domenica 21 febbraio 2010

Nassiriya, ecco la legge salva-generali


Un colpo di penna cancella i processi ai generali per la strage di Nassiriya, Bruno Stano e Georg Di Pauli. Una norma che elimina la possibilità di accertare le responsabilità per la morte del maresciallo livornese Enzo Fregosi e delle altre vittime italiane nell'attentato suicida del 12 novembre 2003
di Danilo Fastelli

LIVORNO. Non ci sarà giustizia per gli eroi. Un colpo di penna cancella i processi ai generali per la strage di Nassiriya. Una norma che elimina la possibilità di accertare le responsabilità per la morte del maresciallo livornese Enzo Fregosi e delle altre vittime italiane nell'attentato suicida del 12 novembre 2003 (12 militari dell'Arma, 5 dell'Esercito, due civili). Un codicillo nascosto nelle pieghe della legge che proroga le missioni all'estero blocca i due processi in corso. Solo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, può chiedere che i generali vadano alla sbarra e che i giudici portino a termine il loro lavoro.

«Il contenuto della norma è molto chiaro - spiega Francesca Conte, avvocato della vedova Fregosi, Paola Coen Gialli, e delle altre famiglie delle vittime - si tratta di un provvedimento ad personam per salvare i due generali». I legali stanno cercando in ogni modo di fare pressing sul ministro, «ma fino a ora tutto tace - prosegue l'avvocato Conte - è evidente che non si tratta di una distrazione».

I militari che beneficeranno della legge sono il generale dell'esercito Bruno Stano, al momento della strage comandante della missione "Antica Babilonia", e il colonnello Georg Di Pauli, allora comandante dei carabinieri a Nassiriya. Sono accusati di non aver attivato tutte le prevenzioni possibili per difendere la base e sottovalutato il rischio attentati. Di Pauli è imputato in un processo in corso a Roma. Stano venne condannato a due anni di reclusione in primo grado, poi assolto in appello dalla Corte militare e in attesa del giudizio della Corte di Cassazione, che avrebbe potuto confermare l'assoluzione o bocciarla.

A meno che il ministro La Russa non lo richieda espressamente, la Cassazione non prenderà nemmeno in esame il caso Stano e i giudici del tribunale militare di Roma il 27 febbraio, giorno della prossima udienza Di Pauli, dovranno prendere atto che il processo è finito per sempre.


Raggiunta al telefono Paola Coen Gialli preferisce non commentare il contenuto di quello che è già stato ribattezzato "lodo salva-generali". «Non voglio dire nulla, sono sicura che il ministro sceglierà la cosa giusta da fare», dice la vedova Fregosi. Ma l'avvocato Conte è esplicito quando parla di «atteggiamento incomprensibile» del ministero. «La procura di Roma - spiega il legale - ha già sollecitato il ministro affinché richieda che i processi proseguano. Abbiamo chiesto che la Corte d'appello invii lo stesso invito. Ma l'antifona è chiara: si vogliono salvare i generali dalle loro responsabilità».

LA NORMA INCRIMINATA
È stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il giorno di Capodanno, mentre tutti erano impegnati nei preparativi di botti e cenoni, la legge 29 dicembre 2009, n.197 che proroga le missioni all'estero e contiene all’articolo 4 comma 1-octies (cioé ottavo) la seguente norma: «All’articolo 260, primo comma, del codice penale militare di pace, di cui al regio decreto 20 febbraio 1941, n. 303, le parole: “e 112” sono sostituite dalle seguenti: “112, 115, 116, secondo comma, 117, terzo comma, e 167, terzo comma”» .

Sembra arabo, ma tradotto significa che per processare un militare imputato delle quattro fattispecie di reato indicate dai numeri citati, i tribunali militari potranno procedere solo su richiesta del ministro. L’articolo 167 del Codice militare penale di pace contempla il reato di “Distruzione o sabotaggio di opere militari” e commina al terzo comma una pena fino a cinque anni se il reato è commesso con colpa.

È proprio questo l’appiglio giurisprudenziale usato dai legali dell’accusa per procedere contro i generali, imputati per aver omesso le cautele e le precauzioni rivolte a garantire la sicurezza della base, commettendo così - secondo l’accusa - il reato con colpa. Una delle strade a disposizione degli avvocati sarà quella di chiedere il prossimo 27 febbraio, nella nuova udienza per il processo Di Pauli, che il Tribunale militare di Roma sollevi la questione di legittimità di fronte alla Corte Costituzionale, perché giudichi la legittimità della norma.


http://iltirreno.gelocal.it/dettaglio/nassiriya-ecco-la-legge-salva-generali/1854531

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