mercoledì 26 agosto 2009

COMPUTER: NOTEBOOK E NETBOOK PIÙ VICINI E CI GUADAGNA IL CONSUMATORE

I primi sempre più piccoli e decisamente più performanti dei secondi. Che a loro volta sono di portabilità assoluta. Una rivoluzione determinata dai processori a voltaggio ultra basso e da... Windows XP

di ERNESTO ASSANTE


C'E' STATA l'era dei notebook e quella più recente dei netbook. Ora non c'è più differenza tra gli uni e gli altri. I netbook sono diventati man mano più grandi, con più funzioni e schermi più ampi. E i notebook sono saggiamente diventati più piccoli, per non farsi togliere spazio dai "fratellini minori", e oggi pesano di meno e sono più "portatili" di prima. Insomma, è più una differenza dovuta alle necessità del marketing (il netbook è "cool", il notebook è "vecchio") che non una vera differenza di specifiche funzioni o di peso. A cambiare le cose sono stati i nuovi processori a voltaggio ultra-basso, i Culv, che hanno fatto di recente la loro comparsa in notebook più sottili e leggeri che in passato. Molte nuove macchine arrivate di recente sul mercato segnano la fine della battaglia tra netbook e notebook, perché le differenze tra i due "generi" sono sempre di meno. Anzi, perché diventa più semplice comprare un economico notebook che non un netbook più costoso. Si, perché in teoria si era disposti a rinunciare al disco ottico, allo schermo ampio, ad una tastiera comoda, per avere in mano una macchina estremamente leggera, portatile e economica. Ma quando i notebook cominciano ad essere meno costosi, più leggeri, ma hanno tastiere, schermi e funzioni complete, il terreno per i "net" comincia a farsi difficile e la differenza a svanire. Come nel caso del Msi Wind U200, presentato in questi giorni, o del Samsung N510, netbook di nome, notebook di fatto. Cosa è accaduto? Una cosa specifica, ovvero l'arrivo sui netbooks di Windows Xp. Le piccole ed economiche macchine prodotte da Asus o Msi, erano adatte soprattutto al collegamento Internet e tagliavano molto sui costi perché arrivavano con Linux come sistema operativo, senza alcuna licenza Microsoft da pagare. Hanno avuto successo, ma sono esplosi veramente nel mercato solo quando Microsoft ha iniziato a mettere nei netbooks Windows Xp, che non è più disponibile da tempo sui computer "grandi", sia laptop che desktop. 16 milioni di netbooks sono stati venduti solo negli Usa nel 2008, in corrispondenza con l'esplodere della crisi economica, computer economici e con un sistema operativo che la gente normale conosce bene, il vecchio Windows Xp. Oltretutto la "crisi" dei desktop e il successo dei portatili come computer casalinghi, ha permesso a molte catene di vendere i netbook come "compagni" portatili dei computer da tenere in casa, i vecchi "scatoloni" desktop che costano meno di un portatile in grado di svolgere le stesse funzioni.
Quindi è arrivata la Intel, con i processori a voltaggio ultra-basso, che costano molto meno e fanno durare di più le batterie, facendo la gioia dei produttori di computer, che hanno visto la possibilità di offrire nuove macchine e prezzi leggermente più alti degli economicissimi netbook. Ed eccoci al punto, ovvero l'arrivo sul mercato di notebook che costano poco più dei netbook, ma che hanno una potenza assai maggiore. Il Dell Inspirion 11 costa 399 dollari, ovvero ha un prezzo da netbook, ma ha un processore Intel da 1GB, decisamente più veloce degli Atom che normalmente sono nei netbook. Se proprio si vuole, alla fin fine, lasciare in vita entrambe le definizioni, potremmo dar retta a quello che dicono alla HP, secondo i quali i netbook sono fatti per consumare contenuti e i notebook per creare e consumare contenuti. Il che, però, ci lascia il dubbio di dove collocare gli smartphones in questo nuovo universo. Ma il discorso in questo caso ci porterebbe troppo lontano...

(La Repubblica 23 agosto 2009)

martedì 25 agosto 2009

PREMIO PRODUZIONE: SVANTAGGIATI I FINANZIERI CHE DONANO SANGUE

Recentemente è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministro dell’Economia datato 17 luglio 2009, che disciplina le modalità per distribuire il cd “premio produzione”, ossia il fondo per l'efficienza dei servizi istituzionali ,che annualmente viene assegnato a tutti i Finanzieri non dirigenti. Tale decreto viene emanato sulla base di quanto deciso dal Comando Generale del Corpo, sentito il parere del Consiglio Centrale di Rappresentanza del personale.

Parte della somma che viene attribuita (art. 8) viene calcolata sulla base delle presenze in servizio del singolo finanziere; per il conteggio di tali presenze l’art. 10 del DM dispone che devono essere prese in considerazione solamente:
- i giorni di effettiva presenza in servizio;
- i giorni di assenza dovuti a riposi compensativi per ore di straordinario non retribuite;
- i giorni di assenza per la fruizione della licenza dell’anno precedente.

Mi pare chiaro che dal conteggio dei giorni utili per la distribuzione delle somme sono quindi escluse le assenze conseguenti alle donazioni di sangue; mi tornano in mente a tal proposito i dubbi sollevati da molti donatori in merito alle disposizioni contenute nel DL 112/08 del Ministro Brunetta.

Sembrava infatti che da tale decreto derivassero appunto degli svantaggi per i dipendenti pubblici donatori di sangue proprio per quanto riguarda l’assegnazione dei fondi incentivanti dei diversi comparti pubblici; ebbene, nonostante le rassicurazioni del Ministro, l’ultima a giugno di quest’anno, e le circolari da egli emanate (vgs la nr. 8 del 2008), a me pare proprio che per i Finanzieri che donano sangue non sia stata posta attenzione nella scelta dei criteri di destinazione dei premi.

Penso che si tratti di una svista, che a dire il vero perdura da alcuni anni, di coloro che hanno studiato tali criteri, visto che il Corpo non ha mai disincentivato le donazioni, tutt’altro…vi sono infatti molti reparti, sia a livello centrale che periferico, che collaborano attivamente con le associazioni di donatori per favorire la raccolta tra il personale. www.gdf.it/Fiamme_Gialle_per_il_Sociale/Donazione_di_sangue/index.html

Qualora per la distribuzione delle risorse del 2009 non vi fossero modifiche nei criteri per il conteggio dei giorni di presenza, i Finanzieri che donano il sangue dovrebbero pertanto porre attenzione nel numero delle donazioni, onde evitare un eventuale danno economico dovuto ad un peggioramento del coefficiente di distribuzione legato appunto alle presenze come previste dai criteri di ripartizione.




MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
DECRETO 17 luglio 2009 Determinazione dei criteri e delle modalita' applicative relativi alla destinazione e all'utilizzazione delle risorse per l'efficienza dei servizi istituzionali del personale appartenente alla Guardia di finanza - anno 2008 e residui anni 2007 e 2008. (09A09038) (GU n. 182 del 7-8-2009 )
Art. 10.
1. Ai fini del computo dei giorni di presenza in servizio siconsiderano, ai sensi del presente decreto:
i giorni di effettiva presenza prestati nel corso dell'annosolare, anche in piu' di un Reparto;
i giorni di assenza per riposo compensativo nonche' ai sensi dell'art. 29, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 11settembre 2007, n. 170. Ogni ulteriore fattispecie non prevista dal presente comma siconfigura come giorno di assenza.
2. Ai fini del calcolo delle giornate di cui all'art. 8, comma 1,per il personale che osserva un orario di lavoro articolato su cinquegiorni settimanali sara' sommato un giorno ad ogni cinque dieffettiva presenza.



Il ministro Brunetta incontra i rappresentanti del CIVIS del 17/06/2009
Questa mattina il presidente nazionale della FIDAS, dr. Aldo Ozino Caligaris, ed il presidente nazionale dell’AVIS, dott. Andrea Tieghi, hanno incontrato il ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, prof. Renato Brunetta ed il capo dipartimento dello stesso ministero, dott. Antonio Naddeo, in merito alla questione della retribuzione della giornata lavorativa per i donatori di sangue della Pubblica amministrazione. Di seguito il comunicato congiunto CIVIS – Ministero della Pubblica Amministrazione e Innovazione. Il Ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, Prof. Renato Brunetta, ha incontrato in mattinata i rappresentanti del CIVIS (Coordinamento Interassociativo Volontariato Italiano Sangue). Al centro dell'appuntamento vi è stata la questione relativa all’applicazione del comma 5 art. 71 del Decreto Legge 112/08 sui donatori volontari di sangue dipendenti della pubblica amministrazione. Il Ministro ha confermato l’impegno a risolvere la questione, come già rettificata e ribadita dalle Circolari 7 e 8 del settembre 2008 dello stesso dicastero. “La mia volontà politica di non colpire i donatori - ha detto il Ministro Brunetta – è confermata dall'abrogazione del succitato comma 5 già nel Progetto di Legge 1441, approvato dalla Camera dei Deputati il 28 ottobre 2008”. Lo stesso testo è ora in approvazione al Senato (A.S. n. 1167) e in attesa del voto conclusivo previsto nel mese di luglio; il Dipartimento della funzione pubblica si è impegnato comunque a verificare con le Associazioni eventuali applicazioni difformi rispetto a quelle previste dalle circolari 7 e 8, al fine di intervenire con ulteriori chiarimenti se necessari. I rappresentanti del CIVIS presenti alla riunione (il Presidente di FIDAS, Aldo Ozino Caligaris, e il Presidente di AVIS, Andrea Tieghi) hanno preso atto con soddisfazione del percorso intrapreso dal Ministro già da tempo. “Con l'abrogazione del comma 5 dell’art. 71 - ha commentato il portavoce pro tempore di CIVIS - Aldo Ozino Caligaris - il Governo ha dimostrato particolare attenzione nei confronti di coloro che compiono un gesto di grande valore sociale.” “Per i donatori dipendenti pubblici – ha dichiarato il Presidente di AVIS - Andrea Tieghi - saranno così ripristinate le condizioni relative alla giornata lavorativa, come previsto dalla Legge nazionale n. 219/05 che regola il Sistema Trasfusionale Nazionale”. I rappresentanti di CIVIS hanno inoltre stigmatizzato alcune forzature e attacchi al Ministro portati avanti localmente e a mezzo stampa da dirigenti di associazioni di donatori territoriali. Il Ministro Brunetta ha concluso l'incontro riaffermando il suo convincimento sull'importanza della promozione della cultura del dono del sangue e della solidarietà anche e soprattutto all'interno degli enti pubblici.



Circolare 5 settembre 2008 n. 8/2008Decreto legge n. 112 del 2008 convertito in legge n. 133 del 2008 – “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” – art. 71 – assenze dal servizio dei pubblici dipendenti - ulteriori chiarimenti.

2.5. Permessi per donazioni di sangue e midollo osseo
La Legge 13 luglio 1967, n. 584, all’art. 1, stabilisce che i donatori di sangue e di emocomponenti con rapporto di lavoro dipendente hanno diritto ad astenersi dal lavoro per l'intera giornata in cui effettuano la donazione, conservando la normale retribuzione per l'intera giornata lavorativa. Per quanto riguarda i donatori di midollo osseo, l’art. 5 della legge 6 marzo 2001, n. 52, riconosce al lavoratore dipendente il diritto a conservare la normale retribuzione per le giornate di degenza ospedaliera occorrenti al prelievo del sangue midollare nonché per le successive giornate di convalescenza che l’équipe medica che ha effettuato il trapianto ritenga necessarie ai fini del completo ripristino dello stato fisico del donatore stesso. La legge prevede inoltre il diritto a conservare la normale retribuzione anche per i permessi orari concessi al lavoratore per il tempo occorrente all’espletamento di vari atti preliminari alla donazione, fissati per legge. Tali casistiche non sono state contemplate specificamente dal decreto – legge e dalla legge n. 133, ma non sono state neanche espressamente abrogate o modificate. Considerata la rilevanza e la delicatezza della materia in questione, il Dipartimento della funzione pubblica intende promuovere delle iniziative normative per evitare discriminazioni o compromissioni alle importanti attività in questione che sono il frutto di ammirevoli atti di solidarietà.

Legge 13 luglio 1967 Numero 584
Articolo 1, in vigore dal 26 maggio 1990
I donatori di sangue e di emocomponenti con rapporto di lavoro dipendente hanno diritto ad astenersi dal lavoro per l'intera giornata in cui effettuano la donazione, conservando la normale retribuzione per l'intera giornata lavorativa. I relativi contributi previdenziali sono accreditati ai sensi dell'art. 8 della legge

domenica 23 agosto 2009

I DUBBI SUL PREMIO ANTIEVASIONE: IL PC E’ LA SCELTA MIGLIORE?

Un collega mi ha sollecitato circa la destinazione data ai 20 milioni di euro assegnati al FAF come premio antievasione del 2008. Come ormai penso sia noto a molti, il Consiglio d’Amministrazione del FAF ha infatti deciso di acquistare un pc per ciascun Finanziere; il CoCeR a tal proposito ha espresso un parere favorevole. Non ho certezze in tasca e non so se questa decisione sia la migliore possibile; credo però che bisognerebbe guardare il bicchiere mezzo pieno e non solo i punti critici (e criticabili) di tutta la faccenda. Qui sotto pubblico ampi stralci della pungente email che mi ha scritto il collega e della mia risposta nella quale cerco di spiegare al meglio il mio pensiero.

Sempre gent.mo Sansoni,
con grande compiacimento per la grande delibera sfornata il 28 luglio u.s. dal cocer mi è gradita l'occasione per esternarti la mia intenzione di non votare mai più per organismi, quelli della rappresentanza militare, che non assolvono la funzione naturale ma esclusivamente quella di comodo dei singoli componenti e quella di facciata e di favore al sistema imposto. E' curioso che in data 28 luglio "all'unanimità" il cocer approvi la famosa modalità di assegnazione del maledetto premio antievasione, quando si era già deciso da tempo tale conclusione (non prendiamoci in giro). Ma serviva la delibera del 28 luglio, ossia molto a posteriori di una decisione già presa tempo addietro? a cosa serve tale pezzo di carta? Se il cocer è organo rappresentativo che espleta la propria funzione in base ad un rapporto fiduciario che lo lega con gli elettori, significa che ordinariamente delibera sentito la voce del popolo per il tramite dei vari livelli della rappresentanza. In sostanza, dovrebbe essere organismo che svolge attività in linea con gli interessi del personale, nei cui confronti c’è un impegno personale. Ma chi è stato mai interpellato su questa cosa? Il cocer ha mai sentito i coir e cobar, o in ogni modo è stato mai sentito il parere del personale del Corpo in modo da valutarne l'orientamento?(…)Ma che razza di rappresentanza è questa che decide da sola? o forse perchè spinta a decidere in un certo modo? niente meno che all'unanimità? il cocer è certo che il popolo del Corpo delle fiamme gialle intenda ricevere i computerini? (...)è sembrato di capire che in effetti non è la modalità più gradita. Ma sentendo in giro, anche nei reparti di altri Regionali, pochissimi avrebbero interesse a questi computer. Il personale avrebbe interesse ad altro. Allora quelli del cocer o si sono regolati in base ad un campione di personale che la intendeva all'opposto o qualcuno non ha ascoltato nessuno e ha deciso come meglio conveniva? Ma a chi? E perché?(…)Se la delibera è avvenuta senza recepire la effettiva maggioranza del personale, del coir o del cobar, allora sorgono serie perplessità sulla validità della stessa delibera. Il cocer non è un organo con competenze decentrate e sottoposto alla sovraordinata Autorità. Se fosse così, non avrebbe senso il sistema elettorale di nomina, ma si precederebbe alla designazione diretta. Sarebbe da fare luce su chi ha suggerito per primo la soluzione “notebook” e perché sia stata portata avanti fino a consacrarla come la più accreditata. Sentendo in giro, non sembra proprio che il personale sia contento così. Si sarebbe apprezzato più l’ipotesi fattibile del “bonus” come ipotizzato (…). Questa circostanza evidenzia ancora una volta che la mancanza di collegamento tra personale e organismi della rappresentanza e tra organismi stessi comporta seri dubbi sulla efficacia di certe regole e finanche sulla validità delle stesse delibere. Qualcuno potrà storcere il muso, ma bisogna ammettere che se il cocer delibera su un argomento che non ha interessato i coir e i cobar e non ha coinvolto il parere del personale allora il sistema è fallimentare: i coceristi si riuniscono e deliberano quello che vogliono e a tutto gli altri non resta che prendere atto della delibera sfornata in un giorno afoso di fine luglio niente meno che alla concordia generale. Ma per curiosità, l’etimologia del termine RAPPRESENTANZA è chiaro a tutti? Caro Simone, la cosa è seria e non da sottovalutare, la superiore gerarchia questo vuole………. Qui ne vale la dignità dei militari e della rappresentanza militare.
buone ferie e se le hai già fatte, buon agosto

Caro …,

mi auguro che tu abbia trascorso delle belle vacanze.
Le cose che scrivi sono stimolanti e profonde. Permettimi però di dissentire in molti aspetti dal tuo pensiero per quanto riguarda specificatamente la destinazione dei soldi e la modalità con cui si è pervenuta a tale decisione (che neanche a me piace molto nel concreto). Cerco di analizzare per punti quanto mi solleciti in quanto mi viene meglio e spero di non dimenticare nulla.
- non voterai più: concordo con te. Meglio non votare nessuno piuttosto che votare inconsapevolmente come fanno molti. Se ritieni l’istituto della RM assolutamente inutile o peggio dannoso farai bene a non votare nessuno, in quanto ogni voto anche inutile da comunque legittimità agli eletti di rappresentare tutti
- il cocer doveva sentire tutti? No, è impossibile sia materialmente che concettualmente. Gli eletti non hanno l’obbligo di chiedere il parere di ciascun rappresentato prima di decidere; se fosse così non servirebbe alcun organismo intermedio tra il popolo ed il potere, ma questo è faccenda vecchia come il cucco (già i greci...). Allora per ogni decisione si dovrebbe sentire il parere di ciascuno?? Forse il parlamento, il consiglio comunale o gli stessi sindacati sentono a priori i rappresentati? Non avviene in nessuna democrazia moderna: è Gheddafi che sostiene che gli organismi rappresentativi sono inutili perché il popolo decide direttamente tramite lui!! La tua visione però è coerente con quanto detto sopra: se sostieni che la decisione deve venire dai rappresentati allora la RM è inutile e quindi il tuo voto è inutile.
- La decisione era già stata prese? Si, probabilmente. Ma non il cocer prende la decisione in questione ma il cda del FAF (nominato dal C1). Allora potevano forse presentarsi tre scelte: lavarsene le mani, lasciando la responsabilità al faf che intanto però non si muoveva, concordare con la decisione presa e stimolare l’avvio delle procedure, oppure opporsi e chiedere altro: ma cosa?
- i pc non sono voluti? Può darsi. Io personalmente avrei preferito degli aggiornamenti professionali per diversi motivi che ora è inutile elencare; altri come te avrebbero voluto dei buoni spesa; altri in beneficienza per l’Abruzzo; altri alla protezione sociale; altri una polizza sanitaria etc etc etc. Quale sarebbe la scelta migliore e quale la più condivisa? Io certezze non ne ho, come non sono sicuro che sarebbero state perseguibili altre strade tecnicamente: ad es. i buoni spesa, con quale catena presente in tutta italia? e non sarebbero forse imponibile come fringe benefit?
(…)Ancora alcune riflessioni generali sul premio: l’anno scorso non esisteva nemmeno tale ipotesi. Si parlava di un desiderio astratto, ora si parla almeno di come spenderli questi soldi. Credo che questo sia già un grosso passo avanti. Intanto è passato il principio che anche i finanzieri seppur indirettamente hanno diritto a partecipare a tale ripartizione. Sul come si possono fare un mare di critiche, ma intanto questo premio ora esiste. 60000 teste sono difficili di accontentare tutte, magari qualcuno ora lo sarà. L’anno prossimo qualcun'altra.
Scusa il ritardo nella risposta, ti saluto con affetto.
Simone Sansoni

mercoledì 5 agosto 2009

NOVITÀ PER LE ASSENZE DAL SERVIZIO‏

A margine dell’ultima contrattazione, il CoCeR della Guardia di Finanza ha ottenuto da parte del Comando Generale alcune rilevanti modifiche relative alle assenze del personale di cui alla circolare 120000:

Licenza Straordinaria
Sarà possibile fare richiesta motivata e documentata della L.S. per gravi motivi, anche per un solo giorno (invece che 10), per la seguente casistica:
· esami clinici,
· processi non attinenti il servizio,
· malattia dei figli.


Diritto allo studio
Le 150 ore di permesso saranno utilizzabili anche per il disbrigo delle pratiche burocratiche connesse all’iscrizione universitaria e per la preparazione della tesi di laurea (come già avveniva in Polizia), nonché per i corsi di formazione professionale.

Tali novità sono già vigenti dal 22 luglio 2009 col rdm 245737.

martedì 4 agosto 2009

Il 112 diventa il solo numero di emergenza per i nuovi cellulari


L’Italia non ha ancora attivato il numero unico di emergenza europeo ... ma con i nuovi telefonini chiamando il 113, 115, e il 118 rispondono sempre i Carabinieri del 112. Le centrali operative sono preparate allo smistamento delle chiamate?
Acquistando un cellulare di ultimissima generazione, ad esempio di quelli che già recepiscono l'accordo tra la Commissione Europea e le aziende produttrici di telefonia per il caricabatterie unificato, si scopre che chiamando il 113 rispondono i Carabinieri.
Qualcuno penserà che la sperimentazione in atto a Salerno sia già stata ampliata al resto d'Italia in tempi record, ma ci dispiace deluderlo perché componendo il 115 si ha sempre la stessa risposta sempre da parte dei Carabinieri.
Facciamo un ultimo tentativo col 118, stessa cosa, rispondono sempre i Carabinieri, a questo punto è normale chiedersi se il telefonino sia guasto o se abbiamo sbagliato noi qualcosa.
Nulla di tutto ciò, abbiamo infatti chiesto a uno dei principali leader mondiali che producono telefonia e ci hanno confermato che dal loro punto di vista è tutto regolare, secondo la normativa Europea in vigore.
Ci dobbiamo quindi abituare al fatto che per chiedere un'ambulanza o per segnalare un incendio si debba ricevere risposta dalla più vicina centrale operativa dei Carabinieri.

In effetti nel 2006, l'allora Ministro Landolfi, emanò il seguente decreto ministeriale:

Art. 1. 1. Ai sensi e per gli effetti dell'art. 127, comma 4, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, il servizio Numero unico Europeo di emergenza e' individuato quale servizio abilitato in base alla legge a ricevere chiamate d'emergenza provenienti dalle numerazioni 112, 113, 115, 118.

Passato come un elemento preliminare all'avvio della sperimentazione di Salerno, questa normativa permette di definire del tutto corretta la decisione dei principali produttori di telefonia mobile di inoltrare tutte le chiamate di emergenza alle centrali operative del 112 che oggi sono quelle dei Carabinieri.

E' necessario che il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri si attivi per informare le 232 centrali operative del 112 in Italia che nei prossimi giorni cominceranno a ricevere chiamate da utenti convinti di aver composto il 115 o il 118, oppure ancora il 113.
A nulla servirà invitare il chiamante a contattare la corretta numerazione perché si perderà solo tempo (sia chi chiama, sia chi risponde dalla centrale operativa), in quanto per l'utente sarà praticamente impossibile chiamare 118, 115 e 113.

Ai ritardi dei Governi Italiani nell'attuazione della normativa Europea che istituisce il 112 quale numero unico Europeo per tutte le emergenze fa contrasto la puntuale attuazione dei produttori di telefoni mobili che hanno generato nuovi software capaci di riconoscere tutte le numerazioni di emergenza nazionali e di convogliare le chiamate verso un unico PSAP (Public Safety Answering Point), con i seguenti vantaggi:

- priorità della chiamata: la chiamata di emergenza viene codificata come segnale di emergenza che ha priorità sulle altre normali conversazioni e che permette l'identificazione automatica della numerazione di emergenza vigente (ad esempio il 911 negli USA o lo 000 in Australia);

- possibilità di roaming nazionale ed internazionale (oggi non consentito in Italia a numerazioni diverse dal 112);

- localizzazione certa (alcuni paesi hanno implementato l'architettura di localizzazione solo sulla numerazione 112);

Un nuovo tassello si aggiunge a sottolineare il ritardo paradossale nell'attuazione di una decisione intrapresa dal Consiglio d'Europa nel lontano 1991, divenuta normativa con due successive direttive, l'ultima del 2002 (tra l'altro siamo prossimi ad una nuova emanazione della direttiva comunitaria sulle comunicazioni che relativamente al 112 prevederà criteri ancor più stringenti per i Governi e per gli operatori di emergenza e telefonia).

Comincia a delinearsi un futuro abbandono delle numerazioni di emergenza diverse dal 112, è quindi necessaria una profonda revisione dell'organizzazione delle centrali operative oggi esistenti e una loro maggiore integrazione.
Nel frattempo ancora un grazie agli operatori di centrale dell'Arma dei Carabinieri che si apprestano a una stagione estiva ancor più difficile e intensa, li invitiamo a inoltrare le chiamate di competenza del soccorso tecnico e sanitario alle competenti c.operative.

domenica 2 agosto 2009

I “FURBETTI CON LE STELLETTE” CHE SI RIUNIVANO PER AVERE IL RIMBORSO

L’occasione, si sa, fa l’uomo ladro. E contro certe occasioni anche una divisa a nulla vale. In Veneto, alcuni carabinieri sono accusati di aver fatto la cresta sui rimborsi sindacali. Ad essere sotto indagine sono di sicuro tre componenti del Coir (Comitato intermedio di rappresentanza), anche se si dice che ad essere coinvolti sarebbero in otto. L’accusa? Aver organizzato riunioni sindacali col solo scopo di parteciparvi. E, naturalmente, ottenere i relativi rimborsi, pari a 110 euro al giorno. In questo modo, i “furbetti con le stellette” sarebbero riusciti a intascarsi (condizionale d’obbligo: l’inchiesta è in corso) fino a 1.500-2.000 euro al mese. Sul tema delle spese delle rappresentanze militari (le organizzazioni che nel mondo militare possono essere considerate l’equivalente dei sindacati) in Parlamento non sono mancate le interrogazioni, l’ultima delle quali con il radicale Maurizio Turco primo firmatario. Il problema è che queste spese sono prive di veri controlli e pertanto si prestano ad abusi. Si sa che la rappresentanza militare costa oggi 40 milioni di euro all’anno. Difficile quantificare gli sprechi, che però si stimano in centinaia di migliaia di euro. Recentemente, sempre in tema di spese, aveva suscitato polemiche la decisione del comandante generale uscente dei Carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, che sulle targhe delle centrali aveva sostituito al termine Regione il più antico Legione. Un ritorno alla tradizione apprezzato da molti ufficiali, ma criticato da chi aveva fatto qualche conto. Secondo il sindacato nazionale degli agenti in congedo, tra targhe, cartelli stradali, timbri, buste e carte intestate, il costo della modifica potrebbe ammontare a 5-7 milioni di euro.

Il Giornale del 22 luglio 2009

Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale: audizione del professor Tommaso Di Tanno