
ROMA (23 settembre) - I carabinieri di Torino hanno arrestato i titolari del Ristorante del Cambio, passato alla storia per essere stato il ristorante di Cavour. Amato Ramondetti, 65 anni, e Giulio Lera, 59 anni sono titolari, oltre che del ristorante, anche di una catena di alberghi di lusso nel capoluogo piemontese e in altre città italiane.
Gli arresti sono scattati al termine di una complessa attività investigativa scaturita da una serie di fallimenti societari. L'ordine di custodia cautelare è stato emesso dal pubblico ministero Giuseppe Riccaboni. I due sono accusati dei reati di bancarotta fraudolenta continuata ed evasione dell'Iva.
Secondo la ricostruzione del pm e dei militari i due titolari del ristorante avevano inventato un
ingegnoso sistema per evadere il fisco, simile alle scatole cinesi: facevano fallire le società aprendone contemporaneamente delle altre. In questo modo riuscivano a scaricare le perdite sulle società fallite, conservando i crediti su quelle nuove. Grazie a questo stratagemma riuscivano a non versare l'Iva e le tasse previste allo Stato, guadagnando somme ingenti.
I due albergatori hanno fatto fallire 5 società, tutte fra il dicembre del 2009 e lo scorso maggio, accumulando un debito con l'erario di 44 milioni di euro. Gli investigatori stanno vagliando anche il ruolo di un avvocato greco che, alla fine del 2008, si occupò del passaggio delle quote di quattro società a un gruppo di connazionali, e del trasferimento della sede legale ad Atene: un espediente che non ha impedito al tribunale di Torino di dichiarare il fallimento.
Ramondetti e Lera sono stati interrogati questa mattina dal gip Francesca Christillin e hanno spiegato che la creazione delle società non serviva ad evadere il fisco: l'intenzione era solo di prendere tempo per potere, attraverso la vendita di qualche bene, ripianare i debiti non appena possibile.
Ramondetti è il presidente di Thi (Turin Hotels International), compagnia che opera nel settore degli hotel di lusso, e appartiene a una dinastia di albergatori. Dal nonno paterno ereditò il Turin Palace, aperto dal 1872 ma ora fallito, e da quello materno lo storico Ristorante del Cambio. La gestione degli hotel non viene contestata dagli inquirenti, così come quella del ristorante. Molti dei bilanci sono stati controllati (così come la situazione patrimoniale delle persone interessate) e non sembra che siano emerse irregolarità.
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