
La Rete Legale ha pubblicato sul suo sito internet (http://www.laretelegale.it/) l’avviso di due ricorsi collettivi per il mancato avvio della previdenza complementare riservati:
- uno agli appartenenti alle Forze di Polizia civili e militari (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato e Polizia Penitenziaria) in regime contributivo;
- l’altro agli appartenenti alle Forze Armate tradizionali (Esercito, Marina e Aeronautica) anch'essi in regime contributivo.
Può quindi aderire il personale delle Forze Armate e di Polizia che alla data del 31.12.1995 avevano un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni o che sono stati assunti dopo il 31.12.1995.
Gli scopi dei ricorsi sono quelli di:
1) obbligare il Governo a dare immediata attuazione a quanto obbligatoriamente previsto, da ben 10 anni, dall’art. 26, comma 20, della legge n. 448/1998, cioè ad avviare le procedure di negoziazione / concertazione con le Organizzazioni sindacali e gli Organismi della rappresentanza militare per:
a. pervenire al risultato della trasformazione del TFS in TFR;
b. dare finalmente definitiva attuazione alla previdenza complementare con l’attivazione dei fondi pensione;
c. trovare adeguate e soddisfacenti "soluzioni-ponte" affinché il gravissimo ritardo (ben 10 anni) di cui si sono resi responsabili i Governi succedutisi nel tempo, non scarichi i suoi effetti negativi sulle future pensioni dei lavoratori in regime contributivo delle Forze Armate e di Polizia e sulle loro famiglie, già fortemente pregiudicati rispetto ai colleghi che godono del regime retributivo;
2) presentare i due ricorsi al Tar del Lazio per sostenere tali legittime richieste, che trovano ragione e fondamento in leggi, inattuate, dello Stato.
Si tratta, come si vede, di iniziative completamente diverse da quelle proposte da altre organizzazioni e sulle quali La Rete Legale e l’esperto previdenziale del Silp per la Cgil, Camillo BRUNO, hanno espresso nei mesi scorsi motivate riserve (si vedano gli approfondimenti pubblicati alle pagine http://www.ficiesse.it/popup.asp?id=2165 e http://www.ficiesse.it/popup.asp?id=2172.
I due ricorsi proposti oggi da La Rete Legale, infatti:
- chiamano di fronte al giudice amministrativo la parte pubblica datoriale (cioé l'Autorità di Governo) e non il legislatore (che non è suscettibile di subire azione giudiziaria);
- si basano su precisi inadempimenti a disposizioni di legge da parte del Governo (il mancato avviare la negoziazione / concertazione con i sindacati e i Cocer) e non su ipotetiche illegittimità costituzionali, che, quand’anche fossero fatte proprie dal Tar, non si ritiene possano portare a esiti positivi perché vertenti su questioni che incidono sul bilancio dello Stato e caratterizzate da una evidente valenza politica.
In ogni caso, considerata la diversità del “petitum”, possono aderire ai ricorsi de La Rete Legale anche coloro che hanno partecipato alle altre iniziative nei confronti della cosidetta "legge Dini".
Sarà comunque nostra cura pubblicare sul sito http://www.ficiesse.it/ aggiornamenti, informazioni e contributi sul tema.
ATTENZIONE:
Il termine per l'invio della documentazione a Roma è fissato al 31 OTTOBRE 2008.
I moduli di partecipazione si scaricano dal sito http://www.laretelegale.it/.
Per informazioni è possibile telefonare a La Rete Legale ai numeri 06.4742965 (anche fax), 340.2813453, 340.2993001 (a decorrere dal 28 agosto 2008, data di riattivazione degli uffici al termine delle ferie) o inviare e-mail a info@laretelegale.it.
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