Sfumata la possibilità di risolvere il problema nel milleproroghe, il sottosegretario annuncia novità
L'Iva pagata sulla tariffa di igiene ambientale sarà rimborsata attraverso il meccanismo delle compensazioni fiscali. Sfumata del tutto la possibilità di trovare una soluzione al problema nel decreto milleproroghe (dl 194/2009) all'esame della commissione affari costituzionali del senato (l'inizio delle votazioni sugli emendamenti, previsto per ieri, è slittato a lunedì in attesa del parere della commissione bilancio ndr), il ministero dell'economia e l'Agenzia delle entrate sono al lavoro per predisporre una norma che dia attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 238/2009. Lo ha annunciato il sottosegretario all'economia Daniele Molgora rispondendo a un'interrogazione parlamentare in commissione finanze della camera. I contribuenti potranno così recuperare, compensandola con altri tributi, l'Iva pagata ai comuni che hanno istituito la tariffa rifiuti (Tia o Tari a seconda dei casi). Il balzello, che in molti enti (circa 1.200 tra cui ci sono 49 capoluoghi di provincia, quali Roma, Venezia, Firenze, Trento e Bolzano) ha sostituito la vecchia Tarsu, è stato dichiarato dalla Consulta un tributo a tutti gli effetti e in quanto tale non assoggettabile a Iva. Ragion per cui l'imposta sul valore aggiunto pagata ai sindaci dovrà ora essere rimborsata. Secondo uno studio del dipartimento politiche territoriali della Uil l'importo incamerato dai comuni dal 2000 ad oggi ammonterebbe a circa 933 milioni di euro. Una cifra da rimborsare a una platea di quasi 6 milioni di contribuenti, per una media di 161 euro a famiglia (con punte di 293 ad Agrigento, 291 a Lucca, 286 a Biella). Molgora ha annunciato l'impegno del governo a risolvere definitivamente la questione individuando «sollecitamente le forme più opportune per tradurre in una norma» gli indirizzi della Corte costituzionale. Ma i sindacati non si fidano, temendo che il rimborso dell'Iva possa essere compensato con ulteriori aumenti delle tariffe. «Sarebbero davvero insopportabili», ha dichiarato Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil. «Esiste il rischio concreto che, in caso di restituzione, gli importi pagati partano dal 2005 (ultimi 5 anni) anziché dal 2000». «E chi lo spiega», prosegue Loy, «agli oltre 2,5 milioni di contribuenti, che hanno pagato l'Iva dal 2000 al 2004 e non avranno i rimborsi?». Per questo la Uil chiederà al governo che nel decreto, oltre alle modalità di restituzione degli importi indebitamente pagati, siano previsti anche gli interessi maturati nel corso degli anni e si prevedano tempi di prescrizione civilistici per i rimborsi (10 anni). Anci in audizione alla camera. In audizione davanti alla commissione bilancio della camera, il presidente dell'Anci Sergio Chiamparino è tornato a chiedere una revisione del patto di stabilità per consentire ai comuni di spendere i soldi che hanno in cassa. «Stiamo andando verso il federalismo fiscale senza una virgola di autonomia per i comuni», ha detto il sindaco di Torino, «con le attuali restrizioni imposte dal patto di stabilità, nel 2011 la maggior parte dei comuni si ritroverebbero in avanzo di amministrazione, senza avere la possibilità di utilizzare importanti risorse, pur presenti nelle loro casse». Tra una settimana in commissione bilancio approderà il decreto enti locali (dl n.2/2010) e in quella sede l'Anci auspica che possano essere inserite le tanto attese misure correttive.
ITALIA OGGI - 05/02/2010
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