mercoledì 30 novembre 2011

Basta certificati con la legge di stabilità

di Marco Ciamei

Il 14 novembre è stata pubblicata la legge 183 del 2011, meglio nota come Legge di stabilità per il 2012 (la vecchia “legge finanziaria”). Tante le novità che, certamente, non possono essere elencate in questa sede. Una, però, sicuramente interesserà il cittadino in tutte quelle incombenze quotidiane che lo coinvolgono quando ha da rapportarsi con l’apparato burocratico italiano.

Di cosa si tratta?
L’art. 15 della legge, al primo comma, prevede che a partire dal 1° gennaio 2012 (praticamente tutte le disposizioni della legge di stabilità entrano in vigore a partire dall’inizio del prossimo anno) le certificazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione in ordine a stati, qualità personali e fatti sono valide e utilizzabili solo nei rapporti tra privati: invece, nei rapporti con gli organi della pubblica amministrazione (ad esempio Comune, Provincia, Regione, Ministeri, Scuole, Agenzia delle Entrate, ecc.) e i gestori di pubblici servizi (come le Società che gestiscono i rifiuti, i trasporti, i servizi idrici, ecc.) i certificati e gli atti di notorietà sono sempre sostituiti dalle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e dalle dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà.

Cerchiamo di essere più chiari.

Dunque, sino a poco tempo fa poteva capitare che un ente pubblico chiedesse al cittadino un certificato per chiudere un procedimento amministrativo: ad esempio, il Comune poteva richiedere lo stato di famiglia per riconoscere il diritto dei figli a godere della mensa scolastica.
A partire dal 2000, con il famoso DPR 445/2000 (ricordatevi e se avete tempo studiatevi questo DPR, è fondamentale nei rapporti con le Pubbliche Amministrazioni), tali certificazioni potevano essere sostituite con una c.d. “autocertificazione”, tecnicamente una dichiarazione sostitutiva di certificazione. Senonché, gli enti pubblici – notoriamente lentissimi nel recepire le novità favorevoli al cittadino – hanno continuato per anni a chiedere e, a volte, persino a pretendere le certificazioni.
Al che il cittadino medio si chiedeva che senso avesse che un’amministrazione pubblica chiedesse al cittadino un certificato rilasciato da un’altra amministrazione pubblica: nel 2011, nell’era di internet, un tale incombente burocratico appariva ancora più anacronistico.

Ecco allora la novità
: se era già previsto per legge che i cittadini potessero sostituire le certificazioni relative allo stato, alle qualità personali e ai fatti (ad esempio residenza, cittadinanza, stato di famiglia, iscrizione ad albi, professione, qualità di legale rappresentante, ecc.) con una autocertificazione, a partire dal 1° gennaio 2012 tutte le pubbliche amministrazioni non potranno nemmeno più chiedere i certificati. Anzi, tutti i certificati rilasciati da amministrazioni pubbliche non saranno più validi ed utilizzabili al di fuori dei rapporti tra privati. Gli stessi certificati, infatti, d’ora in poi riporteranno a pena di nullità una espressa dicitura del seguente tenore: “Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi”. Saranno le pubbliche amministrazioni a dover autonomamente acquisire le informazioni oggetto di autocertificazione: non potranno in nessun caso chiederle ai privati cittadini sotto forma di certificati.

Conclusioni.

Dal 1° gennaio 2012, quindi, i certificati varranno solo tra privati, mentre nessuna amministrazione pubblica e nessun esercente un pubblico servizio potrà richiederveli: varranno solo ed esclusivamente le autocertificazioni. Nel caso, poi, qualche funzionario vi chiedesse di produrre un certificato, rinfrescategli rispettosamente la memoria (ricordate l’art. 15 della legge di stabilità 2012 o, più genericamente, il DPR 445 del 2000): in caso di insistenza da parte sua, non tardate a interpellare un superiore gerarchico ed a segnalare la cosa.

http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-basta-certificati-con-la-legge-di-stabilit-3630.htm

lunedì 28 novembre 2011

ORE DI STRAORDINARIO DURANTE CORSO DI ADDESTRAMENTO‏

La Circolare 288000 del 28 settembre 2001 del Comando Generale della GdF, al Cap. I – par. 3, dispone che il compenso per lavoro straordinario non spetta ai frequentatori di corso, a tempo pieno, di qualsiasi durata (la frequenza “a tempo pieno” di corsi presuppone che i militari in essi impiegati non siano, nell’ambito della durata degli stessi, utilizzati in altri servizi d’istituto).

La circolare disciplina tuttavia solo gli aspetti economici, ossia la retribuzione del lavoro straordinario; per quanto riguarda gli aspetti non economici bisogna tener presente che il comma 7 dell’art. 38 del DPR 51/2009 prevede che le eventuali ore di straordinario che non possono essere retribuite, devono essere recuperate mediante riposo compensativo.

Ne deriva che, poiché per disposizione interna dell’Amministrazione le ore in questione non vengono retribuite, le stesse possono comunque essere recuperate come previsto dal suddetto contratto.

mercoledì 23 novembre 2011

Trasporto pubblico locale in Piemonte, su gomma e su ferro. Polizia di Stato - Polizia Penitenziaria,








Art.50 della legge regionale 23 aprile 2007, n.9. Modalità applicative per la libera circolazione


sui servizi di trasporto pubblico locale, di cui all'art.2 della l.r. 1/2000.



1. In deroga al comma 5 dell'articolo 12 della legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422) e salvo quanto previsto dall' articolo 30 della legge regionale 14 maggio 2004, n. 9 (Legge finanziaria per l'anno 2004), gli agenti e funzionari delle Forze dell'Ordine, in attività di servizio, appartenenti ai Corpi di Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale e Polizia locale, quest'ultima limitatamente all'ambito di competenza territoriale, hanno diritto alla libera circolazione sui servizi del trasporto pubblico locale di cui all' articolo 2 della l.r. 1/2000, al fine di garantire le condizioni di sicurezza agli utenti.

2. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale determina le modalità applicative di cui al comma 1.

3. Per compensare i mancati introiti da traffico è riconosciuto a decorrere dall'esercizio finanziario 2007 alle aziende che esercitano i servizi di trasporto pubblico locale di cui al comma 1, salvo quelli già previsti dall' articolo 30 della l.r. 9/2004, un contributo annuale entro il limite di spesa di 500.000,00 euro, iscritto nell'UPB 26031 (Trasporti Trasporto pubblico locale Titolo 1: spese correnti), alla copertura del quale si provvede con le risorse finanziarie dell'UPB 09011 (Bilanci e finanze Bilanci Titolo 1: spese correnti) del bilancio regionale per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009. Le modalità di attuazione del presente comma sono stabilite con appositi protocolli di intesa tra la Regione, le aziende che esercitano i servizi di trasporto pubblico locale e gli enti soggetti di delega ai sensi della l.r. 1/2000.



Bollettino Ufficiale n. 29 del 19 / 07 / 2007


Deliberazione della Giunta Regionale 5 luglio 2007, n. 56-6346


Art. 50 della legge regionale 23 aprile 2007, n. 9. Modalita’ applicative per la libera circolazione sui servizi di trasporto pubblico locale, di cui all’articolo 2 della l.r. 1/2000.

(omissis)

LA GIUNTA REGIONALE

a voti unanimi...

delibera

Di estendere, per le motivazioni nelle premesse riportate, la libera circolazione sui servizi di trasporto pubblico locale, su gomma e su ferro, ai “Vigili del Fuoco”, in considerazione della specifica attività svolta da tale Corpo nell’ambito del territorio piemontese e della pecularietà dello stesso.

Di determinare le seguenti modalità applicative per la libera circolazione degli agenti e funzionari delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco e della Polizia locale, quest’ultima limitatamente all’ambito di competenza territoriale, sui servizi di trasporto pubblico locale, di cui all’articolo 2 della l.r. 1/2000:

1) E’ concessa la libera circolazione sui servizi di trasporto regionale e locale, su gomma e su ferro, agli appartenenti ai Corpi di Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Vigili del Fuoco e Polizia locale, quest’ultima limitatamente all’ambito di competenza territoriale, che viaggino in divisa e non, purché domiciliati o residenti in Piemonte.

2) Agli appartenenti ai Corpi di Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Vigili del Fuoco e Polizia locale, quest’ultima limitatamente all’ambito di competenza territoriale, che non viaggino in divisa, è concessa la libera circolazione sui servizi di trasporto regionale e locale su gomma, previa esibizione del tesserino del corpo di appartenenza al conducente o se impossibilitati al controllore.

3) Agli appartenenti ai Corpi di Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Vigili del Fuoco e Polizia locale, quest’ultima limitatamente all’ambito di competenza territoriale, che non viaggino in divisa, è concessa la libera circolazione sui servizi di trasporto regionale e locale su ferro, previa esibizione del tesserino del corpo di appartenenza al controllore.

4) Per quanto concerne la libera circolazione sul servizio di trasporto a mezzo della linea metropolitana della “Città di Torino”, in fase di prima applicazione della norma ed in attesa di acquisire, dai comandi delle Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco (riferimento base provinciale di Torino) e della Polizia Municipale di Torino e di Collegno, dati conoscitivi in merito al numero degli utilizzatori di tale vettore, si incarica il Settore Trasporto Pubblico Locale della Direzione regionale ai Trasporti, di determinare una proposta articolata per l’assegnazione tra i soggetti succitati di un numero massimo di n. 12.000 carte elettroniche abilitanti il servizio di trasporto sulla linea di metropolitana della “Città di Torino”.

I costi relativi al rilascio delle carte succitate, trovano copertura nell’ambito delle risorse di cui all’art. 50 della l.r. n. 9/2007.

5) Il settore Trasporto Pubblico Locale della Direzione regionale ai Trasporti, al fine di acquisire i dati conoscitivi in merito al numero annuo dei soggetti utilizzatori dei mezzi pubblici regionali e locali, su gomma e su ferro, appartenenti ai Corpi di Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Vigili del Fuoco e Polizia locale, è incaricato di predisporre un apposito questionario per il censimento di tale utenza.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)





Maxi evasione fiscale, 14 arresti Un buco da 100 milioni di euro


"Gonfiavano" il valore di palazzi e ville per intascare i mutui:
in manette dirigenti e manager, tra cui il direttore provinciale dell'Agenzia delle Entrate e il commercialista del crac Aiazzone

Trecento finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Torino hanno partecipato, questa mattina, alla mega operazione che ha permesso di smantellare un'associazione a delinquere dedita, attraverso artificiose compravendite immobiliari, alla commissione di gravi reati tributari e fallimentari. 54 le società coinvolte in Piemonte, Liguria, Lombardia, Lazio e Campania.

Dopo un anno di indagini il bilancio è di 14 arresti, di cui 13 in carcere, 19 indagati e 170 perquisizioni. A capo dell'associazione a delinquere scoperta, c'erano due imprenditori del settore immobiliare. Tra gli arrestati anche tre commercialisti, di cui uno già coinvolto nel crack Aiazzone, che avevano un ruolo ben definito nell'ambito del sodalizio criminoso: avrebbero fornito gli strumenti giuridici relativi alle operazioni commerciali, ideando e attuando delle architetture finanziarie, contabili, contrattuali e societarie.

Da intercettazioni ambientali e telefoniche sono emersi poi episodi di corruzione che hanno portato in carcere anche un imprenditore piemontese e il direttore della direzione provinciale dell'Agenzia delle Entrate di Torino 1, Ernesto Giacomo Maggiore, che risponde però di un caso isolato, che non fa parte dell'indagine principale.

«La frode si è realizzata attraverso un giro vorticoso di immobili, anche di pregio e alcuni noti nel centro città – ha spiegato il Generale Giuseppe Gerli, Comandante Provinciale del Corpo - e attraverso l'iniezione di più di 100 milioni di fatture false che hanno comportato l'indebito ottenimento di finanziamento da parte degli istituti di credito, evasione di redditi per più di 27 milioni di euro ed evasione dell'Iva per 15 milioni».http://www.blogger.com/img/blank.gif

«In particolare, è stato sequestrato il palazzo sede del Liceo Francese, a Torino, in Corso Casale, - ha aggiunto il Generale Gerli - che ha un valore immobiliare pari a 10 milioni di euro. Sequestrati anche oggetti di antiquariato e di arredo all'interno dell'abitazione di una delle persone arrestate».

Le compravendite immobiliari con prezzi gonfiati si riferiscono a costruzioni di pregio, residenze di lusso e palazzi di interesse storico, tra le quali spiccano, oltre al Liceo Francese, le Ville Roddolo, complesso in stile liberty, risalente all’inizio del secolo scorso, oggi casa di cura situata nelle colline di Moncalieri, il Palazzo UTET, sede della casa editrice di Corso Raffaello, la sede storica della Fiat, in Corso Dante, e un immobile nei pressi di Porta Palazzo.

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/431222/

martedì 22 novembre 2011

MISSIONI: GIRO DI VITE SUI RIMBORSI‏


LEGGE 12 novembre 2011, n. 183
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilita' 2012).
Art. 4 Riduzioni delle spese non rimodulabili dei Ministeri
COMMA 98. Il personale appartenente alle amministrazioni statali  di  cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30  marzo  2001,  n. 165,  e  successive  modificazioni,  in  occasione   delle   missioni all'interno del territorio nazionale fuori della  sede  ordinaria  di impiego per motivi di servizio, e' tenuto a fruire, per  il  vitto  e l'alloggio,  delle  apposite  strutture  delle   amministrazioni   di appartenenza, ove esistenti e disponibili. 
 
IN VIGORE DAL 1 GENNAIO 2012

venerdì 11 novembre 2011

Giocattoli e farmaci contraffatti, maxi sequestro della GDF aTorino


In un magazzino poco lontano da piazza della Repubblica, oltre 100mila giocattoli, farmaci e vestiti con marchi contraffatti

Giocattoli e farmaci contraffatti maxi sequestro a Porta Palazzo
Oltre 100mila giocattoli sequestrati a Porta Palazzo. L’opehttp://www.blogger.com/img/blank.gifrazione porta la firma della Guardia di Finanza. Si tratta del più grosso quantitativo mai trovato a Torino.

I falsi sequestrati a Porta Palazzo

In un magazzino di via Priocca 6, poco lontano da piazza della Repubblica, le Fiamme Gialle si sono imbattute in centinaia di scatoloni con dentro oggetti contraffatti. Vestiti, medicinali, ma soprattutto giocattoli: dai personaggi dei cartoni animati a “Hello Kitty”, fino agli ultimi beniamini dei più piccoli. Tutti privi di certificato Cee, tutti potenzialmente pericolosi.

http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/11/10/news/giocattoli_e_farmaci_contraffatti_maxi_sequestro_a_porta_palazzo-24806069/

domenica 6 novembre 2011

I TRENT'ANNI DALLA SMILITARIZZAZIONE DELLA POLIZIA


POLIZIA LA FORZA DEL CAMBIAMENTO

Qualche giorno fa, un interessante convegno promosso dalla Università popolare di Roma, dalla Fondazione «Bruno Buozzi» e dalla Associazione «Emilio Alessandrini», ha celebrato i trenta anni dalla approvazione della legge 121/81 con la quale veniva profondamente riformata la polizia e il modo di organizzare la sicurezza. 
Ne parlo con Ennio Di Francesco, già ufficiale dei carabinieri e funzionario di Pubblica sicurezza, uno dei protagonisti di quella vicenda. 
Come si è arrivati alla legge 121/81? «La legge - dice Ennio - è stata la conclusione di un lungo percorso di lotte dure e sofferte iniziate a cavallo dei tremendi anni '60-'70, quando pochi "poliziotti carbonari" iniziarono a riunirsi in varie città d'Italia, spontaneamente e segretamente, per chiedere una polizia più professionale, inserita tra la gente, più moderna e democratica. Possono sembrare concetti scontati oggi, ma occorre andare con la mente e col cuore a quegli anni tremendi, scanditi da scontri di piazza, odio e violenza, attentati, uccisioni, stragi». 
Quali sono stati - domando - i contenuti più innovativi della legge? «Le principali conquiste - mi dice - sono state culturali: essere riusciti a cambiare l'idea, prevalente, di allora per cui i "tutori dell' ordine" erano dall'altra parte, separati dalla gente e utilizzati sovente come forza bruta per risolvere conflitti sociali che la politica non aveva voluto affrontare. E' stato un graduale, tenace percorso di coinvolgimento dell'opinione pubblica e della forze politiche, sociali e sindacali. Tra gli aspetti innovativi ci sono l'avere reso obbligatorio in tutte le Scuole di polizia l'insegnamento della Costituzione; l'avere affermato il carattere civile, e non militare, della Polizia di Stato; l'aver creato per la prima volta un ufficio di coordinamento di tutte le Forze di polizia (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia carceraria, Forestale); la rappresentanza dei diritti dei poliziotti attraverso loro associazioni e sindacati; l'aver creato migliori condizioni di professione, vita e dignità; l'aver sancito la parità di ruolo e funzioni tra donne e uomini; l'aver migliorato la formazione e istituita la Scuola di perfezionamento comune tra dirigenti delle Forze di polizia; l'aver sviluppato le professionalità scientifiche». 
Come avete lavorato per ottenere questi cambiamenti? domando. «In ciascuno dei "poliziotti carbonari" - dice Di Francesco - si era accesa dentro, per esperienze o sentimenti personali, la scintilla (parafrasando Gaber) di partecipazione come libertà verso il bene pubblico. Eravamo pochi, ma determinati. Cominciammo a costituire una rete clandestina, a riunirci braccati quasi dai nostri colleghi dell'ufficio politico o dai carabinieri. Ci incontrammo di nascosto con i primi sindacalisti e politici più sensibili, con magistrati e giuristi. Andammo dove possibile nelle fabbriche e nelle scuole, spesso tra operai e studenti prevenuti, a parlare del nostro sogno. Avevamo costituito, forse senza rendercene pienamente conto, una magari piccolissima rete di "vigilanza democratica". Mi commuovo ancora oggi a pensare ai tanti "poliziotti carbonari" che in quegli anni vennero puniti, arrestati, cacciati via dall'Amministrazione». 
Quale era la speranza che vi muoveva? chiedo. «Quella di contribuire umilmente alla costruzione di un convivere sociale più sicuro, più partecipato e solidale, senza l'odio e gli orrori di quegli anni. Per le nuove generazioni». 
Quali sono stati gli ostacoli più gravi? «Gli inevitabili nemici di qualsiasi innovazione che, magari in buona fede, ci vedevano come "sovversivi" o comunisti. E, più spietatamente, con calcolo, coloro che con la riforma avrebbero perso non pochi poteri e privilegi». 
Dopo trent'anni come giudichi l'efficacia della legge? «Essa ha indubbiamente cambiato il nostro "sistema sicurezza." Ha fatto si che la nostra polizia avesse uno scatto in avanti, lungimirante per quei tempi, diventando una delle più preparate e professionali al mondo».


Agnese Moro - La Stampa

«Fiorai senza scontrino e la Finanza non interviene»


Lettere alla rubrica "Specchio dei tempi" del quotidiano "La Stampa" del 04-11-2011
Una lettrice scrive:

«Mattina del 30 ottobre, ingresso laterale di Cimitero Parco. I banchi dei fiorai presi d'assalto da una varia umanità, costi alle stelle, fiori dalla dubbia durata, più dubbia del solito.

«L'unica certezza è che nessun scontrino viene rilasciato a nessuno.

«Ho visto pagare non meno di 20 euro, la media era ben più alta, da decine di persone prese nella morsa della catena di montaggio.

«Questa evasione totale la paghiamo tutti.

«I Vigili Urbani se ne disinteressano. La Guardia di Finanza mi ha detto che devo fare un "esposto scritto". Anche ammesso che la prepari ora e che riesca a portarla a mano, e che me l'accettino (presumo si debba fare come raccomandata a/r), i banchi non ci saranno più, o non muoveranno più tutto questo denaro.

«Il 117 ho smesso di chiamarlo; ci ho provato anche altre volte, ottenendo sempre la stessa risposta: "Faccia un esposto scritto". Forse potrebbe essere sostituito da un messaggio registrato.

«La crisi c'impone la tolleranza-zero verso questi comportamenti. Sempre inaccettabili, ma ora più che mai. Come fare però per ottenere attenzione e per richiedere interventi?»

LAURA BIASON



http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=195&ID_articolo=1474&ID_sezione=395

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno