di Roma e delegato del Cocer carabinieri, Giuseppe la Fortuna, che aveva annunciato di voler passare con Di Pietro per poi rinunciarvi nel giro di poche ore quando è stato richiamato all’ordine dai suoi capoccioni. Se poi la decisione di presentare simili emendamenti è il frutto del mercimonio politico allora – sottolinea Comellini - stupisce il fatto che Di Pietro abbia deciso di tacere mentre un suo sconosciuto deputato insiste nel voler svendere la coerenza dell’IDV agli interessi di un manipolo di satrapi. Ovviamente mi auguro che Di Pietro dia una spiegazione alle migliaia di militari “incazzati” che in queste ore mi stanno e lo stanno contattando affinché si faccia prevalere la ragione del diritto e dei diritti sui miseri interessi di bottega di quelli che pietiscono la proroga. Di Pietro – conclude Comellini - dica chiaramente a quale gioco vuole giocare e se ha deciso di essere anche lui un protettore della “casta”.

SALVATORE TRINX SCRIVE ALL'ON. FAVIA (IDV?!): NO ALLA PROROGA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE!







LETTERA APERTA




Seguito mia mail del 19 gennaio u.s.



Egregio Onorevole,



già in commissione c’è stato il maldestro tentativo di inserire nel decreto Milleproroghe degli emendamenti per prorogare la Rappresentanza Militare fino al dicembre 2012.(8.4, 8.5, 8.6).



Lei che è rappresentante nel Parlamento del Popolo, è ben cosciente dei valori democratici e della partecipazione democratica degli elettori a scegliersi i propri rappresentanti: ecco perché la rappresentanza non deve essere prorogata (i delegati sono eletti non nominati).



Il mandato della rappresentanza militare è già stato prorogato due volte con scuse fittizie e pretestuose che nulla avevano di reale a favore dei circa quattrocentomila cittadini in divisa e tanto a favore del singoli (diciamocelo norme ad personam di cui a palazzo per altri noti soggetti ne avete fatto una battaglia).



Che le proroghe siano state fittizie è sotto gli occhi di tutti : basta vedere per cosa sono state chieste e cosa è stato fatto… NULLA!



Il motivo di questa mia mail è ciò che Ella ha dichiarato in Aula alla Camera:



… abbiamo visto vari provvedimenti in materia militare. Su questo mi sento di introdurre la materia della proroga dei Cocer, che è stata bocciata in Commissione. Noi presenteremo nuovamente un emendamento, perché crediamo che l'imminente trattativa sui diritti del personale... Dicevo che ripresenteremo l'emendamento per la proroga, soltanto fino a fine anno, dei Cocer, che, peraltro, dovrebbero essere eletti in aprile e maggio, quindi, di fatto, si tratterebbe di una proroga di poco più di un semestre, dettata dall'imminenza dell'avvio di un'importante trattativa in materia di lavoro dei militari e in materia pensionistica. Quindi, crediamo che sarebbe opportuno - se, ovviamente, non verrà posta la questione di fiducia, quindi se vi sarà l'agibilità - provvedere in tal senso…”



Questa è la mia preoccupazione: errare humanum est, perseverare autem diabolicum !



E’ certo onorevole di fare gli interessi del mondo militare?…Lei pensa che questa sia la volontà della base? Pensa che questi delegati siano insostituibili?



Prima del X mandato ne sono passati nove e altri ne verranno finchè il Parlamento non ci darà il sindacato. Molti dei delegati in carica essendo stati “bravi” sono stati rieletti dalla loro base elettorale: la Legge che il Parlamento ha scritto dice che si è rieleggibile una sola volta poi ci si ferma. Il big ben ora dice STOP.



Tutti utili, nessuno indispensabile.



Lei non può ignorare che un’intera sezione del COCER, quella della Guardia di Finanza, ha ufficializzato una specifica richiesta la cui missiva ne è stato destinatario che le allego qualora fosse andata persa contraria alla proroga!



Non mi risulta che altre Sezioni di Forza Armata hanno fatto una richiesta ufficiale di proroga (ci mancherebbe altro. In caserma sarebbero linciati simbolicamente) .



Devo pensare male e immaginare che un sottobosco si sta muovendo per mero interesse di bottega, cercando di fare azione lobbistica nei confronti dei Rappresentanti del Popolo Italiano (che deve ascoltare TUTTO il suo popolo ).



Onorevole, se ha a cuore veramente gli interessi degli uomini in uniforme faccia la battaglia per farci acquisire veramente i DIRITTI e non si presti a questi giochini non degni di chi indossa un uniforme.



W l’ITALIA DEMOCRATICA



Salvatore TRINX*



*(Delegato Cocer



Delegato COIR Nord-occidentale



Delegato Cobar -Piemonte



Sezione Guardia di Finanza)*



lunedì 23 gennaio 2012

DIFESA: ESPOSITO (PD), GOVERNO RICONOSCA AI MILITARI IL DIRITTO DI SCEGLIERE PROPRI RAPPRESENTANTI - AgenParl - Agenzia Parlamentare per l'informazione politica ed economica

DIFESA: ESPOSITO (PD), GOVERNO RICONOSCA AI MILITARI IL DIRITTO DI SCEGLIERE PROPRI RAPPRESENTANTI - AgenParl - Agenzia Parlamentare per l'informazione politica ed economica

LA PORCATA



Negli ultimi due anni abbiamo assistito alle due proroghe concesse a favore della rappresentanza militare, è palese che solo pochissimi delegati si sono schierati apertamente e chiaramente contro queste due porcate che hanno avuto lo scopo pratico di mantenere seduti sulle loro sedie dei delegati amici o magari simpatizzanti politici alla faccia del conflitto d’interesse e soprattutto dei militari che li hanno eletti.

Questi eroi, questi titani insostituibili ed assolutamente inamovibili secondo il parere di alcuni parlamentari di questa orribile legislatura non sono altro appunto che il frutto perverso delle devianze e del decadimento del mondo politico italiano che senza batter ciglio in barba o meglio fregandosene altamente dei militari elettori decide di togliere il diritto di voto e di espressione degli stessi prorogando oltre la scadenza la durata di un mandato elettivo.

E’ pacifico che i militari della rappresentanza militare non sono più rappresentanti dei militari ma sono semplicemente dei nominati da altri nominati (i parlamentari), quindi assistiamo ad una chiara invasione della politica dentro le viscere delle FF.AA., che la costituzione della repubblica pone a difesa delle istituzioni democratiche affidando alle stesse un profilo nettamente “super partes”, se ne deduce conseguentemente che questa ingiustificata, amorale ingerenza della politica (quella con la “p” iperminuscola…) oltre a fare giustamente perdere credibilità alla rappresentanza militare può minare alle basi le istituzioni militari di cui essa fa integrale parte.

In tal senso ci si appella con forza ai massimi garanti delle libere istituzioni affinché intervengano per porre fine alle proroghe permettendo finalmente ai militari di eleggere chi vogliono.

E’ opportuno evidenziare che gli emendamenti al decreto milleproroghe all’uopo presentati che miravano alla 3^ proroga del X mandato della rappresentanza militare dopo una battaglia in aula che ha visto a favore della proroga il PDL e IDV e contrati PD, UDC e LENA sono stati per fortuna bocciati da informazioni parlamentari risulta che i suddetti partiti ripresenteranno la proposta in aula.

La domanda che facciamo al PDL e IDV perché volete calpestare i diritti dei militari?????

Vostro

Domenico Bilello*

(*) Delegato Co.I.R. Esercito

http://www.forzearmate.org/sideweb/2012/approfondimenti/rappresentanza-militare-bilello_120122-65.php

venerdì 20 gennaio 2012

lpd: MILLEPROROGHE: VIA LIBERA COMMISSIONI CAMERA CON M...

lpd: MILLEPROROGHE: VIA LIBERA COMMISSIONI CAMERA CON M...

Pubblicazione graduatoria per l’assegnazione di n. 58 alloggi di edilizia sovvenzionata nel Comune di Torino, via Gaidano.

Si rende noto che in data 13 gennaio 2012 è stata approvata la graduatoria, in allegato, per l'assegnazione di n. 58 alloggi di edilizia sovvenzionata nel Comune di Torino, via Gaidano.
Si precisa che eventuali ricorsi devono pervenire a questa Prefettura - Servizio I - Piazza Castello 201 - 10100 Torino entro e non oltre 17 febbraio 2012.

  • Download: Graduatoria definitiva assegnazione alloggi
Graduatoria assegnazione
Pubblicato il 18/01/2012

mercoledì 18 gennaio 2012

Milleproroghe, Luca Comellini (Pdm): “Quindici parlamentari vogliono privare i militari dei loro diritti"

"Sono 15 i deputati che hanno ceduto alle richieste dei Cocer, una sorta di sindacato giallo delle Forze armate, e che hanno presentato degli emendamenti per prorogare il mandato dei Consigli della rappresentanza militare oltre la scadenza già in regime di proroga del 30 aprile 2012”, dice Luca Marco Comellini, segretario del partito dei militari (Pdm). E' la terza volta consecutiva che si verifica un simile atto “di arroganza contro tutti i militari al solo scopo di privarli del diritto di poter eleggere liberamente i propri rappresentanti”, spiega ancora.

I 15 deputati con tre emendamenti uguali hanno dato ampia prova di non avere ben chiara la pericolosità che potrebbe derivare dal protrarsi di un o stato di assoluta mancanza di tutele democratiche nell’ambito militare, ne di cosa significhi il gesto che hanno compiuto a danno dei 350.000 cittadini in divisa ai quali ora devono spiegare le motivazioni - se ne esistono – della necessità di una ulteriore proroga di un organismo che è fortemente contestato dalla sua stessa base.

“Si informino gli onorevoli Ciccanti, Tassone, Occhiuto, Mantini, Calgaro, Lusetti, Favia, Paladini, Marinello, Mantovano, Marsilio, Baccini, Ceroni, Pagano e Corsaro sulla reale rappresentatività dell'organismo che vogliono prorogare fino al 31 dicembre 2012 e della considerazione di cui godono i delegati negli enti e nelle caserme di tutta Italia, e già che ci sono si leggano le numerose interrogazioni parlamentari che abbiamo presentato per denunciare i gravi comportamenti di alcuni delegati del Cocer che sono anche oggetto d’indagine da parte delle autorità giudiziarie”, rileva ancora Comellini.
 Al termine del sua requisitoria  il segretario del Pdm auspica che "gli emendamenti siano ritirati dai loro presentatori e che non vi siano altri che vogliano ledere i diritti di tutti i militari o mettersi al servizio di un gruppo di "satrapi", sarebbe un gravissimo errore per la democrazia."  Comellini spera che i deputati che con i loro emendamenti hanno chiesto di prorogare fino al 31 dicembre 2012 il mandato dei Cocer delle Forze armate, "abbiano avuto delle valide ragioni per giungere a privare gli oltre 350.000 cittadini in uniforme del diritto, e della democrazia, di poter eleggere liberamente i prori rappresentanti. Comunque questi 15 deputati si sono - conclude - resi complici di grave atto di arroganza di cui si dovrebbero vergognare”.
 
18 gennaio 2012
Redazione Tiscali

martedì 17 gennaio 2012

NON COMPIE PECULATO IL MILITARE CHE USA L'AUTO DI SERVIZIO PER UN TEMPO TRASCURABILE E PER UN LIMITATO TRAGITTO


CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. VI PENALE - SENTENZA 12 gennaio 2012, n.809

MASSIMA

Non integra il delitto di cui all’art. 314 c.p. la condotta di un militare che usa l'auto di servizio per non più di trenta minuti, percorrendo una distanza chilometrica trascurabile dovendo recarsi urgentemente presso la propria abitazione per sincerarsi delle condizioni della figlia. (Nel caso di specie, infatti, l'imputato, mosso da urgenti esigenze familiari, aveva utilizzato l'autovettura di servizio per un tempo trascurabile e per un limitato tragitto, non pregiudicando apprezzabilmente la funzione pubblicistica cui il veicolo era asservito).

CASUS DECISUS

Il Giudice della udienza preliminare del Tribunale di Napoli dichiarava non luogo a procedere nei confronti di M. G., con la formula "perché il fatto non sussiste", in ordine al reato di cui all'art. 314, comma secondo, cod. pen., contestato al medesimo perché, quale appuntato dei Carabinieri, si appropriava, per farne uso precario, consistito nel rientro in casa e quindi per ritornare in caserma, di un'autovettura militare a lui affidata (in Napoli, il 7 gennaio 2010). Osservava il G.u.p. che non integrava il reato contestato, per mancanza di lesività, la condotta dell'imputato, che aveva usato l'auto di servizio per non più di trenta minuti, percorrendo una distanza chilometrica trascurabile dovendo recarsi urgentemente presso la propria abitazione per sincerarsi delle condizioni della figlia. Ricorre per Cassazione il Procuratore della Repubblica.

TESTO DELLA SENTENZA


CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. VI PENALE - SENTENZA 12 gennaio 2012, n.809 - Pres. Millo – est. Conti

Ritenuto in fatto e considerato in diritto



Con la sentenza in epigrafe, il Giudice della udienza preliminare del Tribunale di Napoli dichiarava non luogo a procedere nei confronti di M. G., con la formula 'perché il fatto non sussiste', in ordine al reato di cui all'art. 314, comma secondo, cod. pen., contestato al medesimo perché, quale appuntato dei Carabinieri, si appropriava, per farne uso precario, consistito nel rientro in casa e quindi per ritornare in caserma, di un'autovettura militare a lui affidata (in Napoli, il 7 gennaio 2010)

2. Osservava il G.u.p. che non integrava il reato contestato, per mancanza di lesività, la condotta dell'imputato, che, dopo averne informato il m.llo F. U., della Stazione C.C. di Napoli-Centro, aveva usato l'auto di servizio per non più di trenta minuti, percorrendo una distanza chilometrica trascurabile dovendo recarsi urgentemente presso la propria abitazione per sincerarsi delle condizioni della figlia

3. Ricorre per Cassazione il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, che denuncia la violazione dell'art. 314 cod. pen., osservando che l'imputato, nonostante il divieto del superiore, aveva utilizzato l'auto di servizio per recarsi dal centro di Napoli all'estrema periferia della città, distante diversi chilometri, in luogo di servirsi di mezzi pubblici. Tale condotta integrava, ad avviso dell’ Ufficio ricorrente, il reato contestato.

4. Il difensore dell’imputato, avv. M. Z., ha depositato memoria, con la quale conclude per la inammissibilità o per il rigetto del ricorso, sostenendo che nella specie, dato il brevissimo tempo dell'uso del veicolo, la pubblica amministrazione non aveva subito alcun danno apprezzabile, e considerato che l'urgenza del caso (notizia che la fiqlioletta di tre anni di età era caduta rovinosamente a terra, battendo la testa) configurava uno stato di necessità.

Si deduce inoltre la inammissibilità del ricorso, perché il ricorrente non ha indicato quale diverso sviluppo probatorio sarebbe stato possibile nell'eventuale dibattimento.

5. Ad avviso della Corte il ricorso, prospettando censure in punto di fatto, deve essere dichiarato inammissibile.

6. Il G.u.p, infatti, ha ritenuto provato che l'imputato, mosso da urgenti esigenze familiari, aveva utilizzato l'autovettura di servizio per un tempo trascurabile e per un limitato tragitto, considerando, con valutazione in questa sede non censurabile, che il fatto doveva considerarsi privo di lesività, non essendo stata apprezzabilmente pregiudicata la funzione pubblicistica cui il veicolo era asservito.



P.Q.M.



Dichiara inammissibile il ricorso.



lunedì 16 gennaio 2012

..:: Cosa chiediamo al Ministro ::..

..:: Cosa chiediamo al Ministro ::..

Vogliamo capire quali sono le intenzioni dell'attuale Esecutivo, anche perché - in un'ottica di maggiore efficienza e risparmio delle risorse pubbliche - noi riteniamo da anni che si debba puntare ad una razionalizzazione delle Forze dell' Ordine esistenti, pur nel rispetto della storia e delle peculiarità di ciascun Corpo.

mercoledì 11 gennaio 2012

QUEL "FILO SOTTILE"… CHE LEGA LE NOSTRE PENSIONI AL DEBITO PUBBLICO E ALL’EVASIONE FISCALE.




1. Le pensioni
Il decreto legge cosiddetto «Salva Italia», emanato in un contesto di urgenza e necessità, rappresenta la risposta della politica ad una crisi economico-finanziaria senza precedenti.
Con il decreto legge nr. 201/2011 è stata varata anche la più radicale riforma previdenziale degli ultimi 20 anni. Le disposizioni in essa contenute sarebbero finalizzate a rafforzare la sostenibilità di lungo periodo del sistema pensionistico, nel rispetto dei principi di equità e convergenza intergenerazionale, oltre che ad adeguare il sistema previdenziale alle variazioni dell’aspettativa media di vita.
Il decreto, che sembra salvare un po’ meno gli italiani rispetto all’Italia, prevede il passaggio per tutti i lavoratori al sistema pensionistico contributivo; la scomparsa delle pensioni di anzianità ed un nuovo metodo di calcolo della pensione, da cui deriverà un assegno sostanzialmente più povero per tutti. Il decreto ridisegna i requisiti per il pensionamento, nel senso che si andrà in pensione in età più avanzata: ci vorranno almeno 42 anni di contributi e chi lascerà prima perderà il 2% del trattamento per ogni anno. Per i lavoratori autonomi è previsto un aumento dei contributi da versare, che arriveranno al 25% nel 2018. Per far cassa, infine, viene bloccata, per i prossimi due anni, l'indicizzazione delle pensioni oltre la soglia dei 1.400 euro, cioè tre volte la minima.
In buona sostanza, quando la riforma andrà a regime, provocherà un considerevole impoverimento reddituale per tutti quei lavoratori che hanno sempre fatto, anche dal punto di vista fiscale, la loro parte; mentre la ricchezza si andava concentrando nelle mani di una cerchia sempre più ristretta di persone.
In particolare, per il comparto Difesa e Sicurezza, il decreto prevede, al comma 18 dell’art. 24, l'emanazione di un Regolamento, da adottare entro il 30 giugno 2012 su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Il Regolamento avrebbe lo scopo di riconoscere una certa specialità, ai fini pensionistici, al comparto, nel rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183.
Si spera che il legislatore tenga conto di tutti coloro che svolgono mansioni particolarmente usuranti e gravose, tra i quali, certamente, gli appartenenti al comparto Difesa e Sicurezza. Questi, a causa del peculiare lavoro svolto, non potrebbero sicuramente sopportare un drastico stravolgimento delle regole pensionistiche attuali. E’ impensabile che un carabiniere, poliziotto o finanziere sia ancora in servizio oltre la soglia dei 60 anni. Se così fosse, con quali garanzie di efficienza? Si pensi alla forma fisica richiesta dalla peculiarità del servizio e soprattutto alla lucidità necessaria per l’uso delle armi.
E’ bene però non farsi troppe illusioni. In passato si è fatto ricorso allo sbandierato principio della specialità più per imporre doveri e negare diritti (come quello associativo) che per fare delle concessioni (per un approfondimento su questo, cfr. "La specificità del comparto Sicurezza e Difesa: amore dichiarato e tradimento consumato" di C. Iafrate, pubblicazione online).
Visti gli effetti del decreto "Salva Italia" sui lavoratori italiani, ci si chiede: da chi era minacciata l’Italia? Erano proprio i lavoratori dipendenti ed indipendenti a tenerla sotto scacco?
2. Il debito pubblico
La domanda non è di poco conto. Proverò a fornire la mia risposta.
L’Italia doveva essere salvata dagli effetti di un debito pubblico, ormai insostenibile, che ammonta a circa 1.950 miliardi.  Nel 2012 si prevede un esborso di ben 92 miliardi solo per pagare gli interessi sul debito pubblico.
Il governo, quindi, aveva urgente bisogno di reperire risorse per porre un argine ad un debito pubblico inarrestabile, che rischiava di travolgerci. Le casse dello Stato erano quasi vuote e si correva il rischio di non avere liquidità neanche per pagare gli stipendi e le pensioni.
Di fronte ad un simile baratro, per rimettere a posto i conti, la riforma del sistema pensionistico è sembrata una via in discesa facile da percorrere, rispetto ad altre osteggiate da diverse corporazioni.
Considero il debito pubblico come il primo tassello del domino che, se cade, cioè se viene ridotto, provoca come effetto la caduta degli altri fattori che pesano sulla crescita economica, con vantaggi a cascata per tutti.
Il debito pubblico ha tre radici molto antiche:
1. La responsabilità dei governi.
Mi riferisco ai governi sostenuti da maggioranze sia di centro-destra che di centro-sinistra, che in passato non solo non hanno adottando misure efficaci per contrastare il debito, al contrario hanno continuato a creare debito per trarne consensi elettorali.
2. Un sistema di controlli bancari vischioso e poco trasparente, in cui i controllori non sono mai stati completamente terzi rispetto ai controllati.
Un solo caso a titolo esemplificativo. Quando venne deciso che i tassi bancari dovevano rimanere al di sotto di quelli usurai, subito dopo si consentì l’introduzione della "commissione di massimo scoperto". Un artifizio che faceva rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta: formalmente era tutto in regola ma nella sostanza i tassi erano tornati usurai.
3. L'evasione fiscale.
Il secondo punto può essere affrontato e risolto con provvedimenti condivisi con l’Europa. Il terzo punto, invece, può essere affrontato anche solo in sede domestica.
 
3. L’evasione fiscale
In Italia l’evasione è pari al 18% del PIL e colloca il nostro Paese al secondo posto nella graduatoria internazionale, guidata dalla Grecia. 
Nel 2010 l’imponibile evaso è stato di circa 279 miliardi di euro (il 18% del PIL, che è pari a 1.549 miliardi di euro). Per alcune categorie di contribuenti, il tasso di evasione corrisponde niente meno che all'80% del reddito totale prodotto. Se l’imponibile evaso (solo nell’anno 2010) fosse stato tassato al 43%, il valore della pressione fiscale media, avrebbe fornito alle casse dell’erario ben 120 miliardi di euro (si tratta dell’8% del PIL). Basterebbe recuperare l’evasione degli ultimi 5 anni per ridurre il debito pubblico al 60% del PIL, come chiesto dall’Europa. L’evasione è strettamente connessa con il debito pubblico, nel senso che, comportando una diminuzione delle entrate fiscali, provoca una diminuzione della spesa sociale, di cui le pensioni sono una larga fetta. Ne deriva che se venisse azzerata l’evasione, il Governo avrebbe a disposizione miliardi aggiuntivi da destinare agli investimenti ed a rilanciare lo sviluppo senza doverli reperire attraverso l’innalzamento dell’età pensionabile.
I redditi sottratti all’imposizione vengono in parte tradotti in consumi, in parte reinvestiti ed in parte trasformati in patrimoni mobiliari e immobiliari.
E’ a tutti noto che individuare un evasore totale e poi costringerlo al restituire il maltorto è come trovare un ago in un pagliaio, in quanto l’evasore sta ben attento a non lasciar tracce. Si rende, perciò, necessario uno strumento normativo che consenta di stanare in maniera chirurgica gli evasori, cioè, di entrare nel pagliaio con metal detector e calamita.
Propongo il varo di una patrimoniale straordinaria di solidarietà con ALIQUOTA PERSONALE CONGRUA, il cui gettito verrebbe destinato a ridurre l’enorme debito pubblico. Per aliquota personale congrua intendo che ogni singolo contribuente avrà la sua personale aliquota, con la quale verrà tassato il patrimonio di cui dispone (fatto di beni mobili ed immobili). Detta aliquota dipenderà dalla congruità del patrimonio con media dei redditi dichiarati in un arco di tempo medio-lungo, il più lungo consentito dal sistema informativo dell’anagrafe tributaria. L’Aliquota Personale Congrua (APG) verrà calcolata attraverso una semplice funzione matematica del tipo APG = aX + b; in cui "X" è la media dei redditi, "a" un "coefficiente di congruità" (stabilito con legge ed espresso sotto forma di scaglioni), che esprime la propensione al risparmio per ciascuna fascia di reddito. Infine, il fattore "b" ricomprenderà tutte le detrazioni d’imposta. In esso troveranno posto, per esempio, le donazioni, il capitale residuo dei mutui accesi sui patrimoni e gli incrementi di valore subiti dai patrimoni nel corso degli anni, in relazione alla variazione del costo della vita.
Maggiore sarà la congruità del patrimonio detenuto con la media dei redditi dichiarati e minore sarà l’aliquota dell’imposta patrimoniale, fino ad assumere valore pari a zero in caso di totale congruità. I patrimoni congrui verrebbero tassati con aliquote prossime allo zero - compresi quelli di rilevante entità - e quelli incongrui (evidentemente, nella disponibilità degli evasori, salvo prova contraria con onere a carico del contribuente) verrebbero tassati con aliquote dipendenti dal grado d’incongruità.
Una simile proposta verrebbe respinta solamente dal "partito degli evasori", per fortuna non ancora costituitosi, almeno ufficialmente.
Cleto IAFRATE
Componente Direttivo nazionale FICIESSE

martedì 10 gennaio 2012

Referendum ammissibili o no?

Crescono i boatos sulla sentenza che in settimana potrebbe emanare la Corte costituzionale
 
Il diritto costituzionale è purtroppo come un chewing-gum
 
di Cesare Maffi  

Per quanto dalla Corte costituzionale si siano premurati di dare smentita con ovvia secchezza, conteggi e previsioni sui voti dei singoli giudici costituzionali nei confronti dell'ammissibilità dei referendum elettorali continuano a sprecarsi nel mondo politico. Proprio quelle che a palazzo della Consulta sono definite «fantasiose illazioni» (correttezza linguistica avrebbe voluto che si fossero dette «congetture» o «supposizioni») sono correnti nel mondo politico.
Le voci sulla possibile collocazione di Tizio e Caio sono ben più numerose, e perfino ricche di testimonianze dirette, di quanto non si siano profusi alcuni giornali, dal Corriere alla Repubblica, nei propri schemini.

D'altronde, sarebbe fuori della storia chi leggesse le decisioni della Corte come avulse dalla politica, dalle ideologie, perfino dalle contingenze immediate.
Va, semmai, specificato che, nel corso delle settimane, le previsioni sono mutate più volte. Nell'autunno scorso, pochi reputavano possibile che i referendum ottenessero il via libera dei giudici costituzionali. Poi, man mano ci si avvicinava al giorno della decisione, è cresciuto il favore attribuito, invece, all'ammissibilità di una delle due proposte referendarie (le differenze fra i due quesiti sono esclusivamente formali, concepite proprio per superare le possibili obiezioni). Anzi, possiamo dire che intorno a Natale le ipotesi parevano convergere sulla chiamata alle urne referendarie per la primavera.
Poi, nel breve volgere di una settimana, ecco spuntare invece un teorico orientamento per il no. Ovviamente gli orientamenti dei singoli giudici erano, di volta in volta, individuati con un eccesso di semplificazione, cosicché allo stesso magistrato venivano, nel volgere dei mesi, attribuite posizioni mutevoli e anzi contraddittorie.
Va detto che le dotte dissertazioni finora emerse sulla reviviscenza o meno della precedente legge, detta mattarellum, hanno confermato che nel diritto costituzionale non v'è nulla di scontato. Le posizioni politiche prevalgono spesso su considerazioni schiettamente giuridiche, mentre le questioni, più sono intricate, più permettono di sottilizzare, coprendo con elucubrate riflessioni i fini immediati e concreti.
Sarà poi curioso segnalare che sono tornate alcune voci concernenti i possibili gradimenti del Quirinale, , sull'esito del pronunciamento della Corte. Va rammentato che, quando palazzo della Consulta bocciò il referendum sulla smilitarizzazione della Guardia di finanza, si sprecarono, da destra e da sinistra, le polemiche sul supposto intervento dell'allora presidente Oscar Luigi Scàlfaro, che avrebbe portato a mutare opinione due giudici costituzionali, presidente della Corte compreso, cosicché dall'ammissibilità la Corte sarebbe inattesamente passata all'inammissibilità.
Attualmente, le voci si limitano a rilevare una concordanza di pareri tra il relatore Sabino Cassese e i soliti «ambienti del Quirinale» avvalorando l'ipotesi di una decisione contraria all'ammissibilità, ma motivata con riferimenti a elementi di dubbia costituzionalità nella legge istitutiva del porcellum. D'altra parte, tali elementi la Corte non aveva già mancato di farli rilevare. Ricordiamo, infatti, quanto scritto con chiarezza nella sentenza n. 15 del 2008, su «aspetti problematici di una legislazione che non subordina l'attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e/o di seggi».

ItaliaOggi Numero 008  pag. 5 del 10/1/2012

lunedì 9 gennaio 2012

PREMIO ANTIEVASIONE 2007: Convenzione Fondo Assistenza Finanzieri - CDC


Prorogato al 31 gennaio 2012 il termine di scadenza della convenzione sottoscritta tra il FAF e la CDC S.p.A. riguardante la fornitura di personal computer fissi e/o portatili e relativi accessori informatici,  a favore di circa 63.000 appartenenti al Corpo della Guardia di Finanza in servizio al 31 dicembre 2008

EMERGENZA CARCERI E DETENUTI: A TORINO SI RISCHIA IL CAOS

I provvedimenti decisi dal Governo per contrastare l'emergenza carceri rischiano di aggravare l'emergenza sicurezza. La denuncia del Sindacato Autonomo di Polizia



"E' una follia trattenere obbligatoriamente negli uffici di polizia gli arrestati in attesa di un processo per direttissima. A Torino abbiamo, presso il Commissariato San Paolo, appena una decina di camere di sicurezza. Gli operatori di polizia delle volanti saranno costretti a piantonare in ufficio queste persone, dovranno pagare coi loro soldi anche i pasti e non potranno presidiare il territorio. Problemi simili li avranno anche i carabinieri e la guardia di finanza. Inoltre, non ci sono i soldi per pagare gli straordinari al personale che dovrà occuparsi degli arrestati. Con le chiacchiere pensano di risolvere l'emergenza carceri e invece aggravano l'emergenza sicurezza, specialmente a Torino". E' quanto afferma Massimo Montebove, consigliere nazionale per il Piemonte del sindacato di polizia Sap, che critica le decisioni del Governo.

"Ma c'e' dell'altro. Presto centinaia di detenuti, solo a Torino - spiega Montebove -, saranno liberi perche' non solo hanno ben pensato di intervenire sui trattenimenti legati ai processi per direttissima, ma hanno pure 'regalato' a gente condannata anche per gravi reati la possibilità di scontare gli ultimi 18 mesi di pena ai domiciliari. Peccato che non ci siano operatori delle forze di polizia sufficienti per monitorare le abitazioni di questi soggetti. Spostano il problema dalle carceri alla sicurezza generale. Cercheremo, per quanto nelle nostre possibilità, di far cambiare immediatamente queste nuove norme".


19/12/2011



http://www.torinotoday.it/cronaca/emergenza-carceri-detenuti-questura-torino-sindacato-sap-polizia.html

mercoledì 4 gennaio 2012

La lente: Il Senatore radicale Perduca ripropone la smilitarizzazione della Guardia di Finanza

La lente: Il Senatore radicale Perduca ripropone la smilitarizzazione della Guardia di Finanza

lpd: Basta tabù sui dipendenti pubblici licenziamenti c...

lpd: Basta tabù sui dipendenti pubblici licenziamenti c...

L'incontro galante tradisce il re delle truffe finanziarie, arrestato dalla GDF di Torino

Inseguito dai creditori, era riuscito a dileguarsi: aveva 13 milioni di buone ragioni per sparire. Ma l’appuntamento con una donna gli ha portato sfortuna: Vittorio Bertinetti, 48 anni, ex promotore finanziario per Monte dei Paschi di Siena, è stato arrestato lunedì dai finanzieri del Gruppo Torino. I militari del colonnello Marco Grazioli avevano in mano l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Federica Bompieri. Una quindicina di pagine, sufficienti a riassumere le gesta del broker, figlio del macellaio e nipote del sindaco di Castiglione, cittadina dove aveva aperto lo studio in via Torino 194. A quell’indirizzo, però, non si è fatto vedere da tempo. A luglio, svariati creditori avevano assediato l’ufficio, poi perquisito anche dai carabinieri di Chivasso, in seguito alla denuncia di un «bidonato». Da quel momento, era svanito. Numero di telefono «non attivo». Aveva un’altra scheda sim, intercettata dai finanzieri. Così, i militari sono arrivati all’appuntamento fissato con una donna, l’altra sera a Torino. Bertinetti era in fuga da luglio, ma il tracollo risale a fine settembre, quando il tribunale di Torino ha dichiarato il fallimento della ditta individuale di Bertinetti, sui richiesta del procuratore aggiunto Vittorio Nessi. Dal fallimento all’ipotesi di bancarotta il passo è stato breve. In mano agli inquirenti c’erano montagne di querele, per un «buco» da 13 milioni di euro. Soldi incassati da clienti anche dopo il 31 maggio, data della revoca del mandato di Montepaschi legata proprio a segnalazioni sul comportamento di Bertinetti. Irregolarità di vario genere, da assegni fatti all’insaputa degli interessati, a bonifici giustificati con operazioni finanziarie mai avviate, a documentazione fasulla per simulare l’apertura di conti titoli inesistenti. Pure la Consob aveva sospeso il broker, anche se la decisione era arrivata a fine novembre come conseguenza della segnalazione di Montepaschi di metà giugno, integrata da altra documentazione su operazioni «tarocche» inviata alla Commissione a metà agosto. In quel provvedimento, i «malaffari» di Bertinetti erano quantificati in quasi 9 milioni di euro. A ricostruire il resto, ci ha pensato la procura, che ha accertato manovre finanziarie anche dopo la revoca del mandato di Montepaschi. Una cinquantina di clienti del broker ha messo nero su bianco le proprie lagnanze, con dovizia di particolari sulle modalità dei «bidoni» e sul comportamento di Bertinetti. C’è chi ha perso i risparmi di una vita, una coppia addirittura 3 milioni e 600 mila euro. Ma ci sono anche gruppi familiari che avevano fatto una sorta di colletta per fare «massa critica», sperando in un guadagno maggiore. Tutto in fumo. http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/436826/

lpd: CRISI: GALLI, LICENZIAMENTO STATALI? BISOGNA PORSI IL PROBLEMA

lpd: CRISI: GALLI, LICENZIAMENTO STATALI? BISOGNA PORSI...

martedì 3 gennaio 2012

Bechis' Blog: Proposta choc nelle mani di Monti: abolire la Guar...

Bechis' Blog: Proposta choc nelle mani di Monti: abolire la Guar...: Proposta choc nelle mani di Monti: abolire la Guardia di Finanza

Sequestrati 500 chili di botti - Operazione della Finanza: tre titolari di negozi cinesi denunciati alla procura

Si chiamano Viper 11, Magnum Lv, Zeus, raudo Manna. Botti di fine anno che recenti norme legislative hanno inserito nella categoria dei materiali esplodenti pericolosi e che, proprio per questo, devono essere venduti solo nei negozi appositamente autorizzati e a persone maggiorenni. Non era così, però. E in Canavese, la guardia di Finanza ha sequestrato mezza tonnellata di fuochi artificiali e denunciato alla procura della Repubblica di Ivrea i titolari di tre esercizi commerciali cinesi. Il reato contestato è commercio abusivo di materie esplodenti. I controlli della Finanza sono stati diversi, in vari negozi del territorio e in tre esercizi commerciali a Ivrea, Montalto Dora e Caluso, sono stati sequestrati oltre diciassettemila petardi pronti per la vendita senza che gli esercenti fossero muniti della prescritta licenza di pubblica sicurezza. E non c’erano soltanto i Viper 11 e i fuochi d’artificio considerati pericolosi. I militari hanno infatti anche trovato anche dei Vulcano, Bengale, Pioggia, Fontana, Titanic e Tridente che, pur rientrando nelle categorie di prodotti esplodenti di libera vendita, sono stati trovati ammassati in quantitativi di gran lunga superiori a quelli consentiti dalla legge a tutela delle persone (attualmente 25 chilogrammi). E non è tutto. Secondo la Finanza, i negozi non avrebbero neppure rispettato la norma che prevede la vendita dei fuochi artificiali solo a cittadini maggiorenni. Maneggiare i botti di Capodanno è azione da fare con estrema cura. Ogni anno (purtroppo) si contano in Italia feriti e incidenti per una tradizione tanto radicata, quanto pericolosa. E, ogni anno, nonostante le norme per la detenzione e la vendita dei botti sia chiara, i controlli evidenziano sempre molte (troppe, purtroppo) situazioni irregolari.

Parlamento europeo: si discute dei diritti per i militari

Roma, 2 gen - La Sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa del Parlamento Europeo ha organizzato un'audizione ubblica per il diritto di associazione all'interno delle Forze armate in Europa. Considerando la vasta gamma di status giuridici e i diritti del personale militare in tutti gli Stati membri dell'Unione Europea, l'audizione era finalizzata a presentare un quadro comparativo e globale dei diversi aspetti implicati nel diritto di associazione quando applicato al personale militare in Europa. Tre presentazioni sono state consegnate in un unico pannello da Mr. Emmanuel Jacob, Presidente di EUROMIL, il sig. Bernhard Gertz, Presidente Onorario della associazione tedesca DBwV, e il sig. Emilio Ammiraglia, presidente dell'associazione italiana AS.SO.DI.PRO. E' stata evidenziata la base giuridica internazionale per il rispetto del diritto di associazione , nonché la necessità di un'armonizzazione a livello europeo. EUROMIL sta cercando di ottenere un riconoscimento generale del diritto di associazione dei militari in tutta Europa, al fine di avere una giusta rappresentanza e difesa delle condizioni sociali dei nostri soldati e delle donne. Il sig. Jacob ha sottolineato l'evoluzione del ruolo dei soldati, da combattenti a mediatori. Di conseguenza, ai soldati dovrebbero essere concessi almeno gli diritti che essi difendono. I soldati sono cittadini in uniforme e dovrebbe avere il diritto di associarsi e di discutere questioni di interesse comune. Il diritto di associazione dei militari non pregiudica l'autorità militare, non interrompe la catena di comando e non vi è perdita di efficienza militare o di disciplina nei paesi che hanno concesso il diritto di associazione per i loro soldati. Al contrario, le associazioni militari e i sindacati hanno un ruolo importante da svolgere come partner per la difesa delle amministrazioni. Di seguito il video dell'audizione con gli interventi di numerosi parlamentari.

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno