
Roma, 22 AGO - "I militari non sono tutti uguali difronte alla Costituzione ed alle leggi". Lo dice Luca Marco Comellini, responsabile del Dipartimento dei rapporti con le forze armate della Democrazia cristiana che spiega: "I casi dei delegati della rappresentanza militare Antonello Ciavarelli, Cocer della Marina militare, e Amedeo Berdozzo, Coir dell'Arma dei Carabinieri, si sono conclusi in modo diametralmente opposto mettendo in evidenza la mancanza di regole univoche applicabili a tutti i dipendenti militari del ministero della Difesa. Recentemente questi hanno occupato ripetutamente le pagine di alcuni quotidiani a carattere nazionale e siti web specializzati per essere stati i destinatari di severi procedimenti disciplinari, avviati dall'amministrazione militare a seguito della pubblicazione delle loro dichiarazioni. I due casi, perfettamente simili, hanno avuto percorsi ed epiloghi differenti. In un caso, quello di Ciavarelli, reo di aver criticato la politica del governo in merito alla sicurezza, i suoi colleghi dei Cocer e dei sindacati di Polizia hanno inscenato una levata di scudi con tanto di proclami e comunicati stampa per difendere il suo diritto alla libertà di pensiero, nell'altro, quello di Berdozzo, anche lui incriminato di aver parlato con i giornalisti per difendere l'onore ed il prestigio dell'Arma dei carabinieri dalle assurde accuse fatte nel corso della trasmissione Anno Zero, vi e' stato l'assoluto silenzio e il più totale disinteresse in quanto non si trattava del diritto di un delegato del Cocer ma più semplicemente di uno di livello inferiore: un 'minus habens'. Non meno di qualche giorno fa - racconta Comellini - ho letto da alcuni siti web che si preoccupano di diffondere tali notizie, che, mentre il Ciavarelli a seguito del procedimento disciplinare è stato prosciolto da ogni accusa, al Berdozzo è stato riservato un trattamento diametralmente opposto: è stato sanzionato con estrema durezza. Ora, guardando la questione un po' più da vicino, cercando di resistere alla nausea che potrebbe arrecare una simile vicenda, è possibile anche scoprire che la discriminazione messa in atto nei confronti di Berdozzo non si è limitata alla grave sanzione disciplinare. Al Ciavarelli, infatti, e' stato consentito di avvalersi di un carabiniere - suo collega del Cocer - per essere difeso in sede disciplinare mentre, sempre al povero Berdozzo, e' stato imposto il difensore in quanto quello da lui scelto per svolgere le sue difese e' stato rifiutato perché di un'altra forza armata e quindi appartenente ad una amministrazione che non ha nulla a che vedere con l'Arma dei carabinieri. Ci troviamo, quindi - sottolinea l'esponente della Dc -, difronte ad un caso emblematico dove un appartenente all'Arma dei carabinieri può svolgere l'ufficio del militare difensore a favore di un militare di un'altra forza armata ma, se incolpato, non può avvalersi, parimenti, della medesima possibilità in totale spregio dell'art. 24 della Costituzione, nonostante la stessa Corte Costituzionale abbia affermato, nel lontano 1992, che proprio per poter assicurare, non soltanto una difesa a tutela degli interessi del militare sottoposto a procedimento disciplinare, ma soprattutto una difesa che possa essere svolta in condizioni di imparzialità e di indipendenza anche nei confronti delle pressioni che possano derivare dall'ambiente di vita militare, deve essere prevista la possibilità di poter scegliere liberamente il proprio difensore, anche scegliendolo tra i militari in servizio presso altri enti. In conclusione, quindi - spiega Comellini -, non posso non rilevare che, a prescindere dalle vicende narrate - quella di Ciavarelli e quella di Berdozzo, entrambi militari dipendenti dalla medesima amministrazione - il ministero della Difesa -, i fatti confermano ancora una volta che la fruibilità dei diritti costituzionali da parte dei militari e' troppo spesso vittima di evidenti discriminazioni che, ove non possono o non vogliono essere eliminate, finiscono col favorire solo ed esclusivamente determinate categorie i cui componenti sembrano essere gli unici a godere di speciali diritti o privilegi. Gli altri, quelli che non appartengono alla 'Casta', è meglio che tacciano ogni rivendicazione per i propri diritti, soprattutto se questi sono chiesti per mantenere alto il prestigio delle forze armate, finirebbero certamente come il Berdozzo". (Il Velino)
Fonte:
http://www.grnet.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1808
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