giovedì 30 settembre 2010

Lo “slalom” tra le norme antievasione

Lo “slalom” tra le norme antievasione

domenica 26 settembre 2010

“PRIMA AFFAMATI E POI COSTRETTI AD ARRENDERSI”


Rinnovo del Contratto del biennio 2008-09

Si! Amici il titolo definisce in modo inequivocabile quello che è successo per quanto concerne il rinnovo contrattuale dei militari e poliziotti italiani. Ovviamente bisogna ripeterlo all’infinito per merito del Governo Berlusconi, che dopo aver messo le mani in tasca con la recente finanziaria ai dipendenti pubblici in generale ed in modo SPECIFICO al comparto difesa e sicurezza ha pensato bene di chiudere il contratto senza fare chiarezza sui nervi scoperti e doloranti dei due comparti che solo a parole sono nel cuore del nostro Governo.

Tanto per essere chiari come sempre iniziamo a dire le cose per come realmente stanno:

Primo, ancora qualcuno ci deve spiegare il perché la crisi finanziaria delle banche mondiali la devono pagare solo i dipendenti pubblici o privati? Nello specifico vorremmo sapere perché un poliziotto od un militare che si suda le sue 1300 euro al mese deve contribuire al risanamento dei conti pubblici con il blocco dello stipendio per 4 anni, oppure con il trattamento di fine servizio trasformato in trattamento di fine rapporto dal 2011 senza aver risolto prima il problema dei 15 anni di mancato avvio della previdenza complementare, quando in Italia non in qualche paese del terzo mondo, un proprietario di ville e banche da milioni di euro grazie a questa finanziaria non uscirà di tasca neanche un centesimo!

Allora i conti non tornano! Bisogna dirlo chiaramente e senza giri di parole la crisi finanziaria la pagheranno i soliti noti, ovvero chi vive di stipendio e le tasse le paga in busta paga e tecnicamente non può partecipare allo sport nazionale chiamato “evasione ed elusione fiscale”.

Questa è semplicemente una VERGOGNA! Poi nello specifico i militari e poliziotti sono abituati da anni al sacrificio in senso lato ed economico in particolare riuscendo con dignità a vivere o meglio sopravvivere con la famiglia con stipendi veramente da scandalo! Essi sono una categoria di brave persone ma non sono dei FESSI! Hanno capito benissimo i goffi giochi politici e sono delusi ed amareggiati nel vedersi “tartassati” quando centinaia di migliaia di persone in Italia sono evasori totali o parziali sottraendo al fisco ben oltre 100.000.000.000 di euro all’anno di tasse, del resto è facile fare il forte con i deboli!

Secondo, come abbiamo già detto gli ordini del giorno della finanziaria che dovrebbero assicurare la corresponsione tra l’altro degli assegni funzionali non hanno una adeguata copertura economica poiché i tanto reclamati 80 milioni di euro per il 2011 e 2012 sono assolutamente insufficienti rispetto ad un bisogno stimato in circa 350 milioni di euro per il 2011 e 450 milioni per il 2012, non parliamo del fatto che resta scoperto il 2013.

E’ chiaro, che il Governo con i suoi esponenti di primissimo piano in questa questione si stanno giocando la faccia!

Terzo, fare pubblicità della firma del contratto sui media facendo trasudare il messaggio che anche in un momento di crisi i militari e poliziotti sono trattati con attenzione è assolutamente incredibile in quanto questo contratto decorre dal 01.01.2008 ed è scaduto il 31.12.2009.

Quarto, alla faccia di canta vittoria in queste ore, il 2008 è stato remunerato solo con la vacanza contrattuale ossia con 10 euro lordi al mese in pratica i militari e poliziotti lo hanno perso! Stessa sorte per il 2010! Ovvero, quattro anni al prezzo di due! I militari avranno 40-50 euro netti al mese di aumento per ben quattro anni!

Quinto, nella considerazione che gli stipendi rimarranno congelati sino al 2013 le famose 50 euro saranno l’unico aumento per ben 6 anni! Calcolando che in 6 anni le bollette aumentano, le tasse anche, poi non parliamo dell’affitto o dell’asilo è facile ipotizzare in questi anni un taglio del potere reale di acquisto degli stipendi di almeno un 20%!

Sesto, la vertenza sindacale che ha interessato il contratto ed il comunicato stampa del COCER AM relativo alla mancata firma del contratto, hanno dimostrato la forza dei sindacati e la debolezza della rappresentanza militare, con la sconfitta definitiva della linea “del dialogo a tutti i costi” intrapresa da anni da alcuni COCER nei confronti del Governo, che li avevano portati ad avere l’errata convinzione di essere interlocutori “privilegiati” della compagine governativa ed invece sono stati semplicemente scavalcati o come si dice “posati”.

Ed infine, la ciliegina sulla torta, è curioso il silenzio assoluto dei COCER (tranne quello A.M.) sull’entrata in vigore del Codice dell’ordinamento militare e del relativo regolamento, che doveva solo semplificare le norme già esistenti invece stranamente ha per esempio creato una nuova categoria di militari quella dei “graduati” abrogando tra l’altro centinaia di leggi tra cui il regolamento di disciplina militare e modificando in modo sostanziale la possibilità di esercizio di alcuni diritti dei militari.

Vostro

Domenico BILELLO

domenico.bilello@gmail.com


venerdì 24 settembre 2010

20 FINANZIERI RICONTANO I VOTI REGIONALI


Regionali Piemonte, al via il riconteggio ma ci vorranno due mesi

Il Tribunale di Torino è pronto a partire con il riconteggio delle schede elettorali delle regionali, ordinato dal Tar. I tempi tecnici previsti, però, sono di almeno due mesi. Lo ha detto il presidente del Tribunale del capoluogo piemontese, Luciano Panzani, uscendo dall’udienza del Tar che si è riunito oggi nel tardo pomeriggio per decidere chi dovrà accollarsi i costi dell’operazione.

”La macchina – ha detto Panzani – è pronta a partire già dalla prossima settimana. Con l’aiuto della Guardia di Finanza che dovrebbe darci circa venti persone e con quello della Prefettura, e utilizzando in straordinario a turno parte dei 350 impiegati amministrativi del Tribunale, contiamo di riuscire a completare le operazioni in un paio di mesi. È come se dovessimo fare il lavoro di tutti i presidenti dei 2318 seggi della provincia di Torino. E calcoliamo che per ricontare le schede di ogni seggio ci vorrà un tempo compreso tra mezz’ora e un’ora”.

23 settembre 2010



http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/regionali-piemonte-riconteggio-due-mesi-559480/

ORA ANCHE I CARABINIERI INDAGANO SULLE FRODI FISCALI


Frode da 44 milioni: arrestati a Torino i proprietari del ristorante di Cavour



ROMA (23 settembre) - I carabinieri di Torino hanno arrestato i titolari del Ristorante del Cambio, passato alla storia per essere stato il ristorante di Cavour. Amato Ramondetti, 65 anni, e Giulio Lera, 59 anni sono titolari, oltre che del ristorante, anche di una catena di alberghi di lusso nel capoluogo piemontese e in altre città italiane.

Gli arresti sono scattati al termine di una complessa attività investigativa scaturita da una serie di fallimenti societari. L'ordine di custodia cautelare è stato emesso dal pubblico ministero Giuseppe Riccaboni. I due sono accusati dei reati di bancarotta fraudolenta continuata ed evasione dell'Iva.

Secondo la ricostruzione del pm e dei militari i due titolari del ristorante avevano inventato un
ingegnoso sistema per evadere il fisco, simile alle scatole cinesi: facevano fallire le società aprendone contemporaneamente delle altre. In questo modo riuscivano a scaricare le perdite sulle società fallite, conservando i crediti su quelle nuove. Grazie a questo stratagemma riuscivano a non versare l'Iva e le tasse previste allo Stato, guadagnando somme ingenti.

I due albergatori hanno fatto fallire 5 società, tutte fra il dicembre del 2009 e lo scorso maggio, accumulando un debito con l'erario di 44 milioni di euro. Gli investigatori stanno vagliando anche il ruolo di un avvocato greco che, alla fine del 2008, si occupò del passaggio delle quote di quattro società a un gruppo di connazionali, e del trasferimento della sede legale ad Atene: un espediente che non ha impedito al tribunale di Torino di dichiarare il fallimento.

Ramondetti e Lera sono stati interrogati questa mattina dal gip Francesca Christillin e hanno spiegato che la creazione delle società non serviva ad evadere il fisco: l'intenzione era solo di prendere tempo per potere, attraverso la vendita di qualche bene, ripianare i debiti non appena possibile.

Ramondetti è il presidente di Thi (Turin Hotels International), compagnia che opera nel settore degli hotel di lusso, e appartiene a una dinastia di albergatori. Dal nonno paterno ereditò il Turin Palace, aperto dal 1872 ma ora fallito, e da quello materno lo storico Ristorante del Cambio. La gestione degli hotel non viene contestata dagli inquirenti, così come quella del ristorante. Molti dei bilanci sono stati controllati (così come la situazione patrimoniale delle persone interessate) e non sembra che siano emerse irregolarità.


http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=120018&sez=HOME_INITALIA


sabato 18 settembre 2010

ELEZIONI REGIONALI 2010: LE FIAMME GIALLE AL RICONTEGGIO DELLE SCHEDE


L'assessore all'anagrafe, Ferraris, sta valutando, dopo che il ministero di Grazia e Giustizia ha trovato i soldi per gli straordinari, se dare un "contributo" sostenendo le spese di trasporto degli scatoloni da Chieri. Ma la soluzione del puzzle sembra lontana: i soldi trovati da Roma servono solo per i dipendenti del tribunale, non degli altri

di DIEGO LONGHIN

«Siamo pronti a mettere i mezzi per il trasporto delle schede elettorali». Il Comune di Torino è deciso a fare un passo avanti per dare un contributo al tribunale e avviare così le operazioni di riconteggio, già partite ad Asti, Biella e Alessandria (domani). I numeri della Mole, però, sono diversi: nel magazzino di Chieri sono 2.318 gli scatoloni pieni di schede degli elettori torinesi da portare nella scuola Cervi e da ricontrollare per individuare quali voti assegnati alla lista Consumatori e Scanderebech sono da considerarsi validi. E alla fine il costo del trasporto, che supera i 20 mila euro, è una delle voci che incide meno sulla spesa totale del riconteggio che ricadrebbe su Palazzo Civico, circa 200 mila euro.

La scelta di Giovanni Maria Ferraris, assessore all´Anagrafe, è un modo per dare una scossa, per dare corso alla sentenza del Tar del Piemonte, dopo che il ministero di Grazia e Giustizia ha trovato i fondi per pagare lo straordinario del personale. Peccato che i soldi di Roma servano solo per i dipendenti del tribunale e non per quelli del Comune. Questo è un problema non da poco. «Altre spese non possiamo sobbarcarcele - dicono a Palazzo Civico - e il trasporto a carico del Comune può avere un senso solo se si impegnano i dipendenti dei servizi elettorali e se il costo extra del personale non ricade sulle casse dell´ente».

Il presidente del Tribunale di Torino, Luciano Panzani, accoglie con favore la disponibilità espressa dall´assessore Ferraris, ma sa che la soluzione del puzzle è complicata. «Se dovessimo seguire lo schema elettorale - dice Panzani - dovremmo impiegare personale del tribunale, della prefettura e del Comune. Ma potremmo utilizzare solo i dipendenti del tribunale, così come al posto della ex scuola Cervi si potrebbe trasportare il materiale nell´aula bunker delle Vallette, risolvendo i problemi di sicurezza e degli accessi ordinati del pubblico». Il Tribunale è disponibile ad installare i propri computer e la guardia di Finanza a dare supporto. Rimane un nodo: il Comune accetta di sostenere le spese del trasporto senza utilizzare il suo personale? «Si chiarirà tutto - dice Panzani - quando il Tar deciderà in via provvisoria chi dovrà fare cosa accollandosi le relative spese».

(12 settembre 2010)

http://torino.repubblica.it/cronaca/2010/09/12/news/riconteggio_-6992547/


venerdì 17 settembre 2010

FIRMATO IL CONTRATTO 2008/2009 - LE TABELLE DEGLI INCREMENTI STIPENDIALI

DOPO UN LUNGO BRACCIO DI FERRO CON IL GOVERNO, IL SINDACATO SOLO A SEGUITO DELLA DURA VERTENZA E DELLE MANIFESTAZIONI DI PIAZZA, HA OTTENUTO LA MIGLIORE DISTRIBUZIONE POSSIBILE DELLE RISORSE ECONOMICHE DISPONIBILI.

RESTA FERMA LA NOSTRA POSIZIONE CRITICA NEI CONFRONTI DI UN GOVERNO CHE CERTAMENTE NON HA FAVORITO, CON LE SUE POLITICHE, I POLIZIOTTI CHE OGNI GIORNO PRODUCONO LA SICUREZZA.
QUELLA VERA.


- Nel primo allegato, la tabella degli incrementi stipendiali;

- Nel secondo allegato, la tabella degli arretrati;


- Nel terzo allegato, la tabella degli straordinari.










mercoledì 15 settembre 2010

CONTRATTO : Verso una (amara) intesa


ULTIM’ORA del 14 settembre 2010


E’ terminato intorno alle 21.00 l’incontro convocato quest’oggi alla Funzione Pubblica per riprendere il confronto sul rinnovo contrattuale del biennio economico 2008-2009.

Prima dell’incontro le OO.SS. e le rappresentanze hanno voluto fare un approfondimento ed un’analisi congiunta della situazione, giungendo all’unanime conclusione di portare a termine il confronto (e in breve tempo) sempreché sussistano alcune garanzie che sarebbero state chieste al livello politico.

Ciò ha facilitato il chiarimento e ha fatto emergere la differenza delle posizioni. Tutti, però, concordi nel sostenere di chiedere un quadro di garanzie effettive .

Le OO.SS. dei Corpi di Polizia ad ordinamento civile hanno unanimemente chiesto che la spalmatura delle risorse disponibili (702 milioni a copertura del 3,2% di inflazione + 100 milioni per la specificità) riguardasse le voci fisse e continuative dello stipendio. Specificatamente i 702 milioni da spalmare sul parametro e i 100 milioni da spalmare sull’indennità pensionabile.

I motivi di tale scelta sono chiari : strutturare la retribuzione fissa e garantire le fasce di reddito più deboli nonché i giovani (in prospettiva della previdenza complementare).

Il COCER Carabinieri ha chiesto che la spalmatura dei 702 milioni riguardasse per il 60% il parametro e per il 40% l’indennità pensionabile e proponendo che i 100 milioni fossero desinati alla contrattazione di secondo livello.

I COCER delle Forze Armate pur convergendo sull’ipotesi di una spalmatura dei 702 milioni sulla retribuzione fissa hanno chiesto che i 100 milioni fossero destinati ad altre tre fasce per accedere all’assegno di funzione ( 12-22 e 37 anni).

Conseguentemente alle proposte è scaturito un dibattito in cui anche il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari non ha fatto mancare il proprio contributo.

Eugenio SARNO sottolineando come la presenza al tavolo sia un atto di responsabilità nei confronti del personale “ pur nella certezza di essere stati presi in giro da questo governo che ha disatteso quasi tutti gli impegni ” ha auspicato il raggiungimento di una intesa in tempi brevi perché l’instabilità del quadro politico potrebbe generare ulteriori effetti negativi sulle retribuzioni del personale”. Dopo aver ribadito che le somme sono troppe esigue “coprire solo l’inflazione programmata e non quella reale non può farci parlare di incrementi salariali” , il Segretario della UIL PA Penitenziari ha comunque espresso la necessità (richiamata anche da altri interventi) di un impegno politico su tre questioni : che gli ordini del giorno a salvaguardia dei trattamenti economici si tramutino in atti normativi, l’apertura di un tavolo per la previdenza complementare e la promulgazione di una legge delega per il riordino delle carriere.

L’incontro, ovviamente interlocutorio, si è chiuso con la distribuzione da parte della parte pubblica di alcune tabelle esplicative delle differenti proposte ed ha riconvocato le parti per domani pomeriggio alle 16.30.

Anche domani, come oggi, le OO.SS. e le rappresentanze si incontreranno per svolgere le dovute valutazioni .

Non possiamo non auspicare una intesa unitaria e risolutiva . In tal caso la firma dell’accordo potrebbe già avvenire nel pomeriggio di giovedì (termine ultimo perché si tenti di portare gli arretrati nelle buste paghe di novembre) .

Purtroppo pur consapevoli di non poterci riferire ad un accordo soddisfacente dal punto di vista economico, non abbiamo voluto dimenticare la necessità e non abbiamo voluto sottrarci dalla responsabilità di garantire ai nostri colleghi il dovuto incremento salariale. Insomma eravamo (e siamo) nelle condizioni di dover giocoforza mangiare l’amara minestra (il certo) o esseri costretti saltare dalla finestra (l’incerto) …….

UILPA – Polizia Penitenziaria

sabato 11 settembre 2010

COCER: DA STRUMENTO DI TUTELA A STRUMENTO DI REPRESSIONE?


(IRIS) - ROMA, 10 SET - Ho sempre sostenuto con forza e convinzione che ai militari devono essere garantiti gli stessi diritti e prerogative di cui godono gli altri cittadini, con particolare riguardo a quelli associativi e sindacali, perché quando questi vengono a mancare il vuoto che lasciano può essere facile preda di possibili deviazioni come quella che ha visto la luce nei mesi scorsi, allorquando il presidente della sezione Cocer dei carabinieri, nella sua veste di comandante del Raggruppamento Carabinieri investigazioni Scientifiche, ha inteso avviare un severo provvedimento disciplinare nei confronti di un capitano avendolo ritenuto passibile della massima sanzione disciplinare di corpo per essersi rivolto ad un maresciallo di un Consiglio intermedio della rappresentanza dei carabinieri lamentando delle situazioni di disagio.

Il deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm), sulla questione ha immediatamente presentato una interrogazione parlamentare (n. 4-08494) - non ultima sul tema dei diritti - nella quale si legge chiaramente che «la vicenda rappresenta una grave minaccia al diritto inalienabile della libertà di pensiero e di espressione, della riservatezza della corrispondenza e di tutte quelle libertà fondamentali della persona che la Repubblica deve garantire e tutelare da possibili eversioni che ne minino il libero esercizio e finanche l'esistenza» ed ha chiesto al Ministro della difesa se non ritenga di dover intervenire immediatamente sulla vicenda per chiarirne i contorni.

Questo fatto rende legittimo domandarsi se la rappresentanza militare sia ancora uno strumento di tutela, per quanto blando e insignificante, oppure sia diventato un capace mezzo per reprimere e controllare ogni possibile forma di pensiero o espressione ed è chiaro che per darsi una risposta basta osservare l’inquietante crescendo della repressione dei diritti che viene sistematicamente attuata nei confronti dei militari, ovviamente nella totale indifferenza degli Organismi della rappresentanza militare che ancor più, da quando si è insediato l’attuale Governo amico dei generali, ma evidentemente nemico della truppa, hanno scelto di mantenere il più assordante silenzio.

Luca Marco Comellini
Segretario del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm) -

sabato 4 settembre 2010

BRESSO CHIEDE IL RICONTEGGIO ALLA GUARDIA DI FINANZA



Il Consiglio di Stato rinvia "Decisione a fine settembre"

