sabato 28 novembre 2009

Giornata Nazionale del cane di pubblica utilità


Lo scorso mese di ottobre il cane NARDO GF 3071 condotto dall'Appuntato scelto Alfredo ZUS in forza alla Stazione S.A.G.F. di Cuneo è stato insignito del prestigioso riconoscimento "cani con le stellette" per l'anno 2009. L'evento ha avuto luogo in Roma nella splendida cornice di Piazza del Popolo, inserito nell'annuale edizione della Giornata Nazionale del cane di pubblica utilità e nel quadro delle celebrazioni per l'anniversario di fondazione del Corpo Forestale dello Stato. La consegna degli attestati e delle medaglie si è svolta alla presenza del Capo dello Stato che si è congratulato personalmente con il graduato. L'unità cinofila SAGF è stata premiata per una difficile operazione di soccorso che ha consentito di trarre in salvo due bambini di nove e quattro anni dispersi di notte in zona impervia.

http://www3.corpoforestale.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/D.4e20f82f03ebb39788e9/P/BLOB:ID%3D1461

giovedì 26 novembre 2009

I PREMI AI FINANZIERI

LEGGE 15 NOVEMBRE 1973, n. 734


ART.5.
IN FAVORE DEL FONDO DI PREVIDENZA DEL PERSONALE DOGANALE COSTITUITO CON LEGGE 12 LUGLIO 1912,N.811 ,VANNO DISPOSTE ASSEGNAZIONI NELLA MISURA DEL 20 PER CENTO DELLE SOMME VERSATE DA ENTI E PRIVATI,IN CONTO ENTRATE EVENTUALI DEL TESORO AI SENSI DELLO ARTICOLO 2 DELLA PRESENTE LEGGE,PER SERVIZI STRAORDINARI NELLO INTERESSE DEL COMMERCIO EFFETTUATI DAL PERSONALE DOGANALE.
LA DIFFERENZA TRA LE SOMME AFFLUITE IN TESORERIA,AI SENSI DELL'ARTICOLO 2 DELLA PRESENTE LEGGE,PER I SERVIZI SVOLTI DAI MILITARI DELLA GUARDIA DI FINANZA E LA SPESA RELATIVA ALLA CORRESPONSIONE AGLI STESSI DEL TRATTAMENTO DI MISSIONE,PER I SERVIZI SVOLTI FUORI DELL'UFFICIO DOGANALE,È ASSEGNATA CON DECRETO DEL MINISTRO PER IL TESORO IN RAGIONE:
- DEL 23 PER CENTO AL FONDO DI PREVIDENZA PER SOTTUFFICIALI E MILITARI DI TRUPPA DELLA GUARDIA DI FINANZA;
- DEL 2 PER CENTO ALLA CASSA UFFICIALI DELLA GUARDIA DI FINANZA;
- DEL 74 PER CENTO AL FONDO DI ASSISTENZA PER I FINANZIERI PER ESSERE DISTRIBUITA IN PREMI AI MILITARI DEL CORPO,SECONDO CRITERI ANALOGHI A QUELLI FISSATI DALL'ARTICOLO 4 DELLA LEGGE 7 FEBBRAIO 1951, N.168 ,E MODALITÀ DA DETERMINARSI CON DECRETO DEL MINISTRO PER LE FINANZE;
- DELL'1 PER CENTO AL FONDO A DISPOSIZIONE DEL COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA PER ESSERE UTILIZZATO AI FINI ASSISTENZIALI IN FAVORE DEL PERSONALE IN SERVIZIO ED IN CONGEDO E PER LA CORRESPONSIONE DI PREMI AI MILITARI DISTINTISI IN OPERAZIONI DI SERVIZIO,SECONDO MODALITÀ DA DETERMINARSI CON DECRETO DEL MINISTRO PER LE FINANZE.
AL FONDO DI PREVIDENZA DEL PERSONALE DELLE IMPOSTE DI FABBRICAZIONE E DEI LABORATORI CHIMICI DELLE DOGANE E IMPOSTE INDIRETTE VIENE VERSATO IL 25 PER CENTO DELLE SOMME AFFLUITE IN TESORERIA,AI SENSI DELL'ARTICOLO 2 DELLA PRESENTE LEGGE,PER INDENNITÀ DOVUTE DAI PRIVATI PER LE ANALISI DELLE MERCI E PER I RISCONTRI TECNICI ESEGUITI FUORI ORARIO O FUORI SEDE DAL PERSONALE DEI LABORATORI CHIMICI DELLE DOGANE E IMPOSTE INDIRETTE;ALLO STESSO FONDO È ALTRESÌ ATTRIBUITO IL 40 PER CENTO SULLA DIFFERENZA TRA LE SOMME VERSATE DAI PRIVATI PER I SERVIZI SVOLTI DAL PERSONALE DELLE IMPOSTE DI FABBRICAZIONE E LE INDENNITÀ DI MISSIONE GIÀ LIQUIDATE AL PERSONALE STESSO.
AL FONDO DI ASSISTENZA PER I FINANZIERI È ASSEGNATA LA DIFFERENZA FRA LE SOMME AFFLUITE IN TESORERIA AI SENSI DELL'ARTICOLO 2 DELLA PRESENTE LEGGE,PER I SERVIZI RELATIVI ALLE IMPOSTE DI FABBRICAZIONE SVOLTI DAI MILITARI DELLA GUARDIA DI FINANZA E LA SPESA RELATIVA ALLA CORRESPONSIONE DEL TRATTAMENTO DI MISSIONE AI MILITARI STESSI.
IN FAVORE DEI FONDI DI PREVIDENZA PER IL PERSONALE DEL MINISTERO DELLE FINANZE,DELLE INTENDENZE DI FINANZA,PER IL PERSONALE DELL'AMMINISTRAZIONE PERIFERICA DELLE IMPOSTE DIRETTE,PER IL PERSONALE PROVINCIALE DELLA AMMINISTRAZIONE DEL CATASTO E DEI SERVIZI TECNICI ERARIALI E PER IL PERSONALE PERIFERICO DELLE TASSE E IMPOSTE INDIRETTE SUGLI AFFARI SONO AUTORIZZATI PRELIEVI IN MISURA COMPLESSIVA PARI AL 30 PER CENTO DEI GETTITI DERIVANTI DALL'APPLICAZIONE DELLA TABELLA A ALLEGATA AL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 26 OTTOBRE 1972,N.648 .LA RIPARTIZIONE DELLE SOMME IN FAVORE DEI FONDI DI PREVIDENZA SARÀ EFFETTUATA IN PROPORZIONE AL NUMERO DEGLI ISCRITTI DI CIASCUN FONDO TENENDO CONTO DELLA RITENUTA PREVISTA DALL'ARTICOLO 10 DEL DECRETO N.648 DEL 1972 NONCHÉ DI OGNI ALTRO PROVENTO IN FAVORE DEI FONDI STESSI,FERMO RESTANDO QUANTO DISPOSTO DALL'ULTIMO COMMA DELL' ARTICOLO 9 DEL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 26 OTTOBRE 1972,N.648 .
IN FAVORE DEL FONDO DI PREVIDENZA PER IL PERSONALE PROVINCIALE DELL'AMMINISTRAZIONE DELLE TASSE E DELLE IMPOSTE INDIRETTE SUGLI AFFARI SARANNO DISPOSTE,CON DECRETO DEL MINISTRO PER IL TESORO,ASSEGNAZIONI DI SOMME,NELLA MISURA STABILITA DALL' ARTICOLO 7 DELLA LEGGE 25 LUGLIO 1971, N.545 ,IN RELAZIONE AL VERSAMENTO ALLE ENTRATE EVENTUALI DEL TESORO,AI SENSI DELL'ARTICOLO 2 DELLA PRESENTE LEGGE,DEGLI EMOLUMENTI RISCOSSI DAI CONSERVATORI DEI REGISTRI IMMOBILIARI E DAI PROCURATORI DELLE TASSE E IMPOSTE INDIRETTE SUGLI AFFARI INCARICATI DEL SERVIZIO IPOTECARIO,AI SENSI DEL DECRETO-LEGGE 31 LUGLIO 1954,N.534 ,CONVERTITO,CON MODIFICAZIONI,NELLA LEGGE 26 SETTEMBRE 1954,N.870,E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI.
IN NESSUN CASO LE SOMME DA VERSARE,AI SENSI DEI PRECEDENTI COMMI,AI SINGOLI FONDI DI PREVIDENZA POSSONO SUPERARE L'IMPORTO DELLE SOMME VERSATE AGLI STESSI PER L'ANNO 1973.

DECRETO DEL MINISTRO DELLE FINANZE 9 GENNAIO 1975 N. 8762

False dichiarazioni per contributi Isee denunciate ventitrè persone


La Guardia di Finanza di Lanzo Torinese ha denunciato 23 persone per «falsità ideologica» finalizzata alla «truffa». L’inchiesta, svolta in collaborazione con alcuni Comuni e l’Inps, ha coinvolto un campione significativo di persone che avevano richiesto prestazioni sociali agevolate Isee (assegni di maternità, asili nido, mense scolastiche). Durante i controlli, però, è emerso, sottolineano le fiamme gialle, che «circa il 90% dei richiedenti avevano beneficiato delle provvidenze in assenza dei requisiti e dei presupposti individuati per legge». Le persone denunciate, per lo più residenti nei comuni di Lanzo Torinese e San Maurizio, falsificando le dichiarazioni sostitutive presentate all’Inps, avevano ottenuto sussidi, «confidando di non essere sottoposti a controllo». «Nei loro confronti, oltre alla segnalazione alla autorità giudiziaria, gli enti pubblici interessati - precisa la Guardia di Finanza - avvieranno una azione di restituzione delle somme indebitamente percepite».


http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/94222/

mercoledì 25 novembre 2009

INAUGURAZIONE ASILO NIDO DELL'ESERCITO A TORINO

(ANSA) - TORINO, 25 NOV - Inaugurazione domani dell'Anno Accademico 2009/2010 della Scuola di Applicazione di Torino. Alle 11, nell'aula magna del Palazzo dell'Arsenale, il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale di Corpo d'Armata Giuseppe Valotto, presiedera' la cerimonia. Sempre domani, ma alle 14, presso il Polo Alloggiativo Riberi, aprira' il nuovo Nido Aziendale.

sabato 21 novembre 2009

DAI MILITARI UN GRAZIE AI SINDACATI DI POLIZIA!


La forza della ragione
ovvero
”La più grande manifestazione del Siulp”
EDITORIALE DEL SEGRETARIO GENERALE FELICE ROMANO


