domenica 31 gennaio 2010

VIAGGIO SOCIALE ANFI A PRAGA

Deliberata una gita sociale a PRAGA dal 5 all’8 aprile 2010. Potranno partecipare, nel seguente ordine: i soci con i familiari, i soci A.N.F.I. delle sezioni del Piemonte ed i militari della Guardia di Finanza del Piemonte. Il viaggio sarà in aereo, soggiorno in Hotel 4 stelle, pensione completa, accompagnatore per tutta la durata del viaggio.
In relazione al numero limitato di posti gli interessati sono invitati da subito a prendere contatto con la Segreteria. Le iscrizioni si apriranno lunedì 1 febbraio e si concluderanno mercoledì 10 febbraio.

martedì 26 gennaio 2010

I PROBLEMI DELLA CONVENZIONE TIM / CONSIP

Di seguito si riporta la nota SAPAF (Sindacato Autonomo Polizia Ambientale Forestale) n.1173 del 04 dicembre 2009.

Al Capo del Corpo forestale dello Stato

Oggetto: Convenzione Consip / Tim - Corpo forestale dello Stato.

Egregio Capo del Corpo,
Siamo venuti a conoscenza che la convenzione "Consip-Tim" per l'utilizzo di telefonia mobile a tariffe agevolate per il personale del CFS, nonostante sia ancora valida (almeno fino al prossimo mese di marzo), non consentirà l'acquisizione di nuove schede sim. Pertanto, il personale che non ha avuto l'opportunità di sottoscrivere la convenzione entro il mese di settembre 2009, si trova nella condizione di non poter più usufruire dei vantaggi dell'unica convenzione del genere che l'Amministrazione abbia mai stipulato fino ad oggi.
Pur apprezzando i buoni propositi con cui è stata stipulata, come l'indubbio vantaggio dal punto di vista tariffario che ha facilitato la comunicazione tra il personale anche per ragioni di servizio (soprattutto per coloro che non sono assegnatari di telefoni di servizio), riteniamo opportuno evidenziare, al contempo, i numerosi problemi e le tante lacune evidenziate in questo periodo di validità della convenzione, probabilmente perché adattata al nostro utilizzo e non già definita precisamente per lo scopo!
Sin dall'inizio, infatti, si sono verificati molteplici disservizi a seguito dell'adesione a tale convenzione, tra i quali, tanto per citarne alcuni, si possono ricordare i problemi lamentati dal personale di tutt'Italia attinenti schede sim che hanno impiegato mesi per giungere a chi ne aveva fatto richiesta, o riguardanti schede sim abilitate solo alla ricezione e non all'inoltro del traffico voce, per non parlare di schede del tutto disabilitate del previsto piano di messaggistica, per arrivare ai disagi patiti da chi ha chiesto la portabilità della propria utenza telefonica, il quale, una volta vistosi disattivato dal vecchio operatore, ha dovuto aspettare diversi giorni per essere attivato dalla Tim e, a completare il quadro abbastanza desolante, i numerosi errori commessi in fase di tariffazione delle varie voci del traffico telefonico con la relativa emissione di fatture sbagliate, con importi da pagare sempre in eccesso e mai in difetto rispetto a quanto realmente dovuto!
A tali gravi inefficienze, si è inoltre aggiunta la scarsa capacità gestionale dimostrata dall'Ufficio centrale, inizialmente referente, in quanto non è quasi mai stato in grado di dare risposte alle innumerevoli richieste di informazioni dei vari utenti, così come non è stato in grado di convogliare tutte le lamentele e le problematiche sopra evidenziate verso un efficace servizio di assistenza dell'operatore telefonico, che avrebbe, evidentemente, dovuto essere richiesto in fase di stipula; non ha provveduto, infine, a fornire le dovute direttive ai Comandi Regionali, se non limitatamente alle informazioni inerenti l'inoltro della corretta documentazione per la sottoscrizione della convenzione.
Alla luce di quanto esposto e vista l'impossibilità di continuare il servizio con la convenzione citata, il SAPAF chiede un Suo autorevole intervento affinché l'Amministrazione, facendo tesoro dell'esperienza maturata (seppur negativa sotto molti aspetti), possa addivenire alla stipula di una nuova convenzione con lo stesso o altro operatore di telefonia mobile, in tempi forzatamente brevi per garantire continuità della fornitura del servizio, al fine di garantire lo stesso trattamento a tutto il personale che ne faccia richiesta, parimenti ai colleghi delle altre Forze di Polizia.
Si rimane a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti in merito e si inviano Distinti saluti.

Il Segretario Generale

Marco Moroni

domenica 24 gennaio 2010

PREVIDENZA COMPLEMENTARE: ESITO RICORSO

Il 14 dicembre 2009 è stata depositata la sentenza del Tar Lazio avente nr. 12874/2009 del 18 novembre 2009, relativa al primo ricorso collettivo avverso il mancato avvio della previdenza complementare ed il mantenimento del sistema retributivo, presentato da circa 590 appartenenti ad altra forza di polizia. Detto ricorso è stato dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione del giudice adito in quanto, secondo i giudici amministrativi, questione spettante alla Corte dei Conti, "giudice delle pensioni". Il difetto di giurisdizione e la competenza esclusiva della Corte dei Conti erano argomentazioni a sostegno delle perplessità espresse dalla nostra O.S.circa l'esperibilita' del ricorso stesso, pur condivendone le motivazioni di fatto. A seguito di tali considerazioni il SILP ha predisposto una petizione popolare per l'immediato avvio della previdenza complementare, detta decisione si è finora dimostrata la soluzione strategica rivendicativa piu opportuna. Il Silp per la Cgil che continuerà costantemente a battersi per ottenere l'avvio della previdenza complementare per il nostro personale, seguirà gli esiti di ogni vicenda connessa con la materia di cui sopra.

lunedì 18 gennaio 2010

COSTITUZIONE IN MORA DELLA P.A. E DECORRENZA DEGLI INTERESSI MORATORI

Domanda
Se il debitore è la P.A., la costituzione in mora segue gli automatismi di cui all'art. 1219 comma 2 c.c.? L'emissione della fattura può far luogo della costituzione in mora?
Risposta
Il punto nodale della questione sottoposta allo scrivente ruota intorno all'applicabilità o meno anche alla P.A. dell'art. 1219, comma 2, n. 3, secondo il quale, ai fini della costituzione in mora del debitore, non è necessaria alcuna intimazione o richiesta per iscritto allorché, scaduto il termine, la prestazione debba essere eseguita al domicilio del creditore (c.d. mora ex re).Nell'ipotesi in cui il debitore sia la P.A., il luogo del pagamento di una somma di denaro, in osservanza alla disciplina sulla contabilità generale dello Stato, deve essere individuato nella sede dell'ufficio di tesoreria dell'Amministrazione interessata, con la conseguente natura "querable" anziché "portable" del debito.Pertanto, non essendo nel caso in esame l'obbligazione eseguibile nel domicilio del creditore ma del debitore, non può trovare applicazione il principio della mora ex re fissato dal richiamato art. 1219, comma 2, n. 3, c.c.Ai fini della costituzione in mora della P.A., è quindi necessaria un'intimazione o richiesta fatta per iscritto, come espressamente previsto dal primo comma dell'art. 1219 c.c.L'intimazione o richiesta scritta non può essere affatto integrata dall'emissione di fatture non accompagnate da una formale e precisa richiesta di pagamento.La mancanza di una costituzione in mora comporta quindi l'impossibilità di riconoscere gli interessi moratori (Cass. civ., sez. I, sentenza 15 gennaio 2009, n. 806).
Angelo Maietta

giovedì 14 gennaio 2010

VA RISARCITO IL LAVORATORE CHE ACQUISTA A SUE SPESE GLI ABITI DA LAVORO

La fornitura al personale dipendente della divisa da indossare durante il servizio, infatti, consiste in una prestazione datoriale di natura retributiva. In caso di inadempimento all'obbligo contrattualmente assunto, quindi, l'azienda deve risarcire
(Cassazione, Sezione lavoro, sentenza n. 26234/09; depositata il 15 dicembre)
Svolgimento del processo
Con sentenza depositata il 25 agosto 2005, la Corte d'appello di Roma, in parziale riforma della sentenza in data 16 gennaio 2003 del Tribunale della medesima città (che aveva respinto integralmente le domande), ha condannato la MET.RO s.p.a. (già Metroferro s.p.a., già Cotral s.p.a.) a pagare al suo dipendente impiegato F. A. la somma di Euro 826,33, oltre accessori di legge, a titolo di corrispettivo dei capi di vestiario annualmente dovuti dalla società - in base agli accordi sindacali del 9 giugno 1972, del 1 marzo 1990 e del 1 giugno 1990 - e non consegnati, come richiesto dal dipendente relativamente al periodo dal 1983 al 1999.
In proposito, la Corte territoriale ha dichiarato di condividere la qualificazione operata da questa Corte con la sentenza n. 9154 del 1998, relativamente alla natura retributiva della prestazione prevista dagli accordi citati (consistente nella fornitura, ogni anno, al personale dipendente di vestiario da indossare durante il servizio) con conseguente diritto al risarcimento del danno in caso di inadempimento.
Inadempimento che la Corte ha accertato nel comportamento della società, ritenendo non fondata la tesi difensiva di questa secondo la quale la mancata consegna del vestiario sarebbe dipesa dal mancato ritiro degli stessi da parte degli interessati nei termini stabiliti, ma limitando la misura del risarcimento a quella richiesta in via subordinata (che teneva conto dell'accordo transattivo del 1 giugno 1990 relativamente al periodo pregresso dal 1983 a tutto l'anno 1990), "depurata della eccepita prescrizione, dovendo ritenersi peraltro fondata la prospettazione del COTRAL secondo cui il danno subito non può consistere sic et sempliciter nel controvalore dei capi di vestiario in questione, per l'acquisto dei quali era peraltro prevista una partecipazione alla spesa anche da parte dei lavoratori".
Avverso tale sentenza propone ora ricorso per cassazione F. A., con un unico articolato motivo.
Resiste alla domanda di annullamento della sentenza la METRO s.p.a. con rituale controricorso.
Motivi della decisione
Col ricorso F.A. denuncia la violazione e falsa applicazione degli artt. 2943 e 2948 cod. civ., del R.D. 8 gennaio 1931, n. 148, art. 10, all. A) come modificato dalla L. 24 luglio 1957, n. 633 nonchè l'omessa, insufficiente e contraddittoria motivazione della sentenza impugnata.
Nell'accogliere (parzialmente, secondo il dispositivo della sentenza impugnata) l'eccezione di prescrizione, la Corte territoriale avrebbe infatti omesso di considerare, accogliendo la domanda subordinata, che alla stregua dell'accordo del 1 giugno 1990, in atti, ad essa relativo, gli accordi del 9 luglio 1972 e del 1 marzo 1990 erano stati parzialmente derogati con la previsione di una distribuzione di vestiario ridotta, "a sanatoria delle spettanze pregresse fino a tutto l'anno 1990".
Pertanto, data la natura transattiva e novativa dell'accordo, la eccezione di prescrizione (decennale, secondo il ricorrente, trattandosi di violazione di obblighi contrattuali) era da ritenersi infondata, decorrendo la prescrizione dal 1 giugno 1990 ed essendo stata interrotta, come risultante dagli atti, con le domande del 22 aprile 1991, del 20 dicembre 1995 e del 9 agosto 2000, essendo poi stato il ricorso introduttivo del giudizio notificato in data 21 giugno 2001.
Infine, secondo il ricorrente, non sarebbe comprensibile l'iter logico seguito per pervenire alla ridotta somma di Euro 826,33 rispetto a quella, pur richiesta in via subordinata, di Euro 3.150,39, dato che mancherebbe l'indicazione del periodo temporale al quale si riferisce il risarcimento e dei criteri seguiti per la sua determinazione.
Il ricorrente conclude pertanto con la richiesta di annullamento della sentenza impugnata, con ogni conseguenza di legge.
Il ricorso è infondato.
Va subito rilevato che il ricorrente, in applicazione della regola della autosufficienza del ricorso per cassazione (su cui cfr., da ultimo, Cass. nn. 5043/09, 4823/09 e 338/09), avrebbe dovuto dedurre di avere tempestivamente contrastato, con le deduzioni in fatto e in diritto oggi prospettate, l'eccezione di prescrizione quinquennale proposta dalla società in primo grado e di avere ritualmente rinnovato in appello la relativa difesa.
In difetto, tale difese devono ritenersi tardive e non possono pertanto trovare ingresso in questa sede di legittimità.
Quanto alla deduzione di incomprensibilità della decisione, una volta accolta l'eccezione di prescrizione quinquennale, i giudici di appello hanno liquidato l'importo relativo agli ultimi cinque anni dalla proposizione del ricorso, avvenuta nel maggio-giugno 2001, partendo quindi dall'anno 1996 e fino all'anno 1999 (data finale della domanda), seguendo i criteri enunciati nello stesso ricorso introduttivo e ora indicati nel ricorso per cassazione, vale a dire moltiplicando il valore di L. 500.000 attribuito dal F. al vestito annualmente dovuto per i quattro anni dal 1996 al 1999 ritenuti non prescritti e depurando il risultato del 20% (rappresentante la percentuale del costo del vestito posta a carico del lavoratore), come in realtà già operato nel ricorso introduttivo del giudizio (per cui appare superflua la considerazione della Corte laddove dichiara di accogliere in proposito la prospettazione della società) e ripreso in termini complessivi nelle conclusioni assunte in appello e riportate in sentenza.
Il risultato, di L. 1.600.000 corrisponde infatti agli Euro 826,33 liquidati nella sentenza di condanna.
Sebbene con una motivazione estremamente sintetica, la sentenza contiene pertanto tutti gli elementi per poter comprendere il corretto iter logico seguito nelle determinazione del quantum liquidato.
Il ricorso va pertanto respinto.
L'esposizione e le argomentazioni che precedono sostengono la decisione di compensare integralmente tra le parti le spese di questo giudizio.
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso, compensando integralmente tra le parti le spese di questo giudizio.
Così deciso in Roma, il 11 novembre 2009.
Depositato in Cancelleria il 15 dicembre 2009

SICUREZZA: SINDACATI A MARONI, MANCANO CONDIZIONI PER RIPRESA NEGOZIATI A FUNZIONE PUBBLICA

Roma, 13 gen. - (Adnkronos) - Nell'incontro svoltosi questa mattina fra i sindacati che decisero di non partecipare alla riunione presso il Dipartimento della Funzione Pubblica del 22 dicembre scorso per il rinnovo contrattuale del biennio economico 2008/2009, Siulp, Sap, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Ugl-Polizia di Stato, Coisp-Up-Fps-Adp-Pnfi, e il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, i sindacati del 'cartello' hanno evidenziato a Maroni che "allo stato, non sussistono le condizioni per la ripresa del confronto negoziale alla Funzione Pubblica"Questo, spiega una nota congiunta dei sindacati, "in quanto non sono state date dal Governo risposte concrete sulla disponibilita' complessiva di risorse economiche per finanziare le quattro priorita' che sono state costantemente e continuamente poste all'attenzione dell'Esecutivo per tutto lo corso anno: rinnovo del biennio contrattuale; specificita' lavorativa; riordino complessivo delle carriere; previdenza complementare.I sindacati hanno evidenziato inoltre, "in modo estremamente critico, oltre che l'insufficienza delle risorse economiche aggiuntive stanziate nella legge finanziaria per il solo rinnovo contrattuale, le modalita', i toni ed i tempi decisi dal Ministro della Funzione Pubblica per convocare il tavolo negoziale per la discussione di merito per il contratto e l'assenza di risposte sugli altri obbiettivi strategici dell'azione sindacale".

lunedì 11 gennaio 2010

IL FUTURO DEI FONDI DEI FINANZIERI

Il 26 giugno 2009 il Governo, nella diffusa inconsapevolezza dei diretti interessati, ha approvato uno schema di regolamento per il riordino di alcuni Enti vigilati dal Ministero dell’Economia; tra essi il Fondo Assistenza Finanzieri, la Cassa ufficiali ed il Fondo di previdenza per il personale appartenente ai ruoli ispettori, sovrintendenti, appuntati, finanzieri della Guardia di finanza.Il provvedimento di riordino si inquadra nella procedura cd “taglia-enti”, iniziata con la Finanziaria 2007 e proseguita col D.L. 112/2008 con la finalità di eliminare molti degli enti pubblici considerati non necessari. A tale scopo le norme emanate negli ultimi due anni prevedono la soppressione di tutti quegli Enti per i quali i Ministeri competenti non intendano provvedere ad una loro riorganizzazione, tesa al contenimento delle spese di funzionamento, alla razionalizzazione della gestione ed alla fusione degli organismi similari. In tale contesto è stata preparata dal Ministero dell’Economia anche la riorganizzazione degli Enti di assistenza e previdenza della Guardia di Finanza, procedura che sarebbe passata in sordina e senza che i diretti interessati (i Finanzieri) ne sapessero alcunché, se non fosse per un articolo pubblicato dal quotidiano ItaliaOggi nel quale si dava conto del parere prodotto dal Consiglio di Stato su tale riorganizzazione.
Nell’occasione, infatti, il Consiglio di Stato si era espresso in maniera alquanto negativa sul progetto ministeriale di riorganizzazione; le maggiori critiche che sono state mosse al regolamento proposto riguardano:• la mancata fusione della Cassa ufficiali col Fondo di previdenza PeISAF;
• la mancata riduzione del personale GdF impiegato nel funzionamento di tali Enti;
• la mancato riduzione delle spese logistiche e di funzionamento.
Pare infatti che la riorganizzazione ipotizzata dal Ministero per gli enti della GdF si limiti ad una riduzione dei componenti degli organi gestionali e di revisione;
in particolare:
• per il F.A.F. una riduzione dei membri del Consiglio di amministrazione (da nove a sei) equamente ripartita tra le categorie rappresentate (ovvero ufficiali, sottufficiali, appuntati o finanzieri); nel contempo una riduzione dei componenti del Collegio dei revisori da 5 membri a 3;
• per la Cassa Ufficiali una riduzione dei membri del Consiglio di amministrazione da 5 ufficiali a 3;
• per il Fondo di previdenza PeISAF, una riduzione dei membri del Consiglio di amministrazione da 7 (due Ufficiali, due Sottufficiali e tre Appuntati/Finanzieri) a 5 (non è dato conoscere con quale ripartizione tra le tre diverse categorie).
Proprio in relazione al fondo di previdenza PeISAF sono state recentemente sollevate tra gli iscritti alcune perplessità sull’assetto gestionale ed in particolare sul fatto che nel Consiglio d’amministrazione siedano due Ufficiali del Corpo, tra cui il Presidente, che non rientrano però tra il personale contribuente, mentre nel Consiglio di Amministrazione della Cassa ufficiali naturalmente non partecipa personale ISAF.
Inoltre le procedure di nomina dei consiglieri non prevedono un coinvolgimento, né diretto né indiretto tramite gli organismi di rappresentanza, del personale iscritto obbligatoriamente.
Per gli ultimi rinnovi dei Consigli d’Amministrazione dei tre Enti vi è stata al dire il vero una modesta apertura, dopo le continue pressioni e delibere da parte del CoCeR della Guardia di Finanza, anche se a dire il vero questi non era stato inizialmente informato del progetto di riorganizzazione degli Enti imposto dalla Finanziaria 2007 (si veda la delibera 1/31/10° del 05.04.07).
Nelle procedure di designazione dei neo-componenti da parte del Comando Generale si è cercato quindi di tenere in considerazione anche una partecipazione territoriale: nel passato infatti venivano nominati solo membri in servizio a Roma. E’ stato anche chiesto un marginale parere della rappresentanza militare sui papabili consiglieri, scelti comunque autonomamente dai Comandi Interregionali o equiparati.
Tornando alla riorganizzazione ed al cd. “decreto taglia-enti”, a me pare che questa poteva essere un’occasione propizia per porre mano a tale discutibile organizzazione. Purtroppo, a quanto mi è dato di sapere, nonostante appunto il pressante interessamento dimostrato in questi ultimi anni dalla Rappresentanza Militare della Guardia di Finanza sull’argomento nessun coinvolgimento è stato invece operato nella definizione dei nuovi regolamenti che, infatti, sono ad oggi ancora sconosciuti nel dettaglio; la riorganizzazione si sostanzierebbero appunto in un mero taglio di poltrone all’interno dei consigli d’amministrazione, senza incidere tuttavia nella loro composizione e nei meccanismi di nomina.Un altro aspetto ancor più inquietante è il giudizio negativo che viene dato dal Consiglio di Stato, che dovrà comunque in proposito pronunciarsi nuovamente, in merito al mancato accorpamento degli enti in un unico soggetto: qualora il Governo accogliesse tale critica significherebbe forse la fusione dei tre Enti (FAF, Cassa Ufficiali e Fondo PeISAF) in un unico soggetto, anche perfino con il Fondo di previdenza del personale ministeriale? Con quali conseguenze, negative o positive, per le diverse categorie di iscritti? Ossia, quali possono essere gli effetti sulle prestazioni previdenziali future? La riorganizzazione “taglia-enti” ha nel frattempo già interessato anche le Casse militari, ossia tutti i diversi e numerosi enti previdenziali ai quali sono iscritte le diverse categorie di personale delle quattro Forze Armate: per tali organismi si è giunti infine ad un’unica cassa. Anche in questo caso nel corso della riorganizzazione non è stato minimamente coinvolto né il personale militare né tantomeno gli organismi di rappresentanza militare, nemmeno durante l’esame da parte della Commissione bicamerale per la semplificazione del nuovo ed unico regolamento di riordino di tali Casse (il CoCeR dell’Aeronautica avrebbe cercato invano di essere sentito in Commissione Difesa).
Una situazione di completa incertezza che quindi rende assolutamente necessaria un’opera chiarificatrice e trasparente su quale sia il progetto ministeriale per gli Enti di previdenza del Corpo ed il destino delle somme finora obbligatoriamente versate da tutto il personale in tali Fondi.

sabato 9 gennaio 2010

CONTRATTO, IL MINISTRO DELL'INTERNO MARONI CONVOCA PER IL 12 GENNAIO I SINDACATI DI POLIZIA. ED I COCER?

La SERIETA' paga
Roma, 11 gennaio - Contrariamente a chi pensa che fare sindacato significhi sedersi sempre e comunque nelle comode poltrone di Palazzo Vidoni, anche se la maggior parte delle sedie restano vuote, il SAP – coerentemente con la propria storia e con le proprie idee – ritiene che per fare un accordo debbano esistere delle condizioni e soprattutto delle garanzie per il personale che si rappresenta. Noi di colleghi ne rappresentiamo circa 20.000 e abbiamo responsabilità ben diverse da chi, con qualche migliaio di aderenti, ritiene di poter contare ben oltre la propria reale “consistenza”.In democrazia, per fortuna, contano i numeri. E i numeri dicono che la stragrande maggioranza dei sindacati della Polizia di Stato, della Polizia Penitenziaria e del Corpo Forestale dello Stato (oltre al Cocer della Guardia di Finanza) si è davvero stufata di veder disattendere gli impegni presi per il Comparto Sicurezza. Il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, da sempre vicino alle esigenze dei colleghi, ha capito che il dissenso della stragrande maggioranza degli operatori delle Forze dell’Ordine merita una risposta diversa rispetto a quella data da altri suoi colleghi di Governo e, come da nostra richiesta, ci ha convocato nella giornata del 12 gennaio.
Sicuramente si parlerà di Contratto, Specificità, Previdenza complementare e Riordino delle Carriere. E’ la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che la nostra mancata partecipazione alla riunione convocata da Brunetta prima di Natale è stata quanto mai opportuna, nonostante “qualcuno” si ostini a dire il contrario. Anche perché, grazie all’azione di protesta del SAP e degli altri sindacati, il Presidente dei Senatori Pdl, Maurizio Gasparri, ha promesso un impegno concreto del centrodestra per reperire 300 milioni da aggiungere ai 100 milioni già previsti per la Specificità dalla Finanziaria 2010. L’obiettivo del SAP è avere, come minimo, 200 milioni per la Specificità e 200 milioni da aggiungere subito ai circa 600 già stanziati dai precedenti Governi per il Riordino delle Carriere. Su queste basi può ripartire una trattativa. Questo diremo a Maroni.

Il Ministro dell'Interno Maroni convoca per il 12 gennaio i sindacati di polizia
Il 22 dicembre scorso il SIULP, unitamente ai Sindacati di Polizia non ha inteso aderire all’incontro fissato presso il Dipartimento della Funzione Pubblica in quanto ha ritenuto non sussistenti le condizioni minime per avviare qualsiasi discussione in merito al rinnovo contrattuale 2009/2010.
Alcune organizzazioni minoritarie avevano invece partecipato, dichiarato la propria disponibilità immediata a trovare un’intesa sulla base dei presupposti prospettati in quella sede.
Oggi il Ministro dell’Interno ha convocato per il 12 gennaio prossimo il SIULP ed i Sindacati di Polizia “dissenzienti” per importanti comunicazioni in merito alla piattaforma minima per il rinnovo del biennio 2009/2010.
Questo dimostra che da un lato il SIULP e i sindacati che non si sono presentati il 22 avevano ben ragione di protestare; dall’altro che chi accetta senza protestare quanto prospettato dalla controparte governativa, spesso non realizza nel modo migliore gli interessi della categoria.
Tra qualche giorno il SIULP valuterà nei dettagli la proposta del Ministro dell’Interno.


venerdì 8 gennaio 2010

Polizia, aumentano i suicidi; Coisp chiede commissione inchiesta

AOSTA. "L’anno che si sta concludendo ha visto confermarsi l’incremento nel numero dei suicidi tra gli Appartenenti alla Polizia di Stato. Il fenomeno non può più essere considerato “fisiologico” o rientrante nella media nazionale". Lo afferma, in una lettera rivolta al capo della polizia, il segretario generale del Coisp Franco Maccari.
"Se ogni suicidio nasconde certamente un dramma personale - si legge nella missiva -, riteniamo che quando un poliziotto compie tale gesto, ciò sia anche la spia di un disagio che, spesso, è riscontrabile in modo esteso, tra tutto il personale". Gesti "spesso compiuti da personale con una certa anzianità di servizio. I soggetti in difficoltà, provano timore nel rivolgersi alle strutture esistenti, come anche ai colleghi, e ciò li induce a chiudersi sempre più in sé stessi, tanto intenti a non fare trasparire alcun segnale che possa fare presupporre l’imminente tragedia".
Il Coisp quindi chiede di "istituire una Commissione d’inchiesta interna, la quale, avvalendosi anche della collaborazione del personale specializzato in merito, possa decifrare i disagi, analizzare le radici e monitorare il fenomeno" e di avviare "un’opera di prevenzione per il controllo ed il supporto del personale coinvolto in situazioni critiche, come, ad esempio, nel caso di conflitti a fuoco, episodi traumatici che possano avere luogo durante ed al di fuori dell’orario di servizio".
02 gennaio 2010

Roma, 31 dicembre 2009
Al Signor Capo della Polizia
Direttore Generale della P.S.
Prefetto Antonio Manganelli
Preg.mo Signor Capo della Polizia,
l’anno che si sta concludendo ha visto confermarsi l’incremento nel numero dei suicidi tra gli Appartenenti alla Polizia di Stato.
Il fenomeno non può più essere considerato “fisiologico” o rientrante nella media nazionale.
Se ogni suicidio nasconde certamente un dramma personale, riteniamo che quando un poliziotto compie tale gesto, ciò sia anche la spia di un disagio che, spesso, è riscontrabile in modo esteso, tra tutto il personale.
In molti dei tristi episodi, anche recentissimi, si assiste impotenti ed increduli, a gesti apparentemente inspiegabili, spesso compiuti da personale con una certa anzianità di servizio.
I soggetti in difficoltà, provano timore nel rivolgersi alle strutture esistenti, come anche ai colleghi, e ciò li induce a chiudersi sempre più in sè stessi, tanto intenti a non fare trasparire alcun segnale che possa fare presupporre l’imminente tragedia.
Il COISP ritiene, quindi, sia giunto il momento di istituire una Commissione d’inchiesta interna, la quale, avvalendosi anche della collaborazione del personale specializzato in merito, possa decifrare i disagi, analizzare le radici e monitorare il fenomeno.
Il COISP ritiene indispensabile effettuare un’opera di prevenzione per il controllo ed il supporto del personale coinvolto in situazioni critiche, come, ad esempio, nel caso di conflitti a fuoco, episodi traumatici che possano avere luogo durante ed al di fuori dell’orario di servizio.
I poliziotti italiani, i cui sacrifici quotidiani si trovano spesso alla base di situazioni di forte stress, debbono sapere di poter contare e ricevere un adeguato supporto psicologico, ove potersi rivolgere volontariamente, senza che ciò comprometta la loro professionalità.
Riteniamo che sia doveroso ed improcrastinabile un Suo autorevole intervento affinché la Polizia di Stato possa dotarsi di strumenti adeguati e professionali per capire se possono, o debbano, essere adottati correttivi in fase di reclutamento del personale e, contemporaneamente, analizzare e trovare soluzioni mirate ad evitare ulteriori lutti.
Rimanendo in attesa di riscontro alla presente, La salutiamo cordialmente.
Il Segretario Generale del Coisp
Franco Maccari

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno