martedì 20 gennaio 2009

IL LUOGOTENENTE LUCIO MAGGIO DELLA GUARDIA DI FINANZA VA IN PENSIONE

Comandante della brigata di Cuorgnè, ha indossato la divisa per 43 anni

UNA VITA PER LO STATO

CUORGNE' - Una vita spesa per lo Stato. Dopo oltre 40 anni di servizio, il luogotenente e comandante della brigata della Guardia di Finanza di Cuorgnè, Lucio Maggio, toglie la divisa delle Fiamme Gialle. Dopo i tanti riconoscimenti ottenuti in carriera – uno su tutti l'onorificenza di cavaliere dello Stato -, dopo la stima profusa dagli alti comandi della Guardia di finanza e dai suoi collaboratori che per anni hanno lavorato con lui a stretto contatto, taglia il nastro di un altro traguardo. Da alcuni giorni è in pensione: la data ufficiale è quella del 13 dicembre, il giorno in cui, 63 anni fa, è nato. "Ora, finalmente, avrò tempo da dedicare alla mia famiglia e alle mie nipoti". Ma aggiunge: "Sono stati anni bellissimi quelli trascorsi nella Guardia di Finanza, anni ricchi di soddisfazioni e che mi hanno permesso, per quanto ho potuto, di entrare nel cuore di molte persone. Penso di andarmene lasciando un buon ricordo". Va detto, non occupava un ruolo facile: quello del finanziere è un mestiere temuto. Chi ha un'attività commerciale o un'azienda lo sa perfettamente, ma il luogotenente Lucio Maggio ha sempre cercato di rispettare, prima di tutto e sopra ogni cosa le persone che si è trovato di fronte durante i sui 40 anni di servizio. "Questa, per me, è una regola di vita". Era partito tanti anni fa e nemmeno diciottenne da Minervino di Lecce, un paese della Puglia di tremila abitanti a pochi passi da mare. Lì è nato, e da lì è cominciato tutto. "Se sono in Finanza lo devo a mio padre Giulio, che ora non c'è più. In fondo, quando io ero ragazzino, la divisa era un sogno più suo che mio. Poi ho imboccato questa strada e devo ammettere di aver fatto la scelta giusta". Davanti a sé, il giorno che è salito sul treno, direzione Roma, aveva poche certezze e molti dubbi. Ma anche tanta determinazione. Così sono trascorsi gli anni del militare in Sicilia, poi quelli vissuti nella Capitale per il corso sottufficiali, fino alla destinazione che, in un certo senso, ha segnato una svolta. A fine anni '60 è stato destinato ad una piccola caserma del Friuli Venezia Giulia, a Fossalon, frazione di Grado. E, qui, ha conosciuto Renata, la donna che è diventata sua moglie e che le ha dato due figli. Poi, sono arrivati gli anni di servizio al confine tra l'Italia e la Slovenia: "Tempi duri, eri costretto a fare la guardia quando d'inverno, in quei posti di montagna, c'erano anche quindici gradi sotto lo zero". Nei primi anni '70, da brigadiere, è arrivato il trasferimento a Verrés, in Valle d'Aosta. E, da qui, a Ivrea. Infine l'ambito incarico: quello di comandare una brigata, destinazione Cuorgnè. Sono passati 43 anni dal primo giorno che ha indossato la divisa. Quella divisa che il 13 dicembre ha dovuto togliere. Per sempre. Il futuro? "Non farò il pensionato a tempo pieno. Ora mi riposerò, poi si vedrà quello che mi riserverà la vita".
Il Canavese del 09/01/09

3 commenti:

Anonimo ha detto...

tre parole soltanto

UN GRANDE UOMO

Anonimo ha detto...

OTTO SETTEMBRE ORE 19.00 ...117...LA VOCE ...

Anonimo ha detto...

UN FIORE PREFERITO..

"NON TI SCORDAR DI ME..."

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno