lunedì 15 marzo 2010

EQUITALIA HA METODI DA USURA 'SOFFOCA MIGLIAIA DI IMPRESE'


Bresso: 'Cinquantamila famiglie con rischiano il lastrico, sosterrò una class action'. La denuncia del consigliere comunale Udc, Goffi che come avvocato da anni si batte contro la 'spregiudicatezza' con la quale società pubblica riscuote debiti erariali. Ipoteche emesse a fronte di debiti da esigere per centinaia di milioni di euro in gran parte di artigiani, commercianti, piccoli imprenditori che rischiano il fallimento

di Marco Trabucco

L´incubo che grava su Torino ha i numeri di una catastrofe finanziaria: sono cinquantamila le case ipotecate solo in città e in provincia da Equitalia la società dell´Agenzia delle entrate che si occupa della riscossione dei debiti erariali e cioè di chi non ha pagato o ha pagato solo in parte Inps, Inail, Iva, sanzioni amministrative e così via. Ipoteche emesse a fronte di debiti da esigere per centinaia di milioni di euro in gran parte di artigiani, commercianti, piccoli imprenditori (ma anche di semplici famiglie) che rischiano in questo modo di essere messi sul lastrico.
«Se quelle ipoteche dovessero trasformarsi in sequestri e poi nelle vendita dei beni, nel 2010 sono possibili migliaia di fallimenti di piccole imprese a Torino e provincia, un fatto che rischia di aggravare ancora di più la crisi», denuncia Alberto Goffi, capogruppo dell´Udc in Consiglio comunale (e candidato alle Regionali). Goffi, come avvocato, sta da tempo combattendo una battaglia contro Equitalia per la «spregiudicatezza» con cui a suo parere la società conduce la riscossione dei debiti. E ieri assieme alla presidente Mercedes Bresso ha tenuto una affollatissima conferenza stampa (c´erano decine di persone colpite da ipoteche nel comitato elettorale della presidente uscente) in cui oltre a ripetere la denuncia contro Equitalia ha proposto insieme alla zarina una serie di possibili soluzioni.
«Non è possibile - ha spiegato Goffi - che lo Stato conceda agli evasori totali di poter usufruire dello scudo fiscale, con cui pagando il 5 per cento del dovuto, ci si mette a posto. Mentre, allo stesso tempo, i piccoli imprenditori, le famiglie, i lavoratori non riescono a pagare i debiti perché Equitalia fa scattare sanzioni così pesanti con interessi che alla fine arrivano al 100-120 per cento». Sanzioni che, ha sottolineato Goffi, crescono di mese in mese e portano facilmente al raddoppio del debito: «È un circolo vizioso - dice ancora l´esponente Udc - il paradosso è che se un artigiano o un commerciante è in difficoltà (magari perché proprio lo Stato o un ente pubblico è in ritardo con qualche pagamento) e non riesce a far fronte a una ingiunzione, non solo si trova la casa ipotecata (o vede scattare il fermo amministrativo dell´auto, 70 mila a Torino e provincia), ma Equitalia segnala anche il fatto alle «centrali rischi» delle banche che in questo modo bloccano ogni forma di credito. In più il debito in poco tempo aumenta, anche del 100 per cento. E se il piccolo imprenditore già non ce la faceva a pagare, ad esempio 50 mila euro, figuriamoci se può far fronte al doppio». Insomma un girone infernale, simile a quello dell´usura, «solo che in questo caso è lo Stato ad usare metodi usurari». «È chiaro che noi non invitiamo nessuno ad evadere le tasse ma chiediamo che ci sia invece equilibrio e che per un anno si sospenda la riscossione - spiegano Goffi e Bresso - anche perché i numeri sono quelli di una emergenza: al 30 ottobre 2009 le istanze di dilazione del debito presentate ad Equitalia in provincia di Torino erano oltre 31 mila, contro le oltre 13 mila del 2008, per un importo complessivo di 350 milioni contro i 68 milioni dell´intero anno precedente».
Bresso ha proposto anche una serie di soluzioni per la drammatica vicenda: «Non è accettabile che lo Stato si comporti da usuraio - ha detto - per questo come Regione prima di tutto costituiremo un elenco delle persone coinvolte, per conoscere le dimensioni del problema. Poi sosterremo una class action». Non solo: la presidente della Regione ha annunciato di voler proporre una legge di iniziativa regionale in Parlamento per istituire la "clear" tra enti pubblici, cioè la compensazione dei crediti con i debiti: «Se un imprenditore deve un tot di soldi allo Stato per tasse o altro, ma ha anche crediti nei confronto degli enti pubblici le due cose si potrebbero facilmente compensare sull´esempio di quanto avviene già da tempo tra le banche, ancora prima dell´era informatica». Bresso ha inoltre garantito «norme regionali per cercare un sistema di garanzia sul modello dei fondi per le pmi»


LA REPUBBLICA – ed. Torino (05 marzo 2010)

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