lunedì 30 aprile 2012

Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-07345..articolo 67 (Impiego degli appartenenti alla Polizia di Stato)

LPD - Laboratorio di Polizia Democratica

sabato 21 aprile 2012

ELEZIONI PRELIMINARI COBAR 2012 – F.A.Q.






La Guardia di finanza con la circolare 119075 del 20 aprile ha stabilito i criteri organizzativi per le elezioni della rappresentanza militare del Corpo del XI mandato; le procedure elettori, in base al calendario ministeriale, partiranno lunedì 23 aprile. Entro il 7 maggio dovranno tenersi le elezioni preliminari per il COBAR.

Cosa sono? Sono le elezioni per scegliere quali saranno i candidati alle elezioni definitive per il COBAR, una sorta di “primarie”.

Quando si vota? Tra il 3 ed il 7 maggio, in una giornata ancora da stabilirsi.

Si svolgono per tutti? No, sono previste solamente per le 4 categorie PeISAF, non per gli Ufficiali.

Dove sono previste? Presso le unità elementari di tutti i Comandi Regionali ed equiparati (cd. unità di base)

Cosa sono le unità elementari? Sono le diverse unità che compongono il Comando Regionale; normalmente coincidono con i Comandi Provinciali o equiparati.

Chi sono gli elettori? Tutto il personale che presta servizio nelle unità elementari e reparti dipendenti.

Chi sono gli eleggibili? Tutto il personale che presta servizio nelle unità elementari e reparti dipendenti, ad eccezione di alcuni casi particolari connessi ad avvenimenti di natura penale o disciplinare.

Come si vota? Ciascun elettore può esprimere al massimo UNA preferenza, scrivendo il nominativo di un collega di categoria della propria unità elemntare.

Posso votare un collega di un altro Provinciale? No, in questa fase il voto sarebbe nullo. Sarà possibile nelle elezioni definitive.

Un Ispettore può votare un Sovrintendente e viceversa? No, il voto sarebbe nullo. Dal prossimo mandato la categoria “Sottufficiali” è stata divisa nei due ruoli anche ai fini della rappresentanza militare.

Dove sono i seggi? Sono previsti presso tutte le sedi con almeno 25 persone in servizio. Il personale dei reparti più piccoli si recherà a votare in tali sedi.

Sono obbligato ad andare a votare? Si, se sei in servizio il giorno delle votazioni. Il voto è previsto come un dovere e la mancata partecipazione è passibile della sanzione disciplnare del richiamo.

Posso non votare nessuno? Si, il voto è segreto quindi puoi votare scheda bianca o annullare la scheda.

Se il giorno della votazioni sono in licenza, posso votare? Si, possono votare presso il proprio seggio anche gli assenti dal servizio, tranne chi è in aspettativa.

Come faccio a sapere chi si candida? Nei 10 giorni antecedenti alle votazione, presso tutti i reparti a partire dalle Compagnie, dovranno tenersi delle riunioni di categoria per la propaganda nel corso nelle quali chi si vuol candidare potrà proporsi al voto dei colleghi ed illustrare verbalmente il proprio pensiero.

Può essere rieletto chi è tuttora in carica? Si, per il prossimo mandato non esistono limiti di rieleggibilità.


CALENDARIO ELETTORALE RAPPRESENTANZA MILITARE



















mercoledì 18 aprile 2012

MANIFESTAZIONE DAVANTI PALAZZO SPADA, SEDE DEL CONSIGLIO DI STATO ROMA 17 APR 2012


MANIFESTAZIONE DAVANTI PALAZZO SPADA, SEDE DEL CONSIGLIO DI STATO ROMA - VIDEO






Agenti di polizia e militari protestano in un sit-in di fronte a Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato a Roma.



“La giustizia amministrativa ci tratta come cittadini di serie B” lamenta Domenico Pianese, del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia. – “



Agli agenti di polizia e delle forze armate non vengono riconosciuti diritti fondamentali come la tutela della paternità, della maternità e la vicinanza ai familiari portatori di handicap”. Diritti “normali” per i cittadini comuni, che però non spettano agli uomini in divisa: “una discriminazione inammissibile”, spiega Giorgio Carta, presidente del Partito Popolare Sicurezza e Difesa, “il paradosso è che gli stessi militari a cui in Italia vengono negate le garanzie democratiche, vengono inviati all’estero a “portare democrazia” e quei diritti che loro stessi non possono esercitare in patria” - di Tommaso Rodano 17 aprile 2012



mercoledì 11 aprile 2012

LA SPECIFICITA' INSIDIOSA DEL GENERALE ROSSI E' IL FALLIMENTO DELL'ATTUALE RAPPRESENTANZA MILITARE

Gen. Domenico Rossi - presidente del CoCeR Interforze e Sotto-capo di Stato Maggiore dell'Esercito

Ancora una volta la “specificità” solennemente approvata con l’art. 19 della legge 183/2010 si sta rivelando per quello che già all’epoca dell’approvazione si poteva facilmente intuire: una norma “capestro” voluta e pensata dagli Stati Maggiori e da una certa politica ultraconservatrice per isolare i militari dal resto del pubblico impiego, riportarli agli anni ’70 ed annacquare tutte quei diritti conquistati a seguito della legge 382/1978 e della legge 121/1981. La specificità, infatti, è stata sinora applicata in modo difforme e contraddittorio: effettivamente e concretamente dal punto di vista delle limitazioni ed in maniera effimera e beffarda dal punto di vista delle compensazioni economico/previdenziali.

Dopo le pesanti penalizzazioni già operate dal precedente governo politico (congelamento stipendiale, blocco contrattuale, scippo dei fondi accantonati per il riordino delle carriere, TFS, mancato avvio della previdenza complementare, norme antiassenteismo, ecc.), il nuovo governo tecnico si accinge ad azzerare le compensazioni previdenziali ed a varare il c.d. Nuovo Modello Difesa (che prevede oltre 30mila esuberi nella sola componente militare), mentre già si parla di estensione al comparto dell’art.18 e di riforma/razionalizzazione del comparto sicurezza.

Parallelamente, dal punto di vista dei diritti, i militari hanno subito una compressione dei già limitatissimi diritti: l’esclusione delle revisioni introdotte alla legge 104, le novità furbescamente inserite nel nuovo Codice dell’ordinamento mikitare, l’assoggettamento alle procedure di mobilità, le interpretazioni restrittive sui diritti politici, la mancata riforma della rappresentanza militare e così via.

In questo contesto, le rappresentanze militari (o meglio la gran parte di esse con Esercito e Carabinieri in testa) sono oggi di nuovo lì, appiattite sulle posizioni degli Stati maggiori e dei sindacati di polizia a rivendicare la “specificità” economica (o meglio la miseria quello che né rimane), senza nulla profferire in tema di diritti e riforma della rappresentanza, come se questi aspetti fossero secondari, poco rilevanti o non riconducibili al concetto di “specificità”.

Sulle posizioni degli Stati maggiori, dei sindacati di polizia e, soprattutto, dalla rappresentanza militare è però necessario fare alcune considerazioni, necessarie per comprendere quanto l’attuale modello sia inadeguato, inefficiente, poco indipendente ed inadatto a tutelare gli interessi dei finanzieri.

Prima considerazione: gli Stati maggiori spingono per la remunerazione economico-previdenziale della specificità, in quanto attraverso la specificità detengono un potere gestionale pressoché assoluto e sono consapevoli che le forti limitazioni dei diritti imposte dalla specificità possono essere sopportate dal personale solo e soltanto in presenza di compensazioni economico-previdenziali adeguate e concrete. Una situazione estremamente delicata per quanto attiene i vertici delle polizie militari, la cui specificità rappresenta un’anomalia e non è oggettivamente giustificata dalla funzione espletata (prevalentemente di sicurezza e solo marginalmente di difesa), tanto che i poliziotti civili godono di ben altri diritti a fronte delle medesime compensazioni.

Seconda considerazione: i sindacati di polizia, spaccati e divisi in fazioni e per questo oscurati dai Cocer, spingono per la remunerazione della specificità, in netta controtendenza rispetto ai decenni passati quando spingevano per ottenere gli stessi diritti dei pubblici impiegati, in quanto, a diritti sindacali acquisiti, la specificità rappresenta solo e soltanto un’opportunità per spuntare migliorie economico-previdenziali o anche solo per evitare ulteriori tagli.

Terza considerazione: le rappresentanze militari spingono per la remunerazione della specificità perché attraverso di essa sperano di evitare i tagli economici e previdenziali; una strategia apprezzabile, ma fino ad un certo punto, soprattutto per quanto riguarda Carabinieri e Guardia di Finanza. Appare, infatti, legittimo e condivisibile che i delegati si battano per il mantenimento di stipendi e pensioni ma, vista la situazione delle casse dello Stato e l’atteggiamento di netta contrarietà alla remunerazione della specificità tenuto da questo governo tecnico e dal precedente governo politico (a parte i vuoti proclami di alcuni singoli esponenti), non sarebbe stato invece il caso di ribaltare la rivendicazione e chiedere l’equiparazione ai poliziotti civili in termini di diritti, invece che avanzare richieste di vantaggi economico-previdenziali che, come era facilmente preventivabile, erano destinate a rimanere insoddisfatte? O ancora non sarebbe stato il caso di avallare la specificità solo e soltanto a fronte di norme di salvaguardia economico-previdenziali concrete ed immediatamente cogenti e vincolanti?

Per la verità il Cocer Aeronautica ed il Cocer Guardia di finanza hanno più volte espresso questa posizione, ma in quella battaglia, a differenza di quella per la remunerazione economica della specificità, sono stati (guarda caso!) osteggiati da tutti gli Stati maggiori, inascoltati dai sindacati di polizia e, peggio, isolati dal resto della rappresentanza militare.

Tutti gli altri delegati Cocer (con qualche singola eccezione), hanno, infatti, assunto una posizione pro-specificità senza se e senza ma, accecati dalle vuote promesse del precedente Governo (o meglio da una parte di esso ben rappresentata dall’ex ministro La Russa), blanditi da proroghe e promesse di rieleggibilità e soverchiati dalla preponderante personalità del Presidente del Cocer Interforze, generale di corpo d’armata Domenico Rossi, Sottocapo di Stato maggiore dell’Esercito. Tutti accaniti sostenitori di quel concetto di specificità isolazionista ed autoritario che lo stesso generale Rossi descriveva e proponeva già nel 2005 in qualità di capo del Reparto affari giuridici ed economici del personale dello Stato maggiore dell’Esercito (vedi documento ) e che, a mio parere, è (forse) idoneo per le Forze Armate, ma assolutamente inadatto e forse anche pericoloso per una forza di polizia e, soprattutto, per una forza di polizia economico-finanziaria.

Questo concetto di specificità, concepito dagli Stati maggiori delle Forze Armate e pensato per la sola funzione di difesa, che presuppone il soldato/poliziotto come una sorta di “missionario” obbediente e fedele, è divenuto il cavallo di battaglia della rappresentanza militare, speso in nome di tutti i militari ed anche dei poliziotti militari, secondo una strategia miope e poco avveduta che non ha tenuto conto della crisi economica e del fatto che già prima delle riforme degli anni ’80 quel concetto di specificità era già attuato a tutto danno del personale.

Questa strategia, figlia dei difetti strutturali dell’attuale modello di rappresentanza militare, della sua eterogeneità, della sua debolezza congenita, della sua inadeguatezza e, soprattutto, della sua permeabilità alle influenze di politica e Stati maggiori, ha finito per regalare a tutti i militari ed in particolare a Finanzieri e Carabinieri questa specificità farlocca, beffarda ed addirittura dannosa per l’efficienza stessa delle polizie militari.

In due parole, dietro il fallimento della specificità, c’è il fallimento della rappresentanza militare e la necessità impellente e non più rimandabile di riformare questo strumento.


GIANLUCA TACCALOZZI
Presidente Direttivo Nazionale Ficiesse



SIMONE SANSONI
Segretario nazionale Ficiesse

martedì 10 aprile 2012

Debiti per oltre sette milioni di euro - 6 denunce per bancarotta fraudolenta

La Guardia di Finanza ha denunciato sei persone per l’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta e ha proceduto al sequestro preventivo dei beni di due imprese, la Italtechnique di Rivoli e la All Energy & Architecture Moncalieri, in provincia di Torino. I provvedimenti sono stati adottati nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della ditta All Neon Plus di Orbassano, che operava nel settore degli impianti fotovoltaici e che aveva accumulato debiti per oltre sette milioni di euro tra il 2004 e il 2010. Secondo quanto accertato dagli investigatori, i soci della All Neon Plus, prima della nomina del curatore fallimentare, avevano sottratto dalle casse societarie consistenti somme di denaro e falsificato i relativi bilanci, esponendo come esigibili rilevanti importi per crediti di fatto inesigibili e non indicando costi di gestione effettivamente sostenuti. Gli oltre 30 dipendenti della ditta, così, si trovarono da un giorno all’altro senza lavoro e i fornitori senza la possibilità di recuperare i loro crediti. I finanzieri, coordinati dal pubblico ministero Ciro Santoriello della Procura di Pinerolo, hanno poi accertato che i responsabili della All Neon Plus avevano ceduto molti beni, soprattutto macchinari ed autoveicoli, ad altre società appositamente costituite, tra cui spiccano la Italtechnique di Rivoli e la All Energy & Architecture di Moncalieri. A essere sequestrati sono proprio tali beni, che verranno messi all’asta al fine di recuperare parte delle somme reclamate dai creditori. Gli approfondimenti delle Fiamme Gialle hanno inoltre consentito l’individuazione di tre milioni di euro di imposte non corrisposte a vario titolo all’Erario e circa un milione di euro di ritenute previdenziali non versate. http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/449604/

venerdì 6 aprile 2012

..:: Lavoro straordinario prestato nei giorni di riposo: la Polizia chiede lumi alla Funzione Pubblica. E la GdF?

..:: Lavoro straordinario prestato nei giorni di riposo, nota del Dipartimento ::..

DIFESA, PDM: ELEZIONI RAPPRESENTANZA MILITARE A RISCHIO DI INCOSTITUZIONALITA’

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..:: "Pensioni, Sindacati e Cocer furibondi": l'articolo del SOLE 24 ORE ::..

..:: "Pensioni, Sindacati e Cocer furibondi": l'articolo del SOLE 24 ORE ::..

..:: Verso il rinvio a giudizio dei No Tav. I legali del SAP: "Saremo parte civile" (l'articolo de LA STAMPA) ::..

..:: Verso il rinvio a giudizio dei No Tav. I legali del SAP: "Saremo parte civile" (l'articolo de LA STAMPA) ::..

Pensioni: Poliziotti, Militari e Vigili del Fuoco pronti alla mobilitazione - Quotidiano online della provincia di Savona

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Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno