venerdì 24 ottobre 2008

Operazione “Web tabacco” del Nucleo PT Cuneo


Cuneo - Nei giorni scorsi il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cuneo ha portato a compimento indagini da tempo in corso nei confronti di un sodalizio criminoso dedito al contrabbando via internet di tabacchi lavorati esteri.

L’attività investigativa è stata avviata nel giugno del 2006, quando gli uomini della Sezione Mobile del Nucleo, nel corso del monitoraggio delle vendite di prodotti via internet, hanno individuato alcuni FORUM tematici nei quali alcune persone si scambiavano commenti entusiastici circa la possibilità di acquistare, tramite siti WEB non indicati precisamente nelle loro conversazioni, sigarette delle marche più conosciute (Marlboro, Merit, Philiphs Morris, West), a prezzi notevolmente inferiori rispetto a quelli di mercato, che potevano giungere anche al 50% in meno rispetto al costo di acquisto presso i tabaccai.

Informata la Procura della repubblica di Alba, competente in relazione alla residenza dei primi acquirenti identificati, sono state avviate sofisticate indagini tecniche che hanno portato all’individuazione di due siti internet ubicati in territorio elvetico e appartenenti ad una società svizzera, utilizzati per acquisire le ordinazioni dei fumatori nonché alla localizzazione in Milano del titolare di un indirizzo mail utilizzato per il servizio di customer care.

A tal punto, stante la natura internazionale del reato ipotizzato, la direzione delle indagini è stata assunta dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Milano (Dr.ssa Margherita Bianca Taddei e Dott. Antonio Sangermano), che ha subito disposto l’utilizzo di particolari sistemi tecnici di intercettazione telematica, mediante i quali è stato identificato un server situato a Houston – Texas, protetto da una complessa struttura informatica creata ad hoc, al quale i siti svizzeri inoltravano le richieste di forniture e i dati relativi alle carte di credito dei clienti.

I militari del Tenente Colonnello Enzo Mallone quindi, utilizzando un nominativo di copertura e previa autorizzazione della magistratura milanese, hanno effettuato l’acquisto di alcune stecche di sigarette e seguito poi, con le moderne tecnologie informatiche a disposizione il flusso delle comunicazioni, riuscendo in tal modo a: penetrare nel server americano, accedendo così al cuore del sistema di comunicazione dell’organizzazione; identificare migliaia di compratori di tabacchi; ricostruire l’itinerario percorso dai carichi di sigarette per giungere a destinazione accertando che i pagamenti venivano accreditati mediante una società di intermediazione finanziaria Cipriota, su conti correnti accesi in paradisi fiscali (Baharein, Panama, Hong Kong), riconducibili alla società svizzera proprietaria dei due siti commerciali on line; estrapolare i dati relativi al commercio illegale che, solo per quanto concerne l’Italia, nel periodo 2006-2007 ammonta a circa 10 tonnellate di T.L.E., per un controvalore pari a oltre 3.500.000 euro.

Le intercettazioni parallelamente effettuate a carico del customer care di Milano hanno consentito di identificare uno ad uno i componenti dell’organizzazione criminosa che gestiva il lucroso traffico illecito e di comprendere con esattezza il ruolo da ciascuno svolto.

Il capo dell’organizzazione era C.V, 58 anni con cittadinanza italiana ed elvetica, residente in Brasile ma domiciliato in Svizzera, con precedenti penali per evasione fiscale e truffa.

Costui, avvalendosi di una complessa rete di collegamenti internazionali con esponenti di banche estere per gli aspetti afferenti alla gestione dei flussi finanziari e con i titolari di depositi autorizzati dalla PHILIP MORRIS S.A, ubicati in Santo Domingo, Brasile, Filippine, Turchia e Lettonia, aveva ideato e realizzato un sistema fraudolento mediante il quale i carichi di T.L.E. di contrabbando, acquistati presso i suddetti depositi, venivano trasportati via mare in container, presso il porto olandese di Rotterdam e da qui inviati in Svizzera, ove le merci, trasbordate su camion, proseguivano alla volta di un magazzino di stoccaggio utilizzato da una società di Riga, in Lettonia.

Presso tale società, gestita da C. A. 34 anni, cittadino italiano figlio di C.V., e Y. F. olandese di 37 anni, esperto di e-commerce e di sistemi informatici, le stecche di sigarette venivano suddivise in base alle ordinazioni ricevute dalla clientela europea e statunitense ed inviate agli acquirenti, mediante i servizi postali.

Un ruolo di primo piano nell’organizzazione veniva svolto anche da B.M.L. di 48 anni, cittadina italiana residente in Inghilterra e domiciliata in Svizzera, ex moglie di C.V. e amministratrice unica della società proprietaria dei 2 siti internet commerciali di cui si è detto, la quale, in base alle direttive che le venivano di volta in volta impartite da C.V., aveva il compito di investire i proventi derivanti dal traffico illecito di T.L.E. acquistando ed intestando alla sua stessa società lussuosi immobili e beni di elevato valore, quali autovetture Ferrari e Porsche, orologi di note marche, pietre preziose e gioielli nonché quote societarie.

Una volta delineati compiutamente i traffici illeciti oggetto d’indagine, gli interventi repressivi sono scattati, d’intesa con la Magistratura inquirente, non appena C.V. ha messo piede in Italia; in tale contesto, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari di Milano, Dott. Andrea GHINETTI, sono stati tratti in arresto il predetto C.V,, la sua ex moglie e il figlio, per concorso di persone nel reato di contrabbando continuato e aggravato, mentre nei confronti di Y.F., che si trova attualmente nelle Antille Olandesi, è stato spiccato un mandato di cattura internazionale.

Nel corso delle operazioni sono stati anche: sequestrati i proventi dell’attività criminosa, come detto costituiti da immobili di lusso, situati in Milano e Varazze (SV), conti correnti bancari, somme in contanti, autovetture di grossa cilindrata, quote societarie, orologi e preziosi, per un valore complessivo di svariate decine di milioni di euro; oscurati, su ordine della Magistratura milanese, i 2 siti internet elvetici dai quali l’indagine ha preso avvio; denunciati a piede libero complessivamente 1117 acquirenti italiani delle sigarette per contrabbando continuato; a 19 di questi è stata inoltre applicata la fattispecie aggravata del medesimo reato, per aver acquistato quantità di T.L.E. superiori ai 10 chilogrammi.


http://www.yesmoke.eu/blog/?p=1374

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Cosa si dovranno aspettare i clienti che hanno acquistato per uso personale proprio e di amici/colleghi in buona fede ?

Perchè quelle spedizioni non sono state fermate alla dogana fin dall'inizio dato che viaggiavano, mi dicono, come raccomandato con tanto di dichiarazione esplicita del contenuto ?

grazie e saluti

Anonimo ha detto...

A me sono arrivati 10 mila euro di multa altrimenti la cifra sarebbe di 105.000. per 20 kg di sigarette… cosa non reale io ne ho comprate meno.
Ho aperto un forum per poterci radunare tutti insieme ed organizzare una unica difesa.Se volete visitatete http://www.computerclinica.com/smoke/. comunque i miei legali mi stanno tranquilizzando

Anonimo ha detto...

Ma allora come è possibile che questi milioni e milioni di pacchi contenenti sigarette (c'era anche scritto sul documento doganale) siano transitati indisturbati e incontrastati presso le nostre dogane anzichè essere sequestrati o quantomeno rispediti al mittente????

Anonimo ha detto...

Se la Giustizia è "uguale per tutti" in questo caso la Procura dovrebbe, a mio avviso,anche indagare tutto il personale delle dogane che "allegramente" ha fatto in modo che questo ingente quantitativo di tabacco raggiungesse incontrastato qualsiasi destinazione italiana e con questo comportamento ha favorito il propagarsi del reato di contrabbando contestato poi ai malcapitati.

Anonimo ha detto...

Per aiutarvi dice la Legge:
Definizione di Reato:
Violazioni di norme penali. Le fattispecie di reato sono previste dal Codice Penale o da norme speciali e si dividono in delitti e contravvenzioni secondo la diversa tipologia delle pene detentive e/o pecuniarie. I delitti si distinguono in base all'elemento psicologico del soggetto che li ha posti in essere.
Pertanto per la contestazione di una presunta violazione di norme penali è necessario che venga notificata all'imputato una "informazione di garanzia". Tale comunicazione deve contenere l'indicazione della norma violata ed il titolo (doloso o colposo) del reato contestato. Questo per fare in modo di essere a conoscenza del reato attribuito con la possibilità di nominare un avvocato per la propria difesa.
Questi atti penali inviati con raccomandata, secondo me, sono illeggittimi e contestabili in quanto arbitrariamente contestati senza alcun avviso precedente.

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno