domenica 30 dicembre 2012

FONDI TAGLIATI ALLE SCORTE: I CARABINIERI CHIEDONO AIUTO AI SINDACATI DI POLIZIA





Trattamento economico di missione nazionale

Trattamento economico di missione nazionale del personale della polizia di Stato

mercoledì 19 dicembre 2012

Gdf Torino, giurano nuovi sottufficiali (quiz trova l'errore)




Gdf Torino, giurano nuovi sottufficiali


La cerimonia alla presenza del comandante provinciale Gerli

  (ANSA) - TORINO, 18 DIC - Cerimonia di giuramento, presso il Comando provinciale di Torino, per gli ispettori e i sovrintendenti della guardia di finanza recentemente promossi.

Alla presenza del comandante provinciale di Torino, generale Giuseppe Gerli, i neomarescialli e vicebrigadieri, promossi dopo un corso di formazione presso la scuola de l'Aquila, hanno promesso fedelta' alla Repubblica e alle sue leggi.


QUIZ: IN QUALE ERRORE è INCORSO L'ANONIMO ESTENSORE DEL COMUNICATO STAMPA OPPURE L'INCOLPEVOLE GIORNALISTA?




domenica 18 novembre 2012

LE RESTRIZIONI AL DIRITTO DI ASSOCIAZIONE PER IL PERSONALE DI SICUREZZA DEVONO ESSERE ABOLITE, DICONO I PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA DELL'OSCE SUI DIRITTI UMANI

Restrizioni inutili e sproporzionatie al diritto di associazione per il personale militare e di polizia devono essere abolite, hanni affermato i partecipanti alla riunione sull'attuazione dei diritti umani dell'OSCE a Varsavia il 25 settembre 2012.

Durante un evento collaterale organizzato dall'Ufficio per le istituzioni democratiche ed i diritti dell'uomo (ODIHR) e l'Organizzazione europea delle Associazioni militari (EUROMIL), portavoci che rappresentano le organizzazioni non governative e le organizzazioni internazionali, hanno detto che alcuni Stati partecipanti all'OSCE continuano ad ammettere indebite restrizioni alla libertà di associazione per la polizia e per il personale militare.

"Il settore della sicurezza ef il suo personale sono parte del tessuto di ogni società democratica e pluralista", ha dichiarato Oyvind Hoyen, responsabile ODIHR per i diritti umani. "Essi meritano di godere degli stessi diritti umani fondamentali come i membri della comunità, i cui diritti e la sicurezza hanno il compito di difendere e proteggere."

In alcuni Stati partecipanti all'OSCE, le associazioni militari sono del tutto proibite, mentre in altri la polizia e le associazioni militari richiedono l'autorizzazione da parte delle autorità statali per operare o sono bloccate ad impegnarsi in attività sindacali.

"I membri delle forze armate dovrebbero avere il diritto di formare e aderire a organizzazioni indipendenti che rappresentano i loro interessi, e hanno il diritto di organizzazione e di contrattazione collettiva", ha detto Caroline Henrion, Project Officer EUROMIL. "Questo diritto non mina l'autorità militare, nè mette a repentaglio l'efficienza o interrompe la catena di comando."

Jane Townsley, il Presidente della Associazione Internazionale donne in Polizia che hanno partecipato alla riunione, ha sottolineato l'importanza delle associazioni del personale femminile per affrontare le esigenze specifiche delle donne per quanto riguarda il personale in ambienti tradizionalmente dominati dagli uomini.

http://www.osce.org/odihr/44257

venerdì 16 novembre 2012

LE SCHIZOFRENICHE POSIZIONI POLITICHE DEL PARTITO DEMOCRATICO SUI DIRITTI CIVILI DEI MILITARI ITALIANI



Tra pochi giorni si svolgeranno le elezioni primarie del centrosinistra per scegliere quale sarà il capo della coalizione elettorale che, sondaggi alla mano, potrebbe avere la responsabilità di formare il prossimo governo.

I due contendenti più accreditati per la vittoria appartengono entrambi al Partito Democratico, la formazione politica di gran lunga più rappresentativa dello schieramento; come noto si tratta del segretario, Pierluigi Bersani, e del sindaco di Firenze, Matteo Renzi.

Può essere interessante andare a vedere quale sia attualmente la posizione ufficiale del Partito per quanto riguarda un argomento che sta a cuore all’associazione FICIESSE, ossia i diritti civili nel mondo militare e specificatamente la libertà sindacale.

A tal riguardo è utile fare riferimento alle proposte programmatiche approvate dall’assemblea nazionale del PD nel febbraio del 2011. Tra esse vi si trova quella dedicata alla politica sulla sicurezza e difesa (http://www.partitodemocratico.it/Allegati/SICUREZZA_definitivo.pdf) nella quale, al paragrafo 2 “Un nuovo modello di sicurezza per l’Italia” tra l’altro vi si trova la seguente affermazione: ”Per le Forze armate è necessario prevedere maggiori forme di rappresentanza sindacale per renderle più democratiche e più vicine ai cittadini.

Ottimo proposito per una forza politica che già dal nome si definisce per l’appunto democratica! Peccato tuttavia che tale affermazione non sia purtroppo seguita da altrettanta coerenza nei comportamenti parlamentari.

Infatti, il 6 novembre scorso al Senato è stato approvato il DDL 3271 recante la delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale; in sede d’esame di tale provvedimento sono stati presentati vari emendamenti, tra i quali il nr. 1.0.3. dei senn. Radicali Perduca e Poretti che intendeva estendere a tutti i militari italiani le libertà sindacali previste per i colleghi della Polizia di Stato.

Ebbene, tale emendamento è stato respinto a larghissima maggioranza: 221 contrari, 12 favorevoli, 1 astenuto; questi i solitari parlamentari che si sono espressi favorevolmente: oltre ai Radicali Perduca e Bonino, anche i Senatori IDV Bugnano, Caforio, Carlino, De Toni, Giambrone, Lannutti, Li Gotti, Mascitelli, Pardi, e Pedica.

Ed il PD? Malgrado quanto affermato nel loro programma, i Senatori “democratici” hanno votato massicciamente ed immotivatamente in modo contrario; unica eccezione la Senatrice PD Silvana Amati, membro tra l’altro della Commissione Difesa, la quale, forse per scrupolo “democratico” o in quanto componente della Commissione parlamentare per i diritti umani, non se l’è sentita di votare contro le libertà civili dei militari italiani e quindi si è pudicamente astenuta.

Non è purtroppo la prima volta che il Partito Democratico, alla prova dei fatti sul campo dei diritti civili per i militari, si discosta nettamente dai principi democratici ai quali, a parole, invece fa riferimento, in continuità con le peggiori tradizioni dei politici italiani.

Sarebbe interessante conoscere sul punto la posizione dei due principali avversari alle primarie del centrosinistra, considerato che uno è il Segretario del partito stesso, mentre l’altro si propone come un suo riformatore. Tuttavia mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo e resterà con tutta probabilità un mero auspicio.

mercoledì 14 novembre 2012

Il Tar: "L'Arma conceda i congedi per paternità"



Svolta nell'Arma grazie al ricorso di un carabiniere di Cuneo che chiedeva di stare a casa per accudire l'ottavo figlio, appena nato. Aveva già domandato il permesso per il bambino precedente e gli era stato negato

di FEDERICA CRAVERO

Voleva stare a casa ad accudire il figlio appena nato, l'ottavo di una bella e numerosa famiglia del Cuneese. Voleva che fossero concesse a lui le due ore giornaliere di riposo dal lavoro (il cosiddetto permesso per "allattamento"), che fino a un anno di vita del bambino spettano alle mamme o, in alternativa, ai papà. Ma un carabiniere di Cuneo si è visto negare questo diritto con la motivazione che la moglie è casalinga e quindi toccava a lei badare alla prole. L'uomo non si è perso d'animo, ha fatto ricorso al Tar e l'ha vinto.


La vicenda giudiziaria è iniziata a febbraio, quando è nato l'ottavo figlio e il carabiniere ha fatto la richiesta (respinta) di un orario ridotto, usufruendo dei permessi dell'articolo 40 del decreto legislativo 151 del 2001. In realtà già con il settimo figlio il carabiniere aveva chiesto invano ai suoi superiori gli stessi permessi, ma aveva scelto di fare un ricorso interno all'amministrazione, che era stato respinto. Stavolta, invece, l'uomo si è rivolto alla consigliera delle pari opportunità della Provincia di Cuneo, Daniela Contin, ovvero l'istituzione solitamente interpellata per difendere le donne dalle ingiustizie e dalle ineguaglianze sul posto di lavoro, ma che ha accettato al volo di accompagnare quell'uomo desideroso di essere un papà più presente. Assieme a lei, assistiti dall'avvocato Chiara Servetti, hanno quindi presentato un ricorso al Tar del Piemonte contro il ministero della Difesa. L'Arma dei carabinieri infatti

- contrariamente ad altri settori del pubblico impiego, in cui il lavoro casalingo è equiparato a quello dipendente - con una serie di linee guida interne ha sempre negato ai suoi uomini di poter godere di "riposi di paternità" se le mogli non avevano un impiego. Ma il tribunale amministrativo regionale ha negato questa prassi e ha accertato il diritto del carabiniere di godere dei permessi.



(14 novembre 2012)

giovedì 8 novembre 2012

DIFESA, COMELLINI (PDM): REVISIONE DELLO STRUMENTO MILITARE: SENATO SALVA AFFARI DEI GENERALI E PAGHETTA DEI CAPPELLANI MILITARI ALLA FACCIA DEI MILITARI AMMALATI O MORTI PER VACCINI E URANIO


Roma - "Nell'ambito della discussione del ddl 3271 (revisione dello strumento militare) prima la Commissione bilancio del Senato rinventandosi il senso dell'articolo 81 della Costituzione per cassare degli emendamenti presentati dai senatori radicali Perduca e Poretti che in realtà avrebbero introdotto dei tagli di indennità dei vertici e sprechi, poi è stata la volta dei relatori e del Governo che li hanno sistematicamente bocciati. - Dichiara Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) - Per rendere concreto il processo di revisione dello strumento militare - prosegue Comellini - si sarebbero dovuti tagliare gli sprechi nell'interesse del paese mentre, invece, il Senato ha posto particolare attenzione a non urtare determinate sensibilità, salvando così gli interessi dei generali o comunque gli affari dei vertici militari senza considerare che il complesso degli emendamenti proposti avrebbe portato nelle casse dello Stato oltre 4,5 miliardi di risparmi. E' chiaro che ciò che per noi è ovvio e logico non lo è per la partitocrazia in cui militano e sono presenti proprio gli ex generali. Spiace inoltre che la presidenza del Senato abbia dichiarato inammissibile l'emendamento presentato dai senatori radicali Perduca e Poretti volto a porre il trattamento economico dei cappellani militari a carico della chiesa e non del bilancio della Difesa. L'emendamento era stato accantonato nella discussione antimeridiana a seguito dell'acceso dibattito ed era ammissibile fino alla ripresa dei lavori pomeridiana ma poi è stato poi dichiarato inammissibile perché a seguito dell'interpretazione dell'ultimo momento fatta dagli esperti della presidenza andrebbe ad incidere sui patti tra lo Stato Italiano e il Vaticano. Una interpretazione di comodo quella della presidenza. Una dichiarazione di inammissibilità intervenuta "in extremis" per evitare il rischio che l'emendamento fosse approvato e che quindi la casta dei cappellani perdesse i suoi privilegi e i benefici per oltre 10 milioni di euro che gli pagano i cittadini italiani. - Conclude il Segretario del PdM - Ancora una volta il pressapochismo della politica dei politicanti si è rivelato in tutta la sua assurdità salvando gli affari dei generali e la paga dei cappellani militari e ignorando i reali sprechi e le esigenze dei militari tra cui quelli ammalatisi o morti a causa dei vaccini e dell'uranio."



sabato 27 ottobre 2012

LA POSIZIONE DEL PD SULLA SICUREZZA: POLIZIE CIVILI E SINDACATO AI MILITARI (????)


DAL SITO http://www.partitodemocratico.it/doc/202916/la-sicurezza-come-diritto-di-libert.htm



2. Un nuovo modello di sicurezza per l’Italia



Gli organici e il funzionamento delle forze dell’ordine. La sicurezza è questione seria che deve essere affrontata con professionalità e risorse adeguate dallo Stato. La propaganda della destra sulla “sicurezza fai da te” è fallita: le ronde non hanno trovato spazio nell’immaginario delle persone. In questo senso, per impedire ogni possibile incidente causato dalla logica della sicurezza “fai da te” e da una eccessiva diffusione delle armi da fuoco, il PD crede che sia opportuno lavorare per regolamentare in maniera più stringente e ridurre il numero di quelle in circolazione. Per prevenire, contrastare e reprimere alcuni comportamenti che determinano degrado e allarme sociale, favorendo il compimento di alcuni reati è necessario intervenire con risorse e strumenti adeguati. I pesanti tagli di risorse decisi dal Governo al comparto sicurezza hanno peggiorato la situazione delle forze dell’ordine, che hanno invece bisogno di maggiori strumenti e di più investimenti per aumentare le capacità operative, l’efficienza e le professionalità. In questo senso la misura suppletiva ed emergenziale dell’impiego dell’esercito nel pattugliamento urbano è risultata nei fatti controproducente: distoglie con costi elevatissimi molto personale di pubblica sicurezza – che potrebbe invece essere impiegato sul territorio – al seguito dei nostri militari, vista la loro impossibilità ad operare come forze di polizia. La situazione causata dai tagli è aggravata poi dalla questione dei compiti amministrativi di supporto all’azione di polizia.

La Legge prevede che le funzioni di carattere amministrativo, contabile e patrimoniale siano svolte da personale dei ruoli dell’amministrazione civile. Questa previsione è stata in larga parte disattesa e buona parte del carico di lavoro amministrativo grava direttamente sul personale di polizia, con grave nocumento del loro impiego in strada. Serve una riforma delle forze dell’ordine per coordinare meglio, semplificare e rendere più efficiente l’assetto attuale. Noi pensiamo che la Legge n. 121 del 1981 – una riforma fondamentale dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza che ha prodotto risultati molto positivi – debba essere attuata pienamente e aggiornata alla luce delle nuove esigenze emerse negli anni recenti. Al contempo è necessario definire con chiarezza le modalità d’impiego e le responsabilità delle varie forze oggi esistenti. Nel corso del tempo si sono create strutture con funzioni e compiti che spesso si sovrappongono determinando confusione e sprechi di risorse. Per questi motivi è necessario modernizzare le forze dell’ordine. Riorganizzazione e riordino del sistema di prevenzione e repressione del crimine devono partire dal riconoscimento che Forze di polizia e Forze armate devono svolgere funzioni diverse, non sovrapponibili, né intercambiabili.

Il PD propone di costruire un nuovo modello organizzativo, funzionale e ordinamentale tra Forze di polizia e Forze armate: le prime a ordinamento civile con funzioni di sicurezza interna; le seconde a ordinamento militare con funzioni di difesa esterna. Le Forze di polizia hanno ordinamento civile, operano per la tutela interna dell’ordine pubblico e della sicurezza pubblica, contrastano la criminalità comune e organizzata, il terrorismo, l’eversione e la violenza politica. La responsabilità politica è del Ministro dell’Interno.

Le Forze armate hanno ordinamento militare, operano per la difesa dell’indipendenza e dell’integrità nazionale. La responsabilità politica è del Ministro della Difesa. Per le Forze armate è necessario prevedere maggiori forme di rappresentanza sindacale per renderle più democratiche e più vicine ai cittadini.

Come è previsto dalle Legge n. 121 del 1981 “il Ministro dell’Interno è responsabile della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica ed è Autorità nazionale di pubblica sicurezza”. In questo quadro sarà possibile razionalizzare l’impiego di risorse economiche, umane e strumentali, eliminando gli sprechi e i doppioni.

Per questo è necessario definire con chiarezza le modalità d’impiego e le responsabilità delle varie forze oggi esistenti, iniziando un lavoro di raccordo di tutte quelle strutture che presentano funzioni e compiti sovrapponibili, in maniera da potenziare le strutture attraverso la loro riorganizzazione e l’accorpamento. Nel frattempo sarà necessario operare in Parlamento affinché avvenga il riconoscimento della specificità delle forze dell’ordine attraverso quegli investimenti sulle retribuzioni, sulla professionalità e sugli strumenti operativi, il cui primo passo è stato cancellato dalla manovra economica di quest’anno.

Bisogna poi mettere mano al ringiovanimento ed al rafforzamento degli operatori

di pubblica sicurezza. Gli interventi più urgenti sono:

• liberare agenti potenzialmente operativi dalle attività burocratiche e non operative;

• assumere nuovi agenti attraverso concorsi pubblici e abbandonare così la pratica del reclutamento mediante il passaggio dei volontari dell’esercito;

• rivedere ed adeguare secondo le necessità le piante organiche degli operatori impegnati nelle attività di pubblica sicurezza;

• integrare il personale civile di supporto per le funzioni amministrative, contabili e patrimoniali.



La dignità delle Forze dell’ordine cardine del rapporto fiduciario tra forze di sicurezza e cittadini.

Gli operatori della sicurezza garantiscono un servizio essenziale per il funzionamento della democrazia. Le forze dell’ordine rappresentano la Repubblica e per questo devono avere un riconoscimento sociale e pubblico significativo. Nelle politiche della sicurezza è fondamentale l’autorevolezza delle Forze dell’ordine che nasce da come si svolge la funzione e da come lo Stato tratta gli operatori. A questo proposito è necessario riconoscere alle Forze dell’ordine mezzi e retribuzioni adeguati al ruolo che svolgono. Inoltre devono essere introdotti meccanismi di tutela legislativa, come la procedibilità d’ufficio per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, per affermare in modo concreto il ruolo fondamentale e l’importanza delle donne e degli uomini al servizio della sicurezza dello Stato.



ASSEMBLEA NAZIONALE PD

ROMA, 4 E 5 FEBBRAIO 2011

La nuova trasmissione telematica dei certificati di malattia si applicherà a tutti i dipendenti

La nuova trasmissione telematica dei certificati di malattia si applicherà a tutti i dipendenti (tranne Forze di Polizia)

mercoledì 24 ottobre 2012

VENERDI' IL GOVERNO AFFRONTA IL NODO PENSIONI


Convocazione Consiglio dei Ministri n.51 del 26/10/2012


24 Ottobre 2012



Il Consiglio dei Ministri è convocato per venerdì 26 ottobre 2012 alle ore 10,00 a Palazzo Chigi per l’esame del seguente ordine del giorno:



- DECRETO-LEGGE: Disposizioni concernenti interventi urgenti in favore della popolazione siriana e dei rifugiati nei Paesi limitrofi, nonché per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione (AFFARI ESTERI) - INIZIO ESAME;



- DISEGNO DI LEGGE: Delega al Governo in materia di infrastrutture, trasporti e territorio (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI) - ESAME PRELIMINARE;



N. 2 DISEGNI DI LEGGE (AFFARI ESTERI) – diramati 18.10.2012 - recanti ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi internazionali:



- cooperazione tra Italia ed Afghanistan in materia di prevenzione e contrasto al traffico illecito di stupefacenti, sostanze psicotrope e loro precursori;



- cooperazione culturale, scientifica, tecnologica e nel campo dell’istruzione tra Italia e Cipro;



- DECRETO LEGISLATIVO: Disposizioni integrative e correttive al DLG n. 159 del 2011 recante Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge n. 136 del 2010 (INTERNO - GIUSTIZIA);



- DECRETO LEGISLATIVO: Modifiche al DLG n. 191 del 2010 recante attuazione delle direttive 2008/57/CE e 2009/131/CE relative all’interoperabilità del sistema ferroviario comunitario (AFFARI EUROPEI - INFRASTRUTTURE E TRASPORTI) - ESAME PRELIMINARE;



- DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento recante disciplina delle attività del Ministero della difesa in materia di lavori, servizi e forniture, a norma dell’articolo 196 del DLG n. 163 del 2006 (DIFESA);



- DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento concernente la parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo nelle società costituite in Italia, controllate da pubbliche amministrazioni, a norma dell’articolo 2359, commi primo e secondo, del Codice civile, non quotate in mercati regolamentati, a norma dell’articolo 3, comma 2, della legge n. 120 del 2011 (ECONOMIA - LAVORO);



- DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento per l’adozione delle misure di armonizzazione dei requisiti di accesso al sistema pensionistico, tenendo conto delle peculiarità ed esigenze dei settori di attività, nonché dei rispettivi ordinamenti, a norma dell’articolo 24, comma 18 del decreto-legge n. 201 del 2011 (LAVORO) – ESAME PRELIMINARE;



- DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento recante disciplina dell’utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell’autorizzazione integrata ambientale, a norma dell’articolo 214, comma 11, del DLG n. 152 del 2006 (AMBIENTE) - ESAME PRELIMINARE;



- DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento recante nuovo statuto dell’Aero Club d’Italia e nuovo statuto degli Aero Club locali federati (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI) - ESAME PRELIMINARE;



- LEGGI REGIONALI;



- VARIE ED EVENTUALI.





martedì 23 ottobre 2012

Il Cocer GdF scende in piazza, mentre altri parlano ancora di "ideale partecipazione all'esercizio di un diritto"


di Luca Marco Comellini

A prescindere dalle loro motivazioni, che sono certamente importanti ma che qui non interessano, va fatto notare a chi ha la pazienza di leggermi che nei giorni scorsi le sezioni del Cocer dei Carabinieri, dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, quella specie di organismo rappresentativo che la legge impone ai militari, precludendogli di fatto ogni possibile esercizio di quei diritti che la Costituzione stessa gli riconosce a tutti e che non vieta, hanno scoperto un nuovo modo di manifestare il proprio dissenso: "l'ideale partecipazione". E chiaro che questi impavidi difensori dei diritti dei militari, che nei lunghi mesi della cruenta campagna elettorale (finita solo il 15 luglio con un risultato pietoso) hanno sciorinato proclami a iosa, ora fanno un po' ridere con la loro "ideale partecipazione" all'esercizio di un diritto.

E mentre loro idealizzano la Costituzione gli appartenenti a una differente sezione della medesima rappresentanza militare, il Cocer della Guardia di Finanza, scendono in piazza in modo reale e con il concreto supporto di tutto il personale rappresentato che, per far ciò, si è preso un giorno di congedo dal servizio. Si perché loro - i finanzieri - come del resto tutti i militari, possono manifestare liberamente osservando determinate condizioni: liberi dal servizio senza qualificarsi come appartenenti alle Forze armate o ai Corpi armati dello Stato. E ciò al fine di garantire una parvenza di estraneità alle competizioni politiche. Ben più avanti dei loro timorosi colleghi con la divisa verde, azzurra e bianca, il personale della GdF ha deciso - è non credo sia la prima volta - di scendere in piazza. Sicuramente lo faranno sorvegliati a vista dai generali e comunque dai loro vertici che, per quanto possano considerarsi progressisti, sono sempre l'espressione di una militarità che a mio avviso, proprio in quel Corpo, non ha più alcuna ragion d'essere.

Ma questo è un discorso più ampio che mi riprometto di affrontare in un prossimo futuro. Ovviamente quelli della GdF hanno scelto la concretezza per sostenere la ragione delle loro idee, mentre agli impavidi delegati dei Carabinieri, dell'Esercito della Marina e dell'Aeronautica che domani saranno solo "idealmente" presenti alla manifestazione che si svolgerà in numerose piazze d'Italia resterà la certezza di aver nuovamente perso un'occasione per onorare e difendere la Costituzione, il diritto e i diritti. Peccato, sarà per un'altra volta. 
22 ottobre 2012

sabato 20 ottobre 2012

COBAR GDF PIEMONTE: SIAMO PRONTI A LAVORARE ANCHE TUTTA LA VITA, MA…



SIAMO PRONTI A LAVORARE ANCHE TUTTA LA VITA, MA…

STESSI SACRIFICI, STESSA PENSIONE, STESSI DIRITTI


I finanzieri piemontesi aderiscono con convinzione alla manifestazione di protesta sindacale delle Forze di Polizia, indetta per martedì 23 ottobre davanti alla Regione Piemonte, in piazza Castello, a Torino.

Denunciamo il tentativo di porre mano al sistema previdenziale delle Forze di Polizia senza alcun effettivo confronto e con l’unico fine di fare cassa, senza valutare i gravissimi effetti che deriveranno per la sicurezza dei cittadini.

Il Governo ci ha chiesto sacrifici e noi, come gli altri lavoratori, non ci sottraiamo; ma se il nostro destino previdenziale deve essere assimilato a quello di tutti gli altri, allora pretendiamo contestualmente anche i diritti riconosciuti a tutti i cittadini italiani:

· poter chiedere una anticipo della buonuscita ed avere la possibilità di una previdenza complementare;

· essere liberi da qualsiasi dovere giuridico una volta terminato l’orario di servizio, senza alcun obbligo d’intervento 24 ore su 24;

· poter mantenere il posto di lavoro anche in non perfette condizioni fisiche e sanitarie, senza dover essere sottoposti a visite mediche obbligatorie in strutture militari;

· riunirsi pubblicamente, manifestare in piazza, aderire a sindacati, scioperare, fare propaganda politica in ogni luogo e condizione, manifestare liberamente il proprio pensiero senza limiti e costrizioni;

· svolgere contemporaneamente altre attività lavorative e poter avere parenti imprenditori nella circoscrizione di servizio e poter assistere i propri congiunti;

· espatriare senza alcuna autorizzazione o limitazione;

· essere assoggettati alla legislazione comune, senza alcuna giurisdizione speciale come il codice penale militare, i tribunali militari, il regolamento di disciplina militare, avere il diritto di difendersi con le stesse garanzie di tutti i lavoratori, senza sanzioni disciplinari che comportano la privazione della libertà come la consegna di rigore;

· poter adire il giudice del lavoro con le tutele legali fornite dai sindacati, patronati ed associazioni professionali.

In sostanza, se la nostra TRUFFALDINA SPECIFICITA’ deve essere solamente fatta di doveri, obblighi, restrizioni, allora non la vogliamo; ci si faccia lavorare anche fino a settant’anni, ma nelle stesse condizioni giuridiche di tutti gli altri lavoratori.

Torino, 19 ottobre 2012

IL COBAR DELLA GUARDIA DI FINANZA DEL PIEMONTE

Sicurezza:martedì sindacati polizia in piazza contro Governo

Sicurezza:martedì sindacati polizia in piazza contro Governo

giovedì 18 ottobre 2012

TORINO: 23 OTTOBRE MANIFESTAZIONE UNITARIA SINDACATI DI POLIZIA


Martedi' 23 ottobre l’UGL Coordinamento Sicurezza del Piemonte


unitamente alle altre rappresentanze sindacali del Comparto

Sicurezza, manifesterà dinanzi la Presidenza della Regione

Piemonte per protestare contro l'abbassamento dei livelli di

sicurezza del Paese. I provvedimenti previsti dalla legge di stabilità

sommati a quelli contenuti nella spending review, ci fa ritenere che

il governo abbia come obiettivo lo scardinamento dell'intero

apparato della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico, con

inevitabili ripercussioni negative anche sulla tranquillità dei cittadini

e sulla sicurezza delle stesse Istituzioni. L'innalzamento dell'età' media, il

blocco del turn over, delle retribuzioni e degli automatismi, oltre ai consistenti tagli

lineari, non sono altro, infatti, che il frutto di scellerate operazioni tecnico-politiche che

rischiano di minare seriamente l'operatività' dell'intero comparto già messo a dura prova. Il

Sit-in di protesta avrà luogo in Piazza Castello dalle ore 9.00 alle ore 13.00. Vi Aspettiamo.

Torino; 18 ottobre 2012

IL SEGRETARIO REGIONALE

f.to Maurizio MANCUSO

sicurezza: cocer marina, ideale partecipazione a manifestazione forze polizia

sicurezza: cocer marina, ideale partecipazione a manifestazione forze polizia

MANIFESTAZIONE! Martedì 23 ottobre davanti alla Regione Piemonte


Martedì 23 ottobre dalle ore 09:00 alle ore 13:00 il Siulp e tutte le altre sigle sindacali delle Forze dell'Ordine e dei Vigili del Fuoco effettueranno un sit-in di protesta davanti alla Regione Piemonte di Piazza Castello di Torino ed in contemporanea davanti a tutte le altre Presidenze delle Regioni d'italia, per dire no alla bozza Fornero sulle pensioni e le nuove penalizzazioni della legge di stabilità.
Ufficio Stampa del SIULP-TORINO

giovedì 11 ottobre 2012

RIORDINO DELLA CARRIERE: GIA’ PRONTA LA BOZZA DI LEGGE



dal sito www.coisp.it

INCONTRO DEL 10 OTTOBRE 2012
 

Nel pomeriggio odierno si è tenuto, presso il Dipartimento della P.S., la prevista riunione del Tavolo di Lavoro istituito con decreto del Ministro dell’Interno e successivo decreto attuativo del Capo della Polizia, al fine di predisporre una proposta di riordino dei ruoli del personale della Polizia di Stato.

La riunione, cui ha partecipato la Segreteria Nazionale del COISP anche con il responsabile del “Settore Riordino” (il nostro dirigente sindacale Mauro Treglia) che questa O.S. costituì tempo addietro al suo interno al fine di predisporre una proposta di riordino delle carriere che prevedesse principi di modernizzazione e semplificazione finalizzati al miglioramento della funzionalità degli uffici di Polizia oltre che, ed in primis, la valorizzazione della professionalità dei poliziotti e la specificità dei loro compiti (vedasi nostra proposta di riordino presente sul sito www.coisp.it), ha visto presenti anche le delegazioni delle altre OO.SS. ed era presieduta dal Direttore dell'Ufficio per l'Amministrazione Generale del Dipartimento della P.S. Prefetto Tomao. Per la parte pubblica vi era anche il Direttore dell'Ufficio Relazioni Sindacali dott. De Rosa, il dott. Ianniccari delle Risorse Umane, il dott. Bella dell'Ufficio Legislativo ed il dott. Galati degli Affari Generali.

In apertura della riunione l’Amministrazione ha consegnato una bozza di legge delega (che alleghiamo) i cui contenuti, a proprio dire, erano già stati portati a conoscenza informalmente i Sindacati nel luglio 2009, precisando che la stessa era “sostanzialmente” condivisa con le Amministrazioni delle altre Forze di Polizia e Forze Armate, salvo un paio di punti rimasti in sospeso.

Il Prefetto Tomao rappresentava inoltre l’esigenza di addivenire ad una bozza di legge delega entro il 31 di questo mese, come richiesto dal Ministro dell’Interno, sig.ra Cancellieri. Puntualizzava inoltre la necessità di uno sforzo comune (Amministrazione e Sindacati) al fine di portare a casa tale legge delega con le risorse disponibili (una vera miseria!!! Appena 4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013; 119 milioni a decorrere dal 2014) ricercando eventualmente risparmi di spesa nell’ambito della riorganizzazione cui avrebbe dovuto portare il riordino.

Le OO.SS. venivano quindi invitate a rappresentare le proprie opinioni circa l’esigenza di effettuare un tour de force finalizzato a garantire la predisposizione di una legge delega entro il menzionato termine del 31 ottobre.

Il COISP, al pari delle altre OO.SS., ha rigettato il tentativo dell’Amministrazione di addossare ai Sindacati anche solamente una conoscenza informale del progetto sottoposto nella data odierna, puntualizzando con forza che mai lo stesso era stato posto alla propria attenzione.

È stato quindi puntualizzata l’assoluta contrarietà a discutere sulla base di tale progetto, in quanto assolutamente improponibile e vergognoso. In sua vece – ha precisato questa O.S. – sarebbe invero opportuno partire dal progetto di riordino delle carriere predisposto dal COISP (copia ne veniva consegnata al Prefetto Tomao ed agli altri componenti del Tavolo di Lavoro), in quanto sicuramente più rispettoso delle esigenze della Polizia di Stato e delle legittime aspirazioni del personale.

Nello stigmatizzare l’assoluto disinteresse dell’Amministrazione, testimoniato dal fatto che il Ministro dell’Interno aveva decretato l’istituzione del Tavolo di Lavoro in argomento con proprio provvedimento del 24 luglio 2012, che il Capo della Polizia ha emanato il decreto attuativo “solo 2 mesi dopo (18 settembre 2012) e che la prima riunione del tavolo è stata fatta il 10 ottobre per poi pretenderne la conclusione dopo appena 20 giorni (31 ottobre), il COISP ha respinto con forza la volontà di perseguire un riordino funzionale solamente ai Direttivi e Dirigenti (vi invitiamo a leggere la bozza che ci è stata consegnata), prevedendo invece per il restante personale (da Agente a Sostituto Commissario) la “esclusione di inquadramento nei ruoli superiori” (comma 2 lettera g della citata bozza).

Nel richiamare il fatto che le pochissime risorse stanziate, come lo erano quei 770 milioni di euro accantonati negli anni e RAPINATI in un colpo solo dal Governo Berlusconi, sono finalizzati al riordino del personale NON direttivo della Polizia di Stato e delle altre Forze dell’Ordine, il COISP ha precisato di condividere l’esigenza di porre rimedio alle problematiche della nostra dirigenza rispetto al restante pubblico impiego, ma SOLO DOPO AVER RISOLTO I PROBLEMI DEI RUOLI AGENTI ED ASSISTENTI, SOVRINTENDENTI ED ISPETTORI E DOPO AVER QUINDI CORRISPOSTO LE LEGITTIME ASPETTATIVE DI TALE PERSONALE!

A conclusione della riunione, preso atto delle determinazioni del COISP e delle altre OO.SS. di cestinare la bozza di legge delega presentataci dall’Amministrazione, il Prefetto Tomao ha avanzato l’ipotesi, condivisa da tutti, di riscrivere entro il 31 ottobre p.v. una bozza di legge delega “elastica” da riempire di contenuti in tempi successivi.

Chiaro è che per quanto riguarda il COISP tale legge delega dovrà evidenziare in maniera chiara la previsione di norme transitorie che consentano avanzamenti alle qualifiche e ruoli superiori nonché l’obbligo, prima dell’emanazione dei decreti attuativi, di sanare tutte le vacanze organiche nei ruoli  dei Sovrintendenti e degli Ispettori attraverso l’emanazione dei previsti concorsi! Una legge delega che non dovesse prevedere tali precisazioni, per quanto “elastica” possa essere, non consentirebbe mai di portare a quel riordino equo che i poliziotti auspicano e che il COISP persegue da tempo.

Non abbiamo difatti alcuna intenzione di sprecare questa possibilità di riordino e le risorse necessarie, che sono ben maggiori di quelle disponibili, devono essere trovate!!

A breve verrà convocata una nuova riunione alla quale il COISP parteciperà già preparato e certo della condivisione da parte dei poliziotti tutti circa il suo modo di vedere quello che dovrà essere il riordino dei ruoli del personale della Polizia di Stato.

 

Roma, 10 ottobre 2012

 

La Segreteria Nazionale del COISP

http://www.coisp.it/ultimissime12/Tavolo%20di%20Lavoro%20per%20il%20Riordino%20delle%20Carriere%20-%20Incontro%20del%2010%20ottobre%202012.pdf

sabato 6 ottobre 2012

A Torino il corso per formare i super-finanzieri antiriciclaggio

Finanzieri a scuola di antiriciclaggio. L’obiettivo è di formare una task force di cento super-specialisti per affrontare il fenomeno anche nell’Italia Nord-Occidentale, dove le recenti operazioni contro la criminalità organizzata hanno rivelato i movimenti dell’«economia nera». Trenta investigatori seguiranno il mese di corso organizzato a Torino, diretto dal comandante provinciale Giuseppe Gerli, con la partecipazione di ufficiali della Finanza e di magistrati specializzati nel settore. L’operazione «Crimine» con i sequestri di beni fatti da finanzieri e Dia alla ’ndrangheta in Piemonte è tra gli esempi più recenti di questo tipo di attività. In quell’occasione, gli specialisti avevano utilizzato «Molecola», un software studiato dagli specialisti informatici di Roma per incrociare migliaia di dati attinti da archivi diversi in pochissimo tempo. Ma questo è soltanto un sistema per scovare i soldi «sporchi». Fra gli strumenti più utili ci sono le segnalazioni bancarie per operazioni «sospette»: transazioni (in entrata e in uscita) per importi inusuali finiscono all’attenzione della Guardia di Finanza. È questo meccanismo non riguarda soltanto la mafia. Anzi. Attraverso quelle segnalazioni, sovente è stato possibile individuare riciclatori di «fondi neri» legati al traffico di droga o altri commerci illeciti. In molti casi, gli intestatari dei conti correnti sono prestanome. Ma ci sono anche le segnalazioni per operazioni fatte da commercianti, che si ritrovano a gestire flussi di denaro sproporzionati rispetto agli incassi dichiarati al Fisco. Sovente, però, quei soldi incassati «in nero» vengono spesi nello stesso modo, in un mercato che si autoalimenta: il contante serve per pagare dipendenti abusivi e per acquistare merci senza fattura, con il risultato di diminuire beni e personale in carico all’azienda per simulare un giro d’affari inferiore alla realtà. E tasse evase di conseguenza. Pure le lotterie legali diventano strumenti di riciclaggio. I criminali comprano i i tagliandi vincenti dai giocatori fortunati pagandoli in nero, e poi incassano i monte premi. http://www.lastampa.it/2012/10/06/cronaca/a-torino-il-corso-per-formare-i-super-finanzieri-antiriciclaggio-XhgRtkp07RqwFtpeM6dbgL/index.html

martedì 25 settembre 2012

ASSEMBLEA CONGRESSUALE DELLA SEZIONE FICIESSE DI TORINO


Giovedì 4 ottobre 2012, alle ore 18:30, presso l'ASD Pozzo Strada (Via Fattori 23) è convocata una riunione di TUTTI i soci della Sezione FCS territoriale per discutere sui seguenti punti all'O.D.G.:

a) elezione dei delegati al congresso nazionale;


b) votazione per l’approvazione di eventuali tesi, mozioni congressuali o documenti presentati.
 

Inoltre, per chi vuole, seguirà una cena conviviale.
 

Chi fosse interessato a partecipare è pregato di inviare una mail di conferma,
entro il 2 ottobre, al sottoscritto ed al
Segretario (torino@ficiesse.it)


Il Presidente della Sezione

Roberto Mancini

 

venerdì 21 settembre 2012

IL RECUPERO DEL RIPOSO SETTIMANALE




Alcuni colleghi mi hanno chiesto cosa sia previsto nel caso del recupero del riposo settimanale non fruito, per quanto riguarda la pianificazione della settimana nella quale si fruisce del riposo.

Vi è da dire che sull'argomento esistono svariate interpretazioni ed applicazioni che divergono da reparto a reparto, quindi penso sia utile informare quale siano attualmente le disposizioni impartite dal Comando Generale della GdF.

Bisogna fare riferimento alla Circolare 120000 - paragrafo 2.i) ove a pag. 33 è scritto:

""""""Da ultima è intervenuta in materia di riposo settimanale la circolare 282581/6212 in data 12 agosto 2002 (allegato 8) dell’Ufficio Pianificazione e Programmazione Finanziaria con la quale si precisa, tra l’altro, che il recupero del riposo settimanale e/o della giornata festiva infrasettimanale
non goduta per motivi di servizio, riduce l’orario d’obbligo della settimana in cui sono fruiti, di un numero di ore pari alla media giornaliera, configurandosi tali fattispecie assimilabili a legittime assenze dal servizio.""""

 Premesso che per maturare il diritto al recupero non serve un numero minimo di ore prestate (una leggenda narra che servono almeno TRE ore ma NON HA ALCUN FONDAMENTO GIURIDICO!! anche UNA SOLA ora da diritto al riposo), provo ad esemplificare la questione:

esempio 1:
una pattuglia con turno 18/24 la domenica; la settimana in cui effettueranno il recupero festivo dovranno pianificare l'orario settimanale su 30 ore (se fanno servizio su 6 gg) o 29 ore (se fanno servizio su 5 gg)

esempio 2:
una pattuglia con turno 18/24 del sabato sfora l'orario e termina il servizio all'01.00 della domenica; anche loro la settimana in cui effettueranno il recupero festivo dovranno pianificare l'orario settimanale su 30 ore (se fanno servizio su 6 gg) o 29 ore (se fanno servizio su 5 gg)

Spero di essere stato abbastanza chiaro e utile nelle indicazioni.

I cappellani militari si aggiornano spiritualmente. A spese nostre

I cappellani militari si aggiornano spiritualmente. A spese nostre

lunedì 27 agosto 2012

“La spending review del governo avrà effetti devastanti sulle forze dell’ordine” – Il Fatto Quotidiano

“La spending review del governo avrà effetti devastanti sulle forze dell’ordine” – Il Fatto Quotidiano

ESERCITO, COMELLINI (PDM): SU REGOLARITA’ ELEZIONI. COCER INDAGHI LA PROCURA MILITARE. LE DICHIARAZIONI SCRITTE DI UN MILITARE CONTRASTANO CON IL VERBALE DELLE OPERAZIONI DI VOTO

ESERCITO, COMELLINI (PDM): SU REGOLARITA’ ELEZIONI. COCER INDAGHI LA PROCURA MILITARE. LE DICHIARAZIONI SCRITTE DI UN MILITARE CONTRASTANO CON IL VERBALE DELLE OPERAZIONI DI VOTO

ESERCITO, COMELLINI (PDM): SU SPENDING REVIEW PRESIDENTE COCER CHIEDE ATTENZIONE DAL GOVERNO? PRIMA CHIARISCA SU REGOLARITA’ ELEZIONI ORGANISMO RAPPRESENTANZA.

ESERCITO, COMELLINI (PDM): SU SPENDING REVIEW PRESIDENTE COCER CHIEDE ATTENZIONE DAL GOVERNO? PRIMA CHIARISCA SU REGOLARITA’ ELEZIONI ORGANISMO RAPPRESENTANZA.

ESERCITO, COMELLINI (PDM): GRADUATI COCER LEGGANO MEGLIO MIE DICHIARAZIONI.

ESERCITO, COMELLINI (PDM): GRADUATI COCER LEGGANO MEGLIO MIE DICHIARAZIONI.

lunedì 6 agosto 2012

RICORSO ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO PER IL SINDACATO AI MILITARI ITALIANI

COMUNICATO: ASSODIPRO ED ALTRI RICORRONO ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO IN RELAZIONE AI DIVIETI IMPOSTI AI MILITARI ITALIANI  DI COSTITUIRE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI A CARATTERE SINDACALE O ADERIRE AD ALTRE ASSOCIAZIONI SINDACALI.
Il d.lgs. 15 marzo 2010, n. 66, denominato “Codice dell’ordinamento militare”, costituisce il corpus normativo di riferimento per l’ordinamento militare e detta, tra l’altro, anche la disciplina in materia di libertà sindacale degli appartenenti alle Forze armate. Al suo interno è peraltro confluita la previgente l. 11 luglio 1978, n. 382, la quale conteneva analoghe disposizioni.
 Ai sensi dell’art. 1475, comma 4, del d.lgs. 15 marzo 2010, n. 66, “i militari non possono esercitare il diritto di sciopero”. Analogamente, ai sensi del comma 2 della medesima disposizione, ai militari è fatto altresì divieto di “costituire associazioni professionali a carattere sindacale o aderire ad altre associazioni sindacali”. In ogni caso, comma 1 di tale previsione, “la costituzione di associazioni o circoli fra militari è subordinata al preventivo assenso del Ministero della Difesa”.
L’associazione AS.SO.DI.PRO ed alcuni militari in servizio hanno proposto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per lamentare la violazione da parte dello Stato italiano del diritto alla libertà sindacale garantito dall’art. 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (di seguito “CEDU”), del principio di non discriminazione sancito dall’art. 14 CEDU e del diritto ad un ricorso interno effettivo tutelato dall’art. 13 CEDU.
In particolare, i ricorrenti hanno denunciato le seguenti violazioni:
A) art. 11 CEDU, nella parte in cui garantisce il diritto alla libertà di associazione e il diritto di partecipare alla costituzione di sindacati o di aderirvi per la tutela dei propri interessi, perché il divieto, imposto dalla legge, di costituire associazioni professionali a carattere sindacale o di aderire ad associazioni sindacali già esistenti costituisce una restrizione assoluta all’esercizio della libertà sindacale da parte degli appartenenti alle Forze armate, che non risponde ad un prevalente finalità di interesse generale e che non può giustificarsi neppure alla luce delle specificità proprie dei corpi militari dello Stato ai sensi dell’ultima frase dell’art. 11, comma 2, tenendo altresì conto degli altri obblighi internazionali gravanti in capo all’Italia in materia di tutela della libertà sindacale, tra cui quelli derivanti dalla Convenzione dell’OIL n. 151, dall’art. 5 della Carta sociale europea riveduta e, per quanto di rilevanza, dall’art. 12 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea;
B) art. 14 CEDU, che sancisce il divieto di discriminazione, letto congiuntamente all’art. 11 CEDU, perché il divieto assoluto di libertà sindacale per gli appartenenti alle Forze armate, così come attualmente configurato dalla legge, determina una disparità di trattamento ai danni di una specifica categoria di pubblici dipendenti rispetto ad altri funzionari dello Stato (si pensi, in particolare ai militari di leva e quelli richiamati in servizio temporaneo, nonché agli appartenenti alla Polizia di Stato), e perché tale disparità di trattamento è priva di giustificazione oggettiva e ragionevole, considerando tra l’altro che nella maggior parte degli altri Stati europei anche gli appartenenti alle Forze armate beneficiano di una più o meno ampia libertà di associazione sindacale;  
C) art. 13 CEDU, che garantisce il diritto ad un ricorso interno effettivo, poiché l’ordinamento giuridico italiano non offre ai ricorrenti un rimedio interno accessibile per far valere le dedotte violazioni degli artt. 11 e 14 CEDU, nella misura in cui tali violazioni sono direttamente ricollegabili a disposizioni legislative che la Corte costituzionale ha già escluso essere affette da vizi di illegittimità costituzionale.
E’ per queste violazioni che mortificano le libertà di tutela professionale dei militari italiani e i fondamentali diritti associativi e sindacali  degli stessi che Assodipro nella ricorrenza del ventennale della sua fondazione unitamente ad altri militari ricorrenti si  rivolge alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ritenendo che essa, in forza degli strumenti giuridici di cui dispone e della autorevolezza che gli è stata conferita possa oggi ragionevolmente illuminare quei nuovi orizzonti di emancipazione generale a cui la società militare italiana aspira ormai da troppo tempo.

domenica 29 luglio 2012

Cassazione: Scippo durante il percorso casa-lavoro? E’ infortunio in itinere

CASSAZIONE CIVILE   -   DANNI IN MATERIA CIVILE E PENALE   -   INFORTUNI SUL LAVORO
Cass. civ. Sez. lavoro, Sent., 10-07-2012, n. 11545

Fatto Diritto P.Q.M.
Svolgimento del processo
La Corte di Appello di Perugia, confermando la sentenza di primo grado, rigettava la domanda di B.E., proposta nei confronti dell'INAIL, avente ad oggetto la corresponsione dell'indennità temporanea e della relativa rendita conseguente all'infortunio in itinere occorsole sulla strada del rientro a casa a seguito di una aggressione avvenuta a fini di scippo che le aveva provocato varie lesioni.
La Corte del merito poneva a base del decisum il rilievo fondante secondo il quale il fatto doloso di un'altra persona aveva interrotto il nesso causale fra la ripetitività necessaria del percorso casa- ufficio e gli eventi negativi, ad essi connessi.
Avverso questa sentenza la B. ricorre in cassazione sulla base di un'unica censura.
Resiste con controricorso l'INAIL.
Motivi della decisione
Con l'unica censura la ricorrente, deducendo violazione e falsa applicazione dell'art. 2 del TU n. 1124 del 1965 e art. 41 c.p.c., nonchè omessa, insufficiente e contraddittoria motivazione, pone, ex art. 366 bis c.p.c., il seguente quesito: "vero che ai fini della tutela previdenziale dell'infortunio in itinere rilevano pure i fatti dannosi e imprevedibili ed atipici purchè indipendenti dalla condotta volontaria dell'assicurato".
Osserva, preliminarmente, il Collegio che il motivo in esame con il quale si deducono contemporaneamente violazione di legge e vizi di motivazione è solo in parte ammissibile.
Infatti la censura non è esaminabile in relazione al dedotto vizio di motivazione in quanto, a parte ogni considerazione circa l'ammissibilità della contemporanea deduzione di violazione di legge e di vizio di motivazione che non si traduce in una pluralità di quesiti - pur negata da alcune sentenze di questa Corte (Cass. 11 aprile 2008 n. 9470 e 23 luglio 2008 n.20355 e ancora nello stesso senso 29 febbraio 2008 n. 5471, Cass. 31 marzo 2009 n. 7770 e da ultimo Cass. SU 5 luglio 2011 n. 14661) - vi è di contro il rilevo assorbente che manca la chiara indicazione del fatto controverso in relazione al quale la motivazione si assume omessa o contraddittoria, ovvero le ragioni per le quali la dedotta insufficienza della motivazione la renda inidonea a giustificare la decisione (Cass. 1 ottobre 2007 n. 2063) che si deve sostanziare in una sintesi riassuntiva omologa al quesito di diritto (cfr. Cass. 25 febbraio 2009 n. 4556, Cass. S.U. 18 giugno 2008 n. 16528 e Cass. S.U. 1 ottobre 2007 n. 2063. Nè del resto può demandarsi a questa Corte di estrapolare dai vari quesiti di diritto e dalla parte argomentativa quali passaggi siano riferibili al vizio di motivazione e quali al violazione di legge, diversamente sarebbe elusa la ratio dell'art. 366 bis c.p.c.. Tanto, d'altro canto, corrisponde alla regola della specificità dei motivi del ricorso ex art. 366 c.p.c., n. 4. Nè è consentito a questa Corte di sostituirsi alla parte nella individuazione concreta della situazione di fatto sottesa alla censura (Cass. 23 marzo 2005 n. 6225).
Pertanto in difetto della relativa specificazione la denuncia deve considerarsi per come limitata alla deduzione del solo vizio di violazione di legge (Cass. 9 marzo 2009 n. 5624).
Nel merito la censura è fondata.
Questa Corte, infatti, ha affermato condivisibilmente che in tema di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, pur nel regime precedente l'entrata in vigore del D.Lgs. n. 38 del 2000, è indennizzabile l'infortunio occorso al lavoratore "in itinere" ove sia derivato da eventi dannosi, anche imprevedibili ed atipici, indipendenti dalla condotta volontaria dell'assicurato, atteso che il rischio inerente il percorso fatto dal lavoratore per recarsi al lavoro è protetto in quanto ricollegabile, pur in modo indiretto, allo svolgimento dell'attività lavorativa, con il solo limite del rischio elettivo (Cass. 14 febbraio 2008 n. 3776).
La Corte del merito non si è attenuta a tale principio in quanto ha ritenuto che tra prestazione lavorativa ed evento sussisteva esclusivamente coincidenza cronologica e topografica, sicchè nessun nesso eziologico poteva configurarsi tra evento ed esecuzione della prestazione.
La sentenza impugnata va, conseguentemente, questa con rinvio, anche per le spese del giudizio di legittimità alla Corte di Appello di Ancona che si atterrà al principio sopra richiamato.
P.Q.M.
La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia, anche per le spese del giudizio di legittimità,alla Corte di Appello di Ancona

giovedì 26 luglio 2012

Iniziativa Fidas e Asprocarne - CHI DONA, RICEVE !


lpd: SPENDING REVIEW. NO TAGLIO PROMOZIONI UFFICIALI

lpd: SPENDING REVIEW. NO TAGLIO PROMOZIONI CARABINIERI ...

I BEI TEMPI DELLA PRIMA REPUBBLICA...



...quando nel 1976 in Commissione Difesa alla Camera si trattava della legge di principio sulla disciplina militare (poi diventata la legge 382/1978) ma la Commissione Affari Costituzionali, presieduta niente di meno che dall'On. Nilde Iotti, volle fare l'esame congiunto perchè l'argomento era troppo importante e delicato ed i politici sapevano di cosa si parlava.
Oggi che siamo nella seconda (o terza) Repubblica, quella dei tecnici e degli ammiragli al Governo, i politici non sanno cosa votano ed allora meglio non invischiarsi troppo: come ha fatto l'attuale Commissione Affari Costituzionali del Senato, presieduta dal più modesto Sen. Carlo Vizzini, che ha dato parere non ostativo (a loro insaputa?) anche all'emendamento 3.1. del Sen. Ramponi per “dare carta bianca” al governo a ri-formare la rappresentanza militare.
p.s. ironia della storia: Carlo Vizzini è stato eletto per la prima volta in Parlamento nel 1976.



Legislatura 16ª - 1ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 417 del 24/07/2012


(3271) Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale
(Parere alla 4a Commissione su testo ed emendamenti. Esame. Parere non ostativo con osservazioni sul testo; parere in parte contrario, in parte non ostativo con osservazioni e in parte non ostativo sugli emendamenti)

     Il presidente VIZZINI (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), sostituendo provvisoriamente il relatore designato Battaglia, illustra il contenuto del disegno di legge, rimesso alla sede plenaria dalla Sottocommissione per i pareri, e propone di esprimere un parere non ostativo con osservazioni sul testo. Inoltre, propone di esprimere un parere contrario sugli emendamenti 1.2, 1.9 e 4.1 e un parere non ostativo con osservazioni sugli emendamenti 2.11 e 4.19. Sui restanti emendamenti propone di esprimere un parere non ostativo.

            Accertata la presenza del prescritto numero di senatori, la Commissione approva il parere proposto dal Presidente sul testo e sugli emendamenti, pubblicato in allegato.

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno