sabato 31 maggio 2008

LA CASERMA DELLA GDF DI AOSTA CROLLATA PER IL MATERIALE SCADENTE

(la caserma della Guardia di Finanza crollata)

Aosta - Per il crollo della caserma della guardia di finanza, avvenuto nel maggio del 2003, con l’accusa di crollo di costruzione colposo, sono comparsi davanti al giudice, Serafino Pallù, 65 anni e Gioacchino Mantione, 75 anni, entrambi di Aosta.
Per il perito nominato dal tribunale, Roberto Rosetti, la variante al progetto della costruzione della caserma della Guardia di Finanza fu costruita in corso d’opera, e non in un secondo tempo.
"Dagli accertamenti eseguiti l’ipotesi per me più accreditata, anche se non lo posso dire con la certezza matematica, è che l’ampliamento sia stato fatto in corso d’opera", ha spiegato il perito Rosetti, questa mattina al giudice monocratico Paolo De Paola, il consulente incaricato di verificare se la variante, che prevedeva un piano in più e un giardino pensile, sia stata costruita in un secondo tempo, oppure il progetto era stato modificato in corso d’opera.
Per il crollo della caserma della guardia di finanza, avvenuto nel maggio del 2003, con l’accusa di crollo di costruzione colposo, sono comparsi davanti al giudice, Serafino Pallù, 65 anni e Gioacchino Mantione, 75 anni, entrambi di Aosta.OL
I consulenti di accusa e difesa concordano sul fatto che il materiale utilizzato per la costruzione della caserma della guardia di finanza, di via Chambéry era scadente. E tutti i periti sono concordi nel dichiarare che se il calcestruzzo fosse stato ottimale, le cose sarebbe andate diversamente.
Il processo è poi stato aggiornato al 16 ottobre per la discussione finale.
di Cristina Porta
da AostaSera.it - 29/05/2008

venerdì 30 maggio 2008

INTERROGAZIONE DELL'ON. VIETTI SUI PREMI ANTI-EVASIONE



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00172 presentata da VIETTI MICHELE GIUSEPPE (UNIONE DI CENTRO) giovedì 22 maggio 2008 nella seduta n.008

Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

l'ex Ministro Padoa Schioppa, pochi giorni prima di lasciare l'incarico, ha firmato il decreto per riconoscere il premio di produzione ai dipendenti del Ministero dell'economia e delle finanze, escludendo ancora una volta la Guardia di Finanza, nonostante il Parlamento avesse sollecitato il Governo ad includerla;

il Cocer, Comitato di rappresentanza della Guardia di Finanza, ha denunciato l'esclusione dei suoi 64 mila addetti dal citato premio di produzione per la lotta all'evasione;

l'ex ministro, pur riconoscendo l'impegno politico assunto dal Governo in Parlamento, tanto da ritenere opportuno interessare il Consiglio di Stato, non ha incluso nel premio gli uomini della Guardia di Finanza -:

quali misure il Governo intenda intraprendere per risolvere una vicenda che non valorizza adeguatamente il lavoro svolto dal corpo della Guardia di Finanza, i cui uomini sono quotidianamente impegnati nella lotta all'evasione ed al contrasto del traffico di stupefacenti, in modo non meno decisivo degli altri apparati dello Stato.(4-00172)

giovedì 29 maggio 2008

DUE PETIZIONI DA SOTTOSCRIVERE DI RILIEVO PER MILITARI



Il 27 maggio 2008, il Presidente della Camera dei Deputati ha annunciato all'Assemblea la presentazione di tutte petizioni, tra le quali due di notevole importanza per tutti i militari e le forze di polizia ad ordinamento militare.La prima è intesa ad ottenere, attraverso la modifica della legge 382/78, che anche ai militari venga concesso, al pari di tutti i cittadini italiani, la possibilità di dotarsi di proprie strutture sindacali o di categoria.La seconda, invece, attraverso la modifica della legge 212/1983, intende ottenere la trasparenza e l'equità delle procedure di valutazione per la promozione al grado superiore, le quali, attualmente, sono caratterizzate da "assoluta mancanza di regole certe e prive di ogni pubblicità degli atti". In particolare questa petizione vuole ottenere l'effetto di eliminare, una volta per tutte, l'assoluta discrezionalità dei membri delle Commissioni di Avanzamento nel valutare ogni aspetto inerente il profilo del valutando. Un'attenta lettura della petizione, svelerà i meccanismi attraverso il quale ogni singolo membro della Commissione, godendo di una amplissima discrezionalità, può assegnare, a "parità di condizioni", un punteggio differente per ciascun valutando.Nota bene: la sottoscrizione di petizioni, così come stabilito dallo Stato Maggiore della Difesa con una nota del 6 febbraio u.s.,"....Costituisce sostanzialmente una pubblica manifestazione di pensiero su un argomento non di carattere riservato d’interesse militare o di servizio che, pertanto, può essere effettuata liberamente,…..”.Le due petizioni sono state accorpate con un solo numero, il 17, e pertanto, sottoscrivendo il modulo allegato a questo articolo, darete il vostro parere favorevole ad entrambe.La sottoscrizione può essere inviata in due modi:- via fax, al numero 0 6 6 7 9 0 3 5 3 della Commisione Difesa- via posta al seguente indirizzo: Camera dei Deputati - IV^ Commissione permanente (Difesa) 00186 - ROMA
Allegati:
Petizione modifica 382/78
Petizione modifica 212/83
MODULO DI SOTTOSCRIZIONE
Nota dello Stato maggiore della Difesa

SE VUOI OTTENERE IL CAMBIAMENTO, SOTTOSCRIVILE!

martedì 27 maggio 2008

DISEGNO DI LEGGE DEI RADICALI PER LA SMILITARIZZAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA.


Per quel che mi riguarda sarà mia cura scrivere personalmente ai Parlamentari firmatari di tale disegno di legge per fargli capire quanto la loro proposta di Legge, già presentata nell'anno 1979 da parlamentari del Partito Radicale, necessiti dopo quasi trent'anni, quanto meno, di un aggiornamento ai tempi moderni.

Se non erro gli appuntati Ufficiali di Polizia Giudiziaria non esistono dal 1996 (credo!!).
Potete scrivere le vostre opinioni ai parlamentari firmatari del succitato diesgno di legge.

I loro indirizzi di posta elettornica istituzionale sono i seguenti:


turco_mrz@camera.it


bernardini_r@camera.it


mecacci_m@camera.it

Un saluto,

Ex Alto Fulgor

XVI LEGISLATURA XVI : CAMERA DEI DEPUTATI DDL 270
PROPOSTA DI LEGGE d'iniziativa dei deputati :

ZAMPARUTTI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI


Istituzione e ordinamento del Corpo della polizia tributaria ( 270 )

Presentata il 29 aprile 2008

mercoledì 21 maggio 2008

DETASSAZIONE DEGLI STRAORDINARI: PERCHE’ SONO CONTRARIO

Il Governo si appresta a varare il provvedimento di detassazione degli straordinari; non è dato ancora sapere se lo sgravio interesserà anche i lavoratori del pubblico impiego.
Molti rappresentanti sindacali dei dipendenti pubblici, tra cui i sindacati di polizia, nonché alcune rappresentanze militari, in primis Carabinieri ed Esercito, hanno denunciato come uno scandalo l’esclusione dei loro rappresentati dall’agevolazione.
Ma la detassazione dello straordinario è compatibile con le finalità del lavoro pubblico ed in particolare del comparto difesa-sicurezza?
Per rispondere al quesito si deve innanzitutto chiarire quali sono le finalità dichiarate del provvedimento e quali sono gli effetti di politica fiscale.
Gli attuali esponenti del Governo hanno dichiarato, fin dalla campagna elettorale, che la detassazione dello straordinario, ed in generale degli elementi retributivi legati agli incentivi, ha lo scopo di favorire il decentramento della contrattazione salariale in modo che vi sia un più stretto legame fra salario e produttività: in sostanza più si lavora, meno tasse si pagano!
Lo scopo è stato ribadito ancora il 20 maggio in conferenza stampa dai tre Ministri competenti (Welfare, Economia e Funzione Pubblica).
Non è qui il caso di analizzare se lo strumento fiscale possa innescare un meccanismo virtuoso per la produttività dell’impresa italiana o se, come altri sostengono, possa solo facilitare l’elusione; è però chiaro che il mezzo sia studiato e rivolto solo all’impresa privata e che solo ragioni di opportunità politica potrebbero estenderlo alla pubblica amministrazione.
Nell’impresa privata il lavoro straordinario è utilizzato soprattutto perché si tratta di uno strumento agile e flessibile che può far fronte prontamente alle necessità della produzione (intesa come soddisfazione dei fabbisogni sia esterni che interni all’azienda).
L’utilizzo dello straordinario in azienda è però fatto a ragion veduta, grazie al conflitto d’interessi tra imprenditore e lavoratori (e loro rappresentanze): il primo lo richiede solo se necessario, il secondo lo svolge solo se retribuito.
La medesima circostanza non si può certo dire del pubblico impiego, ed ancor meno del comparto difesa-sicurezza, come evidenzierò in seguito.
Una maggiore remunerazione dello straordinario, senza incidere sui costi dell’azienda ma a discapito della fiscalità generale, potrebbe facilitare lo spostamento dell’asse contrattuale dall’attuale componente fissa a quella accessoria, legata appunto alla produttività.
E’ ripetibile lo stesso meccanismo nella pubblica amministrazione? No, perché nel pubblico impiego maggiori ore lavorate non significano maggiore produzione, tutt’altro…
In primo luogo l’efficienza nella produzione di servizi pubblici è nella generalità dei casi inversamente proporzionale alle ore prestate: il bravo impiegato pubblico è quello che sbriga la pratica nel minor tempo possibile, non con maggiori ore di lavoro.
In secondo luogo perché nelle amministrazioni statali non esiste quel conflitto d’interessi tipico del privato in quanto il dirigente pubblico naturalmente non impiega capitale proprio di rischio come l’imprenditore, né risponde dell’inefficienza della propria struttura, come accade invece ad un manager al proprio azionariato.
Non vi è quindi alcun interesse pubblico nell’incentivare lo straordinario del dipendente statale.
Alcuni eccepiscono la particolarità delle Forze di Polizia; una detassazione del loro straordinario comporterebbe una aumento della prestazione e quindi della sicurezza dei cittadini.
Ma lo status giuridico degli addetti alla sicurezza, ed in particolar modo dei militari come quelli della Guardia di Finanza privi di diritti sindacali, non consente molti margini di scelta al singolo qualora si rendano necessarie maggiori ore di servizio da prestare (se le esigenze di servizio impongono di lavorare oltre le canoniche 36 ore settimanali lo devi fare, con o senza detassazione).
Inoltre attualmente molte delle ore di straordinario prestate non sono remunerate ma devono essere recuperate, data la normale insufficienza del monte ore retribuibile (infatti lo sforamento è circostanza che dovrebbe avvenire, in teoria, solo per fattive esigenze).
Quindi quale effetto utile avrebbe sulla “produzione di sicurezza” una detassazione dello straordinario se:
- non posso decidere liberamente se farlo?
- non so se mi verrà retribuito?
(Però paradossalmente non si hanno i fondi per remunerare ore già prestate da parecchi anni: vi è in questi mesi il rischio di una restituzione delle somme corrisposte anni fa ad alcuni Finanzieri piemontesi, a seguito di sentenza del TAR, per delle ore di straordinario non recuperate.)
Ne consegue che il fine per gli statali sarebbe solamente quello di una "supposta" equa redistribuzione del reddito tramite la politica fiscale; infatti le rappresentanze del comparto (sindacati o Cocer) ne sono consapevoli e non hanno mai fatto riferimento agli effetti sull’efficienza produttiva, scopo invece esplicitamente perseguito dal Governo.
Al di là del fatto che se si volesse agire sui salari del ceto medio-basso, tra cui i militari, sarebbe più logico modificare la fiscalità generale con ad esempio una semplice variazione delle aliquote oppure un aumento delle detrazioni; la detassazione dello straordinario comunque non favorirebbe nemmeno l’equità fiscale.
E’ statisticamente dimostrato che un largo utilizzo del lavoro straordinario è appannaggio di una ristretta categoria di lavoratori con determinate caratteristiche (anzianità di servizio, posizione medio alta nell’organizzazione, uomini e/o single) che consentono un’ampia libertà di scelta del tempo lavorativo.
Per quanto riguarda poi le organizzazioni militari la categoria si restringe maggiormente poiché, caso unico nel panorama lavorativo, la dirigenza usufruisce della retribuzione del lavoro straordinario per giunta in auto-certificazione e con una gestione senza alcun contradditorio con la controparte sindacale (si veda a tal proposito l’affermazione di qualche anno fa dell’On. Ramponi in Commissione Difesa alla Camera per il quale lo straordinario è strumento di comando in quanto premio per i più meritevoli e quindi da sottrarre alle competenze della rappresentanza militare).
La detassazione pertanto non sarebbe strumento di equità fiscale ma di ulteriori divari tra coloro (molti) che prestano marginalmente lavoro straordinario, magari in gran parte non retribuito, e chi (pochi) che se ne avvalgono senza controllo esterno.
Infine si consideri che l’applicazione di una aliquota fissa al 10% è una eccezione al principio costituzionale della progressività del sistema fiscale (art. 53 Cost.) che, per le imposte personali come l’IRPEF, dovrebbe essere sempre perseguito a meno che altre finalità costituzionalmente garantite (ad esempio la tutela del risparmio) non ne consentano una parziale disapplicazione; peraltro il reddito limite di 35.000 euro può in parte ristabilire una certa progressività dell’imposta.
Nel caso dei dipendenti pubblici si verrebbe invece a creare un doppio vulnus costituzionale, sia alla progressività dell’imposta che al buon andamento della pubblica amministrazione: ne vale la pena?

giovedì 15 maggio 2008

CORSI DI FORMAZIONE CO-FINANZIATI DALLA PROVINCIA DI TORINO


Catalogo dei corsi - anno formativo 2008

Con D.D. n. 64-22358 del 26/03/2008 è stato approvato il Catalogo Provinciale dell'Offerta Formativa per le attività di Formazione Continua a domanda Individuale, rivolto ai lavoratori occupati presso imprese o enti localizzati in Piemonte e ai lavoratori domiciliati nel territorio regionale.
vai al catalogo

Corsi finanziati all'80% dalla Provincia di Torino
La Provincia di Torino mette, infatti, a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori € 3.994.344,74, derivanti da risorse regionali, nazionali e del fondo sociale europeo, da assegnare agli interessati attraverso un contributo sotto forma di voucher di partecipazione pari all'80 % del costo del corso richiesto, fino ad un massimo di € 1.000,00 pro capite.Il restante 20 % del costo è a carico del lavoratore.

Soggetti beneficiari e modalità di erogazione dei voucher

Possono essere beneficiari del voucher i lavoratori occupati presso imprese o enti localizzati in Piemonte e i lavoratori domiciliati nel territorio regionale. Nella definizione generale di lavoratori sono compresi, oltre ai dipendenti a tempo indeterminato, gli apprendisti, i lavoratori inquadrati con contratto di lavoro a tempo parziale, a tempo determinato, di collaborazione coordinata e continuativa nonché inseriti nelle tipologie contrattuali a orario ridotto, modulato o flessibile e a progetto, così come previsto dal D.lgs. 10/09/2003 n. 276, i lavoratori in cassa integrazione.

La partecipazione alle azioni di cui al presente catalogo, configurandosi come autonoma iniziativa del lavoratore, non solleva l'impresa o l'amministrazione pubblica titolari del rapporto di lavoro dall'assolvimento degli obblighi di legge e/o contrattuali relativi alla formazione dei propri dipendenti.

I lavoratori, una volta scelto il corso, dovranno recarsi presso l'Agenzia Formativa ove questo viene svolto, procedere all'iscrizione e presentare domanda di voucher sull'apposito modulo informatizzato predisposto dagli uffici provinciali, allegando una marca da bollo, la fotocopia del codice fiscale e di un documento di identità (nel caso di documento scaduto farà fede la dichiarazione, scritta sulla fotocopia stessa, firmata dal titolare e datata, attestante che i dati riportati sul documento sono invariati).

Per poter accedere al voucher è necessario che il lavoratore sottoscriva la domanda di assegnazione di voucher, generata dall'apposita procedura informatica disponibile presso le Agenzie Formative inserite nel Catalogo, avendo cura che tutti i campi siano compilati correttamente e che le informazioni in essa contenute corrispondano al vero, pena le sanzioni previste dalla legge in caso di dichiarazioni mendaci. Affinché la richiesta di voucher possa essere considerata ammissibile, il lavoratore deve possedere i requisiti previsti alla data della compilazione della domanda.

Ogni domanda potrà riguardare un solo corso presente nel Catalogo Provinciale; quindi, chi volesse frequentare due o più corsi, anche presso Agenzie Formative diverse, dovrà compilare una domanda di assegnazione voucher per ogni corso prescelto. Dopo aver ottenuto il voucher, il lavoratore dovrà perfezionare la sua iscrizione versando all'Agenzia Formativa la quota a suo carico del costo del corso, prima della partenza del corso stesso, pena la revoca del voucher.

La spesa a carico del partecipante che ha frequentato i 2/3 delle ore di lezione programmate non dovrà superare il 20% del costo complessivo del corso, fatto salvo il caso in cui si raggiungano Euro 1.000,00 di finanziamento pubblico. Il partecipante che si ritira prima che il corso abbia inizio ha diritto al rimborso da parte dell'Agenzia dell'intera quota da lui versata, previa comunicazione scritta (anche via fax).

Nel caso in cui la Provincia, previo accertamento di gravi irregolarità, disponga la sospensione o l'annullamento del corso, l'Agenzia Formativa dovrà restituire al lavoratore l'intera quota da lui versata. La stessa cosa avverrà qualora il corso non dovesse aver luogo per motivi dipendenti dall'Agenzia stessa. In caso di frequenza inferiore ai 2/3 delle ore del corso (o delle eventuali maggiori frazioni previste da specifiche normative di settore), la Provincia di Torino non si farà carico del pagamento della quota di costo pubblico.

Soggetti esclusi
Non sono inclusi tra i beneficiari le seguenti tipologie:
· titolari di borse lavoro;
· lavoratori in mobilità;
· Lavoratori Socialmente Utili;
· stagisti e tirocinanti;
· liberi professionisti e lavoratori autonomi;
· soci di capitale, compresi i soci non lavoratori delle imprese cooperative;
· lavoratori occasionali di cui al D.lgs.10-9-2003 n°276;
· studenti;
· casalinghe;
· pensionati.

Dove presentare la domanda

Le domande di assegnazione voucher possono essere presentate sino al 30/06/2009 (salve eventuali proroghe) e comunque non oltre il termine della disponibilità di risorse finanziarie da parte della Provincia di Torino. I corsi sono svolti prevalentemente in orario pre-serale e serale, presso le sedi delle Agenzie Formative indicate nel Catalogo. Le domande ammissibili sono finanziate secondo l'ordine cronologico di ricevimento da parte del Servizio Formazione Professionale, fino alla concorrenza dei posti disponibili per ogni corso e sino ad esaurimento delle risorse finanziarie.


(N.B. I CORSI SI SVOLGONO PRESSO CENTRI DI FORMAZIONE IN TORINO ED IN PROVINCIA)

lunedì 12 maggio 2008

LA LICENZA DEL 2007 SI USA FINO AL 31 DICEMBRE 2008 ANCHE PER MOTIVI PERSONALI




La Circolare sulle assenze dal servizio n. 120000 del 10 luglio 2006 del Comando Generale prevedeva la possibilità di fruire della licenza ordinaria non goduta nell’anno in corso a causa di esigenze di servizio, entro il 31 dicembre dell’anno successivo, ovvero per motivate esigenze di carattere personale, entro il 30 giugno dell’anno successivo.

La circolare interna sostanzialmente ricalcava quanto allora previsto nell’art. 55 del vecchio contratto delle Forze di Polizia - quadriennio normativo 2002-2005 – emanato a suo tempo col DPR n. 164/2002.

Sennonché con DPR 11 Settembre 2007 , n. 170 (in GU n. 243 del 18-10-2007 - Suppl. Ordinario n.209) è stato recepito il nuovo contratto delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare, compresa la Guardia di Finanza - quadriennio normativo 2006-2009 -; il contratto è entrato in vigore da circa sei mesi, dal 3 novembre 2007, ai sensi dell’art. 38 del DPR stesso.

Il nuovo contratto tra l’altro modifica anche le precedente normativa sul rinvio della licenza ordinaria; infatti all’art. 29 prevede che “Compatibilmente con le esigenze di servizio, in caso di motivate esigenze di carattere personale, il dipendente deve fruire della licenza residua entro l'anno successivo a quello di spettanza.”

Sostanzialmente la licenza ordinaria del 2007, qualora non fosse stata completamente usufruita lo scorso anno e ne fosse stato invece chiesto il rinvio al 2008 per motivate esigenze personali, potrà essere fruita ben oltre il 30 giugno, come recita ancora la circolare del Corpo, cioè entro il 31 dicembre 2008.

Per inciso competente ad autorizzare il rinvio all’anno successivo era il Comandante preposto alla concessione della licenza (primo ufficiale della linea gerarchica comandante di reparto o ispettore comandante di Tenenza, Sezione Operativa Navale, Brigata, Squadriglia navale, Sezione aerea, per il personale I.S.A.F.).

Ma la circolare 120000 non è stata ancora adeguata alla nuova normativa! E’ possibile quindi che per fruire della vecchia licenza del 2007 venga ancora posto il limite del 30 giugno, prossimo a scadere?

No, semplicemente per il noto principio della gerarchia delle fonti per il quale i Decreti del Presidente della Repubblica (come il DPR 170/2007) sono fonte superiore alle circolari delle Pubbliche Amministrazioni (come la Circ. 120000 del Comando Generale).

Quindi, per fruire della licenza del 2007 anche nel secondo semestre del 2008 non serve attendere l’emanazione di una nuova circolare sulle assenze del personale, anche se sicuramente sarebbe cosa opportuna ed utile.
Appare superfluo sottolineare che anche il DPR 170 del 2007, come tutte le norme statali, si conclude all’articolo con la rituale frase di chiusura:”Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica Italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.”

venerdì 9 maggio 2008

GDF: IL GENERALE CAPRINO IN VISITA ISTITUZIONALE SOTTO LA MOLE



Torino, 5 mag. - (Adnkronos) - Prima visita istituzionale a Torino, da oggi a mercoledi', per il Generale di Corpo d'Armata Daniele Caprino, Comandante Interregionale dell'Italia Nord Occidentale della Guardia di Finanza, dal quale dipendono tutti i reparti delle Fiamme Gialle del Piemonte, della Lombardia, della Liguria e della Valle d'Aosta
Dopo la visita alla caserma 'Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta', sede del Comando Regionale Piemonte della GdF, l'alto ufficiale, accompagnato dal Comandante Regionale, Generale di Divisione Giuseppe Mango, ha incontrato alcune delle massime autorita' locali, tra cui il Sindaco Chiamparino, il Presidente della Corte d'Appello Novita', il Procuratore Generale Caselli, il Presidente del Tribunale Barbuto, il Procuratore della Repubblica Maddalena.
Domani il generale Caprino continuera' le visite istituzionali, incontrando la Presidente Bresso, il Cardinale Poletto, il Prefetto Padoin, il Presidente del T.A.R. Bianchi, l'Avvocato Distrettuale dello Stato Carotenuto, il Presidente Saitta. Presso la Corte dei conti piemontese e', infine, atteso dal Presidente della Sezione Giurisdizionale D'Aversa e dal Procuratore regionale Bogetti.

TORINO - 05/05/2008 ore 21:59

IN VISITA A TORINO IL COMANDANTE DELLA GUARDIA DI FINANZA DEL NORD-OVEST

E’ arrivato oggi a Torino il Generale di Corpo d’Armata Daniele Caprino, Comandante della Guardia di Finanza dell’Italia nord occidentale. Da lui dipendono i reparti delle Fiamme Gialle di Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta. Oggi ha salutato il personale della Guardia di Finanza e ha incontrato alcune delle massime autorità cittadine. Domani, martedì 6, incontrerà la Presidente della Regione Mercedes Bresso, il Cardinale Poletto, il Prefetto Padoin, il Presidente del Tar Bianchi, l’Avvocato distrettuale dello Stato Carotenuto, il Presidente della Provincia Saitta, il Presidente della sezione giurisdizionale presso la Corte dei Conti, D’Aversa, e il Procuratore regionale Bogetti. Mercoledì 7, prima di rientrare a Milano, il Generale Caprino visiterà la Compagnia di Ivrea. L’alto ufficiale ha già conferito ulteriore impulso alle attività operative, soprattutto nella lotta all’evasione fiscale e all’illegalità nel settore economico-finanziario, oltre che al processo interno di modernizzazione e potenziamento delle strutture del Corpo.

domenica 4 maggio 2008

SURGELATI RINGIOVANITI




SURGELATI RINGIOVANITI
A Torino la Guardia di finanza ha sequestrato 18 tonnellate di surgelati scaduti destinati a supermercati e ristoranti. I dipendenti della SALPI di Collegno, azienda leader con milioni di fatturato, sorpresi mentre etichettavano confezioni scadute (anche da 10 anni), si sono giustificati dicendo che se non lo facevamo venivano licenziati.
[Agenzia grt via Corriere della Sera]



TORINO, PRODOTTI SURGELATI SCADUTI, RIMESSI IN COMMERCIO
A Torino la Guardia di finanza ha sequestrato circa diciotto tonnellate di generi alimentari surgelati scaduti. I prodotti - soprattutto pesce e funghi - erano destinati al circuito della ristorazione e molte confezioni erano da buttare anche da 10 anni. Le stesse venivano nuovamente etichettate e rimesse in vendita. I finanzieri hanno colto sul fatto un paio di dipendenti che eseguivano questa operazione. Una persona è stata denunciata.


TG3 Regionale
Forniva mense (aziendali e scolastiche) e supermercati.

giovedì 1 maggio 2008

FIAMME GIALLE IN SCIOPERO BIANCO

Articolo da LA STAMPA del 1° maggio 2008
di Lodovico POLETTO

Cobar: siamo gli unici a non aver ricevuto benefit ministeriali



IL PASSAPAROLA «Nessuno adoperi strumenti comperati con i propri soldi».


La protesta si estende in altre regioni

La protesta è nata pochi giorni dopo la decisione dell’ex ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, di tagliar fuori i militari della Guardia di Finanza dal «premio» per il lavoro fatto sul fronte dell’evasione fiscale. «Benefit» che, invece, è stato riconosciuto a tutti i «dipendenti ministeriali ».
«Siamo stati, per l’ennesima volta, inspiegabilmente dimenticati » hanno sottolineato le rappresentanze della Gdf di tutta Italia. E il Cobar del Piemonte ha lanciato un’offensiva che ha il sapore dello sciopero bianco. Ha invitato, cioè, tutti e 3 mila i finanzieri che lavorano in Piemonte a non usare più strumenti personali nell’attività di ufficio ». Per intenderci: devono restare spenti i computers personali utilizzati sia nelle attività esterne, che nella routine del lavoro di ufficio. E analogamente non devono più essere adoperati telefoni cellulari personali per attività di istituto.
«Visto che ai militari è preclusa la libertà sindacale, riconosciuta invece a tutti i cittadini europei, a noi non resta che esprimere il disagio di un intero Corpo militare con l'unico sistema che ci è rimasto: quello di non adoperare in servizio strumenti comperati con i nostri soldi» hanno scritto quelli del Cobar del Piemonte in un documento fatto circolare in ogni caserma della regione. Spiegando inoltre che: «Anche i libri acquistati di tasca propria per l’aggiornamento professionale, le “pen drive”, la carta e le penne devono rimanere chiusi nei cassetti».
Sciopero bianco, appunto. In modo da sottolineare quelle che loro chiamano «storture di un sistema» che costringe spesso: «i militari ad adoperare addirittura le loro automobili per svolgere servizi d’istituto».
Lo sciopero bianco rallenta il lavoro in particolare dei «verificatori », che si occupano dei controlli di natura fiscale. Ma anche di quanti prestano servizio nei reparti che hanno obiettivo la repressione delle frodi.
La protesta nata in Piemonte adesso si sta estendendo anche ad altre regioni. Il Cobar della Gdf Puglia, infatti, ha già fatto propria la provocazione dei piemontesi. E altre rappresentanze di base di altre parti d’Italia starebbero per adottarla.
Tradotto in soldoni lo «sciopero bianco» della Gdf della nostra regione rischia, quantomeno di rallentare il lavoro di almeno 2000 Fiamme Gialle di tutta la regione. In particolare dei «verificatori», coloro che dovrebbero cioè occuparsi dei controlli di natura fiscale. Ma anche di quanti prestano servizio in quei reparti che hanno come obiettivo la repressione delle frodi, oppure quelli più prettamente operativi.
Stime ufficiali di adesione all’iniziativa per ora non ce ne sono. E se qualcuno, ottimisticamente, dice che lo «sciopero
bianco sta riuscendo al 60%», altri temono che, presto, l’iniziativa cadrà nel dimenticatoio. Si muove rapidamente, invece, il Cocer - ovvero la rappresentanza nazionale dei militari Gdf. Che ha deciso di impugnare il decreto ministeriale. «Ci siamo rivolti ad un pool di avvocati che è pronto ad impugnare il provvedimento dell’ex ministro delle Finanze qualora la Corte dei conti dia il via al pagamento dei premi» sottolinea Salvatore Trinx luogotenente del Cocer. E sul tavolo della trattativa finisce anche il fascicolo relativo agli straordinari non ancora pagati.Untema sul quale il Cocer ha intenzione di fare una durissima battaglia.

6 DOMANDE A SALVATORE TRINX - LUOGOTENENTE COCER
«Anche i meriti vanno divisi equamente, lo dice la legge»


La protesta torinese è giusta?
«È assolutamente nella linea intrapresa dal Cocer. Nella lotta all’evasione la Guardia di Finanza è in prima linea con le Agenzie fiscali. E i meriti per i risultati ottenuti andrebbero equamente divisi, ma questa è una querelle che va avanti da 10 anni».
Insomma: lei dice che qualche centinaio di euro a testa ai finanzieri sarebbe stato giusto?
«Non lo dico io, ma la legge. E se proprio non volevano darli cash ai militari potevano trovare soluzioni alternative».
Quali ad esempio?
«La legge prevede che il 2 per mille del riscosso vada in parte al personale e in parte alle spese di funzionamento. La Gdf è esclusa da entrambe. Di qui l’iniziativa del Cobar piemontese e quello della Puglia».
Insomma uno sciopero bianco in piena regola?
«Non lo chiamerei sciopero bianco, ma gesto di protesta di uomini che ogni giorno buttano il cuore oltre l’ostacolo per riuscire a fare il proprio dovere. Ma sa che cosa vuol dire comprarsi un computer di tasca propria per scrivere relazioni verbali? È un po’ come se i medici dovessero comprarsi le medicine per far funzionare l’ospedale, o come se i pompieri dovessero metter una quota ciascuno per acquistare un’autobotte».
Ma è vero che spesso usate anche le vostre automobili?
«Succede, certo. E purtroppo non riguarda soltanto la Guardia di Finanza, ma tutto il comparto della sicurezza, dove ci sono stati forti tagli».
È vero che spesso non vengono pagati gli straordinari?
«La questione è delicata. Rispetto alle ore effettivamente lavorate quelle che trovano retribuzione in busta paga sono una minima parte. Le ore in più passano nel dimenticatoio. Spesso, infatti, viste le esigenze di servizio, non viene neppure permesso ai militari di trasformare lo straordinario in giornate di riposo».

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno