
Il deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm), sulla questione ha immediatamente presentato una interrogazione parlamentare (n. 4-08494) - non ultima sul tema dei diritti - nella quale si legge chiaramente che «la vicenda rappresenta una grave minaccia al diritto inalienabile della libertà di pensiero e di espressione, della riservatezza della corrispondenza e di tutte quelle libertà fondamentali della persona che la Repubblica deve garantire e tutelare da possibili eversioni che ne minino il libero esercizio e finanche l'esistenza» ed ha chiesto al Ministro della difesa se non ritenga di dover intervenire immediatamente sulla vicenda per chiarirne i contorni.
Questo fatto rende legittimo domandarsi se la rappresentanza militare sia ancora uno strumento di tutela, per quanto blando e insignificante, oppure sia diventato un capace mezzo per reprimere e controllare ogni possibile forma di pensiero o espressione ed è chiaro che per darsi una risposta basta osservare l’inquietante crescendo della repressione dei diritti che viene sistematicamente attuata nei confronti dei militari, ovviamente nella totale indifferenza degli Organismi della rappresentanza militare che ancor più, da quando si è insediato l’attuale Governo amico dei generali, ma evidentemente nemico della truppa, hanno scelto di mantenere il più assordante silenzio.
Luca Marco Comellini
Segretario del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm) -
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