C’eravamo quasi tutti in piazza a Roma Mercoledì 28 ottobre.
Tutti quelli, beninteso, che potevano esserci, valutando le esigenze di servizio e i compiti d’istituto.
Quarantamila poliziotti in piazza (cifra reale e non gonfiata) non sono roba da poco.
E’ un segnale netto, inequivocabile preciso, che non lascia scampo alcuno a chi di mestiere fa l’anguilla.
Come quei segretari, quei burocrati, quei portaborse che leggendo i monitor delle agenzie o ascoltando i resoconti degli amici o sgranando gli occhi dinanzi ai primi sommari resoconti della questura sul numero dei partecipanti, hanno vissuto una delle peggiori giornate della propria esistenza.
Impegnati da un lato a tranquillizzare il proprio capo, sempre più convinto della poderosa spallata che dalla nostra piazza sarebbe arrivata alla sua compagine governativa.
Dall’altro a supplicare gli amici, le mogli, i cugini e i clienti impiegati a tempo debito nelle centrali dei mass-media a “tener bassi i toni”, a “non enfatizzare l’evento”, a “non diffondere notizie che potrebbero creare sgomento tra la popolazione”.
Come se la popolazione, come dicono loro, subisse il danno più da chi denuncia che da chi lo determina e, nascondendolo, si attiva per mantenerlo in vita.
Tranquilli, colleghi la storia è vecchia come il cucco: non vi preoccupate se la stampa non ha dato il meritato risalto alla manifestazione (in altri Paesi i giornali ne avrebbero parlato in prima pagina per alcuni giorni).
Il messaggio è arrivato alle orecchie intasate di chi doveva ascoltare: tant’è che a poche ore dalla manifestazione già dal Viminale facevano sapere che il Ministro si sarebbe adoperato per la ricerca di nuovi fondi per il contratto.
Il nostro disperato e acuto urlo d’allarme sullo stato della sicurezza e dei poliziotti non è stato lanciato invano.
La nostra rabbia disciplinata e consapevole ha centrato il bersaglio: e il nostro ringraziamento va soprattutto ai cittadini che al passaggio del corteo hanno voluto stringersi attorno a noi, farci sentire la propria vicinanza in questa lotta per la sicurezza e per il pubblico interesse, in questa battaglia di civiltà per il progresso del nostro Paese, per il futuro dei nostri figli.
Poi va alle numerose personalità del mondo politico e ai parlamentari che hanno inteso sfilare con noi, testimoniando la valenza oggettiva delle nostre rivendicazioni, la condivisibilità delle nostre idee.
Ma senza farci ulteriori illusioni, specie se eccessive. Senza farci ulteriori speranze. Abbiamo oramai i capelli abbastanza bianchi per non sapere che chi protesta accanto a noi quando è all’opposizione spesso (anzi quasi sempre) diventa il nostro più accanito avversario quando passa al Governo.
Perché questo fatto è oramai abbastanza assodato: la politica di questo Paese non ha purtroppo compreso alcuni concetti che per noi sono elementari ed evidenti.
Primo: la sicurezza non è un costo ma è piuttosto un investimento. Investire sulla sicurezza vuol dire risparmiare sugli effetti nefasti del crimine giacché, è ora di ricordarlo, il danno arrecato annualmente dalla criminalità, organizzata e non, al Paese è quantificabile in una percentuale superiore di oltre due volte alle spese per la sicurezza: il 23% del PIL contro l’11,2% che viene investito annualmente.
Se in un qualsiasi supermercato aumentano i furti, il responsabile aumenta gli addetti alla sicurezza e, a fine mese, riduce il danno.
In Italia si fa esattamente il contrario: aumenta l’insidia del crimine ed il Governo riduce gli uomini delle forze di polizia, ne taglia i mezzi, ne aumenta l’esasperazione insultandoli. Se non è follia questa.
Secondo: il livello di sicurezza raggiunto va conservato con un’opera costante di “manutenzione” e non si può dare per acquisito in eterno.
La tendenza è invece quella opposta, quella di smantellare le strutture che sono servite a raggiungere determinati obiettivi il giorno stesso del conseguimento.
E’ stato fatto con le strutture antiterrorismo, antimafia, ma anche anti-microcriminalità. Esempi di allucinante, devastante miopia che documentano lo stato d’imperizia di chi è preposto alla cura d’interessi generali. Ora lo stanno facendo con l’intero sistema sicurezza e questo è intollerabile.
Terzo: lo scenario mondiale si evolve a ritmo veramente veloce in un’epoca, quella attuale che come nessun’altra finora risente degli effetti non solo positivi della globalizzazione e della rivoluzione informatica. Il nostro modello di polizia rimane nei secoli immobile, ancorato ad uno schema gerarchico-militare ideato agli albori del diciottesimo secolo e rinfrescato negli anni ’80 con una legge che tra l’altro non è stata mai attuata in fondo.
Rimane immobile perché nessuno ha idee o forse, (a pensar male si fa peccato ma talvolta s’indovina) perché non esiste un interesse condiviso a creare una polizia moderna, efficiente e capace di conseguire un’effettiva garanzia di sicurezza per i cittadini.
Perché insomma potrebbe esserci ancora l’idea, in qualche fascia residua del potere dominante, che una polizia di professionisti preparati e non inquadrati in una struttura eccessivamente “controllabile” in virtù di un modello militare, potrebbe creare più di un problema a chi ha ancora l’interesse di mantenere zone grigie nei rapporti tra politica di un certo livello e altri poteri.
Per questo noi rivendichiamo un vero riordino delle carriere e la contrattualizzazione della dirigenza, di storica importanza, ed un vero coordinamento delle forze di polizia che ne rafforzi l’efficienza e razionalizzi, ordinando in un modello di autorità civile, e non militare, il patrimonio professionale degli operatori della sicurezza.
Per questo e non per altro il SIULP, unitamente agli amici e ai colleghi degli altri sindacati delle forze di polizia è sceso in piazza con una delle più grandi manifestazioni della sua storia trentennale.
Sicuramente la più imponente. Perché grandi erano gli interessi in gioco, e i poliziotti, come sempre accade nei momenti difficili, l’hanno capito, mobilitandosi con una passione tale da bucare “l’ostracismo di regime” arrivando dritti al cuore della gente.
Ma la manifestazione, che ha creato consenso intorno alla nostra causa, che ha rotto il muro di silenzio innalzato dagli emissari del potere fine a se stesso e il distacco del sindacalismo mestierante che s’è insediato purtroppo anche tra di noi, deve adesso essere tesaurizzata.
Tocca a noi appartenenti al SIULP, al Sindacato “vero”di polizia, quello che davvero ha a cuore gli interessi dei cittadini dei colleghi e del Paese, continuare la giusta battaglia, la nobile guerra per la sicurezza, la democrazia e la libertà.
Perché nessuna libertà può essere vissuta se manca la sicurezza. E chi fa finta di non sentire o di non capire lo sa fin troppo bene.
Tra le varie foto della nostra manifestazione a Roma ce n’è una che da sola vale trent’anni della nostra storia: ritrae un collega che mentre sfila in corteo si ferma per fare l’elemosina ad una vecchietta.
Ma quale Paese al mondo ha poliziotti di questo calibro? Noi siamo convinti che non ce ne siano molti. E questo non vuol essere un atto di auto celebrazione ma, semmai, una presa di coscienza di ciò che pensano di noi gli altri.
Nella nostra attività quotidiana ci accompagna sempre una domanda, soprattutto nei momenti in cui bisogna dare corso alla delega della rappresentanza scegliendo cioè ciò che serve alla categoria, ai cittadini e alla sicurezza del Paese.
Ma stiamo facendo la cosa giusta? Ma è responsabile la posizione che stiamo tenendo?
Voglio riportare qui di seguito, tra le centinaia e centinaia che ci sono pervenute, lo stralcio di una e mail che unCollega carabiniere ha voluto inviarci la sera stessa della manifestazione nazionale. La voglio condividere perché credo che sia esaustiva sulla percezione della fondatezza del nostro agire, anche in quella giornata e perché, forse ci illudiamo ma in questo caso ci piace farlo, da un senso concreto a ciò che quotidianamente facciamo.
“Gentile segretario, chi scrive è un carabiniere. Si figuri che quando mi sono arruolato non conoscevo neanche la differenza tra un corpo ad ordinamento civile ed uno ad ordinamento militare ma mi sono bastati pochi mesi di servizio per capirlo. Con queste poche righe voglio esprimere a lei e a tutto il suo staff i miei più sentiti ringraziamenti per le lotte che fate per tutti noi. Purtroppo alcuni giovani poliziotti stanno mettendo in discussione il sindacato, non so e non voglio sapere spinti da cosa o da chi e da quali promesse, ma a questi giovani colleghi vorrei solo suggerire di guardarsi intorno. Se oggi sono liberi di dire e fare proposte migliorative delle condizioni di vita e di lavoro, lo devono alle lotte dei sindacati; certo arrivare alla fine del lavoro e goderne i frutti, è comodo ma bisogna anche comprendere e ricordare quanto è successo a monte. I sindacati sono stati a lungo osteggiati ma visto che con e loro lotte hanno ottenuto la fiducia degli operatori, adesso si tenta di minarli dalla loro base, gli iscritti. Solo quando non si ha più un qualcosa lo si rimpiange.
Vorrei solo ricordare a questi giovani colleghi che oltre 100 mila colleghi con le stellette non possono esprimere liberamente ciò che pensano su di un argento qualsiasi. I loro rappresentanti possono fare ben poco. E questo non è edificante quando fai turni massacranti, senza riposi settimanali e alla fine dell’anno, solo perché non sei “allineato” al tuo superiore vieni classificato “inferiore alla media” pur facendo lo stesso identico servizio di un parigrado che, invece, “è fidanzato” con il suo capo ufficio.
Se provi a rappresentare il problema alla nostra “scala” gerarchica ti rispondono che sei militare, che c’è una scala gerarchica e che devi ubbidire; o anche “qui comando io e si fa così”.
Non hai nessuna organizzazione che ti tutela. Un esempio lampante, il carabiniere di quartiere che va in giro da SOLO al contrario del poliziotto di quartiere. Il problema è arrivato alle alte sfere che, semplicemente,
hanno ignorato la cosa dicendo: “è previsto così farete così”, alla faccia della sicurezza. O ancora persone con procedimento disciplinare per auto lasciate in sosta in doppia fila in caserma da altri anche se con le chiavi attaccate.
Servizi cambiati all’ultimo momento, riposi che non sono un diritto ma una “concessione” solo come e quando dicono i superiori. Ma stiamo scherzando,… e altre cose che non potete nemmeno immaginare. Il benessere del personale?… non è argomento che si può trattare in ambiente militare….
Noi siamo all’età della pietra e dobbiamo ringraziare voi per ogni progresso fatto, per ogni rinnovo contrattuale concluso.
Io inviterei i giovani a fare due mesi di esperienza in un corpo militare per poi tornare; vedrete che a quel punto si iscriveranno di corsa. Speriamo bene…. se Maroni ci riesce, io sarò il vostro primo iscritto
Grazie (preferisco rimanere anonimo per ovvi motivi…. da noi le ritorsioni sono all’ordine del giorno).”


Ringraziamo noi questo collega, auspicando che anch’egli quanto prima possa avere il sindacato per la tutela dei suoi diritti, e perché egli, insieme alla foto che abbiamo scelto tra le tante della manifestazione che simbolicamente racchiude tutto l’essere poliziotto, conforta anche noi del nostro perenne dubbio….
Stiamo facendo la cosa giusta.

venerdì 20 novembre 2009

LO SPORT DI STATO E IL MURO RESISTONO SOLTANTO IN ITALIA

I trionfi azzurri ai Giochi grazie alle società militari

PARADOSSI Nella Ddr erano vittorie di regime e «truccate». Da noi un modo per sopravvivere

Guardando oltre il muro credevamo di avere riscoperto lo sport di Stato. Apparteneva ai regimi, era il nostro alibi dinanzi alle sconfitte, era il loro peccato confortato da mille vittorie, roba che puzza di caserma, di camerate ammuffite e, infine, di siringhe dopanti. Berlino era la stazione della vergogna e dell’umiliazione, i vopos cancellavano la libertà degli uomini e delle donne, alcune di queste trasformate, non meglio e bene identificate, il resto era buio, era silenzio. Venne poi un’altra Berlino, sarebbe diventata la tappa del nostro trionfo mondiale, nel football. Basta riflettere, tra un gol e l’altro, per rendersi conto che lo sport di Stato esiste e resta fondamentale nel nostro Paese, discipline non da regime semmai da reggimento, in un socialismo meno reale ma pieno di reality, nemmeno scherzando troppo. L’Italia dei gruppi sportivi militari e dei corpi dello Stato, Fiamme gialle, Fiamme azzurre, Fiamme oro, Vigili del fuoco, Carabinieri, Marina e Aeronautica, Polizia penitenziaria, atleti di ogni arma, ori, argenti, bronzi alle Olimpiadi e ai campionati europei e mondiali, cronaca e storia del nostro sport, dilettanti non allo sbaraglio ma in divisa di appartenenza, stipendiati, poco e male, dallo Stato, dunque da noi stessi cittadini, un esercito di volontari, ausiliari, soldati dell’atletica, del canottaggio, del sollevamento pesi, della boxe e della scherma, militi dei tuffi, del nuoto, del judo e del tiro, poliziotti e carabinieri non più odiati, insultati, derisi nelle barzellette ma esaltati e celebrati in occasione dell’evento, eroi per caso e di comodo, tuttavia trascurati e poi dimenticati il giorno appresso il trionfo, la medaglia, la vittoria, la passerella dinanzi al capo dello Stato, il titolo onorifico, il cavalierato, una pergamena e la fotografia di gruppo. Il Coni incassa e porta a casa, vive e regna su e con questo esercito senza armi, gli italiani del jogging, e i palestrati con il gel sopra e dentro la testa, non sanno ma partecipano alla festa, sventolano il tricolore e strillano tanto per fare casino di piazza. Soltanto il calcio se ne frega, non ha bisogno delle fiamme gialle, azzurre, oro, ha i suoi fuochi fatui personali, privilegiati, esclusivi, viaggia in top class, allo Stato chiede favori, spalma le tasse, è coperto di debiti, chiagne e fotte, spaccia l’allenamento per lavoro, esige, si chiude nei suoi bunker di cachemire. Ognuno si merita il muro che ha, basta farsi un giro nei vari campi di lavoro (stavolta direbbero di allenamento, no?) per capire che cosa voglio intendere, basta tentare di avvicinarsi a un calciatore, a un allenatore ed ecco che tornano i vopos, miserabili guardie dell’ovvio, ecco che rispunta il muro, vero e proprio, eretto per non svelare verità epocali, scoperte della scienza umana, segreti dell’universo, kamasutra tattici smascherati al primo autogol. Nel mondo della sedicente comunicazione, ipertecnologica, cibernetica, iphonica, trionfa l’incomunicabilità, finite le interviste faccia a faccia, sfilano le facce e basta, un battito di ciglio, un mormorio o un colpo di tosse diventano l’unico appiglio per un lungo articolo di fondo. Basta cambiare disciplina e si passa dallo sport di Stato allo stato dello sport, quello nostrano, il football dico, laddove anche la nazionale militare è scomparsa dagli almanacchi per lasciare il posto, nelle cronache dei giornali e delle televisioni, a rappresentative più gloriose come la nazionale dei cantanti, quella dei ristoratori e quella, ovviamente la più onorevole, dei parlamentari. Allegria.

Tony Damascelli

il Giornale - Martedì 10 novembre 2009

martedì 17 novembre 2009

AUDIZIONE AL SENATO DEL COMANDANTE GENERALE



Legislatura 16º - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 98 del 10/11/2009

DIFESA (4ª)

MARTEDÌ 10 NOVEMBRE 2009
98ª Seduta

Presidenza del Presidente
CANTONI

Interviene, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, il Comandante generale del Corpo della Guardia di finanza, generale di corpo d'armata Cosimo D'Arrigo, accompagnato dal generale di brigata Giuseppe Zafarana e dal colonnello Antonio Sebaste.


La seduta inizia alle ore 15,10.


SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il presidente CANTONI comunica che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, sono state chieste l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione radiofonica e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.

Poiché non vi sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.

Il PRESIDENTE avverte che la pubblicità della seduta sarà inoltre assicurata attraverso la resocontazione stenografica, che sarà disponibile in tempi rapidi.


PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva sulla condizione del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare: audizione del Comandante generale del Corpo della Guardia di finanza

Riprende l’indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 4 novembre scorso.

Il generale D’ARRIGO rileva preliminarmente che la Guardia di finanza rappresenta un modello -unico in Europa- di Forza di polizia specialistica a ordinamento militare, con competenza generale per la prevenzione e la repressione degli illeciti economici e finanziari. Tale caratterizzazione si concretizza, in partIcolare, in una missione incentrata nella tutela degli interessi finanziari dello Stato, delle Regioni, degli Enti locali e dell’Unione Europea, nel presidio del segmento economico, e nelle attività concorsuali rispetto alle altre Forze di polizia in tema di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, nonché, rispetto alle Forze armate in materia di difesa militare. Da ciò discende una connotazione altamente qualificata e professionalizzata nelle materie giuridiche, economiche e finanziarie che si esplica attraverso funzioni di polizia giudiziaria, di polizia tributaria e di pubblica sicurezza e che si concretizza nelle diverse tipologie di servizio svolte dal Corpo, ivi compresa quella espletata in mare.
Sulla base di tali premesse, la condizione del personale assume un ruolo fondamentale, in quanto la motivazione, la professionalità, il benessere e la coesione rappresentano condizioni imprescindibili per conferire all’istituzione piena funzionalità ed efficienza. In tale ottica assumono una prioritaria importanza i meccanismi di sviluppo della carriera, il trattamento economico, l’attenzione alla preparazione e all’aggiornamento professionale, una politica di impiego in grado di coniugare le esigenze dell’amministrazione con quelle dei singoli e le disponibilità infrastrutturali e tecnologiche.
Con riferimento, quindi, alla motivazione del personale, osserva che un ruolo centrale è rivestito dalle aspettative che gli appartenenti al Corpo ripongono nel miglioramento dei propri profili di carriera e del relativo trattamento economico. Al riguardo, la Guardia di finanza ha sempre valutato positivamente l’avvio di un progetto di riordino delle carriere, richiedendo il suo pieno coinvolgimento in tutti i lavori interforze e governativi della specie affinché si potesse pervenire ad una soluzione armonica ed equilibrata. In particolare, nel corso dell’attuale legislatura sono ripresi i lavori tra le amministrazioni facenti parte del comparto sicurezza e difesa, muovendo dallo schema generale di cui al disegno di legge n. 3755 della scorsa legislatura ed al fine di addivenire a un testo di legge-delega pienamente condiviso. Inoltre, sempre in sede di riordino dei ruoli e delle carriere occorrerà, porre rimedio alle situazioni di disallineamento (determinatesi, all’indomani dell’entrata in vigore del decreto-legge n. 136 del 2004), tra i marescialli delle Forze armate e gli ispettori dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo, a svantaggio di questi ultimi.
Particolare rilevanza, sotto l’aspetto motivazionale, assume poi il trattamento economico, considerato che le prestazioni lavorative richieste al personale del Corpo si caratterizzano, tra l’altro, per l’elevato bagaglio tecnico richiesto ai singoli in materie particolarmente complesse. In proposito, l’oratore sottolinea che, nel tempo, i militari delle varie categorie, con particolare riferimento agli ufficiali e agli ispettori, acquisiscono un patrimonio di conoscenze talmente poliedrico, raffinato e specialistico da renderli notevolmente appetibili sul mercato del lavoro, con il conseguente costante pericolo che possano essere sottratti alla disponibilità del Corpo a causa delle migliori condizioni retributive e di stabilità di sede offerte dal contesto civile.
Tale, delicata questione è stata sollevata in più circostanze sia dalle amministrazioni interessate che dalle rappresentanze del personale, e sarebbe auspicabile intraprendere le necessarie iniziative affinché sia introdotta nell’ordinamento una norma in grado di soddisfare le predette, specifiche esigenze. Inoltre, in aggiunta alla più generale problematica del riconoscimento della "specificità" del Corpo, appaiono meritevoli di particolare attenzione due aspetti ulteriori: il rinnovo del contratto per il biennio economico 2008-2009, le cui trattative si sono interrotte, e l’esigenza di dare attuazione a quanto disposto dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del 2002, in ordine all’indennità di comando terrestre, che permetterebbe di perequare i militari del Corpo sia con quelli delle Forze armate (già beneficiari della medesima indennità), sia con quelli delle Forze di Polizia impiegati nel comparto navale (che fruiscono di una indennità supplementare di comando navale).
Strettamente connessa alla problematica economica è anche quella del trattamento previdenziale del personale, dove la necessità di contenere la spesa ha reso indispensabile il ricorso a forme di previdenza complementare. Nel dettaglio, la necessità di dare al più presto attuazione alla previdenza complementare per gli appartenenti al Comparto risulta particolarmente evidente ove si consideri che, a seguito della cosiddetta "riforma Dini", le classi di personale più giovane risultano penalizzate da un meccanismo previdenziale di natura contributiva insufficiente a garantire, all’atto del congedo, l’erogazione di un adeguato trattamento pensionistico.
Relativamente, quindi, alla disciplina del trattamento economico e normativo del personale impegnato nelle missioni internazionali, l’oratore rileva che essa è recata da apposite disposizioni che inserite di volta in volta nell’ambito dei provvedimenti legislativi con cui periodicamente si dispone il finanziamento delle missioni internazionali. Tali disposizioni hanno, però, un’efficacia limitata nel tempo e sono fonte, altresì, di incertezze sulle regole applicative e di criticità di coordinamento che non garantiscono uniformità di trattamento del personale delle varie Forze Armate e Forze di Polizia.
Il generale D’Arrigo passa successivamente ad illustrare le problematiche inerenti la professionalità del personale, osservando che il possesso di un adeguato bagaglio di conoscenze in campo giuridico, economico e finanziario rappresenta il presupposto di base affinché l’Istituzione possa adempiere le proprie missioni a tutela del bilancio nazionale e dell’Unione Europea. In particolare, la Guardia di finanza provvede alla formazione di base delle varie categorie di personale attraverso cicli addestrativi differenziati e calibrati in ragione degli specifici compiti che esse dovranno assolvere nell’esercizio delle funzioni. Le attività che si svolgono negli istituti di istruzione sono articolate in lezioni in aula, esercitazioni pratiche, partecipazione a conferenze, spazi dedicati all’educazione fisica e allo sport, nonché, soprattutto, in periodi destinati allo studio delle materie previste dagli ordinamenti didattici dei vari corsi. Sotto il profilo infrastrutturale, gli interventi di adeguamento degli istituti di formazione sono poi stati ispirati a moderni criteri di funzionalità degli ambienti alloggiativi, di lavoro e di studio.
Sulla base di queste premesse, viene elaborato dallo Stato maggiore un piano della formazione, in cui vengono programmati i corsi informativi, di aggiornamento, di qualificazione, di specializzazione e di abilitazione da svolgere presso gli Istituti di istruzione deputati alla post formazione. Nel dettaglio, la Scuola di Polizia tributaria organizza corsi prevalentemente nell’area della polizia economica e finanziaria e delle lingue straniere, mentre il Centro di addestramento e di specializzazione di Orvieto e la Scuola alpina di Predazzo sono gli istituti di riferimento per la polizia di sicurezza. Analogamente, il Centro Aeronavale di Specializzazione di Gaeta cura l’organizzazione dei corsi di post formazione per il comparto aeronavale. Inoltre, grazie alla metodologia di e-learning, è stato possibile incrementare di più del 100 per cento il numero complessivo dei discenti negli ultimi 3 anni, passando da 14.636 unità nel 2007 a 20.121 frequentatori nel 2008, per arrivare, infine, a 30.408 militari nel corrente anno. In ogni caso, l’e-learning svolge sempre una funzione complementare rispetto alla formazione tradizionale, in quanto consente di uniformare la preparazione del personale sulle parti più nozionistiche dei corsi e di lasciare all’aula l’approfondimento delle tematiche più articolate: il blended learning, corrispondente, per l’appunto, alla combinazione tra attività on line e corsi residenziali, costituisce, peraltro, il prossimo obiettivo del 2010 nel sistema della formazione della Guardia di finanza.
Con riferimento alle condizioni di vita e di lavoro, l’oratore pone preliminarmente l’accento sul rilevante deficit di personale rispetto alle dotazioni organiche fissate per legge: nei ranghi della Guardia di finanza risulta, infatti, un disavanzo complessivo di 5.748 militari, pari all’8,4 per cento della forza organica, cui si affianca il preoccupante aumento degli esodi, legato soprattutto ai numerosi congedi a domanda di coloro che hanno maturato diritto a pensione sulla base del previgente sistema contributivo. Ciò rende indispensabile l’immediato ripristino del turn over al fine -quanto meno- di non aggravare l’attuale carenza. Le insufficienti risorse rispetto alle dotazioni di legge influenzano, poi, in modo rilevante le condizioni di lavoro del personale, con moltissimi reparti (ubicati soprattutto al nord) costretti a lavorare costantemente al limite delle proprie capacità operative e talora in condizioni emergenziali.
Relativamente al patrimonio immobiliare, rileva quindi che il Corpo dispone attualmente di soli 2.000 alloggi (1.437 riservati agli incarichi svolti e 563 in temporanea concessione), che giungeranno a essere quasi 2.400 al termine del programma di potenziamento infrastrutturale in corso. A questi si aggiungono circa 800 unità abitative nella disponibilità di appartenenti al Corpo a seguito di iniziative adottate in ambito locale. Si tratta, tuttavia, di una dotazione assolutamente insufficiente in rapporto alle oltre 68.000 unità che compongono la forza organica della Guardia di finanza, e, proprio in ragione di ciò, è stata disposta la costituzione, nell’ambito dello Stato Maggiore, una cabina di regia con lo scopo di sviluppare una politica volta ad incrementare il patrimonio alloggiativo, ad agevolare il personale nel reperimento di alloggi da acquistare ed a ridurre il disagio conseguente ai trasferimenti. Alla luce delle criticità evidenziate, il Corpo ripone pertanto grandi speranze nelle iniziative che l’Esecutivo sta adottando sul versante legislativo. Infatti, il Governo ha sottoscritto - tra le altre - due dichiarazioni con le quali si è impegnato a promuovere idonee iniziative al fine di consentire alle cooperative edilizie composte da appartenenti alle Forze armate e di polizia di ottenere l’assegnazione gratuita di terreni, nonché di immobili dismessi o in via di dismissione da parte del Ministero della difesa, e ad assumere le iniziative necessarie per la predisposizione di un piano pluriennale per la realizzazione e l’assegnazione di alloggi di servizio per il personale del Comparto sicurezza e difesa.
Grande rilevanza hanno, altresì, le iniziative adottate dal Corpo per l’osservanza di tutte le prescrizioni vigenti in tema di salubrità e sicurezza dei luoghi di svolgimento del servizio, nonché in tema di risparmio energetico, oltre a diverse sono azioni mirate a garantire un’adeguata assistenza al personale sotto il profilo economico, sanitario, psicologico e legale.
Per quanto attiene alla condizione del personale femminile, osserva quindi che le donne hanno rappresentato circa il 25 per cento dei candidati ai concorsi per l’arruolamento nell’ultimo triennio, con una percentuale di vincitrici attestatasi intorno al 20 per cento. La componente femminile non incorre, poi, in alcuna disparità di trattamento rispetto a quella maschile in tema di avanzamento, mentre, sotto il profilo dell’impiego, le donne sono inserite in tutti i contesti lavorativi, sia di staff che operativi, ed anche in tema di mobilità non si rilevano particolari criticità.
Relativamente al fattore della coesione, risultante dalle motivazioni, dal costante desiderio di migliorare e dal senso di appartenenza del personale, l’oratore precisa che un ruolo fondamentale è svolto dalla particolare la condizione di militarità del Corpo, che contribuisce in maniera determinante alla compattezza e alla coesione dell’Istituzione. Lo status militare determina infatti l’accentuazione dei doveri del personale, per il cui puntuale assolvimento l’ordinamento ha apprestato forme di garanzia particolarmente stringenti nell’interesse generale. A tali obblighi si uniscono poi le incombenze connesse alle qualifiche rivestite dal personale nel campo della polizia giudiziaria, della pubblica sicurezza e della polizia tributaria, cui sono correlate elevate responsabilità ad ogni livello, che permangono anche oltre l’orario di servizio. In tale contesto rileva anche l’esigenza di effettuare un’adeguata rivisitazione dei codici penali militari, con l’esplicita contemplazione del concerto del Ministro dell’economia e delle finanze (da cui il Corpo dipende), ai fini dell’adozione dei pertinenti provvedimenti attuativi, e facendo sì che l’opera di armonizzazione con il diritto penale comune investa anche le previsioni penali militari collocate all’esterno del sistema codicistico (come la collusione in contrabbando).
Sempre relativamente al tema della coesione, sottolinea sa ultimo il ruolo della rappresentanza militare, i cui organi svolgono una funzione fondamentale nella valutazione della condizione del personale, osservando altresì che la revisione delle norme a fondamento dell’istituto, ancorché urgente e necessaria, dovrebbe tenere conto di quanto sottolineato dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 449 del 1999 in ordine alla compatibilità con i caratteri di coesione interna e neutralità dell’ordinamento militare. In ragione di ciò, appare necessario che gli organi di rappresentanza mantengano la propria autonomia nell’esame delle questioni di pertinenza del Corpo e che la relativa autorità di riferimento rimanga il Comandante generale, unico responsabile verso il Ministro dell’economia e delle finanze per la risoluzione delle problematiche sollevate dai delegati.

La senatrice PINOTTI (PD) osserva che la contemporanea presenza in mare, con compiti analoghi, di unità appartenenti a Corpi e Forze armate differenti potrebbe dar luogo ad inopportune sovrapposizioni.
Pone quindi l’accento sia sul rilevante contributo fornito dalla Guardia di Finanza nelle operazioni internazionali, sia sulla necessità di riforma della legislazione penale militare.

Replica il generale D’ARRIGO, osservando che la particolare situazione di contemporaneo intervento di più unità navali con compiti analoghi è riscontrabile solo a largo dell’isola di Lampedusa al fine di fare più efficacemente fronte al fenomeno dell’immigrazione clandestina. In tutti gli altri contesti, invece, la Guardia di finanza, le Capitanerie di porto e la Marina militare operano secondo le loro specifiche attribuzioni.

Poiché nessun altro chiede di intervenire il presidente CANTONI, dopo aver ricordato che ciascun Commissario potrà comunque far pervenire anche dei quesiti scritti al generale D’Arrigo, ringrazia lo stesso per essere intervenuto, dichiarando contestualmente conclusa l’odierna procedura informativa.

Il seguito dell’indagine conoscitiva è quindi rinviato.


La seduta termina alle ore 16,10.

martedì 10 novembre 2009

UN GIARDINO IN MEMORIA DEL FINANZIERE FRANCESCO SALERNO


Da martedì 10 novembre, l’appuntato Francesco Salerno è ricordato a Torino da un giardino in Borgo San Paolo, a poca distanza dal Parco Ruffini. Nel 2005, durante un’operazione antidroga della Guardia di Finanza, il giovane graduato si era lanciato all’inseguimento di alcuni pusher, in fuga lungo la massicciata ferroviaria ed era stato travolto da un treno. Caduto nell’adempimento del proprio dovere, era stato insignito di medaglia d’oro alla memoria. Una medaglia indossata, durante la cerimonia di intitolazione del “giardino Francesco Salerno”, dalla vedova, la signora Patrizia Luca. Tanta gente nell’area verde tra corso Trapani e via Isonzo, alle spalle di un grosso complesso residenziale edificato pochi anni fa. Un folto picchetto d’onore delle Fiamme Gialle, abitanti della zona, autorità, tra le quali il prefetto Paolo Padoin e, per il Comune di Torino, il sindaco Sergio Chiamparino, il presidente della Sala Rossa Beppe Castronovo, i consiglieri Antonello Angeleri, Mario Carossa, Gioacchino Cuntrò, e Michele Paolino, presidente della Circoscrizione San Paolo - Pozzo Strada. Presenti anche diversi esponenti della magistratura torinese, come Marcello Maddalena ed Enrica Gabetta. In apertura della cerimonia, Castronovo ha sottolineato come la memoria dell’appuntato sarà custodita da un giardino frequentato dagli abitanti della zona e utilizzato dai bambini per i loro giochi, a testimonianza del sacrificio per la legalità e la civile convivenza. Base della democrazia. Il generale Vincenzo Basso, comandante delle Fiamme Gialle in Piemonte, ha ricordato ai suoi commilitoni: “Noi siamo uno strumento di legalità, una legalità la cui difesa quotidiana costa impegno, dedizione e, talvolta, il sacrificio della vita stessa”.

Durante la cerimonia, il sindaco ha voluto sottolineare le antiche origini torinesi della Guardia di Finanza, “un Corpo che ci è particolarmente caro. Quella contro la droga è una guerra difficile – ha aggiunto Chiamparino – che non può essere combattuta soltanto sul terreno della repressione, insieme alla quale è fondamentale un lavoro costante di educazione, nella scuola come in famiglia: siamo tutti educatori”. E il primo cittadino, concludendo il suo intervento, ha ribadito: “Chiediamo legalità, allora tutti dobbiamo contribuire, coltivando i suoi valori nella società e tra i giovani”. Quindi, il cappellano militare monsignor Jean-Pierre Ravotti ha recitato la “Preghiera del Finanziere”. E infine, lo scoprimento della targa che intitola il giardino all’appuntato Salerno, e l’inno di Mameli, cantato a gola spiegata non soltanto dai militi della Finanza, ma anche da molti dei cittadini presenti.

http://www.comune.torino.it/cittagora/article_7387.shtml">

VECCHIE SCUSE, NUOVE PROROGHE

Anche nel 2004 si chiedeva la proroga dei CoCeR. Quali i motivi? I soliti: la riforma della rappresentanza, il riordino, il contratto etc etc.
Dopo 5 anni siamo punto e a capo con le richieste di sempre e le scuse di allora.








IN ARRIVO IL RESIDUO DEL FONDO EFFICIENZA


domenica 8 novembre 2009

L’ITALIA PRIGIONIERA DELLA SPINTARELLA

"Alla Forestale un concorso, per gli amici"
Il Tar annulla la graduatoria: "Poca trasparenza, prove da rifare"

di Paolo Festuccia

Tutto da rifare. Graduatoria annullata. La decisione è del Tar del Lazio, che con la sentenza (09984/2009) dello scorso 16 ottobre ha sancito la scarsa trasparenza delle selezioni per i 68 posti di primo dirigente del Corpo forestale dello Stato. L'allarme, dunque, lanciato da La Stampa sulla selezione degli aspiranti dirigenti ha trovato certezze nelle carte bollate del Tribunale amministrativo regionale, che non solo ha annullato la graduatoria del concorso interno ma ha pure condannato l'amministrazione del Corpo forestale dello Stato al pagamento delle spese processuali. Secondo il Tar, infatti, l'azione del Cda del Corpo Forestale, presieduto dal ministro Luca Zaia, è «illogica e incoerente».
«La motivazione degli atti amministrativi - scrivono i giudici - è un consolidato onere che trae origine dai principi costituzionali di imparzialità e di conseguenza trasparenza dell'azione dei pubblici poteri». Insomma, tutto il contrario di quanto accaduto. Tanto che, si legge nella sentenza, «le valutazioni dei candidati sono accompagnate soltanto da espressioni di mero richiamo ai parametri di giudizio, che si traducono in circonlocuzioni tautologiche dalle quali è impossibile evincere i presupposti razionali della valutazione finale e della sua insolita massificazione».
Non solo, il Tar sottolinea pure che «la discrezionalità del potere esercitabile, per quanto ampia, non può essere esente da verifiche». E proprio in relazione all'eccesso di potere, la sentenza stigmatizza «il comportamento ostruzionistico degli uffici nel ritardare l'accesso agli atti del procedimento, e nell'approvazione della graduatoria pochi giorni prima dell'indizione del corso di formazione, ad ostacolare le verifiche di legittimità e l'utilità dell'azione giudiziaria».
Vicenda, naturalmente, imbarazzante per un Corpo di Polizia che, invece, dovrebbe garantire in primo luogo la trasparenza e la tutela dei cittadini. Cittadini che, come gli aspiranti al concorso, si sono, invece, dovuti rivolgere alla magistratura per conoscere i «trucchi» di una graduatoria «annunciata» di vincitori.
In sostanza: chi doveva essere promosso ha avuto il punteggio massimo di 20 nella voce attitudine all'avanzamento, i non graditi, invece, hanno ottenuto 17 punti. Dunque, più che la fortuna e la bravura per i concorrenti idonei all'epoca del concorso, poté la cosiddetta spintarella. Ma si sa, che se la fortuna è cieca è altrettanto vero che la giustizia amministrativa (in questo caso) ci ha visto benissimo. Ora, però, resta ancora da capire perché la dea bendata tra tanti aspiranti dirigenti del Corpo Forestale, comandato da Cesare Patrone (e coadiuvato da una serie di parenti e affini, come il fratello Amato, la moglie di quest'ultimo Serena Pandolfini, la cugina Rosa) si sia posata proprio su quelli del Veneto, regione cara al ministro per le Politiche agricole, Luca Zaia, che presiede proprio il consiglio di amministrazione del Corpo. Non è la prima volta che i concorsi per il Corpo forestale dello Stato finiscono nella bufera.
Polemiche e dubbi si ebbero anche per i 500 vincitori della prova per allievi e per i 182 posti da vice ispettore. All'epoca dei fatti, le interrogazioni non scalfirono la poltrona del comandante Cesare Patrone, ora chissà cosa potrà accadere dopo questa sentenza.
La Stampa del 6 novembre 2009

martedì 3 novembre 2009

COMUNE DI TORINO: DELIBERA DI INTITOLAZIONE DI UN GIARDINO ALL'APP. FRANCESCO SALERNO


CITTÀ DI TORINO

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE

15 aprile 2008




OGGETTO: TOPONOMASTICA - GIARDINO ATTREZZATO A VERDE PUBBLICO, COMPRESO TRA VIA F. COGNASSO E VIA ISONZO, CIRCOSCRIZIONE N. 3 - INTITOLAZIONE A "FRANCESCO SALERNO".

Proposta dell'Assessore Borgogno.

La Commissione Comunale per la Toponomastica nella seduta svoltasi il 5 febbraio 2008, ha assunto la decisione di proporre l’intitolazione del giardino attrezzato a verde pubblico compreso tra Via Francesco Cognasso e Via Isonzo, Circoscrizione n. 3, a “Francesco Salerno.”
Nato a Roma nel 1971 e morto a Brandizzo (To) nel 2005. Appuntato della Compagnia A.T.P.I. (Antiterrorismo e Pronto Impiego – “baschi verdi”) della Guardia di Finanza di Torino, arruolatosi nel Corpo nel novembre del 1994, prestava servizio da 10 anni. La sera di venerdì 4 novembre 2005, in servizio di pattuglia per il contrasto al traffico di stupefacenti, dopo un lungo inseguimento iniziato dal casello autostradale di Rondissone (TO) nei confronti di un’autovettura con a bordo due corrieri della droga, traeva in arresto, in Brandizzo, uno degli occupanti dell’autovettura bloccata e, unitamente ai suoi colleghi, si poneva all’inseguimento a piedi, nelle campagne circostanti, nei confronti di un altro narcotrafficante sfuggito all’arresto, ma nell’intento di assicurarlo alla giustizia veniva travolto da un treno lungo la linea ferroviaria Torino-Milano. Il tragico evento ha colpito profondamente la cittadinanza torinese, presente in massa al funerale insieme alle autorità civili , religiose e militari, a testimonianza della gratitudine nei confronti di un militare deceduto nell’adempimento del dovere a difesa della civile e legale convivenza sociale, turbata dalla dilagante piaga della droga.

Tutto ciò premesso,



LA GIUNTA COMUNALE






D E L I B E R A



per i motivi espressi in narrativa che integralmente si richiamano:
1) di assegnare la denominazione “Francesco Salerno” al giardino attrezzato a verde pubblico compreso tra Via Francesco Cognasso e Via Isonzo, Circoscrizione n. 3, così come specificato in narrativa.
L’attribuzione della denominazione verrà effettuata previa autorizzazione del Prefetto, subordinatamente alla concessione della deroga al termine decennale della morte (così come disposto dall’art. 4 comma 2 – Legge 23 giugno 1927 n. 1188), sentito inoltre il parere della Deputazione di Storia Patria ai sensi dell’art. 1 della Legge sopracitata;
2) di dare atto che la spesa di cui alla presente deliberazione troverà, al momento della sua attuazione, capienza nei fondi relativi alla fornitura, posa e manutenzione di targhe viarie e lapidi annualmente impegnati a seguito di gara indetta;
3) di dichiarare, attesa l'urgenza, in conformità del distinto voto palese ed unanime, il presente provvedimento immediatamente eseguibile, ai sensi dell'art. 134, 4° comma, del Testo Unico approvato con D.Lgs 18 agosto 2000 n. 267.

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno