lunedì 16 giugno 2014

LE INCHIESTE FARANNO SOLO AUMENTARE LA CULTURA DEL SOSPETTO NEI CONFRONTI DI CHI LAVORA

 

Gentile collega, determinati episodi e le persone che li vedono coinvolti, vanno a toccare un nervo scoperto.

Un semplice pensiero qui dalla periferia:  oltre allo sputtanamento, ai sorrisini dei colleghi delle altre forze di polizia ed al disprezzo della gente che incontri per strada (abituata a generalizzare) resta quello che ci toccherà vivere di qui ai prossimi giorni.

In un clima interno già teso di default, si aggiungerà altra tensione.   Ormai ci hanno inculcato la cultura del sospetto  Tutto diventerà ancora più sospettoso, ogni accesso alle banche dati ancor più monitorato, all’apertura di ogni applicazione devi cliccare di aver ben capito che accedi per servizio,  il collega della porta accanto viene visto come quello che entra in ufficio da te per carpire i tuoi segreti e rivendersi le verifiche.  Lo stesso Comandante, in occasione di ispezioni al reparto, ha improntato un discorso su questa tematica invitando, di fatto, a chiudersi ognuno dentro il proprio ufficio con i propri segreti.

Insomma io voglio lavorare con serenità e non dovermi guardare in continuazione le spalle.  Mi piace avere un confronto professionale, ci vuole una circolarità delle informazioni ecc…   Se qualcuno andrà a monitorare i miei accessi alle banche dati non so quale mole di interrogazioni troverà.  Potrei ritrovarmi indagato senza motivo. Non sarò neppure in grado di darne singole giustificazioni.  I vecchi mi hanno insegnato che se non ti vendi non avrai mai problemi.  Oggi, nei tempi moderni, questo non basta più. Oggi devi passare metà del tuo tempo a cautelarti da chissà cosa!

Ogni giorno mi trovo davanti a questo dilemma:

 1) istituire un registro, segnare visura per visura, motivo, ecc…   con enorme dispendio di risorse oppure 

 2)  LAVORARE,  correttamente, fiducioso di avere alle spalle un’organizzazione che mi sostiene.

Io a fare il lavativo….. il burocrate….  non ci so stare proprio!

Non voglio annoiarti con problematiche specifiche del mio ufficio ma voglio fare un discorso più generalizzato.  Desidererei che si partisse dal presupposto e che si potesse portare nelle sedi competenti il pensiero che siamo TUTTI onesti.   Poi, in ogni struttura del mondo, in ogni ambito, in ogni ufficio ed addirittura in ogni famiglia una mela marcia  può anche capitare.  L’importante è essere in grado di toglierla repentinamente (autopulizia), ma senza rovinare la serenità degli altri.

Questo significa dare a tutti l’accesso alle medesime risorse, ai medesimi strumenti di lavoro.  Tanto è tutto monitorato, tutto “”loggato””.  Chi sbaglia paga.    Basta con questa cultura del sospetto, di questo gioco ad “”incularella””  (scusami il termine).   Non dobbiamo vivere tutti male perché uno ha sbagliato.  Bisogna piuttosto pensare di lavorare tutti con serenità, in collaborazione, con circolarità di notizie affinchè tutti possano imparare,  affinchè si possa crescere anche professionalmente.  Se poi capita la mela marcia……   che si faccia immediatamente pulizia, ma che finisca lì!.

Scusa lo sfogo 

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