
INCHIESTA (da La Stampa del 8 novembre 2007)
Nelle case dello Stato abita solo lo spreco
Due palazzi per i poliziotti: 58 alloggi pronti da 4 anni
di ALESSANDRO MONDO
Torino - E poi si parla di emergenza-casa. In via Gaidano 121, Mirafiori Nord, 58 alloggi attendono altrettanti inquilini. Considerato che li hanno terminati ad agosto 2003, c’è da stupirsi che non siano ancora stati occupati abusivamente. Evidentemente chi nei mesi scorsi ha forzato uno degli ingressi non li ha trovati di suo gradimento, o non è riuscito ad andare oltre.L’ultimo caso di spreco di denaro pubblico rimanda alla seconda circoscrizione e si traduce sotto forma di due palazzine: nuove come può esserlo una struttura che non è mai stata utilizzata eppure circondate da erbacce alte così. In questi due caseggiati, semplici ma tutto sommato gradevoli, oggi dovrebbero abitare 58 poliziotti trasferiti da altre regioni.Invece non c’è nessuno. A quattro anni dalla costruzione Atc, che attende di prenderle in consegna, rileva che mancano le caldaiette e il certificato dei Vigili del fuoco. Le rampe di accesso ai garage vanno «corrette». «Dettagli» per due costruzioni realizzate con fondi ministeriali, tre milioni e rotti di euro, in conformità al decreto legge 152 (articolo 18) che nel ‘91 ha varato un programma straordinario di edilizia residenziale «da concedere in locazione o in godimento ai dipendenti delle amministrazioni dello Stato quando è strettamente necessario alla lotta alla criminalità organizzata, con priorità per coloro che vengono trasferiti per esigenze di servizio». Lo Stato mette i soldi. I privati costruiscono. I Comuni, tramite le Atc, amministrano. Detto così, sembra tutto chiaro. Nel caso di via Gaidano è andato tutto storto. Proprio ieri l’assessore comunale Roberto Tricarico (Politiche per la casa), sollecitato dal presidente della circoscrizione Andrea Stara e dal comitato di quartiere, ha mandato una lettera al Prefetto Sottile domandando chiarimenti. Se le due strutture vengono utilizzate per il loro scopo bene, altrimenti il Comune chiederà di assegnare gli alloggi a chi, pur non vestendo la divisa, ne ha bisogno: questo, in sintesi, il contenuto della lettera al Prefetto. Il quale, raggiunto al telefono, sostiene di non saperne nulla: «Apprendo solo ora di questa situazione, valuteremo e provvederemo».Stando a quel poco che si riesce a capire, la decisione di costruire le palazzine è il frutto di una convenzione stipulata nel ‘99 tra Ministero delle Infrastrutture, Comune e la «Cooperativa Acacia», vincitrice del bando. La coppia di caseggiati è stata terminata nel 2003, pare che la coop rivendichi costi effettivi superiori allo stanziamento di Roma. Se è per questo anche la «Ar.te. spa», appartenente al consorzio di imprese messo in piedi per l’occasione, è rimasta con il cerino in mano visto che - spiega Enrico Aime, il titolare -, oggi attende di incassare da «Acacia» circa un milione di euro. Se non altro, le case ci sono. Ma non è finita. Il primo collaudo (20 giugno 2005), non è giudicato sufficiente, servono integrazioni. Il secondo arriva soltanto il 20 febbraio 2007. La «Ar.te. spa», che sta lavorando alla posa delle caldaiette e sulle rampe, ha già trasmesso la documentazione catastale al notaio in vista del passaggio di proprietà ad Atc: resta da vedere chi debba farsi carico delle spese legate alla pratica, un’altra incognita. La Prefettura, competente per l’assegnazione degli alloggi, non può procedere. E comunque, cade dalle nuvole. «Può darsi che il Prefetto non sapesse nulla ma i suoi collaboratori certamente sì», replica Giorgio Ardito, presidente Atc.In questa storia all’italiana, dove tutti avanzano soldi da tutti e nessuno si assume responsabilità, quei 58 alloggi a Mirafiori restano vuoti. Per ora.




Nelle case dello Stato abita solo lo spreco
Due palazzi per i poliziotti: 58 alloggi pronti da 4 anni
di ALESSANDRO MONDO
Torino - E poi si parla di emergenza-casa. In via Gaidano 121, Mirafiori Nord, 58 alloggi attendono altrettanti inquilini. Considerato che li hanno terminati ad agosto 2003, c’è da stupirsi che non siano ancora stati occupati abusivamente. Evidentemente chi nei mesi scorsi ha forzato uno degli ingressi non li ha trovati di suo gradimento, o non è riuscito ad andare oltre.L’ultimo caso di spreco di denaro pubblico rimanda alla seconda circoscrizione e si traduce sotto forma di due palazzine: nuove come può esserlo una struttura che non è mai stata utilizzata eppure circondate da erbacce alte così. In questi due caseggiati, semplici ma tutto sommato gradevoli, oggi dovrebbero abitare 58 poliziotti trasferiti da altre regioni.Invece non c’è nessuno. A quattro anni dalla costruzione Atc, che attende di prenderle in consegna, rileva che mancano le caldaiette e il certificato dei Vigili del fuoco. Le rampe di accesso ai garage vanno «corrette». «Dettagli» per due costruzioni realizzate con fondi ministeriali, tre milioni e rotti di euro, in conformità al decreto legge 152 (articolo 18) che nel ‘91 ha varato un programma straordinario di edilizia residenziale «da concedere in locazione o in godimento ai dipendenti delle amministrazioni dello Stato quando è strettamente necessario alla lotta alla criminalità organizzata, con priorità per coloro che vengono trasferiti per esigenze di servizio». Lo Stato mette i soldi. I privati costruiscono. I Comuni, tramite le Atc, amministrano. Detto così, sembra tutto chiaro. Nel caso di via Gaidano è andato tutto storto. Proprio ieri l’assessore comunale Roberto Tricarico (Politiche per la casa), sollecitato dal presidente della circoscrizione Andrea Stara e dal comitato di quartiere, ha mandato una lettera al Prefetto Sottile domandando chiarimenti. Se le due strutture vengono utilizzate per il loro scopo bene, altrimenti il Comune chiederà di assegnare gli alloggi a chi, pur non vestendo la divisa, ne ha bisogno: questo, in sintesi, il contenuto della lettera al Prefetto. Il quale, raggiunto al telefono, sostiene di non saperne nulla: «Apprendo solo ora di questa situazione, valuteremo e provvederemo».Stando a quel poco che si riesce a capire, la decisione di costruire le palazzine è il frutto di una convenzione stipulata nel ‘99 tra Ministero delle Infrastrutture, Comune e la «Cooperativa Acacia», vincitrice del bando. La coppia di caseggiati è stata terminata nel 2003, pare che la coop rivendichi costi effettivi superiori allo stanziamento di Roma. Se è per questo anche la «Ar.te. spa», appartenente al consorzio di imprese messo in piedi per l’occasione, è rimasta con il cerino in mano visto che - spiega Enrico Aime, il titolare -, oggi attende di incassare da «Acacia» circa un milione di euro. Se non altro, le case ci sono. Ma non è finita. Il primo collaudo (20 giugno 2005), non è giudicato sufficiente, servono integrazioni. Il secondo arriva soltanto il 20 febbraio 2007. La «Ar.te. spa», che sta lavorando alla posa delle caldaiette e sulle rampe, ha già trasmesso la documentazione catastale al notaio in vista del passaggio di proprietà ad Atc: resta da vedere chi debba farsi carico delle spese legate alla pratica, un’altra incognita. La Prefettura, competente per l’assegnazione degli alloggi, non può procedere. E comunque, cade dalle nuvole. «Può darsi che il Prefetto non sapesse nulla ma i suoi collaboratori certamente sì», replica Giorgio Ardito, presidente Atc.In questa storia all’italiana, dove tutti avanzano soldi da tutti e nessuno si assume responsabilità, quei 58 alloggi a Mirafiori restano vuoti. Per ora.




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