Voto regionale, i giudici entrano nel merito di tutti i ricorsi. Soddisfatto Ghigo: "Adesso stop alle polemiche". Bresso: "Va bene così. La Regione paghi i costi del riconteggio"

di VERA SCHIAVAZZI

Il Consiglio di Stato rinvia (al 28 settembre, o al 18 ottobre) la discussione nel merito dei diversi ricorsi sul voto regionale. E decide di affrontarli tutti insieme: quello dei legali del presidente della Regione Roberto Cota contro il riconteggio delle schede di due liste (Scanderebech e Consumatori) deciso dal Tar; quello dei Verdi che contestano la decisione dello stesso Tar di bocciate la loro istanza contro i Verdi Verdi di Lupi e quello, forse il più pesante, che i legali di Mercedes Bresso hanno presentato per ottenere che l'altro procedimento contro la lista Pensionati di Michele Giovine sia affrontato direttamente dai giudici amministrativi piemontesi, senza l'ulteriore passaggio della querela di falso in sede civile. Apparentemente, è una giornata cruciale che si conclude nel segno del pareggio. Da un lato infatti i legali di Cota hanno rinunciato a una (probabilmente inutile) richiesta di sospendere il riconteggio, dall'altro quelli di Bresso hanno accettato il rinvio. E sempre ieri i legali della ex presidente hanno annunciato una nuova istanza al Tar affinché dia incarico alla Guardia di Finanza di eseguire senza ulteriori ritardi il riconteggio.
La decisione di ieri, però, fa sì la sentenza di primo grado emanata il 15 luglio dal Tar resti pienamente esecutiva. È possibile che, come sta avvenendo, i tempi del riconteggio, specie a Torino, siano lunghi o lunghissimi, e che mille ostacoli - che a questo punto è lecito ritenere di natura politica - si frappongano prima che in corso Stati Uniti giunga la risposta alla domanda avanzata. Una domanda di per sé facile: quanti tra i 15.000 elettori di Scanderebech e dei Consumatori alleati a Cota hanno votato soltanto la lista prescelta, e quanti invece hanno fatto la croce anche sul nome del candidato leghista? Anche a Palazzo Civico, del resto, fanno sapere che a fronte di una precisa richiesta la Città di Torino non sarà seconda a quella di Asti: mezzi di trasporto e personale non mancano, basta che qualcuno chieda di poterli usare e magari qualcun altro specifichi chi pagherà il conto finale. Inoltre, da ieri, la contestazione più pesante che grava sulla regolarità delle elezioni regionali, e cioè quella alla lista dei Pensionati di Giovine (sulla quale il Tribunale ha già disposto il rinvio a giudizio immediato per il 15 dicembre, dopo un'inchiesta-lampo della Procura che ha robustamente documentato possibili falsi nella raccolta delle candidature e nella loro autenticazione) è tornata sul piatto della bilancia. La previsione dell'avvocato 'storicò di Cota, Luca Procacci, secondo la quale grazie alla scelta del Tar di richiedere la querela di falso al Tribunale civile la causa sarebbe andata avanti, nei diversi gradi del giudizio, "fino alla fine del mandato regionale" ha avuto i suoi esiti, e potrebbe essere smentita dai giudici di Palazzo Spada.Il clima politico non cessa di apparire pesanti, Ieri, tra le tende dei Giardini Reali dove si tiene la festa Pd si riflettevano tutti i diversi umori dei tifosi: da chi sosteneva che il presidente del Tar Franco Bianchi fosse prossimo al trasferimento (la sua anzianità gli consente di aspirare a nuovi incarichi a Roma e a Napoli, ma non risulta che voglia farlo) a chi invece narrava i retroscena del ritardo nel riconteggio, frutto di pressioni e prudenze dalle quali nessuno può dirsi del tutto immune, fino agli incontri tra la stessa Bresso e autorevolissimi esponenti dell'Udc, coautore della prima ora dei ricorsi elettorali. Ma l'ex presidente spiegava: "Va bene così, visto che il 28 si farà l'udienza di merito: i costi? Non so se la stima di centinaia di migliaia di euro sia realistica. Certo è un costo che fa ridere se messo al confronto con quello delle elezioni di decine di milioni. Certo tocca alla Regione pagare". Soddisfatto della scelta pure il coordinatore regionale Pdl, Enzo Ghigo: "Una posizione corretta, spero che segni finalmente uno stop alle polemiche pretestuose"
(01 settembre 2010)

http://torino.repubblica.it/cronaca/2010/09/01/news/il_consiglio_di_stato_rinvia_decisione_a_fine_settembre-6669872/

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno