venerdì 16 ottobre 2009

Polizia, a ottobre arrivano le divise estive - di Massimo Numa (La Stampa del 15-10-09)


Viminale povero e anche distratto. Lettera dal ministero degli Interni, data 5 ottobre. Tema, il vestiario estivo. Il Siap, sindacato di polizia, chiede ragioni del perché mancano camicie, scarpe, pantaloni, anfibi. Insomma, qualsiasi cosa. I burocrati inviano, appunto in autunno inoltrato, una nota in cui annunciano di «aver provveduto all’assegnazione di 649 camicie...», contro le 1300 necessarie. Note tristi, anche un po’ rassegnate: «E’ stato rappresentato che la limitata disponibilità finanziaria di risorse relative al capitolo di spesa non ha consentito, al momento, il completo soddisfacimento delle esigenze segnalate». Il segretario provinciale Siap, Michele Cerviere, attacca: «Sono totalmente insufficienti, siamo in autunno e le consegne non sono state ancora completate».

Tutto questo è paradossale e, per certi versi, suona anche irridente per il personale. Che già si compra gli scarponi anfibi perchè non non ce ne sono più da tempo. Credo che il governo non si stia comportando in modo corretto, va tradendo tutte le nostre aspettative».

Dal vestiario alle auto. La denuncia è del Sap provinciapale. Parla il segretario provinciale, Silverio Sabino: «La situazione più comica è alla squadra mobile. Anzi tragicomica. Dunque, come è noto, mancano auto civili. Le poche ci sono, carrette esauste e da tutti straconosciute. Nel garage di via Tirreno, però, ci sono sette auto di grossa cilindrata, di cui tre nuovissime, confiscate. Pronte per essere utilizzate. Invece sono da mesi ferme. Perchè? Colpa di norme e circolari inesistenti o contradditorie. Da una parte il ministero ha stabilito che le auto superiori a 2500 cc devono ritornare all’autoritàù giudiziaria per essere vendute all’asta. Costi di gestione troppo alti, spiegavano. Ma c’è un’altra direttiva, emanata proprio dal ministro, che libera questi mezzi dai vincoli. A Torino, nonostante la buona volontà dei dirigenti locali, la situazione non si sblocca. Con effetti negativi per i servizi. A volte usiamo persino le auto di nostra proprietà, con tutti i pericoli che una scelta del genere comporta. Chiediamo semplicemente di essere messi in condizioni di lavorare, nient’altro». E Massimo Montebove, della direzione nazionale del Sap: «Oggi sit in davanti al ministero, si discute del contratto ma la partenza è già da dimenticare, aumenti ridicoli e niente risorse. Ci vuole un cambio di marcia, prima che sia troppo tardi».

Sulla stessa linea d’onda il dirigente nazionale del Siulp, Eugenio Bravo: «40 euro di aumento, 20 netti al mese. Una miseria in tempi come questi. E poi il blocco del turn over, l’età media dei poliziotti sempre più alta e la cronica mancanza di mezzi. Le carenze di organico si faranno sentire sempre di più, corriamo il rischio di un corto circuito, dalle conseguenze imprevedibili per la macchina della sicurezza. Il governo cambi politica, basta con i tagli».

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