sabato 11 settembre 2010

COCER: DA STRUMENTO DI TUTELA A STRUMENTO DI REPRESSIONE?


(IRIS) - ROMA, 10 SET - Ho sempre sostenuto con forza e convinzione che ai militari devono essere garantiti gli stessi diritti e prerogative di cui godono gli altri cittadini, con particolare riguardo a quelli associativi e sindacali, perché quando questi vengono a mancare il vuoto che lasciano può essere facile preda di possibili deviazioni come quella che ha visto la luce nei mesi scorsi, allorquando il presidente della sezione Cocer dei carabinieri, nella sua veste di comandante del Raggruppamento Carabinieri investigazioni Scientifiche, ha inteso avviare un severo provvedimento disciplinare nei confronti di un capitano avendolo ritenuto passibile della massima sanzione disciplinare di corpo per essersi rivolto ad un maresciallo di un Consiglio intermedio della rappresentanza dei carabinieri lamentando delle situazioni di disagio.

Il deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm), sulla questione ha immediatamente presentato una interrogazione parlamentare (n. 4-08494) - non ultima sul tema dei diritti - nella quale si legge chiaramente che «la vicenda rappresenta una grave minaccia al diritto inalienabile della libertà di pensiero e di espressione, della riservatezza della corrispondenza e di tutte quelle libertà fondamentali della persona che la Repubblica deve garantire e tutelare da possibili eversioni che ne minino il libero esercizio e finanche l'esistenza» ed ha chiesto al Ministro della difesa se non ritenga di dover intervenire immediatamente sulla vicenda per chiarirne i contorni.

Questo fatto rende legittimo domandarsi se la rappresentanza militare sia ancora uno strumento di tutela, per quanto blando e insignificante, oppure sia diventato un capace mezzo per reprimere e controllare ogni possibile forma di pensiero o espressione ed è chiaro che per darsi una risposta basta osservare l’inquietante crescendo della repressione dei diritti che viene sistematicamente attuata nei confronti dei militari, ovviamente nella totale indifferenza degli Organismi della rappresentanza militare che ancor più, da quando si è insediato l’attuale Governo amico dei generali, ma evidentemente nemico della truppa, hanno scelto di mantenere il più assordante silenzio.

Luca Marco Comellini
Segretario del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm) -

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