giovedì 31 marzo 2011

Un milione e mezzo, il tesoretto del parroco


Il «tesoretto» del parroco era di un milione e 600 mila euro. Risparmi. E anche soldi sottratti alle elemosine. Denaro finito a finanziare polizze vita del sacerdote, poi riscattate per acquistare immobili e consentire a un amico di rilevare un self-service. Denaro uscito dalla sacrestia della chiesa di Santa Croce per mano dell’ex parroco Giovanni Ballesio, 80 anni compiuti a dicembre, finito sott’inchiesta per appropriazione indebita. E poi, c’è l’amico: Angelo Marturano, 51 anni, titolare del negozio di vernici «G.M.C.» a pochi passi dalla chiesa, del bar a fianco e del self-service dell’altra parte della Dora, al piano terra di una palazzina di lusso. Per lui, il pm Vincenzo Pacileo ha ipotizzato il reato di riciclaggio.

Ad attirare l’attenzione della Guardia di Finanza era stata un’operazione in contanti di don Ballesio. Era il giugno 2003. Con 65 mila euro, il sacerdote aveva riscattato alcune polizze sulla vita (ne aveva intestate 19). Quel tipo di operazioni viene sempre segnalata ai militari, che avevano avviato gli accertamenti di routine. Così, avevano scoperto che le polizze erano state stipulate con fondi (2-300 mila euro l’anno) in buona parte prelevati dalle offerte dei frequentatori della chiesa. Denaro mai annotato in un registro delle entrate, anche se don Ballesio si era premurato di compilarne uno sulle uscite.

Rientrato in possesso dei «liquidi», il sacerdote aveva costituito la società «Narfab sas di Marturano Angelo e C.». Un capitale di oltre un milione di euro, in parte costituito con soldi della parrocchia. Ballesio era socio al 70 per cento, Marturano al 30. In più, il sacerdote aveva anche pagato 600 mila euro per favorire l’apertura del self-service intestato alla «Arf snc» di Marturano. Pagamenti avvenuti con assegni circolari. Con soldi delle offerte. «Era l’avviamento della società. Mi ha offerto quei soldi come un prestito, avrei dovuto rifiutarli?» dice Marturano. E non ha avuto sospetti nemmeno quando il sacerdote ha deciso di trasformare il prestito in regalo. «Per me era come un padre» dice soltanto. Era il 2007. Due anni dopo, l’indagine della Finanza ha svelato l’inghippo. E i rapporti tra don Ballesio e Marturano si sono deteriorati.

«Se l’è presa con me, credeva che avessi combinato qualche guaio, pensava che l’indagine della Finanza fosse stata avviata a causa mia. Ma non è così» racconta Marturano. Poi, nel settembre 2009 la «Narfab» è passata tutta nelle mani di don Ballesio e pochi mesi dopo è andata a Cinzia Cofanelli. «Non so chi sia, Giovanni non me ne ha mai parlato» dice Marturano. Alcune settimane fa, la Guardia di Finanza (su ordine della procura) ha sequestrato le quote della «Narfab» e i due immobili nella palazzina di lusso in lungo Dora Colletta 67.

Sulla vicenda, l'Arcidiocesi non si sbilancia: «Seguiremo il caso con la massima attenzione nel rispetto del lavoro della Magistratura e delle autorità inquirenti affinché si faccia chiarezza sulla verità dei fatti e nell’accertamento delle eventuali responsabilità delle persone coinvolte. Come sempre in questi casi, l'Arcidiocesi si atterrà alle conclusioni delle autorità competenti».

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/388758/

DIRETTIVO FICIESSE: “DELEGATI COBAR/COIR DI EI, MM, AM, CC, GDF CHIEDETE CON FORZA A VOSTRI COCER ADUNANZE PLENARIE"


Sabato 26 marzo 2011, a Roma, ha avuto luogo il Direttivo nazionale dell’associazione “Finanzieri Cittadini e Solidarietà – Ficiesse” alla quale hanno partecipato, altresì, in rappresentanta della Sezione Territoriale di Torino, il Segretario Nazionale FCS Simone Sansoni e il membro del Direttivo Nazionale FCS Giovanni Verna sul seguente ordine del giorno:


1. costituzione dell’associazione non lucrativa di utilità sociale denominata “FICIESSE SAN MATTEO ONLUS”; 2. esame per approvazione del consuntivo 2010 dell’associazione Ficiesse; 3. esame della situazione politica, anche con riferimento alle decisioni e agli effetti del decreto legge 78/2010, del decreto cosidetto “mille proroghe” e della seconda proroga degli Organismi della rappresentanza militare; 4. analisi e discussione sul fenomeno mobbing nel mondo del lavoro; 5. analisi e decisioni su:
5.1 situazione delle entrate e delle spese dell’associazione con valutazione dell’opportunità di innalzare dal 2012 la quota associativa annuale da 10 a 15 euro;
5.2 aggiornamento delle modalità di funzionamento del Direttivo nazionale con valutazione dell’attualità del sistema di cooptazione dei suoi componenti;
5.3 operatività e funzionamento delle Sezioni territoriali dell’associazione e iniziative per il loro potenziamento;
5.4 strutturazione del sistema di convenzioni ai livelli nazionale e territoriali e altre iniziative in favore degli iscritti.


Poiché la discussione si è protratta per sette ore, i componenti del direttivo hanno deciso, di comune accordo, di variare le priorità dell’ordine del giorno, anticipando gli argomenti di cui al punto 5. Conseguentemente, gli argomenti che non sono stati discussi (punti 4 e 5.2 dell’ordine del giorno) saranno riproposto per il prossimo direttivo.


COSTITUZIONE DELL’ASSOCIAZIONE FICIESSE SAN MATTEO ONLUS


È stata innanzi tutto costituita l’associazione non lucrativa di utilità sociale “Ficiesse San Matteo Onlus”, con sede in Roma, via Palestro n. 78, che sarà destinataria del 5 per mille e, come precisato nell’articolo 4 dello statuto (disponibile alla pagina http://www.ficiesse.it/home-page/5033/costituita-dal-direttivo-ficiesse-l’associazione-ficiesse-san-matteo-onlus-_destinataria-del-5-per-mille_-per-sostenere-azioni-di-solidarieta_-ecco-l’atto-costitutivo) svolgerà <>.


Presidente della Ficiesse San Matteo è stato eletto Carlo GERMI , vicepresidente Francesco SCARLINO e tesoriere la Signora Claudia FIANCHINI, i quali, unitamente al nuovo direttivo, procederanno nei prossimi giorni alla registrazione di statuto e atto costitutivo, all’iscrizione al registro delle onlus, all’apertura del conto corrente dedicato e alla realizzazione del sito internet.


ANALISI E APPROVAZIONE DEL BILANCIO 2010


Si è passati poi all’analisi del bilancio consuntivo 2010 dell’associazione Ficiesse, sulla base dei documenti redatti dalla segreteria, della relazione del segretario generale e della relazione del collegio dei revisori.


Nell’anno scorso le attività dell’associazione hanno avuto un notevole incremento, sia a seguito dell’operatività del nuovo direttivo, sia per le attività sul territorio con la costituzione di dieci sezioni e se ne prevede un ulteriore sviluppo per il 2011.


Per tali motivi, è stata sottolineata l’esigenza di prevedere un ritocco della quota associativa annuale.


AUMENTO DAL 2012 DELLA QUOTA ASSOCIATIVA ANNUALE A 15 EURO


L’adesione all’associazione è ferma, dalla costituzione del sodalizio (1999) a 10 euro. Il direttivo ha deciso di portare la quota a 15 euro a decorrere dal 1° gennaio 2012.


È stato deciso, altresì, che le sezioni territoriali potranno avere rimborsate attività sociali nel limite di 5 euro per ogni quota di iscrizione regolarmente versata previa documentazione delle spese entro tali limiti sostenute.



COSTITUZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO PER LA REDAZIONE DI UNA IPOTESI DI REGOLAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI E DEL SISTEMA DI CONVENZIONI NAZIONALI E LOCALI DI FICIESSE


Nel corso di una lunga e partecipata discussione, è stato evidenziato come la crescita sul territorio dell’associazione consigli di procedere a una sommaria omogeneizzazione delle modalità di costituzione delle nuove sezioni territoriali e delle modalità di funzionamento di quelle esistenti, specialmente con riferimento ai momenti della verbalizzazione delle riunioni e delle successive deliberazioni.


È stata anche sottolineata la necessità di regolamentare il sistema di convenzioni, sia a livello nazionale sia a livello territoriale, badando, visto che si tratta di attività che possono avere ricadute importanti sugli iscritti, e non solo sotto il profilo economico, a introdurre degli efficaci meccanismi di controllo, di valutazione della qualità e dell’effettiva convenienza per gli iscritti e di prevenzione dei possibili errori.


Per tutti i sopra indicati motivi, il direttivo ha incaricato un apposito gruppo di lavoro affinché predisponga uno schema di regolamento che inizi a uniformare la costituzione e il funzionamento delle sezioni territoriali e a strutturare il sistema delle convenzioni.


Fanno parte del gruppo di lavoro: Francesco Zavattolo (in qualità di segretario nazionale competente per i soci e per i rapporti con le sezioni territoriali), Domenico Belcastro, Stefano Falcone, Silvio Lo Presti, Eliseo Taverna e Daniele Tisci.



ESAME DELLA SITUAZIONE POLITICA


È seguita una lunga e accalorata discussione sulla situazione politica generale, specialmente con riferimento agli effetti del decreto legge n. 78/2010, al cosiddetto “decreto milleproroghe” e alla seconda proroga per decreto legge del mandato degli attuali Organismi della rappresentanza militare.


Al termine della discussione il direttivo ha deciso:


1) di invitare i delegati Cobar e Coir di tutte le Forze Armate e Forze di Polizia a struttura militare a chiedere con forza ai rispettivi Cocer la convocazione delle adunanze plenarie in modo che sia rispettato il disposto dell’articolo 52 della Costituzione, essendo inammissibile e inaccettabile che organismi democratici siano prorogati con atto del Governo, che per i militari rappresenta la controparte datoriale;


2) di invitare i delegati Cocer di tutte le Forze Armate e Forze di Polizia a struttura militare a chiedere incontri con i rispettivi ministri affinché, nonostante la conversione del decreto legge, sia disposto l’avvio immediato delle consultazioni elettorali;


3) di invitare i soci e i simpatizzanti di Ficiesse e tutti i lettori dei suoi organi di informazione ad aderire all’appello del neonato Comitato Articolo 52 – Militari tra la Gente e a contribuire alla costituzione del fondo che, tra l’altro, tra le prime iniziative, vedrà la presentazione di ricorsi ai giudici amministrativi per chiedere di sollevare la questione di costituzionalità della proroga di fronte alla Corte Costituzionale.

venerdì 25 marzo 2011

CALCIO: BAGARINO CON DASPO ASSOLTO PER UN 'CIRCA'


SORPRESO PRIMA DI JUVE-INTER. IMPRECISIONE IN RAPPORTO GDF

(ANSA) - TORINO, 24 MAR - Rischiava una condanna a otto mesi un bagarino sorpreso vicino allo stadio Olimpico, a Torino, nonostante il divieto delle forze dell'ordine (il cosiddetto Daspo), ma si e' salvato grazie a una leggera imprecisione nel
rapporto della Guardia di finanza: c'era scritto, infatti, che l'uomo era stato fermato ''alle 17:45 circa'', e questo non ha permesso di capire con esattezza se avesse violato formalmente le disposizioni.

La partita in questione era Juventus-Inter dello scorso 13 febbraio. Il bagarino, S. B., era stato anche arrestato. Oggi il tribunale lo ha assolto.

A S. B. era vietato di avvicinarsi allo stadio (in occasione degli incontri di calcio) tre ore prima del fischio di inizio, e la partita, quella sera, cominciava alle 20.45.

A sollevare la questione del ''circa'' e' stato l'avvocato difensore, Davide De Bartolo: ''Non e' stato possibile - spiega - appurare se il mio assistito e' stato controllato qualche minuto prima o qualche minuto dopo. E allora, nel dubbio, non si
puo' fare altro che assolvere''.

La pubblica accusa, per S. B., aveva chiesto otto mesi di reclusione. (ANSA).

mercoledì 23 marzo 2011

lpd: Sicurezza: Giardullo (Silp Cgil), decreto approvat...

lpd: Sicurezza: Giardullo (Silp Cgil), decreto approvat...: "Sicurezza: Giardullo (Silp Cgil), decreto approvato grazie a proteste 'attendiamo garanzie su permanenza finanziamento per riordino del..."

SINDACATI DI POLIZIA E COCER RICEVUTI DAL GOVERNO: SPOSTARE LE RISORSE DEL RIORDINO DELLE CARRIERE PER FAR FRONTE AI TAGLI




Giorno 22 marzo presso la Sala Verde di palazzo Chigi si è tenuto un confronto fra il Governo, sindacati delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e il Co.Ce.R..

Presenti tutti i Ministri e i Sottosegretari di riferimento. In particolare erano presenti il Ministro la Russa e il Sottosegretario alla difesa Guido Crosetto, il Ministro Maroni e il Sottosegretario agli Interni Mantovano e il Ministro della Giustizia Alfano. Anche questa volta, il grande assente è stato il rappresentante politico del dicastero dell’Economica.

All’apertura dei lavori il presidente del “Tavolo di concertazione” dott. Gianni Letta Sottosegretario al Consiglio dei Ministri, ha preso atto della serietà che hanno dimostrato i sindacati e i Co.Ce.R., a fronte di un giustificato stato di malessere espresso nelle diverse sedi istituzionali. Sempre il dott. Letta ha affermato, che è stato molto importante riportare il confronto nella sede istituzionale.

La proposta che in termini generali verrebbe accolta è quella di spostare le risorse per il riordino delle carriere e la specificità, per far fronte ai penalizzanti tagli derivanti dalla finanziaria della scorsa estate.

Il Presidente del Co.Ce.R. Interforze, tra l’altro, ha sottolineato sotto l’aspetto tecnico, l’importanza di coprire in maniera completa le esigenze economiche per il 2011. Inoltre ha chiesto di tentare il varo, entro la fine dell’anno solare, di una legge delega per il riordino delle carriere da finanziare con fondi del 2012. Tanzi del S.A.P. ha rimarcato con forza la necessità di aprire un confronto sulle pensioni.

Il colonnello Azzaro CC. ed in particolare il ten. Col. Bottacchiari A.M. hanno chiesto di vedere la bozza dell’eventuale decreto, in quanto non si comprende in che termini verranno attutiti i danni discendenti dalla finanziaria in questione.

Al termine degli interventi, ho avuto l’opportunità di prendere la parola. Appellandomi all’onestà intellettuale del dott. Letta, ho chiesto se dei riconoscimenti importanti come l’assegno funzionale verranno salvaguardati oppure no. Per chiarezza è importante riflettere sul fatto che, le risorse del riordino delle carriere erano per non dirigenti e non direttivi. Oggi servono per risolvere la questione dei tagli stipendiali di tutte le categorie in particolare della dirigenza. Se neanche l’Assegno Funzionale verrà riconosciuto, non potremo dire che la riunione è andata bene. A fronte delle importanti richieste come l’apertura del tavolo della concertazione e del riordino delle carriere, ho chiesto l’applicazione della norma sul ruolo negoziale, approvato con la legge della cosiddetta Specificità.

Stoicamente per l’ennesima volta in dieci anni ho rappresentato come un riconoscimento funzionale migliore agli uomini della Guardia Costiera può apportare maggiore efficienza e sicurezza per l’operatività dei 12.000 uomini. Allo stesso tempo è importante un aumento del personale anche proveniente dalle altre amministrazioni in esubero. Ciò potrebbe risolvere due problemi con un provvedimento.

Il dott. Letta ha concluso con l’auspicio di poter dare una risposta chiara e positiva con il prossimo Consiglio dei Ministri, al massimo con il successivo.

La speranza è che in questo momento storico determinati istituti vengano salvaguardati, indipendentemente da tutto, perché rappresentano un riconoscimento per gli impegni dei militari e gli appartenenti alle forze ad ordinamento civile.

Mai come questa volta, sarà dovere di tutto il Co.Ce.R. Interforze unito trovare gli equilibri per aprire un importante dialogo con le amministrazioni e il Governo, al fine di risolvere i tanti problemi urgenti ai quali il personale attende una risposta.

Antonello Ciavarelli

(delegato CoCeR MM della Guardia Costiera)


http://www.effettotre.com/archivio_effettotre/cocer_sindacati_22_03_2011.pdf

lunedì 21 marzo 2011

E’ PROPRIO LI’ VOLEA VOLARE, L’USELIN DELA COMARE (SUI PICCIOLI)


Un uccellino, che non è un canarino, ci ha detto….

che per quanto riguarda i tagli stipendiali tutto è già stato sistemato o, per meglio dire, che tutto era già stato deciso a suo tempo.

Infatti già da molti mesi è stato deciso dal Ministro della Difesa Crosetto (che per chi non lo sapesse non è La Russa) e dal Presidente del Consiglio Tremonti (che è quello a cui non tornano i conti), col benestare del presidente del CoCer Interforze e del Vice Capo di Stato Maggiore dell’Esercito (che poi sono la stessa persona), che anche le somme accantonate da quest’anno per il riordino delle carriere finiranno per coprire tutti i tagli…forse.

Ma questo, come canta l’uccellino, lo sapevano tutti ed i sindacati di polizia comunque hanno fatto il loro mestiere a suon di comunicati e manifestazioni, anche perché’ siamo sempre in periodo di tesseramento e anche loro non è che devono essere mangiapane a tradimento.

E lo sapevano pure gli altri delegati CoCeR anche se non erano Generali: infatti perfino un Luogotenente dei Carabinieri lo sapeva, anche se tutti lo chiamano Ammiraglio; l’unico che non lo sapeva era purtroppo Berlusconi. Ma poi, grazie al CoCeR Carabinieri sempre pronto a dare suggerimenti utili, il premier ha avuto, come il suo solito, il “culo” di trovare già pronta la soluzione chiavi in mano, senza mettere mano al portafoglio.

Insomma, l’uccellino canterino, che prevede proprio tutto, dice che alla fine tutti, il Generale Rossi, i carabinieri, alcuni sindacati (ma non tutti perché’ ci sono sempre i tesseramenti da fare) saranno contenti di aver trovato al Governo palese la soluzione che aveva già preso il Governo occulto, che poi era quella decisa dagli Stati Maggiori i quali son riusciti a salvarsi da una mazzata che stavolta sarebbe toccata anche loro.

Saranno contenti perfino i CoCeR che potranno dire di essere stati ascoltati, anche se in realtà nessuno gli ha mai chiesto niente.

E quindi anche il personale sarà per forza contento di vedere che oltre ai 700 milioni per il riordino, scippati l’anno scorso, quest’anno altri 119 saranno sacrificati sull’altare della specificità’ e per salvare anche i dirigenti che col riordino non avevano nulla che spartire.

L’uccellino alla fine ci ha spiegato che, per chi non l’avesse ancora capito, che cotanta generosità viene fatta coi soldi nostri.

Poi è volato via, cantando che lui è solo l’oracolo. Ma già domani mattina vedremo le prime decisioni e giovedì le finali.

SALVATORE TRINX

SIMONE SANSONI

giovedì 17 marzo 2011

COCER: SOLDATI MORTI IN MISSIONE VITTIME 2 VOLTE DEL GOVERNO BERLUSCONI


LE PROMESSE E LA BEFFA. SOLDATI, ALL’ESTERO RISCHIANO LA VITA, IN ITALIA NON ARRIVANO ALLA FINE DEL MESE.

In qualità di delegato Co.Ce.R., ho il dovere di difendere i diritti di tutti i militari.

C’è un disagio profondo tra tutti gli appartenenti alle Forze armate e alle forze di Polizia. Con l’ultima finanziaria, il governo Berlusconi-Bossi ha imposto dei tagli drammatici per i militari e i poliziotti. Tagli ingiustificati, anche perché vengono dopo molte e ripetute promesse di una maggiore attenzione per le condizioni di vita e di lavoro degli uomini in divisa. Ma questo Governo che a parole si dichiara amico, all’atto pratico è quello che negli ultimi anni ci ha tolto di più.

Sono tanti i sacrifici che i militari compiono ogni giorno in Italia e in ogni parte del mondo, ed è vergognosa la disattenzione che le forze di Governo stanno mostrando nei confronti delle donne e degli uomini che indossano una divisa.

Eppure per la nostra Italia i militari e i poliziotti danno la vita, nel vero senso della parola! Questo mio comunicato vuole mettere in luce il malessere che da tempo circola in tutti gli enti militari.

Noi militari siamo addestrati a tutto, ma nessun addestramento ci consente di sopportare questi soprusi e far finta di non vedere come ormai da tempo siano stati superati i limiti di una beffa che si ripete giorno dopo giorno.

Nei giorni scorsi il presidente Berlusconi si è messo una giacca di una linea di abbigliamento ispirata alla Polizia per scendere tra i poliziotti che manifestavano davanti alla sua villa. Ma i travestimenti non bastano, come non basta dara la colpa al ministro Tremonti come ha fatto lo stesso Berlusconi, evidentemente dimenticando che è lui il capo del Governo.

Onorevoli Berlusconi, Tremonti, La Russa, Maroni, sapete benissimo quanto diamo alla Patria, durante i funerali di stato vi abbiamo visto “sfilare” e commuovervi davanti alle bare dei Militari Caduti in nome dell’Italia. Con questi vergognosi tagli i Caduti sono vittime per due volte. È ignobile che nemmeno loro siano stati risparmiati da questo Governo.

È per tutto questo che avete l’obbligo di riconoscere quella “specificità” del comparto Difesa e Sicurezza che il Parlamento ha approvato con Legge e che militari, poliziotti, carabinieri e finanzieri vogliono che si concretizzi al più presto eliminando i penalizzanti tagli attuati previsti dal Governo Berlusconi, che ha usato la difesa e la sicurezza solo per fare propaganda elettorale.

Roma, 16 marzo 2011

Primo Mar. Pasquale FICO

Delegato Co.Ce.R.

lpd: resoconto stenografico della question time di merc...

lpd: resoconto stenografico della question time di merc...: "Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. (Misure a favore delle forze di polizia, anche a seguito di recenti dichiarazioni ..."

martedì 15 marzo 2011

Percorso:ANSA.it > Regioni > Piemonte > News Droga: su Tgv con 100 ovuli cocaina nello stomaco, arrestato


(ANSA) - TORINO, 15 MAR - Ha impiegato due giorni per espellere oltre cento ovuli di cocaina che aveva nello stomaco e che stava portando in Italia sul treno Tgv Lione-Milano.

A scoprire la droga (oltre un chilo, per un valore di piu' di centomila euro) e' stata la Guardia di Finanza di Torino che ha arrestato un cittadino rumeno.

Il giovane ha detto di aver ingerito gli ovuli a San Paolo del Brasile e di essersi sottoposto a tre settimane di trattamento per prepararsi al trasporto di una simile quantita' di droga. (ANSA).

lunedì 14 marzo 2011

lpd: *Berlusconi ad agenti in protesta ad Arcore: Fate fuori Tremonti

lpd: *Berlusconi ad agenti in protesta ad Arcore: Fate ...: "*Berlusconi ad agenti in protesta ad Arcore: Fate fuori Tremonti Il premier scherza: 'E' lui che dice che i soldi non ci sono' Milano, 14..."

E’ ILLEGITTIMO, OLTRE CHE INOPPORTUNO, TOGLIERE UN GIORNO DI FERIE PER FESTEGGIARE I 150 ANNI DELLA NAZIONE


Come noto il decreto-legge nr. 5 del 2011 ha disposto che “ limitatamente all'anno 2011, il giorno 17 marzo e' considerato giorno festivo”.

Il 9 marzo scorso, nel corso del question time alla Camera del Deputati, il Ministro Brunetta e’ stato chiamato a rispondere ad una interrogazione urgente dell’On. Di Biagio (FLI) per fornire “Chiarimenti in merito agli effetti per i lavoratori della qualificazione del giorno festivo del 17 marzo 2011, in quanto la norma e’ tutt’altro che chiara e lascerebbe le pubbliche amministrazioni, ed i loro dipendenti, in un conseguente stato di grave incertezza.


In quella sede il Ministro della Funzione Pubblica ha fatto espressamente riferimento alla relazione tecnica (
http://www.innovazionepa.gov.it/TestoPDF.aspx?d=2322) del Decreto Legge, ove si dice che vi sarebbe una
compensazione tra il 17 marzo e il 4 novembre che si risolve nella circostanza che i lavoratori non potranno disporre in piena libertà, secondo le loro esigenze, di tutte e quattro le giornate di riposo compensativo, essendo sostanzialmente previsto l'obbligo ex lege che uno di questi riposi cada nella giornata del 17 marzo; il Ministro ha poi aggiunto che il sacrificio dei dipendenti pubblici è comunque “trascurabile”.

In base a tale risposta alcune Amministrazioni hanno subito impartito le prime disposizioni nel merito; è il caso della Polizia di Stato che, il giorno dopo, ha emanato una circolare che ribadisce quanto risposto dal Ministro, facendo anch’essa espressamente riferimento alla relazione tecnica al Decreto Legge.

L’indirizzo che hanno quindi preso le Pubbliche Amministrazione pare essere quello di considerare il 17 marzo un festivo infrasettimanale e, nel contempo, riconoscere per il 2011 ai dipendenti pubblici solo tre giorni di riposo dei quattro previsti per legge.

Con tutto il rispetto dovuto all’autorevole parere del Ministro Brunetta ed alla relazione tecnica ministeriale (che tuttavia non mi risulta essere ancora assorta a rango di fonte primaria), l’applicazione che si sta dando non mi pare conforme alle norme attualmente in vigore.

Il D.L. che riconosce il 17 marzo come giorno festivo prevede che gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festività soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale per il 150º anniversario dell’Unità d’Italia proclamata appunto per il 17 marzo 2011.

Personalmente non conosco quali possano essere tali istituti per quanto riguarda i lavoratori privati o altri comparti del pubblico impiego. Sicuramente, per quanto riguarda il comparto sicurezza e quindi anche la Guardai di Finanza, tra gli istituti non vi e’ un giorno di riposo; provo a spiegarmi.

Il giorno di riposo che si vorrebbe compensare con il 17 marzo, togliendolo, di fatto, dalla disponibilità dei lavoratori, e’ stato introdotto nel 1977; lo stesso anno sono state soppresse alcune festività, tra le quali quella del 4 novembre. Tuttavia a quanto mi risulta non esistono correlazioni normative tra le due circostanze.

Infatti la soppressa festività del 4 novembre, giorno dell'unita' nazionale, con la Legge nr. 54/1977 viene celebrata la prima domenica del mese di novembre di ogni anno, cessando nel contempo di essere considerata giorno festivo insieme ad altre sei festivita’ soppresse.

Invece i quattro giorni di cd. “riposo legge” previsti per i dipendenti pubblici sono stati introdotti dall’articolo 1, c. 1 lett. b), della legge n. 937/1977 (per le forze di polizia militari i riposi in questione vengono poi ribaditi con l’art. 47, c. 4, del DPR 395/95), oltre ad altri due giorni da aggiungersi al congedo ordinario; tale norma tuttavia non fa appunto alcun riferimento alle festivita’ che erano state soppresse qualche mese prima con la legge nr. 54 del 1977 (che infatti erano sette, non sei o quattro).

Ne consegue che il collegamento della relazione tecnica, richiamata sia dal Ministro Brunetta che dalla Polizia di Stato, tra la festività soppressa del 4 novembre ed i giorni di riposo previsti dal 1977, e’ impropria e priva di fondamento giuridico.

Che la situazione non sia per nulla chiara e assodata, lo dimostra il fatto che due parlamentari del PDL, tra cui il Sen. Pastore (relatore al DDL di conversionee e presidente della Commissione Affari Costituzionali), hanno ritenuto necessario presentare un emendamento il quale preciserebbe che, per quanto riguarda i dipendenti privati, il riposo da stornare sia quello previsto nei contratti nazionali per le quattro festività soppresse (che in realta’ erano sette, compresa l’Epifania).

Ma ancorché’ il Decreto venisse approvato solo con tale modifica, ciò non toglie comunque che per i dipendenti pubblici non sarebbe legittimo stornare un giorno di riposo ex Legge 937/1977 in luogo del 17 marzo festivo, poiché’ non esiste appunto alcuna correlazione normativa con il 4 novembre, ne’ normativa ne’ tantomeno contrattuale.

In buona sostanza, in base alle attuali norme vigenti, la festività del 17 marzo non puo’ essere legittimamente compensata da una diminuzione dei quattro “riposi legge”.

In conclusione, e’ possibile anche concordare col Ministro Brunetta sul fatto che il sacrificio di un giorno di ferie puo’ considerarsi “trascurabile”, anche se tale valutazione e’ assai soggettiva; tuttavia sarebbe stato forse piu’ utile evitare tanta confusione in occasione di un evento come i 150 anni della nostra Nazione e, soprattutto, sarebbe stato opportuno far vivere il 17 marzo come una festa e non come delle banali ferie.

mercoledì 9 marzo 2011

NESSUNA NOVITA' DAL QUIRINALE IN MATERIA DI TAGLI DELLO STIPENDIO



Il Presidente Napolitano ha presieduto il Consiglio Supremo di Difesa

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, On. Giorgio Napolitano, ha presieduto oggi, al Palazzo del
Quirinale, una riunione del Consiglio supremo di difesa.
Alla riunione hanno partecipato: il Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio
Berlusconi, il Ministro per gli affari esteri, On. Franco Frattini; il Ministro per l'interno,
On. Roberto Maroni; il Ministro per l'economia e le finanze, On. Giulio Tremonti; il
Ministro per la difesa, On. Ignazio La Russa; il Ministro per lo sviluppo economico, On.
Paolo Romani; il Capo di Stato Maggiore della difesa, Generale Biagio Abrate.
Hanno altresì presenziato alla riunione il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri, Dott. Gianni Letta; il Segretario generale della Presidenza della Repubblica,
Consigliere di Stato Donato Marra; il Segretario del Consiglio supremo di difesa,
Generale Rolando Mosca Moschini.
Il Consiglio ha esaminato la situazione venutasi a creare a seguito dei rivolgimenti
popolari verificatisi in numerosi Paesi dell'Africa e del Medio-Oriente allargato, con
particolare attenzione agli eventi che hanno interessato la sponda Sud del Mediterraneo. In
tale quadro, per quel che concerne specificamente la crisi libica, sono state valutate le
misure adottate e quelle in approntamento per il soccorso dei profughi e la loro
evacuazione. Sono state altresì discusse le predisposizioni attivate, sul territorio nazionale
e nella regione interessata, per far fronte ai prevedibili sviluppi della crisi ed agli eventuali
rischi che ne potrebbero derivare. L'Italia è pronta a dare il suo attivo contributo alla
migliore definizione ed alla conseguente attuazione delle decisioni attualmente all'esame
delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea e dell'Alleanza Atlantica.
Il Consiglio ha poi preso atto del favorevole andamento delle operazioni militari ISAF in
Afghanistan e delle modalità relative al prossimo avvio della prima fase del processo di
transizione dei poteri alle autorità afghane. Sono stati inoltre analizzati gli sviluppi delle
decisioni assunte al Summit di Lisbona, con particolare riferimento alla difesa cibernetica
e alla realizzazione, in cooperazione con la Russia, del sistema NATO di difesa
missilistica europea.
Il Ministro della Difesa ha quindi illustrato il processo di definizione del provvedimento
di legge per la razionalizzazione delle Forze Armate e per l'aggiornamento del modello
professionale dello strumento militare, anche in rapporto alle crescenti esigenze di
contenimento della spesa pubblica.
Il Consiglio ha infine discusso la possibilità che le nostre Forze Armate, allo scopo di
ridurre ulteriormente i costi e di incrementare l'efficacia degli interventi attraverso una
maggiore sinergia di impiego delle capacità disponibili, conducano le attività congiunte
tipiche delle missioni internazionali condividendo, con altri Paesi NATO o UE di livello
contenimento della spesa pubblica.
Il Consiglio ha infine discusso la possibilità che le nostre Forze Armate, allo scopo di
ridurre ulteriormente i costi e di incrementare l'efficacia degli interventi attraverso una
maggiore sinergia di impiego delle capacità disponibili, conducano le attività congiunte
tipiche delle missioni internazionali condividendo, con altri Paesi NATO o UE di livello
ed impegno operativo analoghi, oneri e dispositivi militari finalizzati di volta in volta agli
specifici compiti da assolvere.
La prossima riunione del Consiglio supremo di difesa è stata fissata per il giorno 6 luglio
2011.

Roma, 9 marzo 2011

NESSUNA NOVITA' IN VISTA DAL CDM IN MATERIA DI TAGLI DELLO STIPENDIO


Convocazione Consiglio dei Ministri n. 130

9 Marzo 2011

Il Consiglio dei Ministri è convocato domani giovedì 10 marzo 2011, alle ore 9,00 a Palazzo Chigi e sarà dedicato all’esame del disegno di legge costituzionale di riforma della giustizia.

Tenuto conto dell’imminente scadenza dei termini per l’esercizio della delega, il Consiglio dei Ministri esaminerà anche i seguenti sei decreti legislativi in tema di normativa comunitaria:

- 2008/96/CE sulla sicurezza delle infrastrutture stradali;

- 2009/14/CE sui sistemi di garanzia dei depositi per quanto riguarda il livello di copertura e il termine di rimborso;

- 2009/44/CE (sul carattere definitivo del regolamento nei sistemi di pagamento e nei sistemi di regolamento titoli) e 2002/47/CE (sui contratti di garanzia finanziaria);

- 2009/48/CE sulla sicurezza dei giocattoli;

- disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni sugli alimenti per lattanti e di proseguimento;

- attuazione dei Regolamenti (CE) nn. 273/2004, 111/2005 e 1277/2005 in tema di precursori di droghe.

Oltre alle leggi regionali, il Consiglio esaminerà anche un disegno di legge che delega il Governo al riassetto normativo della sperimentazione clinica e delle professioni sanitarie, nonché un regolamento sul concorso a procuratore dello Stato.

martedì 8 marzo 2011

IL 17 MARZO SARA' FESTA NAZIONALE (NON FERIE)



Coordinamento Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria


Roma, 04 marzo 2011


OGGETTO: Giornata di Festa nazionale 150° anniversario unificazione d'Italia, 17marzo2011. (Decreto Legge 22 febbraio 2011 , n. 5 ) . Disciplina ed applicazione degli effetti giuridico-economici e contrattuali derivanti.


Egregio Capo del Dipartimento,

come è noto la legge 29 giugno 2010, n. 100, ha dichiarato festa nazionale il giorno 17 marzo 2011, in ricorrenza del 150° anniversario della proclamazione dell'Unita' d'Italia, con ciò prevedendo espressamente “ che il giorno è festivo a tutti gli effetti civili, senza peraltro che ne derivino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e a carico delle imprese private”.

Conseguentemente, il decreto-legge richiamato in oggetto, all’art.1 reca disposizioni per cui “ limitatamente all'anno 2011, il giorno 17 marzo e' considerato giorno festivo ai sensi degli articoli 2 e 4 della legge 27 maggio 1949, n. 260.” ed al comma 2° del medesimo articolo che “...per il solo anno 2011 gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festivita' soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale per il 150° anniversario dell'Unita' d'Italia proclamata per il 17 marzo 2011.”.

Orbene, per analisi della norma in argomento, al fine di comprenderne e fare chiarezza sugli effetti applicativi nei confronti in particolare degli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, questa O.S. ritiene di potersi esporre nei termini della seguente interlocutoria, di cui sin d’ora si chiede di ricevere da parte di codesta Amministrazione Centrale un formale riscontro.

Infatti: per la festività del 4 novembre, istituita dalla legge n. 260/1949, è stato previsto che a decorrere dal 1977 (L. 54/1977) la sua celebrazione abbia luogo nella prima domenica del mese di novembre di ogni anno cessando nel contempo di essere considerata giorno festivo e pacifico che alcuna indennità aggiuntiva o maggiorazione retributiva compete ai dipendenti pubblici stante la previsione dell’art. 1, c. 224, legge n. 266/2005.

Resta in sostanza che la disposizione di cui all’art. 1 del decreto legge n. 5/2011, a nostro avviso, non fa altro che spostare dalla data del 4 novembre alla data del 17 marzo (e per il solo anno 2011) quanto di spettanza del lavoratore in termini economici o di previsioni contrattuali legate specificatamente alla ex festività del 4 novembre: ovvero nulla.

Perplessità che meritano chiarimento emergono dunque in relazione ad iniziative assunte o che potrebbero essere assunte da codesta Amministrazione qualora intendesse intervenire “ d’ufficio “ per giustificare l’assenza del lavoratore con una riduzione di una giornata delle ferie spettanti o con la riduzione di una delle quattro giornate di riposo di cui all’articolo 1, c. 1 lett. b), della legge n. 937/1977 per compensare la festività del 17 marzo.

Ma soprattutto laddove, come ovvio che sia per la Polizia Penitenziaria, non intedesse riconoscere il trattamento economico spettante per il lavoro espletato durante la giornata festiva.

E’ superfluo sottolineare che per la Fp Cgil eventuali applicazioni a danno dei lavoratori risultino improponibili, così come appare utile rammentare che la legge n. 937/1977 nell’attribuire ai dipendenti civili e militari delle pubbliche amministrazioni sei giornate complessive di riposo, di cui due giornate in aggiunta al congedo ordinario e quattro giornate da fruire nel corso dell’anno solare, non fa alcun richiamo formale o sostanziale a leggi precedenti e ne i dipendenti pubblici beneficiano di alcun trattamento economico legato alla data del 4 novembre, quindi riteniamo altrettanto improponibile una ricostruzione che leghi i giorni di riposo di cui alla legge n. 937/1977 con la previsione del decreto legge n. 5/2011 e con la ex festività del 4 novembre.

In conclusione, atteso che la materia potrebbe incontrare controverse e disomogenee applicazioni e fermo restando che il nodo interpretativo al riguardo è già al vaglio di questa O.S., si ribadisce la necessità affinchè codesta Amministrazione divulghi alle strutture penitenziarie del territorio nazionale chiare direttive di applicazione.

Cordiali saluti.

p. Il Coordinamento Nazionale

FP CGIL Polizia Penitenziaria

Camillo Sarno

IN SPAGNA PER I DIRITTI CIVILI DEI MILITARI LA DESTRA RINCORRE LA SINISTRA


Ho già dato conto del dibattito legislativo in corso in Spagna per il riconoscimento dei diritti civili ai membri delle Forze Armate, in primis il diritto di associarsi professionalmente.

http://www.ficiesse.it/home-page/4509/mentre-si-cerca-di-farle-arretrare-in-italia_-le-tutele-dei-militari-avanzano-in-spagna_-dopo-la-guardia-civil-presto-in-arrivo-una-riforma-europea-anche-per-le-altre-forze-armate-spagnole---di-simone-sansoni

Seppur a rilento l'esame della proposta di legge del Governo guidato dal socialista Zapatero sta proseguendo al Congresso dei Deputati; nell'ultimo mese sono stati auditi dalla Commissione Difesa molte personalità interessate alla riforma, tra le quali, per la prima volta nella storia democratica del Paese iberico, anche il presidente dell'AUME (Associazione Unificata dei Militari Spagnoli), la più grande tra le organizzazioni di militari spagnoli, la quale sta fortemente spingendo per l'approvazione del progetto di legge in tempi rapidi.

Da parte di alcuni mi è stato fatto presente che il governo Zapatero è connotato da una spinta troppo progressista rispetto gli standard della realtà italiana e che, pertanto, un raffronto tra la situazione politica spagnola e quella italiana è improponibile.

Qualche giorno fa sono stati tuttavia depositati gli emendamenti delle opposizioni al progetto di legge, tra i quali i più numerosi sono stati presentati dal Partito Popolare, la formazione politica spagnola più rappresentativa alle ultime elezioni europee.

Ebbene, il Partito Popolare Spagnolo (che in Europa fa parte insieme al PDL del Partito Popolare Europeo) ha inteso non respingere la proposta di legge della ministra Chacón ma di emendarla in alcuni passaggi.

Infatti, nel corso del dibattito sulle linee generali del 16 dicembre 2010, la capogruppo del PP, la deputata Rodríguez-Salmon, ha dichiarato la disponibilità del suo partito a contribuire alla stesura della legge senza bloccarla o stravolgerne il contenuto.

In particolare, per quanto riguarda il diritto d'associazione professionale, la proposta del PP, concretizzatasi poi in un emendamento all'art. 13, prevede una specificazione dei limiti per l'attività di tali associazioni allo scopo di non lasciare troppo margine d'arbitrio all'autorità governativa incaricata alla registrazioni delle associazioni professionali.

Curiosa inoltre la posizione estremamente critica del Partito Popolare in merito al ruolo degli organismi di rappresentanza interni alle Forze Armate spagnole, che verrebbero comunque mantenuti anche con la riforma in esame.

La posizione del centrodestra spagnolo nei confronti della libertà d'associazione per i militari non è per nulla arretrata, anzi è da considerarsi molto più avanzata rispetto le stesse posizioni dei cd. progressisti italiani, che ancor oggi mostrano invece molte titubanze ed incertezze nel merito.

A tal proposito mi sovviene una frase che l'On. Fini ha pronunciato il 7 novembre 2010 alla Convention di Perugia del FLI:”Il Pdl è il partito culturalmente più arretrato d'Europa su diritti civili”.

Il Presidente della Camera ha peccato di ottimismo in quanto il giudizio andrebbe rivolto a tutto lo schieramento politico italiano e non ad una singola formazione politica.



http://www.congreso.es/public_oficiales/L9/CONG/DS/PL/PL_213.PDF#page=8

CONGRESSO DEI DEPUTATI

ASSEMBLEA GENERALE


Anno 2010 IX Legislatura N. 213

Sessione plenaria n. 202 di giovedì 16 dicembre 2010


Discussione generale sulle iniziative di legge:


PROGETTO DI LEGGE ORGANICA DEI DIRITTI E DEI DOVERI DEI MEMBRI DELLA FORZE ARMATE


Signor Presidente: Per il Gruppo Parlamentare Popolare ha la parola la signora Rodríguez-Salmon.

La signora RODRÍGUEZ-SALMONES CABEZA: Grazie, signor presidente.

Buongiorno a tutti in tribuna, buongiorno, signora ministro. Cominciamo col dire quale sarà la nostra posizione in merito alla modifica del complesso che ci ha presentato la signora Díez che è, come ha annunciato, un giudizio negativo. Condividiamo molte delle questioni che sono nel testo del suo emendamento e che hanno sollevato qui, ma non contestiamo apertamente questa legge.

In primo luogo, secondo il contenuto della legge, vediamo emendamenti molto necessari, ma non un rifiuto totale. D'altra parte, come riportato dal Ministro e da tutti i gruppi, sarebbe auspicabile che questa legge fosse stata promulgata con il maggior consenso possibile in Parlamento, consenso che abbiamo fornito sin dal primo giorno quando abbiamo iniziato; consenso in base al quale hanno fatto tutte le grandi leggi che il ministro ha citato nella sua presentazione. Pertanto, non il rifiuto e il rigetto di questa legge, che rappresenta una contro-proposta, ma piuttosto quello di apportare modifiche, molti dei quali io spiegherò su di filo conduttore e spero che insieme possiamo essere d'accordo e, naturalmente, ricercare il massimo consenso.



Tutte le leggi che abbiamo approvato - ed i capigruppo che siamo qui presenti lo sono stati anche per leggi importanti - richiedono il massimo senso di responsabilità da parte del legislatore, e questo, onorevoli colleghi, capisco che richieda molta cura, molta cura. Anche in questo caso, non c'è testo che non richieda da parte nostra la massima responsabilità.

Perché dico che richiede molta attenzione? Poiché stiamo legiferando su niente di meno che i diritti e i doveri fondamentali, stiamo legiferando sulla libertà e sulla sua limitazione.


Ciò è di estrema importanza, è assolutamente necessario, ma per un legislatore parlare di diritti e doveri fondamentali, nonché la limitazione di loro, in questo caso per le Forze Armate, è un compito che dobbiamo fare con squisito equilibrio e naturalmente, in virtù della Costituzione e del quadro che già esiste, ed ella ha fatto riferimento, signora ministra – alla interpretazione della Corte Costituzionale del 2001. Pertanto, parliamo di limitare qualcosa di sacro e di regolare diritti e doveri fondamentali. Però dico anche alle nostre forze armate, che hanno delle caratteristiche veramente uniche, e questo richiede ancora una volta l'esercizio di responsabilità.



Stiamo parlando, ancora una volta, di diritti fondamentali, di libertà civili e di limitazioni di esercizio, per i membri di una forza armata secondo le regole di comportamento ben definite all'articolo 4, e che comprendono anche i principi generalmente estranei a qualsiasi altro gruppo professionale come la disciplina, la gerarchia, l'unità e la neutralità come una regola di azione.



Ma ho anche menzionato il rispetto che ci ispira nel regolare i diritti e le libertà - e lo ripeto, limitato secondo le norme costituzionali - delle Forze Armate, contenuto nell'articolo 6 del presente testo - e mi importa menzionarlo per coloro che sono totalmente estranei a questo testo, come segue.


Per quanto riguarda le regole di comportamento, per esempio, l'articolo 6.1, prima regola di comportamento, si dice: la disposizione permanente di difendere la Spagna, anche con il dono della vita, quando necessario, è il suo compito primo e fondamentale che deve avere la sua quotidiana espressione nella più esatta osservanza delle disposizioni contenute nella Costituzione, nella legge sulla difesa nazionale e in questa legge. Signore e signori, stiamo parlando delle nostre forze armate, la sua prima regola di comportamento, che è questo, questa serietà, stiamo parlando dei loro diritti, i loro compiti ed i loro limiti, e insisto sulla nostra disponibilità al compromesso e nella nostra enorme senso di responsabilità.


Il testo, signora Ministro, riteniamo che debba essere molto modificato, e noi chiediamo, beh, le chiediamo personalmente - che lavori per le modifiche per essere accettato da tutti i gruppi probabilmente d'accordo. Sia dal governo, sia dalla parte politica come dalla parte tecnica - e lo abbiamo visto più volte in tutti i governi – si intendono gli emendamenti come un'aggressione: qualcuno che sa molto meno di te che si è permesso di modificare. E' necessario modificare questa legge, signora, e tutti gli oratori lo hanno espresso.

Non voglio andare a questioni specifiche, ma dico che c'è incertezza giuridica nella sua redazione, e l'incertezza giuridica non si chiama flessibilità, perché si gioca sempre contro il più debole e deve essere evitato.

C'è quello che il portavoce del suo gruppo, il signor Alonso, chiamata polisemia. Dietro il termine sindacale non si può avere alcuna pretesa professionale; non può tacciarsi di sindacale e quindi dire che l'organizzazione non è prevista. Abbiamo emendamenti grandi e importanti per evitare l'incertezza del diritto. Dobbiamo cercare l'estensione dei diritti e non la limitazione; l'esatto, il preciso, il Costituzionale, ma non di più.

Quindi, estendere i diritti. Per esempio, pensiamo che i diritti individuali vengono convogliati difficilmente attraverso il Consiglio del personale; crediamo di non tagliare diritti che ora ci sono e dare maggior peso al gruppo piuttosto che all'individuo. Cerchiamo l'efficienza, Vostro Onore; stiamo creando corpi che non possono servire ad alcun scopo. Infatti, l'attuale Consiglio consultivo non è ascoltato, cioè i quattro comitati consultivi. Se si creano nuovi organi che non saranno ascoltati, come tanti osservatori in Spagna che ci servono ... cerchiamo di essere efficaci e rigorosi, approviamo questa legge, Signora Ministro, per prendere il toro per le corna questo volta si , come ha detto Van Rompuy, con la carriera militare. E' tempo di farlo, non molte cose, ci sono quattro, signora, ma cogliamo l'opportunità.

Infine, nel Consiglio del personale, è stato detto, avremo un grosso problema nella determinazione, ancora una volta, nella precisione giuridica di ciò che sono i loro poteri; che sia precettivo essere ascoltato- non solo "possono" ma “devono” -; ciò che conta, in secondo luogo, è la rappresentatività del Consiglio. E' un fatto, dobbiamo conservare i dati per la privacy e non è ben regolata qui quello che potrebbe essere la rappresentatività.

Questi sono gli elementi di base in cui articoliamo più di 50 emendamenti. D'altra parte, vogliono solo approfittare di questa opportunità, signora Ministro, per tornare a dimostrare il nostro impegno, la nostra riconoscenza e il nostro rispetto per le Forze Armate, e il nostro desiderio, quindi, che questa legge serva effettivamente come legge del XXI secolo nel senso che stanno andando tutti gli eserciti europei.


Grazie Mille (Applausi.)


EMENDAMENTO N. 90

FIRMATARIO:

Gruppo Parlamente Popolare al Congresso

All'Articolo 13

Di modificazione.


Il testo sarà riformulato nella seguente maniera:

"Articolo 13. Diritto di associazione.

1. I militari hanno il diritto di formare associazioni e di associarsi liberamente per scopi leciti in conformità con le disposizioni della Legge Organica 1 / 2002 del 22 marzo, che regolano il diritto di associazione.

2. L'esercizio di questo diritto quando si ha lo scopo di difendere i loro interessi professionali e dei diritti previsti nella presente legge, devono essere conformi alle disposizioni del titolo III, capo I.

3. Le associazioni dei membri delle Forze Armate non possono svolgere attività politiche o sindacali, o aderire a partiti politici o sindacati."

lunedì 7 marzo 2011

SALVATORE TRINX SI SOSPENDE DALLA RAPPRESENTANZA MILITARE


LA COSA GIUSTA

Cari amici, il giornale della mia città, La Stampa, nel gennaio 2007 riportava la toccante storia dell’appuntato Martin Cristian, di cui molti conoscono le vicissitudini (e chi non è informato può leggere la sua storia su www.ficiesse.it ). Martin è persona sensibile, legge e riporta nel forum del citato sito, la rubrica del Buongiorno di Massimo Gramellini (La Stampa di qualche giorno fa’) che incita a fare la cosa giusta. L’avevo letta anch’io . La mia strada si incrocia ancora una volta con quella di Martin, una strana coincidenza che mi ha dato il colpo di grazia. Svegliati, mi son detto che fai: sei Salvatore Trinx quello degli anni ’90 additato come rivoluzionario dalla Gerarchia e non solo, oppure hai subito anche tu una metamorfosi intellettuale e stai diventando un conservatore?

La risposta è che non sono più né il rivoluzionario degli anni ’90 né il conservatore dell’ultima ora. Sono solo un uomo maturo che porta in se’ l’entusiasmo del trentenne e la maturità dei miei 51 anni oggi: nient’altro. Le idee sono sempre le stesse e purtroppo gli interlocutori politici e sindacali sono i medesimi. Il disinteresse totale verso gli uomini IN DIVISA sono ciò che la storia ricorderà e di cui questa pseudo classe politica dovrà assumersene le responsabilità

Torniamo a Gramellini e al suo articolo :”Esiste davvero. E’ una voce dentro di noi. Più forte dell’ignavia, della paura e persino del cinismo. Usa parole diverse, ma ripete sempre la stessa frase: fai la cosa giusta.”” E narra la storia di un ex vigile in pensione che ogni giorno regola lo sciame degli alunni all’uscita della scuola fino a quando una macchina –squalo non rallenta e punta su un bambino, l’ex vigile Antonio non ha tempo di pensare o di sentire; balza addosso al bambino e lo spinge via. È colpito lui e catapultato verso il cielo, ricadendo sull’asfalto venti metri più in là.

Dal Veneto del vigile alla Calabria in una scuola di Catanzaro, Gramellini ci narra della classe che rifiuta di andare in gita perché la Preside vieta a un compagno di classe disabile di partecipare, anzi di più ordina ai suoi compagni di tacergli la data del viaggio. Tutto inizia con un bimbo che dice: se non va lui, allora non vado nemmeno io. E a ruota tutta la classe dice No.

Gramellini termina dicendo “e adesso andiamo pure a leggere gli articoli che parlano di sangue , miserie e intrighi “.

Quella voce esiste. Basta volerla ascoltare. Torno a me , al delegato Cocer, Coir , Cobar (prorogato) che, volendo ascoltare quella voce, si mette in discussione e prende la decisione di non partecipare più ai lavori della rappresentanza militare.

Io Salvatore Trinx non parteciperò. E dico questo in quanto non più espressione dell’elettorato che mi ha votato, bensì investito di tale funzione da un atto d’imperio, sia pure tradotto in una Legge del Parlamento.

Che la Rappresentanza sia agonizzante è noto a tutti. Che per molti, come chi scrive, sia stato solo lo strumento per legittimare, con l’investitura della base, l’idea della democratizzazione e della sindacalizzazione è un fatto anche questo indiscutibile.

Ma non avrei mai immaginato che a decretare il fallimento della Rappresentanza sarebbero stati certi suoi rappresentanti i quali, per cecità politica, per mera ingordigia, inseguendo piccoli privilegi e perorando proroghe e contro proroghe, in ciò ricevendo l’avallo degli stati maggiori e della classe politica, sono riuscito a fare Harakiri.

Io non voglio entrare in polemica con nessuno. Ma affermo il mio diritto di esprimermi, augurandomi condivisione. Chiedo rispetto per le mie idee come io rispetterò l’altrui pensiero.

E dunque. I valori democratici sono parte integrante del mio DNA e sono racchiusi in quella carta Costituzionale su cui ho giurato Fedeltà. Il seme della democrazia per le stellette italiane è racchiuso nell’articolo 52 della Costituzione che dice: le Forze Armate s’informano allo spirito democratico della Repubblica. Tale seme per il suo rango non può essere scalfito da chicchessia finché la Costituzione sarà questa.

Gli elettori della Rappresentanza, quando si sono espressi, hanno dato mandato agli eletti per quattro anni. Non un giorno in più né uno in meno e non c’è ragione o motivazione che tenga. Ma pensate forse che le Camere possano cambiare la durata del proprio mandato? Articolo 60 della Costituzione: mai, salvo che in caso di guerra.

Prorogare la Rappresentanza di fatto è stato un arbitrio commesso nell’unico spazio di democrazia che hanno gli uomini con le stellette.

E’ stata imbavagliata la Libertà di essere cittadini di questa Res pubblica. E perché? A motivo di un contratto pessimo (a cui ho espresso voto contrario assieme a un solo altro delegato) del riordino delle carriere(sono riusciti a scippare gli oltre settecento milioni accantonati) e di una riforma della rappresentanza militare (proposte tutte ante 1978). Tutti argomenti facenti parte del libro dei sogni.

Se i rappresentanti sono stati bravi o no, tutti lo sanno.

Se questi rappresentanti sono i migliori, non è dato sapere visto che tutti siamo utili, nessuno è indispensabile.

Se questi rappresentanti debbano restare, sarà la coscienza dei singoli a dirlo affinché si faccia LA COSA GIUSTA.

L’elettore ci ha investito, l’elettore è l’unico giudice del nostro operato.

Ora è il momento della mia scelta …. Se il sogno si tramuta in realtà, daremmo tutti assieme uno schiaffo di democrazia dimettendoci in massa e rimettendo il mandato.

Visto che siamo in Prorogatio già da oltre sette mesi, non mi risulta che ci si strappi i capelli sulle dimissioni. Al massimo si fa’ il consuntivo su quanto si è fatto e come lo si è fatto, per giustificare il proprio operato e per motivare le ragioni della permanenza.

Dimissioni? Rispondo subito di no! Non perché non ne senta il dovere, ma per la semplice ragione che avrebbero senso solo se TUTTI i delegati lo facessero e nessuno potesse subentrare al mio posto.

Allora direte: parlo bene e razzolo male. Perché, dopo che ho scritto così, continuo imperterrito a forfetizzare il mio mandato? Vi rispondo che per affermare la mia idea (che se anche fosse minoritaria, non è detto che sia sbagliata) l’unica arma che mi rimane oggi è di non partecipare più ai lavori assembleari degli organismi di cui faccio parte rimanendo al mio reparto.

Se comandato, essendo l’attività della rappresentanza militare attività di servizio a tutti gli effetti, allora, avvalendomi delle facoltà concessomi dai regolamenti, non entrerò nell’aula per partecipare ai lavori assembleari per esprimere il mio voto. Chi si sente legittimato nonostante tutto, presenzi pure ai lavori e garantisca il numero legale.

Se negli organi collegiali di cui faccio parte ci sarà sintonia di pensiero, riusciremo almeno a inficiare l’operato di persone che come me non sono più “delegati dei colleghi”, ma sono espressione degli stati maggiori che hanno sostenuto e legittimato un abuso.

Al di là di tutto, per me ci sono dei valori irrinunciabili: stare bene con la coscienza, trasmettendo questi valori ai miei figli, cosi che loro possano guardarmi negli occhi con orgoglio.

Ritenendo di aver fatto la cosa giusta e non volendo avvalermi dell’appellativo di Delegato Prorogato, da subito mi autosospendo dalle attività assembleari con la consegna diretta della presente al cobar e al coir e cocer alla prima riunione utile cui presenzierò.


Torino, 7 marzo 2011


Salvatore Trinx

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno