sabato 6 giugno 2009

SEPARAZIONE DEL COMPARTO SICUREZZA DA QUELLO DIFESA: È QUESTA LA MADRE DI TUTTE LE BATTAGLIE



Le ultime scelte del Governo e una certa tendenza – neanche troppo strisciante – ad una “militarizzazione” della sicurezza, pongono oggi come non mai la necessità di una divisione del Comparto Sicurezza da quello Difesa. Una storica richiesta del sindacato autonomo (basta andare a ricercare le nostre piattaforme rivendicative degli anni ottanta) che oggi viene portata avanti da tutte le organizzazioni, unitamente alla necessità di istituire una apposita Commissione Interni, separata dalla Commissione Affari Costituzionali di Camera e Senato, per i problemi delle Forze Polizia. I tempi sono maturi e la Consulta Sicurezza è pronta a rilanciare con forza, tra le priorità dell’agenda politica nazionale, questo fondamentale tema, legato a doppio filo con i problemi e con le scelte che attengono al nostro Comparto.
E vogliamo spiegare concretamente il perché. Questo Governo, poco più di un anno fa, ha vinto le elezioni politiche dopo una campagna elettorale puntata sulla sicurezza. Del resto, in queste ultime settimane, è sembrato di risentire più o meno gli stessi discorsi per la tornata europea ed amministrativa. Il Sap ha rivendicato e ribadito da subito la propria autonomia, impegnandosi concretamente per ottenere dal Governo in carica alcuni provvedimenti – esclusione dalle penalizzazioni stipendiali per malattia, riconoscimento giuridico della Specificità, detassazione del premio di produttività, impegno formale per il Riordino, chiusura di un buon contratto per quel che riguarda la coda contrattuale e la parte normativa e altro – che non erano assolutamente scontati. Anzi, da subito abbiamo dovuto inseguire l’Esecutivo, orientato a politiche di sicurezza non in linea con le aspettative delle Forze dell’Ordine. Uno sforzo che in parte ha pagato, ma che oggi lascia sul terreno alcuni importanti nodi irrisolti, resi più ingarbugliati proprio dalla mancata divisione del Comparto Sicurezza da quello Difesa.
In primis, la questione del Riordino delle Carriere. Il Sap ha le idee chiare su questo provvedimento e l’Esecutivo, ormai da molti mesi, ha promesso pubblicamente e solennemente la presentazione di un ddl delega che poi, con i decreti delegati, dovrà essere concretamente attuato, nel giro – presumibilmente – di un anno, un anno e mezzo per quel che riguarda i primi step, a partire dalla creazione del Ruolo unico Agenti Assistenti Sovrintendenti. Di quella promessa, ad oggi, non s’è vista traccia e di questo torniamo a chiedere conto al Governo ed in primo luogo al ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta. E’ evidente che – se difficoltà esistono – si pone una questione legata all’armonizzazione dei nostri ruoli, delle nostre qualifiche, dei nostri gradi col mondo militare, con le Forze Armate, che hanno compiti, professionalità e, diciamolo francamente, impegni assolutamente diversi dai nostri.
Delicato, ma altrettanto, importante è un altro nodo: quello del Contratto. Chiusa – con fatica! – la partita della coda contrattuale e della parte normativa, i cui benefici dovrebbero vedersi già a partire dalla busta paga di giugno, resta da capire in che tempi e in che modi il Governo abbia intenzione di convocare i tavoli contrattuali per il nuovo accordo 2008 – 2009, considerando per altro che siamo ormai in ritardo di un anno e mezzo. Ma, in primo luogo, occorre capire quali siano le risorse a disposizione. E qui la questione della divisione del Comparto Sicurezza da quello Difesa si inserisce ancora una volta. Perché l’attuale Esecutivo, oltre ad impiegare i militari per compiti di ordine pubblico impiegando appostamenti con i quali si sarebbero potuti assumere, già da mesi, buona parte dei Vfb idonei e dei Vfp vincitori, pare intenzionato a incrementare l’utilizzo dell’Esercito e delle Forze Armate. Se la coperta è corta, perché non si investe sul personale delle Forze dell’Ordine, sul loro Contratto, sulla Specificità, senza dimenticare i mezzi, le strutture, gli organici?
Sono le domande alle quali il Governo deve rispondere presto e bene. Entro fine mese, il Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef), sul quale sarà impostata la prossima legge Finanziaria 2010, fornirà qualche risposta più precisa. Il Sap, autonomo per davvero e non a parole, non intende tollerare oltre questa situazione di stallo, queste non scelte che incidono pesantemente sulla vita e sulla professione delle donne e degli uomini della Polizia di Stato!
Se alle promesse non seguiranno, presto, fatti veri e concreti, la scelta inevitabile sarà, ancora una volta, quella della protesta e della piazza. Contro Governi di qualsiasi colore politico abbiamo portato a manifestare, a Roma come a Milano, migliaia e migliaia di colleghi.Una scelta che si porrà come ineludibile per il Sap e per la Consulta Sicurezza se il Governo tradirà le legittime aspettative delle Forze di Polizia.



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