giovedì 26 gennaio 2017

DOPO UN ANNO PASSATO INVANO IL PARLAMENTO CONCEDE UN’ALTRA PROROGA/MARCHETTA AI RAPPRESENTANTI DEI MILITARI

Le cronache parlamentari del Senato ci dicono che è imminente l’ennesima proroga degli organismi di rappresentanza militare.
On. Villecco
Si tratterà di un altro anno di vita concesso all’attuale mandato, la cui scadenza naturale sarebbe dovuta avvenire nel 30 maggio 2016 ma che già l’anno scorso era stato prolungato fino al 30 maggio 2017 tramite l’approvazione di un emendamento al decreto milleproroghe a prima firma dell’onorevole Rosa Villecco (PD), sottoscritto però da tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione di uno.
Quest’anno non è dato sapere quali siano le motivazioni per le quali si rinvierà ancora l’elezione dei rappresentanti dei militari. Il 26 gennaio 2016 furono invece esplicitati questi motivi nel parere espresso sul decreto dalla Commissione Difesa della Camera, relatore il presidente della Commissione, On. Francesco Saverio Garofani (PD): “…appare necessario prorogare di almeno un anno la durata degli organi anzidetti, per consentire al Parlamento di portare avanti l'iter di riforma degli istituti della rappresentanza militare ed evitare di procedere al rinnovo degli stessi organi, con il rischio che l'eventuale approvazione in via definitiva della riforma ne provochi la decadenza poco dopo l'elezione...”
Può essere, quindi, interessante andare a vedere come si sia poi sviluppato il lavoro parlamentare di una riforma che attende la sua approvazione da alcuni decenni e che è stata appunto utilizzata come giustificazione della precedente proroga.
Ricordiamo che il 27 gennaio 2015, ormai due anni fa, venne costituito presso la Commissione Difesa della Camera un comitato ristretto che aveva lo scopo di esaminare le tante proposte di legge (ben otto) provenienti da tutto l’arco parlamentare. Il compito di coordinare i lavori del comitato spettava alla relatrice dei disegni di legge, l’onorevole Villecco Calipari già sopra menzionata.
Da allora, anzi dalla prima (1 luglio 2015) all’ultima riunione (18 gennaio 2017), il comitato si è riunito solamente 11 volte in 567 giorni, per una media di una riunione ogni 52 giorni. Complessivamente i deputati hanno affrontato l’argomento per 4 ore e 40 minuti: mediamente ciascuna delle 11 riunioni è durata quindi 25 minuti, con il picco di 50 minuti il 6 aprile 2016 ed i record negativi di soli 5 minuti il 16/12/2015 (per farsi gli auguri di natale?) ed il 21 settembre scorso (per salutarsi al rientro delle vacanze estive?).
E’ evidente che quella della riforma della rappresentanza militare è stata una risibile scusa, alla quale non credeva e non crede più nessuno, nemmeno gli stessi deputati. Se si considera la bozza di legge girata in passato ed attribuita alla relatrice, possiamo augurarci che la media lavorativa del comitato venga confermato anche per lo sprazzo di tempo che resta all’attuale parlamento (12 mesi salvo elezioni anticipate) e che anche questa legislatura si confermi sterile come tutte le precedenti: meglio nessuna riforma che un aborto.
C’è da dire che perlomeno i Senatori, quest’anno, si sono e ci hanno risparmiato il goffo tentativo di motivare la solita marchetta che interessa solamente pochi delegati della rappresentanza militare.
Simone Sansoni

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